Il Garante minaccia Google: “servono maggiori dettagli sui dati personali”

La Francia ha dato a Big G tre mesi per adeguarsi alle normative locali mentre il Garante della privacy italiano chiede “maggiori e più puntuali dettagli su specifici aspetti delle modalità di trattamento dei dati degli utenti”

Come promesso l’aprile scorso 27 Garanti della privacy europei hanno deciso di passare ai fatti e prendere provvedimenti nei confronti del comportamento di Google in merito al trattamento dei dati personali. Big G è accusata di incrociare i dati degli utenti che utilizzano diversi dei suoi servizi. L’Autorità francese ha imposto a Google di adeguarsi alle normative nazionali entro 3 mesi mentre quella italiana pretende maggiore trasparenza. Gli altri Garanti europei coinvolti nell’indagine hanno anche loro minacciato seri provvedimenti.

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Negli Stati Uniti Big G ha chiesto al FISA di poter rendere noto le richieste fatte dal Governo ma in Europa è ancora restia a dare delucidazioni sulla privacy dei suoi utenti.

Maggiori dettagli per valutare se agire

Il Garante della privacy italiano, che ha sottolineato il troppo potere dato in mano ai big del web, desidera che Google gli fornisca “maggiori e più puntuali dettagli su specifici aspetti delle modalità di trattamento dei dati degli utenti italiani: in particolare – si legge in una nota dell’Autorità – riguardo all’informativa e al consenso all’uso dei dati, alla loro conservazione e al loro possibile incrocio, anche tra prodotti e servizi diversi”. Queste informazioni saranno valutate per l’adozione di “provvedimenti ritenuti più opportuni, inclusi, qualora dovessero ricorrerne i presupposti, quelli a carattere prescrittivo o sanzionatorio”.

Google ha così risposto ai Garanti coinvolti nell’indagine nei suoi confronti: “la nostra normativa sulla privacy rispetta la legge europea e ci permette di creare servizi più semplici e più efficaci. Siamo stati costantemente in contatto con le diverse autorità coinvolte nel corso di questa vicenda e continueremo a esserlo in futuro”.

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Google è stato recentemente chiamato in causa anche dall’Antitrust europeo guidato da Joaquin Almunia per l’uso improprio di Android. Inoltre, l’Ue ha fatto sapere a Big G che la sua proposta di etichettare le ricerche per concludere una controversia che si trascina dal 2011 deve essere ancora migliorata.