Ermanno Bonifazi (Solgenia): «Per migliorare è necessario investire e avere il coraggio politico di introdurre meccanismi di efficienza che consentano una reale valorizzazione delle tecnologie»
Il Gruppo Solgenia (www.solgenia.com/italy) opera nella pubblica amministrazione centrale e locale attraverso OIS, marchio storico dell’information technology acquisito nel 2007, le cui risorse e competenze sono state consolidate e razionalizzate nel corso di questi ultimi anni. «L’obiettivo perseguito da Solgenia nell’ambito dell’offering per la PA – spiega Ermanno Bonifazi, presidente e amministratore delegato del Gruppo – è stato creare un’organizzazione che, accanto ai servizi tradizionali di system integration, project & application development, potesse anche fornire soluzioni, prodotti e piattaforme che appartengono al patrimonio tecnologico dell’azienda». Il tutto ha significato sviluppare una forte sinergia tra le diverse divisioni di Solgenia, creando i presupposti per essere un interlocutore reale in termini di innovazione di processo.
SERVIZI, SOLUZIONI E PRODOTTI
Le componenti sinergiche alle attività indirizzate alla PA sono legate alla gestione documentale e di processo, alla gestione delle presenze e alla business intelligence. Orizzontale a tutte le soluzioni vi è poi l’offerta di una piattaforma cloud, denominata Powua, che costituisce il vero fiore all’occhiello del Gruppo. «Powua – afferma Bonifazi – è in grado di trasformare le più comuni criticità del cloud in esclusivi punti di forza: automatizzazione e distribuzione degli ambienti cloud (Provisioning), gestione delle risorse hardware e software (Metering), monitoraggio e fatturazione delle risorse impiegate (Billing), disponibilità e vendita dei servizi (Store)». La soluzione per la gestione documentale e dei processi (Freedoc) è invece intesa ad aiutare le organizzazioni ad archiviare e gestire informazioni per l’intera durata del loro ciclo di vita. Tool innovativi per la collaborazione permettono agli utenti di raggruppare, organizzare e distribuire contenuti rendendoli accessibili ad altre applicazioni e processi di business. La soluzione rende possibile disegnare e implementare workflow per automatizzare i processi di business, migliorando così l’efficienza e la capacità di riduzione dei costi. Una soluzione, quindi, che tende a ottimizzare i tempi di processo e – soprattutto – offrire strumenti di monitoraggio del processo per conoscere l’avanzamento di una pratica. Per quanto riguarda la gestione delle presenze, Solgenia ha personalizzato e configurato per la PA la soluzione Blix, dedicata originariamente a un target più ampio riferibile al CRM, ma in questo caso focalizzata sul time management – in altre parole – sulla possibilità di eseguire un monitoraggio di qualità sulla presenza delle persone configurandosi, quindi, come un eccellente indicatore di produttività. «Principale e più importante case study, relativa a quest’ultima soluzione, è quella relativa al ministero della Giustizia, dove tutti i sistemi di rilevazione presenze – spiega Bonifazi – usano la nostra applicazione. Significa un installato rivolto a più di centomila persone». Anche in questo contesto – rivela l’ad di Solgenia – «si è costantemente introdotta innovazione, migrando nel tempo le soluzioni originarie da modalità client-server a browser e, più recentemente, estendendo l’accesso da dispositivi mobili di nuova generazione».
Sul fronte della business intelligence, Solgenia propone Analysis, una soluzione dedicata all’analisi delle informazioni aziendali, finalizzata a garantire un controllo completo e in tempo reale dei dati aziendali, che può essere associata a un qualsiasi contesto informativo. Report e dashboard personalizzabili, analisi multi-dimensionali e modelli di data mining consentono all’utente un semplice e contemporaneo accesso a più base dati, al fine di dare evidenza di trend e criticità a supporto delle decisioni strategiche.
I RITARDI DELLA PA
Nonostante la capacità di innovazione sul lato tecnologico e di processo presente sul mercato, Bonifazi lamenta da parte della PA «un’assenza» nel definire un percorso di cambiamento in grado di razionalizzare il patrimonio informativo. «In generale si esprime la necessità di innovare il rapporto con gli utenti e, contemporaneamente, operare una razionalizzazione e ottimizzazione dell’esistente. Ma per migliorare è necessario investire e, soprattutto, avere il coraggio politico di introdurre meccanismi di efficienza che consentano una reale valorizzazione delle tecnologie. Gli investimenti delle amministrazioni – continua Bonifazi – sono purtroppo ancora prevalentemente dedicati alla gestione ordinaria. Ma la possibilità di raggiungere nuovi livelli di produttività – e consentire di sfruttare tutte le potenzialità di accesso alle informazioni da parte dei cittadini – risiede in gran parte nella diffusione di nuove emergenti tecnologie in ambito web e mobile».
RIDUZIONE DEI COSTI
«La logica di riduzione della spesa, come definita dal modello della spending review, è sostanzialmente associata a un taglio del budget. Si tratta di una logica che ha un respiro molto corto. Basta vedere le ultime gare di appalto per rendersi conto che non esiste una vera volontà di rinnovamento. Occorre creare i presupposti affinché si possano utilizzare efficacemente nuove soluzioni. Ciò vuol dire razionalizzare e procedere a un’integrazione delle banche dati attualmente frammentate e polverizzate. Le infrastrutture a silos minano, infatti, le potenzialità di nuovi progetti e non lasciano spazio a un vero rinnovamento dei sistemi che possa garantire accessi semplificati e unificati con i propri utenti».
In merito alla riduzione dei costi, Bonifazi nota come la PA sia ancora «scarsamente sensibile» a temi quali il cloud computing. «La possibilità di un cambiamento reale – rileva l’ad di Solgenia – diventa sempre più dipendente dall’adozione di nuovi modelli di erogazione e accesso a servizi e applicazioni. Il cloud permetterebbe di ottenere risultati di gran lunga superiori a quelli consentiti da una gestione tradizionale». Altrettanto importanti sono gli interventi di dematerializzazione in grado di mirare a una digitalizzazione del workflow cartaceo e a una progressiva eliminazione delle modalità paper-based, semplificazione che implica il passaggio da una burocrazia cartacea a un profilo digitale-elettronico.
UN PREOCCUPANTE IMMOBILISMO
«Cloud e comunicazione unificata: la tecnologia è in grado, oggi, di imprimere nuovi livelli di produttività. Esiste, però, un preoccupante immobilismo» – avverte Bonifazi. «Assenza di regole e processi disegnati attorno a una logica digitale frenano il pieno sfruttamento delle potenzialità delle soluzioni che possono essere messi in gioco sia in termini di infrastruttura, di comunicazioni, sia di singole applicazioni. Ci troviamo di fronte ormai a un paradosso: i cittadini sono oggi in gran parte dotati di strumenti in grado di accedere alle informazioni attraverso una pluralità di dispositivi e tipologie di accesso, ma esiste una barriera invalicabile, che deriva dalla scarsa propensione della PA all’innovazione e al miglioramento effettivo del rapporto tra amministrazioni e utenti. Nonostante l’opportunità di innovazione determinata dal nuovo scenario dell’ICT – conclude Bonifazi – gli investimenti stentano a decollare. E non soltanto per motivi di ordine economico-finanziario, ma per l’assenza di una strategia complessiva in grado di pianificare in base a obiettivi di medio e lungo periodo».