Analizzare e interpretare i big data per trarne valore competitivo per le aziende: le ricette di EMC in collaborazione con i partner tecnologici Accenture e SAS
Un titolo suggestivo, “Leading ideas. I volti del big data”, ha riunito a Milano a inizio aprile alcuni esperti per capire quali sono le sfide poste dai big data. Questo mercato è in crescita tumultuosa e – secondo IDC – entro il 2015 raggiungerà un valore pari a quasi 17 miliardi di dollari, contro i tre miliardi (o poco più) del 2010. Una torta che fa gola a molti, in primis a Emc (www.italy.emc.com), che ha voluto organizzare, in collaborazione con Accenture (www.accenture.com/it-it) e SAS (www.sas.com), la giornata milanese, premiata da un notevole successo, visto il nutrito parterre di clienti che hanno seguito con interesse i diversi interventi. Gli onori di casa sono stati riservati a Marco Fanizzi, alla sua prima uscita ufficiale nella sua nuova veste anche di amministratore delegato della filiale italiana di EMC, carica assunta a metà marzo. «Il fenomeno della crescita esponenziale dei dati è sotto gli occhi di tutti, ma oggi quello che conta è trarre valore dalla massa dei dati disponibili, rendendoli utili per il business» – ha sottolineato Fanizzi. «Le tecnologie per analizzare e interpretare in maniera corretta i dati, sono da tempo disponibili, anche tramite le soluzioni di virtualizzazione e di cloud computing, ma la sfida è ormai quella di disporre di figure professionali specifiche per apportare idee innovative su come creare business partendo dai dati».
Ecco quindi, che si parla sempre più di “visionari” e di “data scientists”, intendendo persone che non solo hanno competenze tecniche, ma anche cognitive, per leggere e soprattutto correlare i big data. Come hanno fatto per esempio Elisabetta Fersini ed Enza Messina dell’Università degli Studi di Milano Bicocca e co-founder di Sharper Analytics, che hanno evidenziato la necessità di ricorrere a modelli probabilistici allo scopo di governare l’incertezza generata da una mole enorme di dati. Hanno invece affrontato il punto di vista social dei big data Luigi Curini e Stefano Iacus di Voices from the Blogs, con un intervento incentrato tra l’altro sui rapporti tra i social media e le più recenti elezioni presidenziali americane. E i volti dei big data sono anche quelli delle aziende che si trovano a dover gestire grandi quantità di dati, come è – per esempio – il caso della Biblioteca Apostolica Vaticana, che ha in corso un vasto progetto di digitalizzazione degli oltre 80mila manoscritti conservati nella biblioteca, per un totale di 43mila Petabyte. Big data e analytics sempre più all’ordine del giorno anche per UniCredit, che ne ha sottolineato l’importanza in ambito finance, per il controllo analitico di ogni processo finanziario e delle transazioni, e per Postel, che ha evidenziato le potenzialità offerte dai big data per gestire al meglio l’intera catena dell’informazione, ponendo maggiormente l’enfasi sul contenuto.