VMware coniuga virtualizzazione e cloud


A VMworld sono state mostrate le soluzioni per implementare un ambiente cloud, proteggendo gli investimenti It precedenti

 

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Copenaghen – Il cloud computing consente di condividere risorse infrastrutturali e di adeguare in modo dinamico i costi dell’It alle esigenze del business. Per poter sfruttare in modo completo i vantaggi del cloud computing, i Cio devono però standardizzare, semplificare e automatizzare il modo in cui erogano e gestiscono i servizi di business. In risposta a queste esigenze, le soluzioni proposte da VMware (www.vmware.com) aiutano le organizzazioni It a ridurre la complessità operativa, automatizzando la gestione delle infrastrutture virtuali e la rapida distribuzione di applicazioni complesse.

 

VMWORLD EUROPE 2010

Come ha osservato Paul Maritz, president and Ceo di VMware, durante VMworld Europe 2010 (www.vmworld.com), siamo ormai giunti alla terza tappa nel processo di virtualizzazione. Dopo l’ottimizzazione della produzione It, grazie a un uso più efficace delle risorse hardware disponibili, e dell’allineamento dell’It con le attività di line business, prestando la massima attenzione all’efficienza delle applicazioni core, attualmente l’attenzione è posta sull’agilità fornita dalle soluzioni It-as-a-Service.

Maritz ha poi sottolineato il sorpasso del numero di macchine virtuali rispetto ai server fisici, avvenuto nel 2009, e ha enunciato i tre punti focali di innovazione proposti dal paradigma cloud.

«Nel prossimo futuro non saranno più i sistemi operativi a governare l’hardware – ha spiegato Maritz -, ma lo strato di virtualizzazione che fornirà il motore per l’automazione e il controllo delle nuove infrastrutture. Nella scelta di ambienti cloud privati, pubblici oppure ibridi, bisognerà poi salvaguardare il patrimonio di applicazioni esistenti e valutare attentamente le nuove piattaforme di sviluppo disponibili. Infine, sul lato dell’accesso da parte degli utenti, bisognerà considerare la molteplicità dei nuovi dispositivi e delle nuove interfacce utilizzabili».

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Data l’importanza e l’attualità dei temi trattati, non stupisce la grandissima attenzione, da parte di Cio, rappresentanti dell’utenza ed espositori, di cui è stata oggetto la manifestazione organizzata quest’anno da VMware anche in Europa, che ha visto la partecipazione di oltre 6mila visitatori, ai quali vanno aggiunte, come ha ricordato Maurizio Carli, senior vice president and general manager Emea di VMware, le oltre 17mila presenze già raccolte nell’edizione tenutasi a San Francisco nello scorso Agosto.

 

L’IMPORTANZA DEGLI “ENDPOINT”

Come risulta chiaro, la gerarchia del cloud si basa su tre livelli: le infrastrutture, le applicazioni e gli endpoint.

«Proprio relativamente ai dispositivi in mano agli utenti, che si collocano alla fine della catena – ha osservato Vittorio Viarengo, vice presidente per l’end user computing di VMware, durante un incontro a margine dell’evento -, stiamo assistendo a un fenomeno di “consumerizzazione” dell’It, dove le aspettative di facilità d’uso, flessibilità e mobilità, condizionano già le modalità di fruizione delle applicazioni aziendali».

Il Cio, infatti, si trova ora a dover accelerare l’introduzione di ambienti cloud e di soluzioni It-as-a-Service nella propria organizzazione, per evitare che gli utenti scelgano strade esterne, come già storicamente avvenuto all’epoca del dispiegamento dei personal computer.

«Non ci sono alternative alle soluzioni cloud – ha spiegato Viarengo – e in questo ambito l’attenzione è ora puntata particolarmente sulla virtualizzazione degli endpoint. Il successo dell’It non si può più limitare al contenimento dei costi, alla ricerca della scalabilità e alla riduzione della complessità. È solo grazie a una precisa strategia orientata alla virtualizzazione degli endpoint che l’It sarà in grado di consentire al business rapidità nella trasformazione, flessibilità di approccio e capacità di innovazione».

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Il cloud computing sta cambiando il modo in cui vengono erogati i servizi agli utenti, ma anche la percezione dell’It come centro di costo lascia ora il posto a una crescente comprensione del ruolo che invece svolge come potente motore di crescita del business.

 

IL CLOUD ITALIANO

«Anche in Italia – ha fatto osservare Alberto Bullani, regional manager per Italia e Grecia, sempre disponibile a spiegare la visione nazionale – le nuove soluzioni per la virtualizzazione e il cloud presentano un andamento in forte crescita. I Cio sono in grado di fornire servizi in modo più veloce e affidabile, dando alle linee di business maggiori capacità di concentrarsi sullo sviluppo delle opportunità, del fatturato e della profittabilità, rendendo l’azienda maggiormente competitiva».

Tutte le più grandi imprese hanno concluso, oppure stanno ultimando, progetti di razionalizzazione dei propri data center tramite la virtualizzazione dei server, mentre oltre la metà ha approntato una strategia a breve termine per la virtualizzazione dei desktop e la maggioranza di queste ha già in corso attività operative in tal senso.

«In Italia banche, assicurazioni e grandi aziende manifatturiere – ha concluso Bullani – hanno già adottato le nostre soluzioni di virtualizzazione. In questo ambito, però, anche la Pubblica amministrazione è stata rapida nel recepire il vantaggio ottenibile. Un discorso a parte vale per gli operatori delle telecomunicazioni che, oltre a essere nostri grandi utenti, sono anche nostri partner nell’offerta del cloud sul mercato. Infine, va sottolineata l’importanza delle Pmi che già rappresentano per VMware circa il 50% dell’utenza, grazie al supporto offerto dai nostri 1.200 partner italiani».