Zucchetti Il successo nei numeri e nelle persone

In 35 anni di storia la software house lodigiana è riuscita a infondere qualità e fantasia in tutte le sue soluzioni. Anche in quelle per cui è meno conosciuta. Oggi, consolidato il passaggio alla seconda generazione, il Gruppo punta sulla crescita internazionale

 

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

È un po’ come quegli amici molto estrosi e indaffarati, che riescono a sorprenderti ogni volta che li incontri, anche quando sei convinto di sapere tutto di loro. Sono trascorsi 35 anni da quando Domenico Zucchetti decide di dare una svolta tecnologica – allora eclatante – alla propria attività di commercialista e oggi – con la seconda generazione, ormai insediata saldamente in un board che dirige l’azienda come una grande orchestra, coordinando in modo collegiale le decisioni e facendo leva sulla creatività e la competenza di tutti – Zucchetti è una di quelle realtà che sembrano esserci da sempre nel mercato del software.

In un certo senso, è proprio così perché, almeno in Italia, Zucchetti – che negli anni Settanta è il primo e unico studio di commercialisti attrezzato con un mainframe Ibm – ha inventato il software per gestire le dichiarazioni fiscali. I programmi Zucchetti ora risolvono anche le esigenze delle imprese, ma una consistente percentuale di fatturato continua a essere generata dai professionisti, che grazie al software riescono a creare un enorme valore aggiunto, a vantaggio dei clienti e della propria crescita. Oggi, Zucchetti può contare su un formidabile network di oltre 1.100 partner che non si limitano a rivendere i suoi prodotti, ma li personalizzano e li adattano.

LA STORIA CONTINUA

Questo è un mercato dove i prodotti abbondano, ma le buone soluzioni sono molto più rare. Con una storia talmente lunga alle spalle e una reputazione tanto solida in un settore così specifico, è inevitabile correre il rischio di dare per scontata la forte tradizione della software house lodigiana e di credere che ogni incontro con il top management dell’azienda servirà solo a ribadire due primati ben noti: Zucchetti come leader in Italia sia di soluzioni gestionali per la piccola e media impresa sia di soluzioni per professionisti. Ma ogni volta quel rischio viene evitato, perché l’universo Zucchetti è fatto di tante cose nuove da raccontare. Zucchetti inventa e produce un sacco di prodotti che non hanno nulla a che fare con fatture, tasse e stipendi, perché ormai da tempo vanta una presenza di rilievo nelle grandi aziende e in diverse nazioni estere. «Ci capita sempre più spesso – esordisce Cristina Zucchetti, presidente del Gruppo – di suscitare la sorpresa di blasonatissimi concorrenti che non si aspettano di trovarci tra i partecipanti di gare per la fornitura di soluzioni destinate a clienti importanti, per progetti molto ambiziosi. Forse, è il caso di raccontare meglio non solo ciò che siamo diventati, in Italia, ma anche oltre confine».

COMPANY PORTRAIT

Il ritratto che Cristina, il fratello Alessandro e gli altri manager Zucchetti tracciano della loro azienda è molto più diversificato rispetto a quello, veritiero ma incompleto, formatosi in seguito al successo maturato tra decine di migliaia di utenti delle sue soluzioni più “tradizionali”. Anche quest’ultimo aggettivo – del resto – è riduttivo e stride non poco con il livello tecnologico d’avanguardia che secondo uno dei due vicepresidenti e responsabile dell’intera area gestionale Giorgio Mini, il Gruppo ha raggiunto con l’introduzione della piattaforma Infinity: un ambiente di sviluppo che ha reso possibile la trasformazione del software e dei servizi Zucchetti in ottica cloud. Con i tool di sviluppo Infinity – sia presso Zucchetti sia presso i partnerlavorano ogni giorno più di tremila persone e provando a sommare la mole dei dati di natura fiscale e contributiva trattati dagli applicativi Zucchetti, si arriva a cifre degne di una realtà molto più grande di quanto ci si possa immaginare. Ogni mese, il software “con la Z” sforna complessivamente 4 milioni e trecentomila cedolini paghe, e ogni anno compila oltre 4 milioni di dichiarazioni 730. Pur avendo preso le mosse da un mercato di riferimento costituito fondamentalmente da aziende di piccole e medie dimensioni, ora il Gruppo parla direttamente anche con interlocutori di alto calibro e allarga la sua presenza estera in diversi segmenti, localizzando i vari prodotti compresi i software gestionali, come spiega Alessandro Zucchetti, presidente di Zucchetti spa e convinto sostenitore dei continui investimenti del Gruppo. L’allargamento degli orizzonti avviene anche attraverso la diversificazione. Quella di maggior impatto riguarda un comparto per certi versi affine alla cultura del software per paghe e contributi, ma di portata ben più ambiziosa come le soluzioni HR, dove il software finisce per interagire strettamente con la realtà dell’elettromeccanica e della Internet of Things. È qui, con le sue installazioni per il controllo degli accessi e la sicurezza degli impianti destinati ad accogliere eventi sportivi e musicali, che Zucchetti ha firmato le sue migliori storie di successo internazionale. Oggi – precisa Domenico Uggeri, l’altro vicepresidente Zucchetti, responsabile delle linee rivolte alla gestione del personale – dai tornelli Zucchetti passano 70 milioni di spettatori di eventi sportivi e musicali ogni anno. «Molti degli oltre cento stadi che hanno adottato le nostre soluzioni accolgono intere città durante le partite, garantendo l’ordine e la sicurezza di spettatori che generano enormi flussi in ingresso e uscita». La fama del brand Zucchetti è arrivata fino al Golfo Persico, negli stadi del Qatar che tra otto anni ospiteranno il calcio mondiale. La sua espansione internazionale  – però – non si basa solo sulla conquista di nuovi clienti. Nel 2013, per esempio, è stata finalizzata l’acquisizione di una quota di maggioranza di una società svizzera, TcPos, specializzata nelle soluzioni per la gestione dei punti cassa per i mercati dell’hospitality, della ristorazione e del retail”.

 

L’ALTRA ZUCCHETTI

L’espansione geografica e la generale maturazione come fornitore di classe corporate non esauriscono le tante scoperte che testimoniano una Zucchetti “altra” e misconosciuta. Tra le sorprese più curiose, ci sono i trentamila robot tagliaerba che partono ogni anno dall’Italia per raggiungere i giardini di molti Paesi del mondo: piccoli dispositivi autonomi che percorrono un appezzamento di prato grazie a sofisticati algoritmi di trattamento delle informazioni sulla posizione e gli ostacoli. Una tecnologia che fatica a inserirsi nel contesto, autorevole e ufficiale, del software per adempimenti fiscali. O no? «Macché – risponde Antonio Grioli, manager informatico di lungo corso e docente di strategia e politica aziendale all’Università Cattolica di Milano e Roma, da sei anni in Zucchetti in veste di presidente del comitato direttivo. Algoritmi simili a quelli che permettono al robot Ambrogio di rasare alla perfezione ogni centimetro quadrato di prato servono per trasportare, senza alcun intervento umano, le scatole che una grande marca del fashion made in Italy deve smistare dalle linee di produzione agli autocarri che effettuano le consegne ai distributori». Con i robot trasportatori, il cliente di Zucchetti ha potuto ottenere una forte razionalizzazione dei costi e un aumento dell’efficienza, abbattendo le percentuali di errori di spedizione grazie a un efficiente sistema di controllo.

Leggi anche:  PwC inaugura il nuovo Centro di Eccellenza di Trento

Per raccontare il 2013 di Zucchetti, i suoi successi e i risvolti inediti che riguardano un gruppo con oltre duemila e 500 dipendenti che chiuderà l’anno con un fatturato intorno ai 300 milioni, contro i 285 del 2012, Grioli parte da lontano, con un inquadramento degno di un docente di strategia e politica aziendale. «L’industria informatica vive ormai la sua terza stagione. Inizialmente, la tecnologia veniva identificata con la capacità di svolgere automaticamente e più velocemente le stesse attività che prima venivano svolte a mano». È un’epoca che parte dai grandi elaboratori per concludersi agli albori della micro-informatica, alimentata soprattutto dallo sviluppo delle prime architetture hardware. «Zucchetti – prosegue Grioli – nasce nella seconda fase, caratterizzata da un hardware più snello e distribuito, dal grande successo di piattaforme aziendali come AS/400». L’obiettivo è ancora una volta affiancare il lavoro umano, consentendo di fare – più o meno – le stesse cose, ma molto meglio e con più efficienza. «L’azienda diventa un componente dell’ecosistema economico e informatico, ma il fattore abilitante è il software applicativo. Nella terza fase – a partire dal terzo millennio – si impone il concetto di informatica come servizio, di tecnologia come strumento di identificazione e applicazione del vantaggio competitivo di ogni impresa».

L’industria cambia e il software applicativo diventa fondamentale. C’è – però – secondo Grioli, una grande differenza: «Le multinazionali che hanno dominato le prime due epoche – prima attraverso l’hardware e poi con gli applicativi che servivano per vendere i computer, dettando legge sul mercato – hanno perso molta della loro centralità, lasciandosi dietro un vuoto che, in particolare in Italia, ha avuto anche effetti negativi, mettendo in difficoltà le reti distributive e molte delle aziende che erano state loro clienti». Nei momenti di svolta, quando si è dovuti passare da un’era tecnologica all’altra – le realtà locali – che erano legate ai trend segnati dalle multinazionali dell’informatica – hanno sofferto pesantemente. Il fenomeno è stato ancora più marcato dall’ingresso nella terza fase, quella dei servizi, caratterizzata da una forte banalizzazione dell’hardware. «Il successo di Zucchetti poggia su queste considerazioni e in particolare sulla centralità del software applicativo erogato con nuove modalità di servizio» – afferma Grioli. «Noi da sempre scommettiamo sui nostri clienti e da sempre sviluppiamo ciò che a loro serve piuttosto che forzarli ad acquistare ciò che pensiamo serva loro».

MYSTIC SOFTWARE

Ancora oggi, Zucchetti riesce a cavalcare un modello che si è rivelato vincente fin dall’inizio. Ascoltare i clienti, acquisire il controllo della tecnologia e metterla al servizio delle vere necessità degli utenti, senza perderne di vista l’evoluzione, ma preoccupandosi di integrarla nei suoi prodotti al momento giusto: «Puoi avere il software più bello e avanzato del mondo, ma se lo rendi disponibile quando i clienti non sono neppure in grado di capirlo, sei fritto». Insomma, proponendo le soluzioni giuste al momento giusto, Zucchetti è riuscita a evitare gli errori commessi da molti vendor che hanno interpretato la tecnologia in una chiave quasi mistica, come se il software potesse diventare un valore fine a se stesso, non asservito alle necessità di chi lo utilizza. In questo approccio industriale, autenticamente customer-centric, si cela il primo segreto di una software house che in anni come questi riesce a incrementare il suo fatturato. «In completa controtendenza rispetto al resto del settore – ricorda a questo punto Cristina Zucchetti, il riferimento del gruppo per le questioni relative alle risorse umane – Zucchetti non ha mai smesso di assumere. A conti fatti, in azienda entra una nuova risorsa ogni tre giorni». Non è una crescita occupazionale viziata da percentuali di turn-over che altrove – tra licenziamenti e invecchiamento – possono essere molto elevati. In Zucchetti, ogni nuovo assunto gode di un percorso di stabilità e crescita che distingue nettamente questa realtà dalle altre. Il primo inquadramento è quello del contratto di formazione-lavoro, ma i tassi di riconferma e di assunzione a tempo determinato sono vicini al 100%. «Considerando l’età media piuttosto bassa dei nostri collaboratori, non sono molti quelli che vanno in pensione». Le dimensioni aziendali di Zucchetti, in altre parole, crescono stabilmente, accelerando più di altri nei momenti congiunturali più felici ed evitando i segni “meno” nelle fasi di negatività più marcata. «Il discorso non è puramente quantitativo» – fa notare Cristina Zucchetti. «L’obiettivo è sempre quello di valorizzare al massimo le risorse umane, garantendo loro formazione di alto livello, anche attraverso collaborazioni come quella che abbiamo instaurato con diverse università e consentendo a tutti i dipendenti di perseguire i propri interessi, suggerire idee nuove, assumere nuovi incarichi e responsabilità». 

STRATEGIA INDUSTRIALE

La strategia industriale che Zucchetti applica allo sviluppo del suo software e delle sue offerte integrate è da sempre una felice combinazione di intuizione, autonomia d’impresa, capacità realizzativa, forza finanziaria e controllo strategico. Tutto sempre finalizzato a convertire in soluzioni competitive la domanda espressa dai clienti finali e dai partner. «Questo approccio – sostiene Grioli – spiega la nostra capacità di dare contenuti e vantaggi competitivi a un’offerta cloud che di solito, per i nostri competitor si limita a mera infrastruttura. Un’altra caratteristica tipicamente industriale è la tendenza al riuso, al rimettersi continuamente in discussione per inventare cose nuove partendo dal pre-esistente». In questo modo, la tecnologia messa a punto per un robot tagliaerba diventa la base tecnologica di un’avanzata soluzione di gestione automatica dei magazzini, della logistica, dell’automazione delle lavanderie di grandi alberghi e ospedali. E ancora, il tornello di accesso offre lo spunto per sviluppare soluzioni integrate di sicurezza e videosorveglianza che accompagnano i tifosi, dopo che sono entrati nello stadio. La recente acquisizione di TcPos, società leader internazionale nel settore del vending, è già diventata un laboratorio di idee sinergiche, in cui combinare gli elementi di offerta nei settori delle paghe, della gestione del personale e del controllo accessi, per aggiungere funzionalità e inventare nuove soluzioni.

«Tutto questo – spiega Grioli – non si improvvisa né si può pensare di svilupparlo da qualche parte del mondo per tutti. Si deve investire continuamente in ricerca, ascoltare sempre la voce del cliente e, anche nelle acquisizioni, privilegiare la qualità dell’offerta e svilupparla in sinergia con le altre soluzioni esistenti. Mai, come spesso accade, acquisire solo per incrementare il fatturato, comperare portafogli di clienti o prodotti o, peggio, per liberarsi di un concorrente. Noi in Zucchetti le acquisizioni le chiamiamo investimenti».

DIVERSIFICARE E STUPIRE

Ascoltando il racconto di Giorgio Mini, il manager che presidia l’area delle soluzioni per aziende in ambito Erp, non è difficile intuire che Zucchetti è in grado di diversificare e stupire anche nel segmento che continua a rappresentare il suo zoccolo duro di attività. «I contenuti giusti per attaccare anche la fascia più elevata del mercato, li abbiamo sempre avuti» – afferma Giorgio Mini. «Anzi, presso un certo tipo di clientela, eravamo carenti dal punto di vista della reputazione, dello standing. Oggi, come sottolineava Cristina, non è più così. Da un lato abbiamo acquisito molta più visibilità, dall’altro nei segmenti elevati i clienti percepiscono la nostra offerta come più vantaggiosa e conveniente. L’investimento fatto in un’azienda come TcPos è motivata anche in funzione della crescita che un operatore già presente sui mercati internazionali può restituirci sia in termini di opportunità sia di sinergie».

Leggi anche:  Crédit Agricole Italia supporta Davines nella sua mission per la sostenibilità ambientale

Secondo Mini, le ultime novità che riguardano l’offerta gestionale sono orizzontali e basate su un completo rinnovamento tecnologico. «Non abbiamo scelto la strada della revisione o della semplice riedizione, ma abbiamo voluto arricchire tutte le nostre suite di funzioni che rispondono a tematiche che vanno oltre il tradizionale ambito dell’Erp, che oggi interessa comunque una base installata di 60mila aziende». L’offerta “core” Zucchetti ha saputo estendersi anche agli aspetti del Crm, del business process management, del document management, della collaboration e del commercio elettronico. Per completare questa vision di arricchimento funzionale, Zucchetti ha recentemente affrontato anche il tema della combinazione tra software applicativo e comunicazione convergente, sposando l’integrazione della tecnologia VoIp all’interno delle proprie suite. Si tratta di uno sposalizio tra software gestionale e telefonia che consente agli utilizzatori di soluzioni Zucchetti, all’interno di aziende e piccoli uffici, di implementare anche veri e propri centralini software based, offrendo un’interessante opportunità di risparmio e razionalizzazione. «Il Gruppo – spiega ancora Mini – ha creato un brand autonomo, Zucchetti Communication, per dar vita a una piattaforma di comunicazione unificata (Infinity Communication) che, al posto delle consuete transazioni sui dati gestionali, implementa gli algoritmi per il controllo di flussi telefonici in uscita e in ingresso, attraverso “softphone” aperti sul video del pc e terminali telefonici fisici. La comunicazione integrata comprende anche una serie di funzioni di messaggistica che puntano a rendere più fluido e produttivo il lavoro svolto dagli applicativi gestionali».

EVOLUZIONE MOBILE

Dopo la telefonia, l’evoluzione naturale sta per portare la gamma degli otto prodotti gestionali Zucchetti, dai più semplici ai più completi, nella sfera della mobilità che caratterizza sempre di più il lavoro d’ufficio e i processi di business. «Le nostre nuove mobile solutions – dice Mini – sono il frutto di una strategia che non si limita allo sviluppo di soluzioni applicative, ma presuppone l’esistenza di un vero e proprio framework di riferimento, di un ambiente di sviluppo che – oggi – ci consente di articolare in ambito mobile le funzionalità e le interfacce. Anche partendo da solide basi non è una sfida facile. Oggi, costruire applicativi mobili significa compatibilità con sistemi operativi diversi e con diversi produttori di hardware. Nel nostro ecosistema di partner e sviluppatori significa pure rendere possibile la programmazione di applicativi su questi strumenti anche alle persone che in precedenza hanno lavorato sulla piattaforma pc». La risposta di Zucchetti passa per una ulteriore crescita della tecnologia SitePainter, interamente realizzata dal gruppo di ricerca e sviluppo Zucchetti, che dopo aver affrontato la sfida delle web application diventa ora uno strumento capace di progettare e implementare le mobile app più avanzate, sfruttando gli standard, Html5, Javascript e quant’altro, che accumunano dispositivi e sistemi operativi mobili. Un altro problema, sottolinea il responsabile del settore gestionale Zucchetti, consiste poi nell’assicurare l’integrità delle informazioni che fluiscono da e verso gli applicativi “a tutto tondo” che girano in azienda da app mobili che di solito rappresentano solo dei sottoinsiemi di funzioni e dati. «In gergo, si parla di sincronizzazione» – precisa Mini. «Ebbene, questa sincronizzazione non deve essere garantita dall’esterno, sviluppando appositi engine che verificano la coerenza dei dati, ma è lo stesso ambiente di sviluppo SitePainter a fare in modo che le app siano sempre sincronizzate con gli applicativi aziendali». 

UN GRANDE BALZO IN AVANTI

L’ultima generazione di prodotti basati sulla piattaforma Infinity ha permesso a Zucchetti – da sempre capace di assicurare un equilibrio ottimale tra elevata qualità del software e ridotta marginalità tipica del mercato della clientela Pmi – di compiere un importante balzo in avanti in termini di robustezza delle applicazioni e autorevolezza sul mercato. «Ecco perché siamo presi in considerazione da clienti che in passato non guardavano a Zucchetti come a un interlocutore naturale. Negli ultimi anni, abbiamo rilevato un grosso spostamento verso l’alto del nostro mercato, anche perché se una certa tipologia di prodotti è una commodity nella parte bassa del mercato, nella fascia medio-alta con le nostre soluzioni più avanzate diventiamo estremamente competitivi e le marginalità sono molto alte». Oggi, Zucchetti finisce nelle top selection di gare bandite da aziende molto grandi e porta a casa molte vittorie. Un caso recente è rappresentato dalla commessa da ottomila cedolini paga per il gruppo cantieristico Cmc, che ha preferito Zucchetti ai big del software per le risorse umane. Nel segmento Erp, il brand lodigiano si è imposto presso clienti del calibro di Conad Centro Nord, Lottomatica, Patronato Inca Cgil, Università Campus Biomedico di Roma, Vodafone.

L’adattabilità della tecnologia Infinity è un fattore importante anche per assicurare continuità in un punto essenziale della strategia Zucchetti: il rapporto con le numerose entità che su scala locale si interfacciano con tantissime realtà imprenditoriali che vogliono risposte molto specifiche alle loro esigenze. Sviluppando software customizzato, gli oltre 1.100 partner di Zucchetti hanno l’opportunità di contrastare la pressione verso il basso che inevitabilmente preme sui margini relativi alle licenze sui prodotti Erp delle grandi multinazionali.

VISIONE FUNZIONALE

La tradizionale attenzione nei confronti dei professionisti è ancora parte del codice genetico di Zucchetti. Una familiarità che, secondo Domenico Uggeri, trova una conferma nel recente annuncio di una soluzione pensata per consentire ai consulenti del lavoro (un mercato potenziale di 25mila studi professionali che si aggiungono ai 45mila commercialisti italiani) di erogare servizi dell’intera gamma di problematiche affrontate in campo HR. «Una offerta del tutto unica su questo mercato» – sottolinea Uggeri. «Offerta che Zucchetti è in grado di mettere a disposizione dei suoi clienti consolidati e prospect proprio in virtù di un passaggio portato a compimento: quello che dal singolo applicativo paghe ha consentito di entrare nel ristretto novero di fornitori delle piattaforme software utilizzate per coprire l’ormai articolata catena di processi afferenti alla gestione delle risorse umane, dal momento in cui queste vengono selezionate, assunte e seguite nel corso evolutivo delle loro rispettive carriere». Anche in questo caso, l’evoluzione tecnologica ha determinato un corrispondente aumento di autorevolezza e standing, che si è tradotto per Zucchetti in una serie di importanti contratti firmati da clienti come Axa Assicurazioni, Banca Popolare di Milano, Fininvest, Snai, Toyota Motor Italia… Con la nuova suite HR orientata ai professionisti, Zucchetti ha compiuto un percorso inverso, partendo da una soluzione che si è imposta nella parte alta del mercato e adattandola in chiave SaaS alle esigenze di una clientela di dimensioni più contenute. Un altro aspetto citato da Uggeri è il forte orientamento dei clienti Zucchetti verso mercati più ampi, italiani ed esteri. «Per soddisfare anche questa nuova necessità è nata la soluzione ZTravel: una nuova soluzione per il travel planning rivolto espressamente ai collaboratori delle aziende che devono gestire le loro trasferte all’estero». Il software Zucchetti permette di realizzare sistemi di self-booking attraverso un’interfaccia che oltre agli aspetti propri della prenotazione e della rendicontazione delle spese di viaggio, tiene sotto controllo i periodi dell’anno e gli eventi che possono influire sui costi degli alberghi e degli spostamenti, in modo da ottimizzare tempi e costi di prenotazione. «Sono aspetti che un tempo erano trascurati, ma – oggi – c’è sempre più coscienza dell’importanza di ottimizzare le spese viaggio» – osserva Uggeri. «Con ZTravel siamo stati ancora una volta anticipatori, inserendo in un unico prodotto le funzioni che servono alle aziende di un certo tipo per gestire in piena autonomia la propria travel policy, con aumenti di efficienza, maggiore controllo e risparmi economici».

Leggi anche:  I 4 Megatrend che caratterizzano il mondo del lavoro oggi e perché sono importanti

Anche la sicurezza è un “lievito” che Zucchetti usa per dare sempre maggior valore alle soluzioni per la gestione delle risorse umane. L’ambito della sicurezza sul posto di lavoro è una delle direzioni più promettenti su cui puntare, perché da un lato l’aspetto normativo è molto complesso e può avvalersi di validi strumenti di autocontrollo, dall’altro le policy per la sicurezza in ambienti potenzialmente a rischio, come i cantieri, i laboratori, le fabbriche, prevedono una fase di implementazione e rispetto delle regole in cui il software e l’automazione Zucchetti possono fare la differenza. «La nostra soluzione per la sicurezza dell’ambiente lavorativo per esempio è in grado di automatizzare i momenti in cui, prima dell’accesso a un’area pericolosa, occorre verificare che gli operatori indossino gli indumenti e gli accessori protettivi prescritti dalle normative. Se il controllo dà esito negativo, il sistema che regola gli accessi non autorizza il passaggio. Al momento, Zucchetti è l’unico fornitore in grado di dare simili livelli di integrazione» – afferma Domenico Uggeri.

Al tema della sicurezza si è poi recentemente aggiunto quello dell’efficienza e risparmio energetico, un’area di notevole interesse che Zucchetti ha cominciato a esplorare poco più di un anno fa. Tanto è bastato per riuscire ad annunciare un nuovo prodotto, Zucchetti Energy Management (ZEM), che attraverso una serie di sensori installati nei luoghi di lavoro e produzione, permette di misurare non solo i consumi di macchine, dispositivi e sistemi, ma anche alcuni valori ambientali come l’emissione di fumi, e/o parametri che Uggeri definisce di «comfort», come la temperatura fissata dall’impianto di condizionamento. L’obiettivo è avere sempre un ambiente di lavoro in condizioni ottimali e individuare le fonti di consumo energetico eccessivo, per consentire eventuali interventi di efficientamento e risparmio. «Una soluzione innovativa in tutti i sensi – dice Uggeri – perché ZEM viene proposto come servizio gestibile attraverso il nostro data center. Il cliente si limita a installare i sensori necessari e la gestione avviene direttamente via web».

 

LA FORZA DEL GRUPPO

Le integrazioni e le estensioni dei prodotti HR Zucchetti – però – non si fermano qui. A testimonianza della grande capacità di innovazione e diversificazione del Gruppo e della sua moderna chiave interpretativa del tradizionale concetto di software gestionale – insieme a Edenred – Zucchetti sta cambiando il mondo dei buoni pasto. Nasce così il buono pasto elettronico del marchio Ticket Restaurant – strumento ancora poco diffuso ma in forte espansione – integrato con l’unico badge aziendale per la rilevazione presenze e il controllo degli accessi. La tecnologia delle smart card è al centro di altre soluzioni Zucchetti per badge aziendali, come il prodotto che dematerializza la corposa documentazione cartacea fornita dalle aziende ai neoassunti e consente di utilizzare una vera firma elettronica avanzata, strumento di autenticazione digitale con valore legale. Come si può spiegare una simile carica innovativa in una azienda di software che è nata e cresciuta in un comparto, quello della contabilità tributaria e fiscale, non certo noto per la sua spumeggiante fantasia? È una domanda che lo stesso Alessandro Zucchetti si è posto ripetutamente. «Il fatto che tanti nostri collaboratori propongano cose nuove e innovative, mi ha sempre sorpreso. Che cosa li spinge a essere tanto propositivi, sapendo tra l’altro che in questo modo dovranno sicuramente lavorare di più e avere maggiori responsabilità? Forse, dare spazio e incoraggiare la creatività, che spesso altrove – nel nostro mercato – tende a essere negata, contribuisce a creare commitment e a non perdere mai di vista gli obiettivi. In Zucchetti abbiamo sempre percepito e favorito l’entusiasmo che incoraggia l’invenzione».

La voglia di produrre cose nuove è tanto più sorprendente in un’azienda a conduzione famigliare, un modello ricorrente nel tessuto industriale italiano, che certo contribuisce a dare continuità, ad accumulare esperienze, ma che molto spesso entra in crisi proprio nei momenti di passaggio generazionale. «Zucchetti è una azienda di famiglia, ma tutto viene sempre condiviso – riconosce Alessandro – senza ingerenza della proprietà nelle decisioni del management. A parole sembra molto banale, nella pratica non è mai facile. Per fortuna, è il concetto che ci ha instillato sempre mio padre, continuamente attento alla scelta e alla cura delle persone. Credo di poter dire che ha gestito il passaggio generazionale ben prima che arrivasse il momento».

SUPERARE I CONFINI

Per il giovane presidente di Zucchetti spa, bocconiano di formazione, la vera sfida – oggi – si chiama internazionalizzazione, uno sbocco inevitabile per un’azienda che sul mercato italiano ha raggiunto una posizione dominante, sicuramente invidiabile, ma anche segno di potenziale saturazione. «Andare all’estero con prodotti localizzati non è un’impresa facile – dice Alessandro Zucchetti – ma la crescita sui mercati internazionali è un obiettivo che ci siamo dati e i primi risultati si vedono. Da tempo, Zucchetti ha una cinquantina di collaboratori diretti in Romania e una società brasiliana che sviluppa software gestionale e di business intelligence. Cresceremo sempre di più, localizzando i nostri gestionali e cercando i partner migliori in Europa e nel mondo, dove ne abbiamo già duecento. In una prima fase, erano i nostri clienti che ci portavano all’estero con loro – oggi – con l’aiuto dei partner siamo in grado di offrire software a clienti stranieri. In ambiti come il controllo presenze o le applicazioni di Crm, il ticketing e altri servizi, le installazioni oltre confine ci sono e aumenteranno, anche grazie alla sinergia con alcune società acquisite».

Forse, è anche per riuscire a guardare ancora più lontano che Zucchetti ha rilevato nella sua città di origine la costruzione più alta: un immobile costruito diversi decenni fa, che servirà a ospitare circa un quarto delle mille e 200 persone che a Lodi – oggi – lavorano in tante sedi diverse. L’edificio, che ora non è un modello di estetica ed era destinato alla distruzione, sarà trasformato radicalmente da Zucchetti in un palazzo avanzato, moderno e soprattutto ecosostenibile.

foto di Lorenzo Ceva Valla