Garante della privacy: “Troppo potere ai big del web, servono nuove regole”

Il Garante Antonello Soro ha sottolineato nella sua relazione annuale come i colossi di Internet siano in grado di condizionare gli utenti e come gli Stati si interessino sempre più ai dati personali degli utenti

Il Garante della privacy Antonello Soro ha presentato oggi la relazione annuale a Montecitorio. Nel documento si sottolinea l’enorme potere in mano ai colossi del web, capaci di indirizzare le ricerche online verso contenuti da loro stessi stabiliti e di accapararsi una quantità di informazioni per fini non meglio specificati. Il Garante ha anche parlato dell’ambito giudiziario sottolinenado come le intercettazioni debbano essere utilizzate con cautela e come gli atti processuali debbano essere resi pubblici solo se sono di vero interesse pubblico e senza violare la dignità degli interessati.

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I big del web condizionano gli utenti

I colossi del web “che trattano da pari con Stati e organismi sovranazionali” vengono accusati di guidare le ricerche online con parametri da loro scelti arbitariamente, offrendo all’utente “una conoscenza parziale e uno sguardo incompleto sulla realtà”. Soro afferma anche che “non dovremmo permettere che i dati personali, che hanno assunto un valore enorme in chiave predittiva e strategica, diventino di proprietà di chi li raccoglie e dobbiamo anche per tale ragione continuare a pretendere la trasparenza dei trattamenti”.

“Nuovi spazi di visibilità si aprono – ha spiegato Soro – e interi spaccati delle nostre quotidianità rischiano di essere proiettati in un mondo in cui ognuno si trasforma in un piccolo ‘grande fratello’: si pensi a Google Glass e alle applicazioni del riconoscimento facciale”.

Protezione non significa limitare le libertà

Il Garante ha affermato che il caso PRISM negli Stati Uniti, che vede coinvolta l’intera amministrazione Obama, desta particolare preoccupazione e che il suo ufficio, in collaborazione con le altre istituzioni dell’Unione Europea, sta preparando “un provvedimento generale per indicare soluzioni idonee a elevare lo standard di protezione dei dati trattati ed evitarne indebite divulgazioni”.

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La necessità di proteggersi dalle minacce online e offline, come nel caso delle webcam negli asili, non deve passare “attraverso la compressione delle libertà dei cittadini” poiché “rischia di mettere in discussione l’essenza stessa del bene che si vuole difendere”.

Attenzione alla pubblicazione degli atti giudiziari

Per quanto riguarda l’ambito giudiziario, Soro ritiene le intercettazioni “una risorsa investigativa fondamentale e insostituibile”che va però “gestita con molta cautela per evitare fughe di notizie che danneggiano le indagini e rischiano di violare la dignità degli interessati”.

“La tendenza sempre crescente alla ‘mediatizzazione’ dei processi – continua il Garante – rafforza l’esigenza di un’adeguata selezione delle notizie di rilevanza pubblica, da rendere con modalità rispettose dell’altrui riservatezza e della presunzione d’innocenza”.

Le offese in Rete

Soro ha trattato anche il tanto dibattuto tema delle offese in Rete sottolineando come “in molti, troppi casi l’opinione dissenziente si trasformi in offesa, la critica tracimi nell’oltraggio”. “Non possiamo più essere indulgenti con la violenza verbale presente nella rete”, ha concluso Soro.

Anche il Presidente della Camera Laura Boldrini è intervenuta sull’argomento affermando che “non è necessario prevedere nuove norme e limitare la libertà d’espressione” ma bisogna spingere affinché ci sia maggiore cooperazione tra gli organi internazionali per fermare la violenza in Rete.