Il futuro del modello relazionale


Chris Date: «Si va verso un modello transrelazionale che non sostituisce il modello relazionale, ma lo integra e lo completa»

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Ne abbiamo parlato con Chris Date, presente a Roma per il corso SQL e Teoria Relazionale: come scrivere un corretto SQL, organizzato dalla Technology Transfer (www.technologytransfer.it).

Data Manager: Il DB è la fondamenta su cui poggiano i sistemi informativi, no DB no IT, a che punto siamo con lo stato dell’arte?

Chris Date: Attualmente non seguo più tanto quelle che sono le tendenze industriali del settore, tuttavia posso dire che condivido la definizione che il database è il fondamento dei sistemi informatici, sulla seconda domanda, sono nuovamente d’accordo: senza un database non ci possono essere sistemi informatici. Sulla terza domanda, sicuramente la mia speranza è che continui a progredire e a evolversi anche in futuro, in effetti esistono tanti database, ma molti sono fatti male, hanno cose che non dovrebbero avere e ne hanno altre che sono addirittura sbagliate, quindi è opportuno rettificare tutto ciò.

Quali sono quelli fatti bene e quali quelli male?

Con alcuni colleghi stiamo lavorando da qualche anno e abbiamo messo a punto quello che è noto come il “Terzo Manifesto”. Abbiamo sviluppato, insieme ai principali vendor oggi attivi sul mercato, alcuni prodotti, ma questi sono ancora solo a livello di prototipo.

Lo scopo era quello di cercare di correggere molti degli errori contenuti nell’SQL. Ted Codd ha inventato e sviluppato, com’è noto, il modello relazionale e questo è stato sicuramente un risultato di grande portata però, purtroppo, la migliore implementazione di questo modello relazionale è l’SQL che oggi contiene un’infinità di errori. Questo linguaggio ha avuto successo solo per motivi economici e non per ragioni tecniche.

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Qualche anno fa ho avuto un rapporto di collaborazione e consulenza con una piccola società che aveva messo a punto un nuovo modello straordinario che si chiama commercialmente “modello relazionale transrelazionale”, in sostanza si basa sul principio che il modello relazionale viene tramutato in fase di memorizzazione. Quello che vorrei precisare è che questo modello transrelazionale non sostituisce quello relazionale, ma lo integra e lo completa e in effetti è molto diverso da Oracle e da DB2 e offre tre importanti vantaggi: in primo luogo migliora notevolmente le performance, in secondo luogo migliora di molto la gestione quindi l’amministrazione e, in terzo luogo, è in grado di risolvere dei problemi che non sono stati risolti, per esempio permette di fare il join di centinaia di tabelle, cosa che è impossibile con il relazionale.

Il modello relazionale è il passato o anche il futuro?

In effetti devo dire che ogni tanto arriva qualcuno che dice di possedere un modello relazionale infinitamente migliore, io penso che se una persona ha sviluppato una nuova tecnologia che possiamo chiamare per esempio B a sostituzione della tecnologia cosiddetta A, in primo luogo questa persona deve capire bene e conoscere approfonditamente la tecnologia A e in secondo luogo mi deve dimostrare che la sua tecnologia B innovativa è in grado di risolvere quei problemi che non è in grado di risolvere la tecnologia A. A me non è mai capitato di trovare una persona che sia stata in grado di dimostrarmi questo.

Le aziende hanno capito la reale potenzialità di questo strumento?

No, ritengo che le aziende non abbiano capito davvero quello che è il vero potenziale di queste tecnologie. Ci sono degli aspetti sia positivi che negativi del modello relazionale, ma direi che il potenziale non è ben capito a causa delle implementazioni che sono molto carenti e insufficienti. Ciononostante c’è anche un esempio positivo; alla radio ascoltavo un’intervista con un importante economista che stava analizzando la difficile situazione economica negli Stati Uniti e aveva scoperto che con un database relazionale poteva confrontare dei risultati e dei fattori economici relativamente complessi: oggi dunque importanti attori della scena internazionale capiscono l’importante valore che può offrire il modello relazionale.

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Progetti futuri?

Un fattore su cui sto lavorando attualmente riguarda il famoso problema dell’aggiornamento delle viste, non c’è nessun prodotto, infatti, che abbia svolto questa funzione in modo efficiente e abbiamo bisogno di teoria anche per questo.

 

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Chris Date. Autore, presentatore, ricercatore e consulente indipendente specializzato nella tecnologia del database relazionale. Il suo libro An Introduction to Database Systems: Vol. I ha venduto più di 850mila copie ed è usato come libro di testo in centinaia di università nel mondo. È autore di molti autorevoli libri sulla tecnologia database; i più recenti: SQL and Relational Theory: How to Write Accurate SQL Code  (2009) – O’Reilly; Database Explorations: Essays on The Third Manifesto and Related Topics (co-autore con Hugh Darwen, 2010)