In molte zone del mondo non c’è connessione. Google vuole risolvere il problema agendo dall’alto
Non tutti ricorderanno un cartone animato di qualche anno fa dal titolo “Mignolo e Prof.” dove due topi cercavano in ogni puntata di “conquistare il mondo“. Il simpatico claim sarà rimasto talmente impresso a Eric Schmidt, chairman di Google, da diventare quasi lo scopo principale nella vita, almeno nella vita di Big G. In un tweet di Aprile Schmidt scriveva “per ogni persona online almeno due non lo sono” aggiungendo poi come “alla fine della decade tutti sulla Terra saranno connessi“.
Digital Divide questo sconosciuto
I lettori e commentatori del post erano rimasti sconcertati dalla previsione, soprattutto per un fatto concreto: molte parti del mondo sono ancora prive di infrastrutture per le telecomunicazioni, come si fa allora a cablare l’Africa o l’arcipelago indonesiano? Il problema viene posto direttamente dal Business Week sulle cui pagine si legge dell’incontro di un giornalista con Astro Teller, il direttore dei laboratori segreti di Google X. “Avere ogni persona nel mondo connessa è fattibile come promettere acqua potabile per tutti – ha detto Teller – il che suona come un’affermazione rivoluzionaria e radicale almeno quanto difficile da compiere“.
Palloncini di connessioni
Attualmente gli unici modi per portare la connessione internet nel mondo sono tre: la via satellitare, costosa, lenta e non sempre disponibile; il cablaggio di zone e l’installazione di torri di ripetitori, la cui esistenza in alcune parti del mondo “critiche” può essere sempre messa in discussione e l’utilizzo di grandi palloni che montano antenne a banda larga che possono vagare nell’atmosfera, di certo la soluzione più suggestiva e forse la più promettente.
Strano ma fattibile
L’aeronauta svedese Per Lindstrand è probabilmente la massima autorità al mondo su questo argomento. E’ convinto che i palloni in volo libero siano impraticabili a causa del forte vento, liberarne uno all’equatore significherebbe ritrovarlo al Polo Nord o Sud. “Ma palloncini a energia solare, imballati con celle a combustibile e un motore di bordo, possono rimanere in aria anche cinque anni e perfettamente funzionanti” – spiega. Google avrebbe in mente un progetto del genere: cablare il mondo dal cielo, permettendo a tutti di connettersi al web. Ma il rovescio della medaglia è un altro: provider può significare (non sempre ma spesso) controllo dei dati di chi si connette alla tua rete. Viste le ultime vicende europee sulla privacy, in cui Google sembra letteralmente fregarsene di quello che dice l’UE sulla gestione delle informazioni personali dei navigatori, non sarebbe così scontato camminare per strada sapendo di essere connesso alla rete Google e al suo piano per controllarci tutti.