Baidu approda in Silicon Valley

Il colosso cinese esce dai confini e apre un ufficio in California: “Per sfidare Google devi giocare sullo stesso campo”

Guidando per circa un’ora a sud di San Francisco si arriva in Silicon Valley. Qui si possono ammirare le molte aziende e startup dell’incubatore tecnologico più famoso al mondo che da qualche giorno ospita anche una società “d’eccezione”. Si tratta della cinese Baidu, motore di ricerca leader nei confini dello stato a matrice comunista, che ha grandi progetti per il web.

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Apprendimento profondo made in Cina

Alla fine di gennaio del 2013 sono arrivate le prime indiscrezioni su un possibile arrivo del gigante orientale in California con l’obiettivo di occupare alcuni uffici accanto ad un centro commerciale a Cupertino. Come ha spiegato il sito Wired.com, il Direttore del Dipartimento multimediale di Baidu Kai Yu ha lanciato un laboratorio dedicato al “deep learning”, un campo sperimentale della computer science dedicato all’analisi della riproduzione della mimica del cervello umano attraverso strumenti hardware e software.

Necessità di adattarsi

Proprio come Google ed Apple, Baidu sta esplorando i sistemi computerizzati per cercare nuovi metodi di interazione tra le persone. “Abbiamo un grande sogno da realizzare – ha spiegato Kai Yu – utilizzare il deep learning per simulare le funzionalità, la potenza e l’intelligenza del cervello umano”. La mossa di aprire un ufficio in Silicon Valley è obbligata se si vuole concorrere con Google. “Nella Silicon Valley si ha accesso ad un pool di talenti enorme – sottolinea Kai Yu – e aziende come Google traggono molto da questo vantaggio”.

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Cos’è il deep learning

Negli anni ’90 e fino ai 2000 la ricerca sull’apprendimento profondo è andata in lento declino. La comunità attiva sull’intelligenza artificiale si era mossa verso sistemi che risolvevano i problemi di dati piuttosto che cercare di costruire reti neurali che imitavano gli aspetti più sottili del cervello umano. Ora questo tipo di ricerca sta tornando in auge, grazie alla nuova centralità del pensiero umano rispetto a quello delle macchine promossa dal web 2.0, con Google e Intel che guidano il campo attraverso la ricerca semantica e il riconoscimento vocale.