Nuove modalità di relazione e dinamiche per l’editoria separata dalla carta. Dopo una lunga esperienza nell’industria culturale del libro, Marco Ferrario fonda con Marco Ghezzi DigitPub e Bookrepublic, conquistando rapidamente un ruolo e una autorevolezza globale nel mercato – tutto da scoprire – dell’ebook
Con tutta la sua esperienza accumulata nel complicato settore dell’editoria tradizionale e in quella digitale poi, Marco Ferrario è il tipo manager di un’industria creativa. Una miscela di pragmatismo e idealismo, grande passione per le nuove tecnologie unita a una grande lucidità che gli permette di restare sempre con i piedi ben attaccati a un terreno, quello del libro elettronico nella fattispecie, che non è certo un Eldorado. Eppure, il co-fondatore (con Marco Ghezzi) di Bookrepublic (www.bookrepublic.it) non può nascondere l’orgoglio provato dal team della piattaforma per la distribuzione e la vendita di ebook il giorno in cui Brain Picking, uno dei luoghi più alti della cronaca tecno-culturale, ha citato l’iniziativa milanese in una ristretta selezione di innovatori del settore. Fatte le debite tare ed equivalenze è un po’ come essere annoverati insieme a Gutemberg, Manuzio e Bodoni in una autorevole storia dell’editoria cartacea. «Devo ammettere che quel giorno abbiamo smesso di lavorare, camminavamo tutti a qualche centimetro da terra».
L’inchiostro digitale
Brain Picking non parla specificatamente di Bookrepublic, che proprio in quei momenti si apprestava a celebrare il suo primo compleanno, ma del suo braccio editoriale, un brand chiamato 40Kbooks. Ma quel che conta è che “FortyKeys”, un nome che si riferisce ai 40 minuti necessari mediamente per leggere – elettronicamente beninteso – le sue agili opere di saggistica e narrativa pubblicate simultaneamente in italiano e altre lingue, compare insieme ad altre sei startup americane e anglosassoni destinate, secondo l’esclusiva testata telematica, a “cambiare il futuro dell’editoria”. La società di Ferrario e Ghezzi viene dunque messa sullo stesso piano di Byliner, Unbound, The Atavist, nuovi luoghi di incontro tra autori e lettori che hanno abbandonato la carta per scegliere definitivamente i bit dell’inchiostro digitale. «La startup milanese, scrive Kirstin Butler, ci aveva già impressionati sia per il suo price point azzeccato, 99 centesimi ad acquisto, sia per la forte selezione di opere di fantascienza e fiction speculativa nonché di pratici interventi sull’editoria e i processi creativi». La startup milanese… Uno non può fare a meno di pensare al francesissimo scrittore Henri Beyle, in arte Stendhal, che amava a tal punto il capoluogo lombardo da voler far scrivere sulla propria tomba “Arrigo Beyle, milanese, scrisse, amò, visse”.
Vocazione internazionale
Il giudizio espresso da Brain Picking è il riconoscimento di una vocazione di Bookrepublic che Ferrario ha sempre voluto internazionale. «Il primo accreditamento in questo senso è stato il successo, nel febbraio scorso, di “If Book Then Festival”, che ha visto la partecipazione di molti editori ed esperti dall’estero. If Book Then è diventato un altro brand consolidato, tanto che stiamo per organizzare un evento in Svezia e abbiamo in serbo un ambizioso progetto di collaborazione con Internet Archive di San Francisco dedicato alla problematica della conservazione del libro elettronico».
Pioniere italiano
Creato dalla società DigitPub, Bookrepublic è uno dei pionieri del mercato italiano dell’ebook. Forse a superarlo in capacità premonitoria c’è solo la piattaforma Simplicissimus/Book Farm, di Antonio Tombolini. Un settore, quello del libro digitale, che ha mosso i suoi primi passi concretamente solo a partire dalla fine del 2010, quando hanno cominciato a carburare progetti come eDigita (joint venture per la distribuzione verso gli store online dei libri digitalizzati dai gruppi editoriali Feltrinelli, RCS Libri e Messaggerie Italiane), o la sezione ebook di IBS (lo store controllato da Messaggerie), che ha da poco iniziato a commercializzare un suo eReader, Leggo. Ma anche dalla presenza comunque innovativa e solida di Telecom Italia con il marchio Biblet, che associa uno store online a un lettore a tecnologia eInk e un programma che consente la lettura dei libri digitali anche su tablet Android e iPad.
L’economia del libro digitale è davvero in fase embrionale, racconta Ferrario, ma potrebbe subire un’improvvisa accelerazione se colossi come Amazon Kindle, Apple iBooks o Google eBooks dovessero decidere di aprirsi alla versione italiana.
Secondo i valori che la stessa Bookrepublic raccoglie con l’aiuto di A.T. Kearney e le informazioni Nielsen aggregate invece dall’Associazione italiana editori, oggi si può al massimo parlare di uno o due decimi di punto percentuale rispetto al valore complessivo del mercato librario italiano, che ha un giro d’affari pari a 1,45 miliardi di euro. «I lettori eInk sono ancora pochissimi, forse qualche migliaio. Molto più forte la penetrazione in Italia degli iPad e di altri tablet». Negli Stati Uniti la lettura di ebook si basa fortemente su questo tipo di apparati, che riescono ad assicurare un’esperienza molto simile a quella del libro cartaceo, grazie a un display che non essendo retroilluminato affatica molto meno la vista. «Ma da una nostra indagine emerge nei lettori italiani una certa propensione all’acquisto su tablet, circa la metà di quelli che arrivano su Bookrepublic sono disposti a utilizzarlo». Resta il fatto che solo quando gli eReader saranno abbastanza diffusi tra i “lettori forti”, gli italiani che acquistano più di 12 libri all’anno, si potranno fare i conti su un settore sufficientemente maturo.
Una delle novità di quest’anno sarà, da qui a Natale, il definitivo varo del formato di pubblicazione ePub3, basato su Html 5. Questa nuova codifica permetterà di costruire titoli librari dinamici, con contenuti multimediali e animazioni. Ci vorranno nuovi software di lettura e quindi anche gli eReader si dovranno adeguare. «ePub3 dovrebbe ampliare molto il discorso, avvicinare l’ebook a un concetto più applicativo – spiega Ferrario -, ma questo presuppone un discorso editoriale molto specifico che riguarda il concetto stesso di story telling, la costruzione delle storie, ed è ancora tutto da inventare. Personalmente il formato mi interessa meno dell’aspetto produttivo. Anche con 40Kbooks siamo molto più attenti a creare un nuovo modello di casa editrice, lavoriamo sulla relazione tra autore e lettore e sull’intera catena di intermediazione».
Le novità
Un sistema che ovviamente si sta facendo sempre più influenzare dal social commerce e dai meccanismi di creazione di reputazione e di condivisione costante già ampiamente sperimentati sui social network. Due sono le novità che Bookrepublic presenta per festeggiare il suo primo anno di attività. «Uno è un importante accordo con la società Moviri, specialista di tecnologie per la profilazione degli utenti dei siti Web che ci aiuteranno a costruire nuove funzioni di personalizzazione su Bookrepublic». L’altro annuncio riguarda Zazie, nuova community dei lettori che gravitano intorno alla galassia Bookrepublic, affidata a Barbara Sgarzi. «Infine – conclude Ferrario -, rilasceremo a breve la piattaforma mobile di Bookrepublic che includerà opzioni come il riconoscimento del codice a barre Isbn, le recensioni e i commenti nella community, l’acquisto diretto via smartphone». Nella Repubblica dei Libri, le tecnologie 2.0 sono al potere.