La sicurezza è una questione di tecnologia e supporto


Symbolic si propone come Vad a tutto campo nel settore della Security, in grado, grazie alle competenze e alle importanti partnership, di accompagnare i clienti nella soluzione di tutte le problematiche più complesse, dagli antivirus ai firewall, alla crittografia avanzata

 

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Nonostante la situazione di mercato non sia ancora stabilizzata su trend di crescita solidi, l’Information Technology italiana comincia a mostrare timidi segni di ripresa, così la pensa anche Assinform. In particolare, esistono vere e proprie eccellenze nostrane che, in completa controtendenza, continuano a mettere a segno anni fiscali con il segno più seguito da due cifre percentuali. La ragione va cercata in due componenti essenziali: competenza e capacità manageriale. Un esempio? Symbolic (www.symbolic.it), azienda che, come Vad (Value-added reseller), ha ormai conquistato una posizione di rilievo nel panorama dell’offerta IT nel proprio campo di attività, che si focalizza soprattutto sulla Security. Ne abbiamo parlato con Martino Traversa, presidente di Symbolic.

Un punto sul mercato

Abbiamo per prima cosa affrontato la situazione del mercato. «Questo attuale per Symbolic è un buon momento: c’è una buona tenuta dei prodotti tradizionali, dai firewall agli antivirus, che ormai sono delle commodity. Nello stesso tempo, si stanno aprendo nuovi spazi, molto interessanti, in ambiti più verticali, come quello della crittografia. Un altro settore in cui c’è un grande fermento è quello delle soluzioni Siem (Security and Information Event Management), quindi le soluzioni e le grandi infrastrutture che consentono alle aziende di gestire in modo intelligente i propri asset, nell’ottica della data protection». Per capire come mai ci sia tutto questo interesse nel settore specifico della protezione dei dati basta risalire, spiega Traversa, a quanto successo recentemente con il caso WikiLeaks, dove sono state fatte trapelare e rese di pubblico dominio informazioni riservate e delicate. «Basta pensare per esempio alla possibile divulgazione di segreti industriali delle aziende e ai danni che possono causare». Ecco il motivo che ha spinto Symbolic a effettuare alcuni importanti investimenti in ambito Siem, appunto, come l’accordo con Q1 Labs (http://q1labs.com/), «azienda del Massachusetts che realizza soluzioni molto sofisticate per questo tipo di problematiche». Si tratta di soluzioni che vanno dalla gestione dei rischi alla sicurezza delle informazioni, contro eventuali furti, alla gestione e correlazione dei Log, «per poter monitorare in tempo reale tutto quello che accade in un’infrastruttura», ottemperando a policy di sicurezza a livello aziendale e certificazioni standard, come Pci-Dss o Sox. «Si tratta comunque di soluzioni di fascia alta».

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Cifratura e autenticazione

Un altro ambito in cui Symbolic vanta una notevole competenza, tanto da essere «leader nel settore nel nostro Paese», è quello della protezione e della cifratura dei dati. «Di fatto, rappresentiamo in Italia i principali player al mondo, da SafeNet a Vasco, a Thales. Stiamo inoltre facendo diversi investimenti nel mondo delle Pki e della firma digitale, che è un segmento in forte espansione. Il tutto con un unico scopo: fare in modo che i dati dei nostri clienti non possano essere manomessi, né tanto meno sottratti, da nessuno, né spediti all’esterno dell’azienda da persone non autorizzate».

Un altro ambito contiguo e molto importante, anche se non nuovissimo, su cui Symbolic sta investendo molto e continuerà a investire è quello della Strong Authentication. «Si tratta in effetti di un argomento di cui si parla da anni, con vari sistemi di autenticazione disponibili. Oggi però è tornato in auge a causa dell’evoluzione del Cloud computing che ha introdotto il tema della totale mancanza di consapevolezza sulla reale localizzazione dei dati». In altri termini, non solo i dati possono essere disseminati su vari server anche in data center diversi, ma le applicazioni, negli ambienti virtualizzati di oggi, vi accedono in modo a volte non controllabile. Detto altrimenti: «Non si ha alcuna certezza su chi può accedere a un particolare dato, con buona pace della privacy». Un fatto ulteriormente complicato dalle implementazioni di servizi di outsourcing con nazioni a volte remote. «Ecco quindi l’importanza della cifratura dei dati: una volta che la base dati è cifrata, può risiedere ovunque senza problemi: basta garantire che tutti gli accessi a quei dati vengano autorizzati attraverso soluzioni che consentano di autenticare l’accesso. Questa è la grande novità: poter accedere a un dato cifrato che si trova in un data center dietro autenticazione realizzata con diverse modalità, per accedere a server sia fisici, sia virtuali».

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Symbolic Colored Program

Symbolic ha poi lanciato un nuovo progetto marketing, il “Symbolic Colored Program”. «Si tratta di un programma dedicato a chi voglia fare investimenti su particolari brand e stabilire una reale partnership con Symbolic per acquisire competenze di alto profilo, sia tecniche che commerciali, su alcune soluzioni tecnologiche». In che modo? «Attraverso corsi commerciali di alto livello, seminari tecnici con prove pratiche, con diversi vantaggi commerciali, supporto, Webinar on-demand ecc.». A oggi, il programma è stato declinato su quattro brand con altrettanti colori: il “Symbolic Blue Program”, per F-Secure; il “Grey Program” per Juniper Networks; lo “Yellow Program”, per Symantec e il “Red Program”, per WatchGuard. «Symbolic continua a voler fare il Vad, il distributore a valore aggiunto e non generalista, per cui facciamo una selezione dei marchi che trattiamo molto mirata, con soluzioni su cui focalizziamo tutta la nostra attività». Quindi qualità più che quantità: come per esempio con l’area didattica, corsi formativi di approfondimento su diverse tematiche e una struttura di system integration per aiutare i partner a sviluppare progetti sui clienti finali. «Tutto questo ci ha ripagato in termini di soddisfazione e anche di incremento del business – conclude Traversa -: il nostro fatturato cresce sempre, nonostante le difficoltà del mercato. Il 2010 si è chiuso con un +10% e quest’anno siamo già a quota +15%. Anche perché è nelle difficoltà che bisogna dimostrare di valere davvero».