Chi pensava che la carta sarebbe sparita nel giro di breve tempo deve ricredersi. Una ricerca di Canon mette in luce come la carta mantiene un posto fondamentale nel mix tecnologico necessario a una corretta e adeguata comunicazione
Siamo sempre più e meglio connessi, i dispositivi di cui disponiamo sono sempre più sofisticati e raffinati, siamo diventati più esigenti e il nostro io tende sempre più spesso a ignorare la comunicazione di massa esigendo una personalizzazione. Il tempo in cui le comunicazioni erano sinonimo di buste che ci arrivavano dal servizio postale sembra ormai il paleolitico. Anche la firma autentica, ultimo baluardo della carta, è diventata elettronica. Ma la carta non è scomparsa, le lettere continuano ad arrivarci, continuiamo a leggere libri, prendiamo appunti e molti di noi, forse ancora troppi e, troppe volte, stampano le comunicazioni che arrivano in formato digitale.
In questa realtà di evidenti contraddizioni, a far luce è un report di Canon (www.canon.it) da cui emergono elementi che permettono di fare chiarezza su molti aspetti. Quello che si nota immediatamente dalla quantità di numeri è che il ruolo della carta è cambiato, il livello di qualità richiesto è aumentato, il ruolo dello stampatore ha assunto un profilo decisamente più alto di quanto non lo fosse fino a pochi anni or sono.
Stiamo parlando del quarto Insight Report di Canon, intitolato “The Bigger Picture” condotto sulla base di 420 interviste ad aziende di 18 Paesi europei di diversi settori e di 30 interviste approfondite a print buyer.
Per capire meglio i risultati di queste risposte e avere un quadro riepilogativo abbiamo posto alcune domande a Giovanna Nuzzo, corporate communication & Crm manager di Océ-Italia, azienda del Gruppo Canon (www.oce.it).
Data Manager: A chi si è rivolta principalmente la ricerca, quali le figure intervistate e quel è stata l’incidenza del mercato italiano sul campione?
Nuzzo: Nella ricerca svoltasi tra gennaio e dicembre sono state coinvolte le maggiori aziende del mercato europeo. Per quanto riguarda gli intervistati si trattava principalmente di figure del marketing, responsabili della comunicazione e del marketing management. Le aziende italiane sono state 46 su 420 a livello europeo, con un’incidenza pari a circa l’11%.
Quali erano gli obiettivi che vi eravate preposti?
Sostanzialmente due cose: capire come lavorano le aziende che utilizzano i prodotti stampati e cosa chiedono ai fornitori.
Quante aziende a oggi hanno un servizio di stampa interno in grado di soddisfare le proprie esigenze?
A livello europeo sono una minoranza le aziende intervistate che hanno un servizio di stampa interno, in genere molto evoluto, in grado non solo di fornire servizi di stampa, ma anche tutti quelli correlati al cross media (servizi Web, direct mailing e servizi per supportare la comunicazione in generale). In Italia il rapporto si riduce, evidenziando una propensione all’outsourcing. I dati comunque indicano che una struttura interna si rivela particolarmente vantaggiosa a livello di risultati complessivi (livelli qualitativi alti e una miglior risposta alle esigenze).
Le aziende che per varie ragioni scelgono o devono rivolgersi all’esterno, quali criteri adottano per selezionare i fornitori di servizi di stampa?
Quello che è emerso dall’indagine è che oggi l’azienda privilegia il valore, la qualità del risultato finale (89%) rispetto alla qualità di stampa (83%).
Che incidenza ha la stampa oggi nel communication mix?
Per quanto riguarda le campagne di comunicazione, la stampa attrae in media il 48% del budget di spesa e viene presa in considerazione nel 98% dei casi per quanto riguarda le campagne di comunicazione multicanale. Più del 50% degli intervistati ritiene ancora la stampa di fondamentale importanza. Il Roi come sempre assume un ruolo determinante.
Ma cosa chiede dunque l’azienda cliente al proprio fornitore di stampa?
Come accennavo in precedenza, al fornitore viene chiesto sempre di più di assumere il ruolo di consulente per quanto riguarda il processo di comunicazione.
Si riesce in qualche modo a individuare quali sono gli elementi cartacei che continueranno a rimanere tali?
Certo, e per alcuni è prevista addirittura una crescita. Senza entrare molto nel dettaglio, questi possono essere identificati come materiali di tipo promozionale o di tipo divulgativo. La carta viene inoltre preferita anche per la comunicazione pubblica (manifesti, …), e anche in quest’area, tradizionalmente piuttosto statica, sta crescendo la richiesta di personalizzazione. Per chiudere possiamo dire che il supporto fisico rimane utile per raggiungere un target mirato e per massimizzare la qualità della comunicazione.