Dal cuore della Silicon Valley, la sfida di fornire servizi in modo alternativo per ridurre i costi e raggiungere maggiore efficienza
Oltre a essere una famosa canzone degli anni 60, la California è negli ultimi anni il posto dove si è sviluppata la Silicon Valley e quindi rappresenta, per chi si occupa di tecnologia, la meta agognata. Mi sono chiesto come si vivesse in quel territorio e soprattutto se anche le città siano davvero diverse dalle nostre in quanto più smart e più tecnologiche. Ne ho parlato con Jonathan Reichental, chief information officer (cio) per la città di Palo Alto.
Data Manager: Ci puoi raccontare la tua esperienza come cio della città di Palo Alto?
Jonathan Reichental: Prima di assumere questo incarico, ho lavorato nel settore privato. Tuttavia, quando si è presentata la sfida meravigliosa di contribuire a reinventare l’open government, in particolare nel cuore della Silicon Valley, era troppo difficile resistere. Inoltre, sono rimasto veramente colpito dal City Council e dal team di gestione. Circa il 50% del mio lavoro consiste nel garantire che vi siano e funzionino servizi di tecnologia di base come la posta elettronica e un sistema finanziario. Mantenere questi sistemi in funzione è un obiettivo importante, ed è il lavoro di qualsiasi altro cio. Tuttavia, l’altro 50% del mio lavoro è completamente diverso da quello cui ero abituato. Con le amministrazioni locali che faticano a tenere il passo con le attese e le esigenze della comunità – con i ricavi che rimangono piatti o in calo – bisogna esplorare modi alternativi per fornire i servizi. E’ qui che la tecnologia può assumere un ruolo di primo piano. Considerando che il settore privato ha utilizzato la tecnologia per ridurre i costi e inseguire una maggiore efficienza per un lungo periodo, il settore pubblico è stato lento ad adattarsi. Ora è giunto quel momento. Sto spendendo la metà del mio tempo a lavorare con la mia squadra e un grande gruppo di attori all’interno dell’organizzazione della città per ripensare il nostro modo di fornire servizi pubblici utilizzando la tecnologia.
Palo Alto è una città digitale. Quali sono i grandi progetti realizzati?
Stiamo costruendo una città smart e digitale, ma abbiamo ancora una lunga strada da percorrere. I primi risultati del nostro lavoro sono promettenti e stiamo lavorando duramente ogni giorno per superare i confini di ciò che è possibile realizzare. Alcuni esempi: internamente, abbiamo completato la creazione di una strategia per spostare gran parte dei nostri data center su servizi esterni basati sul cloud. Stiamo esplorando la social collaboration per creare più coesione tra i reparti. E’ ancora presto, ma ci sono segnali promettenti. In termini di metodi, stiamo sperimentando un nuovo approccio alla progettazione e alla fornitura di soluzioni tipico delle lean start-up. Tradizionalmente, i progetti IT nella PA si sviluppano lentamente, noi invece siamo troppo entusiasti delle possibilità per fare affidamento sui vecchi metodi. Vogliamo ridurre il time-to-market e sfruttare al massimo le nuove possibilità offerte dalla tecnologia. Per la nostra comunità, stiamo sperimentando lo smart metering, ciò consentirà un’analisi molto granulare per i proprietari di case del loro consumo di energia. Ciò potrebbe produrre nuovi comportamenti della nostra comunità al fine di utilizzare l’energia in modo più efficiente. Siamo nelle prime fasi di valutazione dell’uso del Wi-Fi in tutta la città, presto speriamo di distribuire la connessione Wi-Fi gratuita in un parco pubblico come primo esperimento. La città sta vedendo nascere e crescere nuovi modi di comunicare tra governo e cittadini. Stiamo continuando a investire in un sito web pubblico (www.cityofpaloalto.org), che comprende un ampio uso dei social media. Una delle nostre innovazioni di punta è il nostro lavoro di open government. La scorsa estate abbiamo implementato un portale di dati aperti (www.data.cityofpaloalto.org).
A proposito di open data, mi puoi dire di più?
Siamo orgogliosi degli obiettivi che siamo stati in grado di raggiungere in un breve tempo e per una città delle nostre dimensioni. Abbiamo iniziato a usare metodologie agili e lean per muoverci velocemente. Per il nostro progetto di open data (www.data.cityofpaloalto.org) abbiamo usato esclusivamente questi metodi e siamo stati in grado di implementare la soluzione in meno di sei settimane. Abbiamo iniziato con alcuni set di dati semplici, come la demografia e un catalogo dei nostri alberi. La comunità ha risposto bene e ha richiesto la pubblicazione di altri set di dati. Di recente, abbiamo costruito uno strumento del tutto nuovo per l’invio dei dati finanziari della città. Noi lo chiamiamo “open budget” (www.data.cityofpaloalto.org/openbudget). Rendere disponibili una serie di dati preziosi per la nostra comunità è fondamentale se vogliamo essere davvero un governo aperto. Il nostro portale degli open data elimina le barriere tra i cittadini e i loro dati, dando a chiunque la possibilità di creare applicazioni utili che utilizzano tali dati. Abbiamo molto da fare, ma crediamo di avere sviluppato un modello che possa aiutare le altre città a riuscire a liberare i propri dati e a rendersi più responsabili attraverso la trasparenza.
Ho visto sul vostro portale il progetto Palo Alto Apps City, di cosa si tratta?
Palo Alto Apps City (www.cityofpaloalto.org/gov/depts/it/apps.asp) è il nostro equivalente di un app store come quelli forniti da Apple, Android e Microsoft. Il nostro city manager, Jim Keene, ha una vision in cui c’è un one-stop shop in cui i membri della comunità possono accedere per scaricare una grande varietà di soluzioni che li aiutino nell’interazione con il governo. Oggi ci sono solo alcune applicazioni disponibili, ma siamo impegnati a lavorare per rilasciarne presto altre. Inoltre, nel nuovo anno avremo un City Apps Challenge che incoraggerà tutte le persone smart della Silicon Valley e oltre a costruire con noi grandi applicazioni. Naturalmente, le applicazioni saranno disponibili anche presso i principali store.
Qual è lo stato dell’arte dell’innovazione negli Stati Uniti?
Gli Stati Uniti sono sempre stati leader nell’innovazione tecnologica e vivendo e lavorando nella Silicon Valley ogni giorno ho la prova di ciò. L’America produce ancora una grande quantità di nuove imprese e prodotti che sono accolti in tutto il mondo, è chiaro – però – che ci troviamo di fronte una concorrenza senza precedenti. E quando si scava nei dati, è anche chiaro che in alcuni settori stiamo cominciando a essere in ritardo. Con una nazione e un mondo che ha bisogno di così tante soluzioni, gli Stati Uniti hanno ancora un ruolo importante. C’è tanto lavoro da fare, che può essere aiutato dalla tecnologia, ad esempio: sviluppare nuove fonti di energia o rendere quella esistente più sostenibile, trovare nuove medicine e inventare nuovi modi di offrire l’assistenza sanitaria; costruire città più intelligenti e sistemi di trasporto; reinventare il manufacturing grazie a nuovi approcci come la stampa 3D. Gli Stati Uniti hanno ancora molte carte da giocare per avere successo nel settore dell’innovazione – con la motivazione particolare di sostituire le industrie morenti con altre nuove – e continuare a guidare il mondo, senza mai dare – però – la nostra leadership per scontata.
Negli Stati Uniti il cio deve avere competenze tecniche o di business?
Il cio ideale è un professionista d’affari che comprende la tecnologia e le sue potenzialità, questo profilo continua a essere piuttosto raro, spesso molti cio provengono da esperienze tecniche. Senza qualche background manageriale, questa è una sfida che può essere molto gravosa. Dall’altra parte, molti ceo chiedono ai loro colleghi di assumere il ruolo di leader dell’IT e loro spesso lottano a causa di una lacuna nella conoscenza tecnica. Per rendere le cose più difficili, stiamo assistendo a una certa sovrapposizione tra il ruolo di cio e quello di responsabile del marketing. Sicuramente il ruolo del cio è in continua evoluzione e c’è uno spazio di discussione crescente su questo tema. Alcune risposte dipendono dalle dimensioni; le grandi imprese possono permettersi di avere più risorse a disposizione del cio, quindi offrendo il lusso di consentire al cio di concentrarsi sulla strategia, affidando a dei subordinati di gestire ciascuna delle divisioni IT. In aziende più piccole, un cio dovrà essere strategico e saranno necessarie competenze tecniche. Credo anche che ogni organizzazione dovrebbe determinare, in ultima analisi, di cosa ha bisogno: fare ciò che è giusto per la missione dell’organizzazione e ciò che è giusto per la sua cultura.
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JONATHAN REICHENTAL STORY
Da oltre venti anni, Jonathan Reichental aiuta le organizzazioni a sfruttare il valore delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione per risolvere i problemi di business e aumentare l’efficacia. Ha esperienza nel settore pubblico e privato. Ha trascorso più di quindici anni in PricewaterhouseCoopers (PwC). Ora è il chief information officer (cio) per la città di Palo Alto, dove si sta concentrando nella modernizzazione delle infrastrutture IT. Prima, Jonathan è stato il cio di O’Reilly Media. I suoi articoli sono stati ospitati dal National Public Radio (NPR) e dalle riviste Forbes, Cio Magazine, InformationWeek, Computerworld, Government Technology. Le sue apparizioni televisive includono un segmento su CNBC. Potete seguirlo o iniziare una conversazione tramite Twitter via @Reichental.