Raggiunto l’importante traguardo con un occhio alle nuove minacce informatiche e ai progetti umanitari di “Give and Match”
Non sono molte le aziende che possono dire di poter festeggiare serenamente un compleanno dopo 25 anni. A causa della crisi economica che ha colpito anche il settore della sicurezza informatica, molti utili sono scesi, rendendo necessario un ripensamento generale delle unità produttive e dell’organizzazione del lavoro. Eppure, nella sua storia, Trend Micro (www.trendmicro.it) ha visto una crescita esponenziale in tutte le aree di interesse, confermandosi leader nel mercato per lo scambio delle informazioni digitali. In occasione dei festeggiamenti per il quarto di secolo, Trend Micro Italia ha portato a Milano Jean-Marc Thoumelin, vice president Trend Micro Southern Europe, Loic Guézo, security evangelist Southern Europe director di Trend Micro e Gastone Nencini, country leader di Trend Micro Italia e senior technical manager Southern Europe di Trend Micro. Venticique anni fa, Internet era ancora agli albori, il social networking si faceva solo di persona e il pc domestico più potente era 50 volte meno performante di un iPhone. Nel 1988 i fondatori di Trend Micro, Eva Chen, Mahendra Negi e Steve Chang hanno avuto la capacità di immaginare un nuovo mondo interconnesso, che potesse rappresentare un luogo sicuro per lo scambio delle informazioni digitali. «Negli anni 90, tutti guardavano ai pc, noi eravamo già sui server per studiare le migliori soluzioni possibili ai processi di lavoro aziendali» – racconta Gastone Nencini. «In questi anni, abbiamo sviluppato la migliore protezione online, mossi dall’obiettivo di rendere il mondo sicuro per lo scambio delle informazioni digitali. La sfida dei prossimi 25 anni è quella di continuare a investire in modo continuativo nella ricerca e nell’innovazione di tecnologie, prodotti e servizi, per essere sempre un passo avanti rispetto al crimine informatico e proteggere le persone, rendendole sicure e libere nella loro vita digitale». Proprio gli attacchi mirati ad aziende di specifiche nazioni sono quelli che fanno più paura e il nostro Paese non fa eccezione. Secondo un’indagine del giugno 2013, condotta in collaborazione con IDC, il 57,4% delle imprese di grandi dimensioni in Italia ha subito un attacco ai propri sistemi negli ultimi 12 mesi. Di questi attacchi, il 9,6% riguardava minacce persistenti e prolungate nel tempo, con un certo interesse del cybercrime verso i dati dei dipendenti e le informazioni aziendali private. Non è un caso che la principale preoccupazione per le aziende sia legata alla perdita di dati riservati e finanziari. Il timore, secondo la ricerca di Trend Micro e IDC, è che la conoscenza verso l’esterno di un attacco informatico possa intaccare la reputazione e la stima dei clienti verso l’impresa. «È da qualche anno che Trend Micro conduce ricerche sugli attacchi “persistenti” (APT) che il mondo ha imparato a conoscere con le violazioni ai sistemi informatici dei big statunitensi quali Apple, Washington Post e Facebook nel corso della primavera del 2013, a opera del gruppo militante cinese APT 1» – spiega Jean-Marc Thoumelin. La volontà di “costruire un mondo migliore” si rispecchia anche in azioni etiche oltre che di difesa informatica. Con la sua campagna “Give and Match”, Trend Micro stanzia fondi per aiutare zone disagiate e bisognose come i paesi colpiti dal terremoto in Giappone o i bambini senza una casa nelle Filippine. Nel 2008, la società ha cominciato a mettere da parte l’1% dei profitti dell’anno precedente per finanziare i suoi progetti umanitari. «Oggi, un quarto di tutti i nostri “trenders” partecipa ai programmi “Give and Match” che supportano gli sforzi dell’azienda per rendere il Pianeta un posto migliore» – dice con orgoglio Loic Guézo.