Il nuovo complesso che ospita la filiale italiana, progettata in ottica ecocompatibile, si propone come una vetrina per un nuovo modo di lavorare basato sull’innovazione, la flessibilità e incentrato sulla persona
«Oggi per noi è un giorno importantissimo», dice l’amministratore delegato di Microsoft Italia (www.microsoft.com/it) Pietro Scott Jovane, non nascondendo la soddisfazione di annunciare la nuova sede. Certo soddisfazione e anche orgoglio per aver voluto e portato alla realizzazione un progetto ambizioso e all’avanguardia, sia dal punto di vista architettonico sia per quanto riguarda l’ambiente di lavoro e il nuovo modo di lavorare che sottende.
«Abbiamo voluto chiamare questa nuova sede Innovation Campus. Campus perché è il nostro stile, perché riteniamo che la logica di un campus coincida con gli elementi di flessibilità, di sostenibilità e di collaborazione che fanno parte della nostra cultura aziendale. In particolare riteniamo che tutto questo possa essere messo insieme dalla magia del software. Ci siamo messi nelle condizioni di poter sfruttare appieno la tecnologia, ma anche la cultura aziendale e i nostri valori, e che il tutto si allineasse al Dna di Microsoft», aggiunge Jovane.
Siamo nella parte esterna del Parco Agricolo Sud ai bordi di Milano, è uno spazio complessivamente molto grande (circa 50mila mq di uffici, 40mila di spazio destinato ai parcheggi e circa 60mila dedicato al verde), «all’interno le scrivanie a disposizione dei collaboratori sono in open space, ciascuno di volta in volta potrà trovarsi in spazi diversi a seconda dei colleghi con cui dovrà operare – spiega l’amministratore delegato -. Noi vivremo questo spazio come se tutto fosse il nostro personale ufficio». Ci sono sei aree di thin collaboration (affinché i gruppi si avvicinino e condividano le idee), sale riunioni di tipo formale (circa una trentina), ambienti per scrivanie dedicate chiamate high concentration (circa 100 nell’edificio), 500 a più facile rotazione, c’è una palestra, un’area per il calcetto e una per il jogging, un ristorante, un bar, un minimarket e, nelle vicinanze, un asilo. «Abbiamo aggregato intorno all’ambiente di lavoro una serie di servizi ascoltando le esigenze di tutti i nostri colleghi».
Dal punto di vista della connettività, il Wi-Fi copre tutto il perimetro della struttura: una rete a 622 Mbit verso Dublino, una rete a 155 Mbit per il collegamento con la sede di Roma e 97 antenne wireless.
«Questo ambiente di lavoro – aggiunge Jovane – coincide con la rivoluzione tecnologica che noi vorremmo guidare, dando spazio alla cosiddetta “consumerizzazione” del lavoro e all’uso del Cloud. Dare la migliore tecnologia alle persone e misurarle sugli obiettivi, oggi in questa sede diventa più facile. I nostri partner potranno accedere a questi spazi per mostrare ai nostri clienti l’eccellenza di queste tecnologie».
«Abbiamo approfittato per virtualizzare tutti i nostri server (ora ne abbiamo solo 2) e non ci siamo portati tutta la tecnologia che avevamo negli altri uffici, perché questi spazi di lavoro sono attivati dalla Cloud (ciascuno dei nostri colleghi ha a disposizione un Pc portatile o un tablet a tecnologia Windows con Office 365 accessibile attraverso la Cloud) e le tecnologie di collaborazione permettono a chiunque, da remoto o qui presente, di collegarsi e fare video conferenze».
Da un punto di vista di eco sostenibilità, «Microsoft ha colto l’opportunità di mostrare quanto l’innovazione e l’attenzione a questi argomenti possa trasformarsi in risultati», afferma Jovane, per esempio ci sono punti di ricarica per auto elettriche, ma non solo: i materiali scelti, insieme alla flessibilità offerta ai dipendenti di lavorare in sede, a casa o in mobilità, permettono di ridurre l’impatto di CO2 del 20% nei prossimi 4 anni e del 30% nei 5 anni.
«L’idea è stata creare e realizzare un edificio ad alta efficienza e molto flessibile – racconta Massimo Vitali, presidente del Gruppo Vitali, azienda che ha sviluppato il progetto del Campus -. Siamo partiti dal modulo della scrivania, quindi dalla singola persona che lavora all’interno della struttura per costruire tutto attorno l’edificio, da lì abbiamo creato la pianta a corte. Gli edifici hanno negli angoli della corte tutti gli spazi tecnici degli impianti e i bagni, tutto il resto è open space illuminato a luce naturale. Si vede attraverso l’edificio e chiunque ha la visione immediata dell’intera azienda. L’Innovation Campus è uno dei siti aziendali più avanzati a livello nazionale ed è certificato per lo standard Leed (Leadership in Energy and Environmental Design). Il Campus è green – prosegue – perché è collegato al teleriscaldamento di Peschiera Borromeo, ha un impianto geotermico che permette soprattutto al condizionamento di avere dei costi molto contenuti. I servizi igienico sanitari e l’area verde utilizzano l’acqua piovana e c’è un sistema che permette l’abbattimento dell’irraggiamento solare. I materiali sono tutti ecocompatibili ed è stato utilizzato il fotovoltaico e il solare termico per abbattere il consumo di energia».
Fino a qui la “filosofia”, ma concretamente come reagiranno le persone a questo cambiamento radicale? «Certo – risponde Jovane – abbiamo messo in conto che ci potrà essere la resistenza da parte di qualcuno, data la forte trasformazione nel modo di lavorare (anche i manager, me compreso, non avranno un proprio ufficio, ma saranno all’interno dell’ambiente di lavoro), ma il Campus risponde proprio alle richieste dei nostri dipendenti. Inoltre attueremo uno stile manageriale molto partecipativo. Va poi considerato che il concetto di flessibilità significa riconoscere il contributo del dipendente a prescindere da dove e quando viene dato, i manager dovranno essere in grado di riconoscere il valore e il lavoro di ognuno indipendentemente dal vederne la presenza durante tutto l’arco della giornata. Saranno dunque i manager ad affrontare la sfida più impegnativa».