I discorsi detti e, meglio, scritti con parole adeguate sono molto più efficaci di tante immagini – fra cui quelle che mostrano la faccia dell’autore
Non ci si può fidare di nessuno. L’Institute of Electrical and Electronics Engineers, IEEE (di cui sono membro da mezzo secolo) pubblica molte riviste di alta qualità. Trattano di tecnologia elettrotecnica ed elettronica, di scienza, di economia, di comunicazioni, di implicazioni sociali, di insegnamento e di tante altre cose. Ci ho imparato molto. L’Institute ci tiene aggiornati con bollettini periodici e aperiodici: richiama l’attenzione su articoli recenti e fornisce anteprime su scoperte e progressi recentissimi. I notiziari online contengono brevi flash descrittivi e suggeriscono “read more” : se ci clicchi sopra, ti forniscono testi più dettagliati.
Mi è capitato di vedere il breve annuncio di un corso di programmazione di computer. Mi interessava, ma non diceva “read more”. Offriva l’opzione “listen now”, e cliccandoci sopra ti presentava un video in cui il presidente della Computer Society descriveva il corso. Non avevo subito un’ora libera e ho dovuto rimandare. Se mi avessero offerto un testo scritto di qualche decina di pagine, avrei potuto scorrerlo in pochi minuti formandomi un’idea dell’oggetto.
Considero negativa e inefficiente l’offerta di video in alternativa ai testi scritti. La formula corretta è l’integrazione dei due linguaggi. Ma ci vogliono tempo e competenza. Il video è sincrono: devi aspettare che proceda al suo passo e, se è troppo lento, ci rinunci. Certo, puoi saltarne qualche minuto, ma allora è facile perdere il senso del messaggio. I testi scritti, invece, possono essere letti “lateralmente” scorrendoli avanti e indietro. Se ti addestri, individui subito i punti essenziali e puoi decidere se salvare il testo, leggerlo più tardi, estrarne passi salienti o stamparlo e più tardi con comodo sottolineare ed evidenziare. Purtroppo arrivano sempre più spesso messaggi via Internet che contengono video invece di testo. Anche la pubblicità trasmette spot. C’è chi teorizza che così il messaggio è personalizzato, divertente e dà più fiducia, mentre i testi sarebbero noiosi. Certo che lo sono, se sono scritti male, sciatti e ripetitivi. Se gli spot vengono inflitti troppo spesso in TV, sono controproducenti e portano a odiare il prodotto pubblicizzato.
VIDEO O TESTO? – Perfino TED (Technology Entertainment Design) – il servizio che fornisce “Idee che meritano di essere disseminate” – le offre come video e solo per seconda intenzione come testi. Lo trovate su www.ted.com. Ogni anno, TED tiene un congresso di 4 giorni in cui scienziati, artisti, psicologi, economisti, tecnologi, pensatori raccontano cose che ritengono interessanti. Chi li sente dal vivo paga seimila dollari – per vederli su Internet se ne pagano mille. Sul sito, TED offre gratis ogni settimana cinque o sei video simili a quelli presentati al congresso. Fui attratto inizialmente con i video affascinanti di David Gallo, ripresi a profondità di 5 km negli oceani (si possono vedere sul sito). Le immagini mostrano animali enormi e sconosciuti. Il video è essenziale: un testo descrittivo sarebbe inadeguato. Giorni fa mi è arrivata la seguente scelta: Jared Diamond (divulgatore che apprezzo) – su come prolungare la vita; P. Doolittle e Suzana Herculano-Houzel (non li conoscevo) sul cervello umano; Penalosa, sindaco di Bogotà, sull’autobus come fattore di democrazia; Raptopoulos sui droni come vettori per distribuire medicine; D. Steindl-Rast, prete domenicano, sul fatto che si riesce a essere felici, se si manifesta gratitudine. Li ho elencati qui a partire da quelli che mi sembrano più interessanti, ma non ho avuto la pazienza di ascoltare nessuno di questi oratori. La disponibilità dei soli video mi ha tenuto lontano. TED ha anche i testi riassunti, ma bisogna cercarli. È preferibile avere un rapporto asincrono con le nostre fonti. I messaggi email restano nel tuo computer e li leggi quando hai tempo e stai nello stato d’animo giusto. Rispondi se e quando ci hai riflettuto sopra: molto meglio delle affrettate battute scambiate in chatting. Negli anni Cinquanta, diventarono famosi i cartelli “Think”, appesi al muro in tutti gli uffici dell’IBM. Consideravo migliore la traduzione riportata sui cartelli nelle sedi della IBM Italia: “Riflettete”.