Cittadini senza fili


Wi-Fi pubblico, una soluzione aperta e low cost. La Internet mobile viene sempre più percepita come un diritto e le Pubbliche Amministrazioni locali si adeguano. Con OpenWiFi il consorzio Caspur propone una soluzione chiavi in mano che costa poco e coinvolge esercenti e istituzioni locali. Azzerando oneri di gestione e burocrazia

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Non è facile evitare un senso di frustrazione dai racconti di viaggio nei paradisi dell’high-tech americani o coreani, dove la connettività Wi-Fi pubblica sembra una risorsa abbondante e gratuita. È un altro “divide” che l’Italia deve colmare se vuole davvero puntare a quella moltiplicazione di servizi e opportunità che Internet mobile sembra promettere ovunque. Dal Caspur (www.caspur.it), un consorzio di calcolo interuniversitario basato a Roma, arriva però una formula che sembra fatta apposta per venire incontro alle buone intenzioni dimostrate da tante Pubbliche Amministrazioni locali verso il Wi-Fi come “diritto di cittadinanza”, non soltanto nei grandi centri urbani. La soluzione “OpenWiFi” è un servizio rivolto a tutte quelle PA che vogliono offrire ai propri cittadini una rete Wi-Fi pubblica, gratuita, sicura, facile da usare e che possa essere attivata in tempi relativamente brevi a fronte di un investimento finanziario contenuto. Un progetto che rientra, a ben guardare, nel filone delle iniziative “partecipative” spuntate in questi ultimi anni. Per esempio Fon. Anche su un piano squisitamente tecnologico OpenWIFi rappresenta un’idea non banale, pur essendo basata su componentistica assolutamente standard, che aiuta a mantenere in limiti molto abbordabili i costi per la committenza. Insomma, il classico esempio di creatività abbinata a semplicità.

Università e PA Vision ne ha discusso con Maurizio Goretti, il responsabile delle attività di networking in seno a Caspur, definito come «un consorzio che fornisce servizi di calcolo alle tre principali università di Roma e ad altri otto atenei, tra cui la Normale di Pisa e UniCatania. Facciamo servizi tipici del data center, gestiamo il Namex, il punto di interconnessione di cinquanta Internet service provider nel centro e sud Italia». Caspur è presente anche in Puglia, a Viterbo è una istituzione riconosciuta dal ministero dell’Istruzione, ma «ogni anno che passa si vede ridurre risorse e finanziamenti». Una situazione che induce questo organismo – 120 dipendenti, venti anni di storia – a cercare sempre nuove aperture verso il mercato, pur rimanendo in un ambito di attività no profit. OpenWiFi, racconta Goretti, è una di queste iniziative. «In realtà ci pensiamo già da qualche anno, lavorando a fianco della Provincia di Roma per realizzare un sistema di accesso pubblico. Una soluzione Wi-Fi fatta in casa era quasi obbligata perché i tradizionali strumenti non avrebbero consentito la stessa convenienza. L’obiettivo è creare nuvole di accesso Wi-Fi dentro le città di ogni dimensione, con facilità e a costi molto concorrenziali rispetto a quelli commerciali. Parliamo di un decimo dei costi per un servizio che la Pubblica Amministrazione non vede né come servizio da “vendere”, né come tipica applicazione da digital divide».

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La soluzione OpenWiFi – La navigazione pubblica e gratuita, anche se magari limitata nel tempo, è piuttosto un fattore di “buona gestione” del territorio, una piattaforma comune tra cittadini, amministratori, esercenti che aumenta l’attrattività dei luoghi pubblici e dei locali commerciali, stimola la nascita di iniziative culturali, crea un’immagine positiva nei confronti delle giunte. Tutte motivazioni nobili, ma che non giustificano certo i colossali investimenti dei grandi piani infrastrutturali. Come funziona OpenWiFi? «Il nucleo della soluzione è un acccess point da poche decine di euro che l’amministrazione propone tipicamente agli esercenti di bar e locali – spiega Goretti -. L’access point annuncia la rete Wi-Fi “personalizzata” per l’amministrazione che eroga il servizio, ma in realtà tutto il sistema fa riferimento ai nostri data center e si occupa anche dell’aspetto dell’autenticazione, che è quello più critico».

Malgrado le recenti semplificazioni, in Italia il fornitore di accessi Wi-Fi pubblici è comunque tenuto al tracciamento degli utenti. OpenWiFi funziona in modo trasparente e autonomo: chi si collega gestisce la propria autenticazione registrandosi e fornendo il numero del cellulare. Una registrazione che vale anche per le connessioni successive, nei limiti di tempo imposti in genere per questo tipo di servizi alle singole sessioni. «È una soluzione Cloud based anche dal punto di vista del marketing – aggiunge Goretti -. I nostri clienti ordinano gli access point che noi personalizziamo, li ricevono, li fanno avere agli esercenti che dovranno installarli nei loro locali collegandoli alla propria linea Adsl e a quel punto OpenWiFi funziona da solo, pensa a tutto il nostro data center».

Per realizzare questa piattaforma il Caspur è partito dall’ambiente Linux OpenWrt, lo ha adattato alle proprie esigenze e lo ha rimesso in circolazione come OpenWiFi, sempre come sistema aperto con licenza freeware Gpl4.

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Un successo insperato – «La cosa ha avuto un successo insperato, un migliaio di access point nella provincia e nei comuni di Roma che hanno registrato un insieme di 150mila utenti. Numeri interessanti perché la base di utenza giornaliera, sulle 4mila persone, ci dice che chi si registra rimane un utilizzatore fedele». In totale OpenWiFi conta oltre 1.500 access point in Italia e viene dispiegato in una decina di città importanti. Il discorso del Wi-Fi pubblico immediato e a basso costo interessa infatti la Regione Sardegna, il Comune di Genova, ma anche le Camere di Commercio di Torino, la Provincia di Gorizia, di Lamezia Terme, alcune località in Toscana. Entro il 2012 i responsabili del Caspur contano di aggiungere numerosi access point a quelli già in funzione.

Per come è concepito e centralmente gestito, è simile ai progetti integrati e federati come “FreeItaliaWiFi”, iniziativa promossa dalla stessa Provincia di Roma, da Regione Sardegna e Comune di Venezia che offre ai cittadini di amministrazioni diverse la possibilità di federarsi e di accedere alle reti Wi-Fi pubbliche di altre amministrazioni con la loro utenza di origine, senza dover creare nuovi username e password tutte le volte che si visita una nuova località. Nelle località più piccole OpenWiFi rende possibile realizzare una rete pubblica comunale con un minimo impegno di risorse e con un forte apprezzamento da parte dei cittadini-elettori. In realtà geografiche più estese scattano anche meccanismi di incentivazione che hanno ricadute turistiche e commerciali. Gli esercenti apprezzano molto una soluzione che li solleva da complesse responsabilità burocratiche e questo facilita l’adozione perché in molti casi la rete commerciale cui si appoggiano gli access point è disposta a co-finanziare le reti pubbliche.

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Le ambizioni di OpenWifi non finiscono qui. I network administrator del Caspur pensano di potenziare il servizio con soluzioni di backhaul alternative al cavo o di coinvolgere istituzioni come il ministero dei Beni Culturali, o le Camere di Commercio. «Il Wi-Fi continuerà a essere una tecnologia di accesso universale e poco costosa, conclude Goretti». Con un pizzico di creatività e un software robusto alle spalle, diventa ancora più semplice e free.