Nel 2007, in un celebre articolo della rivista Scientific American, Bill Gates scriveva che “the next hot field will be robotics”. Aveva ragione?
La robotica industriale e di servizio rispetto alla robotica umanoide sembra avere perso il suo fascino solo perché non si è in grado di raccontarla nel modo corretto.
Esiste un problema di comunicazione e di preparazione da parte dei media e dei giornalisti che anche in occasione di Robotica 2012 hanno ceduto al sensazionalismo. Milano non è stata invasa dai robot umanoidi. La robotica umanoide rappresenta l’avanguardia della sperimentazione, ma i veri vantaggi arrivano dalla robotica industriale e di servizio di cui però si parla poco e male.
UN CLOUD PER LA ROBOTICA
Robot per le costruzioni e l’esplorazione spaziale. Robot per la produzione e la logistica. Robot per l’ambiente e l’agricoltura. Robot per la sanità e la ricerca. Robot per la sicurezza e la diagnostica. Robot per la progettazione e per gli usi domestici. Robot per la formazione e la scuola. Nella prospettiva imminente di vedere la grande industria delle automobili e dei computer superata da quella dei robot – il settore dell’intelligenza artificiale applicata all’automazione avanzata cresce sempre di più. Secondo il rapporto “World Robotics 2012” per la robotica industriale, il 2011 è stato il miglior anno di sempre, con oltre 165mila robot venduti e un incremento record del 37% rispetto al 2010. Cina, Stati Uniti e Germania guidano la classifica delle vendite con tassi di crescita tra il 39% e il 51%. Anche il mercato dei service robot è in crescita con un +6% e un valore di 3,6 miliardi di dollari. Non tutti sanno che l’Italia è il secondo integratore di robotica in Europa. Il cloud computing permette la convergenza di scenari tecnologici e di servizio differenti.
Il cervello elettronico oncloud, per gli aggiornamenti software in automatico è una realtà che – però – espone i robot industriali e i service robot alla minaccia di malware e “taroccamenti” al pari di qualsiasi altro sistema. Telecom ha in atto da tre anni un progetto sul cloud robotico. Ma quale impatto avrà la robotica sulla rivoluzione cloud in atto? Il futuro del cloud sono i data center robotici? E’ possibile progettare un ambiente warehouse completamente automatizzato? Nel corso di pochi decenni, collaboreremo, con un nuovo tipo di macchine automatiche. Questo comporterà molti e nuovi problemi etici, psicologici, sociali ed economici.
Per Marco Gaspardone, project manager service robotics di Telecom Italia, il dato più interessante è che «la robotica si sta aprendo verso la Rete. I robot per la piscina o che ci tagliano il prato sono già esempi di un robot di servizio funzionanti e il loro software può essere pensato per una classe intera di macchine e quindi gestito in una prospettiva cloud». La robotica è considerata ancora un settore di nicchia e si sottovaluta il valore che la community potrebbe svolgere per far diventare questa disciplina davvero popolare e di massa. Forse siamo in attesa di uno Steve Jobs per la robotica?. «Lo sfruttamento di un sistema operativo open source come il Robot Operating System (ROS) può esser distribuito su piattaforme hardware differenti, aprendo questo settore alla forza e alla potenzialità degli sviluppatori. ROS fornisce le librerie e gli strumenti per aiutare gli sviluppatori di software a creare applicazioni robotiche. Esso fornisce struttura hardware, driver di periferica, biblioteche, visualizzatori, message-passing, la gestione dei pacchetti, e altro ancora. Un semplice aspirapolvere dotato di telecamera potrebbe diventare un sistema domestico di controllo ambientale». Telecom è impegnata da tempo in progetti che hanno l’obiettivo sia di avvicinare il mondo della ricerca e dell’industria con una joint venture con Scuola Superiore Sant’Anna e di facilitare il rapporto tra didattica e formazione con la collaborazione con Scuola di Robotica di Genova.
ROBOTICA UMANOIDE: iCUB L’AVANGUARDIA DELL’IIT
Il robot umanoide iCub, realizzato dall’Istituto Italiano di Tecnologia, riesce ad apprendere dal comportamento umano, arrivando ad avere capacità cognitive paragonabili a quelle di un bambino. Per esempio, può riconoscere e distinguere la forma degli oggetti, toccarli e prenderli in mano ed è dotato di un rivestimento connettivo simile alla pelle che permette un’interfaccia immediata con l’ambiente. Se iCub – però – non riesce a stare in piedi da solo, l’esoscheletro Ekso di Bionics promette di regalare l’indipendenza alle persone con disabilità motorie.
AUTOMAZIONE FLESSIBILE
Prima che i robot diventino compagni di vita, saranno per lungo tempo compagni di lavoro e cambieranno il futuro degli operai alla catena di montaggio. Gli operai diventeranno operatori e l’aspetto più interessante è quello dell’iterazione uomo-macchina grazie a nuovi sistemi automatici sicuri e leggeri come l’applicazione “Flexible Assembly” di Kuka Roboter realizzata con il LightWeightRobot dall’Istituto ITIA del CNR di Milano.
Il LightWeightRobot è attualmente l’unico robot industriale sul mercato avente una “portata al polso” pari al proprio peso e la cui “cedevolezza” e reattività è completamente programmabile.
Anche ABB, leader mondiale nell’automazione robotizzata, punta sulla robotica anche per la formazione dei giovani e presenta il nuovo pacchetto formativo studiato per scuole e università. Il kit comprende un robot IRB 120, la sua unità di controllo compatta IRC5 e il software di programmazione off line RobotStudio.
NAO PICCOLI ROBOT CRESCONO
Dopo l’ingresso di Intel nella compagine azionaria di Aldebaran Robotics, c’è da credere sul serio che presto i robot saranno “personal” come i computer. NAO è un robottino di circa 4Kg per 53 centimetri di altezza. Il suo cuore è mosso da un processore Intel Atom.
I big player dell’ICT iniziano a tastare il terreno per non perdere la barca. Fiorella Operto, presidente della Scuola di Robotica di Genova , ci spiega che «la robotica industriale deve recuperare terreno. C’è in atto uno spostamento dal settore classico dell’automotive a quello della robotica di servizio.