Virtualizzazione dei desktop. Innovare con flessibilità

Carmine Montefusco (Università di Torino): gestione meno onerosa dell’IT, più sicurezza e flessibilità operativa per studenti, docenti e personale, per un ateneo sempre più pronto ad affrontare le nuove sfide della didattica del Terzo Millennio

 

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Carmine Montefusco, IT managerFondata nel 1404, e quindi collocata tra gli atenei più antichi d’Italia, l’Università degli Studi di Torino (www.unito.it) è un polo di eccellenza nella formazione. Ogni anno, accedono ai servizi dell’Università 80mila studenti, duemila docenti, duemila dipendenti e circa mille ospiti, tra partecipanti a convegni e utilizzatori delle biblioteche. La sua importanza è data anche dalla presenza, distribuita su 120 sedi dislocate non solo sul territorio della città sabauda, ma anche nell’ambito della regione Piemonte, come per esempio a Cuneo o Savigliano, località distanti oltre 100 km dal capoluogo. Tutte le sedi sono collegate con un’infrastruttura in fibra ottica proprietaria, che si sviluppa per un totale di circa 11mila km. La divisione Sistemi Informativi (DSI) dell’Università si occupa di erogare gran parte dei servizi IT per i dipendenti e gli studenti, come mail, VoIP, WiFi, e altro, oltre a quelli più specificamente rivolti alla ricerca e alla didattica.

Nella ricerca di sempre maggiore efficienza anche nei servizi IT, sono stati avviati importanti progetti di virtualizzazione, istituendo all’interno della divisione Sistemi Informativi dell’Università un settore ad hoc, coordinato da Carmine Montefusco, IT manager dell’ateneo. In particolare, per quanto riguarda la virtualizzazione dei desktop, «l’idea era quella di rendere più semplice la gestione dei PC delle aule didattiche, dei laboratori e delle biblioteche dell’Università, oltre che di quelli utilizzati dal personale, sostituendoli con desktop virtuali, veri e propri thin client» – spiega Montefusco. Oltre che semplificare le attività di manutenzione e gestione, lo scopo della virtualizzazione era anche quello di migliorare l’accesso alle risorse per la didattica e di aumentare sicurezza e affidabilità del parco macchine di docenti e personale dell’Università.

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Virtualizzare i server

 Va detto che già dal 2006 è in corso un progetto di virtualizzazione riguardante i server, per il quale sono state scelte le soluzioni tecnologiche VMware (www.vmware.com/it), che «si è confermata leader in questo scenario – evidenzia  Montefusco – e sta continuando a investire sviluppando componenti aggiuntive in grado di rendere compatibile con l’ambiente di virtualizzazione ogni novità tecnologica che si presenta sul mercato». A oggi, quella di VMware è l’offerta in grado di virtualizzare il più ampio numero di sistemi operativi per server». In particolare, i servizi per la didattica e le applicazioni business critical dell’Università di Torino sono supportati da circa 200 server, 170 dei quali sono già stati virtualizzati. Se nel 2005, le sale server erano cinque, oggi sono state ridotte a tre, con l’obiettivo di ridurle ulteriormente a due: ciò ha consentito un notevole contenimento dei costi, derivante dalla dismissione di hardware non più necessario e dal risparmio sulla manutenzione. Ma è anche aumentata la produttività del gruppo IT, dato che ora è in grado di predisporre un server in poche ore contro le diverse giornate necessarie in passato, utilizzando un’infrastruttura tradizionale. Di pari passo, sono cresciuti gli standard in termini di business continuity e di sicurezza, grazie a sistemi più efficaci di backup e disaster recovery.

Le soluzioni VMware

Logico quindi rivolgersi al pioniere della virtualizzazione anche per implementare il progetto relativo ai desktop, anche se, come è giusto che sia, la scelta è caduta su VMware dopo una software selection piuttosto approfondita e un periodo di test effettuato con soluzioni di vari vendor. «Abbiamo avviato una fase pilota di virtualizzazione desktop con i principali produttori presenti sul mercato – spiega Montefusco – ma in poco tempo abbiamo deciso di affidarci a VMware perché ci ha garantito sicurezza e compatibilità, oltre a un notevole contenimento dei costi».

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In dettaglio, la soluzione Virtual Desktop Infrastructure (costituita da VMware View 5, VMware ThinApp e da VMware vSphere 5) è stata implementata sostituendo un totale di 675 pc con altrettanti thin client, e la previsione è di arrivare a raggiungere il migliaio di stazioni di lavoro entro il 2013. «Gli interventi hanno finora coinvolto 16 edifici per un totale di 150 locali tra aule didattiche e biblioteche – specifica Montefusco – e i thin client, a oggi installati, hanno sostituito un parco macchine eterogeneo e di complessa gestione. Per ora, la virtualizzazione dei desktop non ha riguardato i computer sui quali sono eseguiti programmi particolarmente impegnativi in termini di risorse di computing come AutoCAD, ma non escludiamo che nel prossimo futuro anche queste funzioni vengano gestite da thin client».

Vantaggi tangibili

I benefici della virtualizzazione dei desktop sono molteplici e derivano, in primo luogo, dalla centralizzazione e dalla razionalizzazione dei servizi in vari ambiti, come – per esempio – nelle biblioteche, con le postazioni aperte al pubblico e dedicate alla consultazione dei cataloghi elettronici – oppure – nella didattica, con le postazioni del personale docente e le aule informatiche per gli studenti, e anche nella formazione del personale interno all’Ateneo, tramite l’assegnazione di desktop virtuali contenenti i programmi per tutta la durata dei corsi. «Prima, la situazione tipica era quella di pc esposti a virus e rallentati da applicazioni non necessarie – spiega Montefusco – mentre adesso i thin client sono resettati al termine di ogni singola sessione e l’autenticazione in modalità single sign on consente di accedere al proprio desktop da qualsiasi postazione, eventualmente anche da casa tramite VPN, rete privata virtuale».

Risparmio e flessibilità

 Più in dettaglio, gli utenti accedono con facilità e sicurezza alle proprie risorse e soprattutto i thin client non richiedono antivirus, mentre le aule informatiche sono preparate da remoto dal personale IT, e le sessioni di studio e di esame vengono attivate in pochi minuti. Ma non solo. Ciascun dipartimento dell’Università è in grado di gestire in autonomia la personalizzazione dei desktop virtuali per effettuare la manutenzione ordinaria e – tramite la virtualizzazione dei terminali delle aule informatiche della sezione formazione – a ciascun partecipante viene rilasciato un sistema virtuale con i software del corso, accessibile anche da casa via VPN. Da segnalare anche un aspetto sicuramente non secondario, in termini sia di risparmio nei costi, sia di rispetto dell’ambiente: ogni thin client consuma 50 watt contro i 250 di un pc tradizionale, esattamente un quinto in meno. 

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Anche la flessibilità raggiunge livelli prima sconosciuti: «Grazie alla virtualizzazione desktop, tutti noi del reparto IT – fa notare Montefusco – possiamo gestire la configurazione e la manutenzione delle macchine da remoto, senza che sia più necessario recarsi fisicamente nelle diverse sedi sparse sul territorio, con l’ulteriore vantaggio di gestire tutto con un team ristretto e dedicarci ad attività a maggior valore aggiunto per l’Università. Inoltre, se un docente ha bisogno, per un particolare corso o una esigenza specifica di carattere didattico, di un software speciale sui computer da utilizzare in aula, noi possiamo installarlo nell’arco di pochissimo tempo da remoto, senza problemi di sorta».

Rete performante

Infine, tra i fattori di successo dell’iniziativa di virtualizzazione dei pc, oltre all’ottima collaborazione da parte di VMware Italia, che ha gestito il progetto direttamente, è da menzionare – come mette in evidenza Carmine Montefusco – «l’infrastruttura di rete a disposizione, particolarmente performante in quanto interamente in fibra ottica e soprattutto proprietaria, che ci ha consentito di implementare il progetto senza temere colli di bottiglia nell’utilizzo degli applicativi anche a distanza, con l’ulteriore vantaggio dell’utilizzo, da parte dell’Università di Torino, di proprio personale tecnico interno».