E così si torna a parlare di “piloti veri” contrapposti a vetture sempre più tecnologicamente avanzate. In principio, ad animare il dibattito furono le sospensioni attive, poi fu la volta del controllo di trazione. Di stagione in stagione, si è arrivati alla disputa sulle gomme, sui controlli elettronici e sui regolamenti. Secondo alcuni, a fare la differenza, non sarebbe più il talento del pilota all’interno della monoposto, ma il fattore tecnologico e il team all’esterno. Progettisti, tecnici, ingegneri e meccanici si affidano a soluzioni di performance analytics per dare alle loro auto un vantaggio vincente. La velocità sta definendo il nuovo standard della competizione e non solo sui circuiti internazionali. Per aziende come AT&T, Cisco Systems, EMC, Hitachi, HP, IBM, Intel, Lenovo, Microsoft, NetApp, Oracle, SAP, ma anche Vodafone, Kaspersky Lab e Symantec, velocità e prestazione sono variabili della stessa funzione: l’innovazione. E non c’è posto sul podio per chi arriva dopo pochi decimi di secondo. Si può discutere se questa nuova F1 conservi lo stesso fascino di quella di Jim Clark o di Ayrton Senna. E forse nel futuro, il campionato piloti sarà sostituito da quello costruttori, con vetture completamente automatiche. Oggi, a bordo pista, per gestire il notevole carico di elaborazione dati, le squadre di ingegneri hanno rafforzato i loro sistemi di back-end per macinare terabyte di informazioni il più velocemente possibile e guadagnare quel fondamentale vantaggio di una frazione di secondo che potrebbe decidere l’esito della gara. Le scuderie hanno attinto a ogni soluzione informatica e nessun budget è stato risparmiato alla voce IT. Potenti analytics girano su cluster di high-performance computing con server in-memory carrozzati per prevedere scenari di gara a più variabili: gomme, condizioni della pista, peso, velocità di reazione, forza di gravità, temperatura… La progettazione di nuove forme aerodinamiche passa attraverso i sistemi CAD e viene validata da soluzioni di PLM fino alla pianificazione della produzione e al collaudo computerizzato di ogni singola parte. I test in galleria del vento sono migliorati con la fluidodinamica computazionale (CFD). Data center mobili viaggiano da un circuito all’altro per trasmettere i dati in tempo reale. Ogni squadra si muove con il suo bagaglio di server, workstation, switch di rete, dispositivi di storage, sicurezza, continuità elettrica, monitoraggio, VoIP, messaggistica e applicazioni di unified communication. Alcuni team hanno già optato per alcuni servizi on cloud come il back-up di emergenza. Ci sono applicazioni di advanced analytics per visualizzare non solo i dati raccolti dai sensori della vettura in gara, ma anche i commenti dalla postazione di controllo. Ci sono sistemi di comando del motore e sistemi di recupero dell’energia cinetica. E ci sono telecamere che catturano le immagini più emozionanti per essere diffuse attraverso il circuito globale dei media. Se con l’avvento dell’elettronica, la F1 non sarà mai più come prima, chi ha detto che non sarà anche meglio? Forse aveva ragione Niki Lauda: «Il pilota migliore resta quello che non fa errori quando ha la macchina migliore».