NetApp, l’infrastruttura storage è agile


Si chiama Agile Data Infrastructure la nuova modalità di gestione dei dati aziendali realizzata da NetApp, come spiegano Antonio Lupo, marketing manager, e Dario Regazzoni, direttore tecnico della società

Ha chiuso in aprile un anno finanziario da incorniciare, superando di slancio quota sei miliardi di dollari di fatturato, con una crescita del 22% rispetto all’anno precedente. Così la società di storage NetApp (www.netapp.com/it) «è entrata a far parte della classifica Fortune 500» – spiega il marketing manager della filiale italiana Antonio Lupo. «Merito anche del nostro posizionamento di mercato anticiclico, visto che da sempre gli investimenti in storage efficiency hanno il merito di razionalizzare la spesa in IT delle aziende». Il risultato è doppiamente interessante in tempi di crisi economica, come dimostrano le quote di mercato conquistate da NetApp, che nell’ambito dello storage esterno è, oggi, il numero due mondiale con una quota del 16,4%, senza considerare la parte degli Original Equipment Manufacturer (OEM), che pesa per un ulteriore 6% circa. In Italia, sempre in questo ambito, la società è al terzo posto, con il 13,5% del mercato in base ai dati IDC, cui andrebbe sommata la parte di competenza degli OEM, che nel nostro Paese vale attorno al 4-5%. «Siamo sicuramente soddisfatti per questi risultati, anche perché solo due anni fa eravamo all’8% – sottolinea Lupo – ma c’è ancora spazio per crescere anche in Italia».

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NEL SEGNO DELLE TRE “I”

Veicolo di questa crescita è la nuova offerta denominata “Agile Data Infrastructure”: un vero e proprio sistema operativo per gestire lo storage in maniera sempre più agile ed efficiente, che si basa sulla più recente versione del software DataOnTap, la 8.1.1. L’idea è quella di «passare da un sistema complesso a uno unificato, consistente in un insieme di componenti che viene gestito unitariamente» – sottolinea Dario Regazzoni, technical manager di NetApp. «I vantaggi sono notevoli, in quanto disporre di una piattaforma unica significa per esempio sviluppare un unico set di skill, in modo da poter investire con orizzonti temporali più ampi». Ma non solo: la nuova infrastruttura proposta da NetApp si caratterizza, nelle parole dell’azienda, nel segno delle tre “i”: intelligente, immortale e infinita. Al di là di una certa enfasi tipicamente made in Usa, la declinazione concreta di questi tre aspetti prevede che – per “intelligenza” si debba intendere lo storage – sempre più come servizio, con solide funzioni di deduplica e di tiering virtuale basato su cache – mentre per immortalità si intende dire che le attività sono “senza interruzioni” – con funzioni di sicurezza integrate e massima protezione nei dati. L’ultimo aspetto, quello dell’infrastruttura infinita, richiama il concetto di scalabilità verso tutte le direzioni e quello di multi-tenancy sicura: quest’ultima, realizzata grazie alla collaborazione con Cisco e VMware, è in grado di partizionare le infrastrutture IT condivise, dai server allo storage, in modo da portare la virtualizzazione a nuovi livelli di eccellenza e favorire al massimo il passaggio verso il Cloud computing.

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