CIO EVOLUTION – Business technology, è questo il futuro

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«Proporre innovazione nei processi aziendali, sostenuta dalla tecnologia dell’informazione, comporta una capacità di esprimere l’It in termini di business e di valore per l’azienda»

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Per rispondere alla crescente complessità della gestione aziendale, dei dati e delle informazioni che transitano all’interno delle imprese, i Cio si stanno dotando di adeguati strumenti It: gestire il cambiamento strutturale imposto dalla competitività comporta anche l’implementazione di modelli organizzativi funzionali alle attività di business. Conseguentemente, il ruolo del Cio diventa anche quello di “facilitatore” delle strategie di business, e dunque di business manager specializzato in tecnologia. Di questo abbiamo parlato con Donatella Paschina, Group Cio di Ermenegildo Zegna.

 

Data Manager: Come si è evoluto il ruolo del Cio nel tempo, oggi non è più solo tecnologia, ma anche strategia?

Donatella Paschina: Spesso utilizziamo il termine Cio quale sinonimo del ruolo di direttore sistemi informativi, ma per svolgere il ruolo di Cio non basta gestire, seppure sagacemente, le tecnologie disponibili ed erogare i servizi informatici così come richiesti dai committenti interni. Subentrano nuove responsabilità indotte sia dal rapporto da pari a pari con il management al vertice dell’azienda sia dalle aspettative di propositività che l’azienda ripone sul Cio.

Proporre innovazione nei processi aziendali, sostenuta dalla tecnologia dell’informazione, comporta una capacità di esprimere l’It in termini di business e di valore per l’azienda. Il Cio deve essere in grado di capire i problemi e le opportunità delle diverse funzioni aziendali con cui si rapporta e fare in modo che la propria organizzazione sia in grado di creare il collante fra obiettivi di business e It ai diversi livelli, da quelli strategici a quelli operativi. La strategia aziendale può e deve essere sostenuta da una coerente strategia informatica che si pone quindi fra le leve che l’imprenditore o l’amministratore deve avere a disposizione.

L’It è considerato un prezioso alleato per il raggiungimento degli obiettivi di business e la realizzazione della mission aziendale, quali sono i fattori critici di successo?

La parola chiave continua a essere “allineamento”. Non deve esistere progetto informatico che non si proponga la partecipazione al raggiungimento di un obiettivo di business. Costi cessanti e ricavi emergenti sono il presupposto di ogni attività aziendale e l’informatica non ha deroga. Alcune aziende o settori di mercato sono maggiormente “It intensive” di altri, ma la necessità di calcolare ed esprimere in linguaggio di business il vantaggio derivante da un servizio informatico esiste comunque. Si è alleati se si mantengono le promesse, da entrambe le parti.

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Un progetto è di successo se soddisfa nei tempi, nei costi e nei contenuti le aspettative aziendali. La stretta collaborazione con le funzioni di business è il principale fattore di successo.

Quali sono le leve strategiche utilizzate dal Cio per governare la complessità informatica?

Competenze e organizzazione. Entrambe devono continuamente essere gestite e adattate affinché da un lato sia possibile comprendere e governare le soluzioni offerte dal mercato e dall’altro allineare il modello organizzativo dell’It alle esigenze e al modello di funzionamento dell’azienda in cui si è inseriti.

In un periodo di crisi come questo, è meglio innovare o consolidare?

Innovazione e consolidamento non sono antitetici o alternativi. Il consolidamento, infatti, può anche introdurre innovazione, per esempio in qualità delle performance e in livelli di servizio. Fra innovare e consolidare può essere diverso il livello degli investimenti necessari.

Certo che un’azienda che ha il coraggio di innovare in momenti di crisi, sfrutterà al meglio il vantaggio derivante dall’innovazione al momento della ripresa. Vantaggio che potrà essere rappresentato da processi interni più snelli, da minori tempi di produzione o da nuovi servizi a valore aggiunto per i propri clienti. È ancor più fondamentale però, per il Cio che ottiene questa fiducia di investimento in innovazione in periodi di crisi, mantenere la promessa dell’on time on budget.

È possibile misurare il Roi di un progetto It? E se sì, con quali strumenti/metodologie?

Un progetto It è un investimento dell’azienda e, al pari di tutti gli investimenti aziendali, il calcolo del ritorno economico abilita la decisione di investimento. Gli strumenti di valutazione sono quindi gli stessi che si applicano per altri investimenti quali quelli in impianti, in infrastrutture o in flotta. Dipende solo dalla metodologia prevalentemente utilizzata in azienda, dal Roi al Npv (Net present value, ndr) e così via.

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è opportuno distinguere fra gli investimenti informatici “It driven”, quali quelli in infrastrutture tecnologiche, da quelli “business driven”, principalmente relativi a nuove applicazioni informatiche per il miglioramento di un processo aziendale.

Nel primo caso, dove il committente è quasi sempre la stessa It, i benefici da quantificare afferiscono a diverse aree quali: miglioramento dei livelli di servizio, diminuzione dei costi di manutenzione di una tecnologia obsoleta, riduzione delle ore lavoro del personale It addetto alla gestione e via dicendo. In questo caso, costi emergenti e costi cessanti sono a carico della funzione It.

Nel secondo caso, il business è il principale beneficiario di una nuova realizzazione informatica. E qui si misura veramente l’allineamento dell’It con il business, in quanto la volontà di investire deve essere condivisa dalle due funzioni e l’It riveste il ruolo di “ente tecnico”, che stima i costi derivanti da una nuova realizzazione e sarà misurato rispetto all’on time on budget. I benefici, invece, devono essere stimati dalla linea di business proponente o utilizzatrice e quindi dovrebbero essere recepiti nel relativo budget. Se un progetto It sostiene, per esempio, una strategia commerciale rivolta a incrementare quote di mercato o base di clientela, si può ripagare quindi con ricavi emergenti.

è più facile o più difficile per un Cio lavorare in Italia?

Nel corso della mia esperienza professionale ho spesso avuto l’opportunità di lavorare con colleghi di aziende estere. In particolare nel settore dei trasporti che comunque è un settore da anni molto avanzato nell’utilizzo delle tecnologie informatiche. Sicuramente nei Paesi di cultura anglosassone, la consapevolezza manageriale del vantaggio della leva informatica è superiore rispetto ad altri Paesi fra i quali l’Italia. Sta cambiando anche da noi la cultura sia dei business manager che degli It manager, si stanno avvicinando i due mondi assumendo maggiormente un linguaggio comune e una comune sensibilità economica. La strada è ancora lunga da entrambe le parti. Dobbiamo crescere nell’applicazione di metodologie più severe sia nelle decisioni di investimento che nella gestione dei progetti per assicurare il vantaggio competitivo derivante dal saggio e innovativo utilizzo dell’informatica in azienda.

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Dal suo punto di osservazione privilegiato quale pensa sia il futuro dell’It e quali i trend tecnologici più interessanti per l’innovazione di business?

Fra i tanti nuovi termini che noi informatici ci pregiamo di usare, ho sentito recentemente parlare di “business technology”. Ecco, non più solo avere informazioni tempestive e consistenti grazie alle tecnologie (e già questo era un traguardo non banale e non sempre raggiunto), ma addirittura processi di business che altrimenti senza tecnologia non si potrebbero realizzare.

è la rete la grande risorsa; applicazioni intelligenti che abilitino cooperazione concorrente e delocalizzata fra competenze diverse ma connesse fra di loro. Una It moderna, performante, accessibile, che non necessiti di “intermediazione” e che si rivolga a chi è “nato” con Internet e un browser sul Pc. Questa è la sfida per noi Cio e questa è la sfida per le aziende che dovranno fronteggiare un’economia globalizzata.

 

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Donatella Paschina story

Donatella Paschina è Group Cio di Ermenegildo Zegna da gennaio del 2009. In tale ruolo gestisce l’informatica delle società del Gruppo che producono e vendono abbigliamento maschile nel settore fashion&luxury in 35 Paesi. Fino a dicembre 2008 ha ricoperto il ruolo di direttore centrale organizzazione e sistemi di Equitalia, azienda pubblica nata dalla acquisizione di numerose società di prevalente matrice bancaria, concessionarie della riscossione. In precedenza, dal 2001 al 2007, Donatella Paschina ha svolto diversi incarichi dirigenziali in Ferrovie dello Stato, prima come responsabile pianificazione e sistemi della divisione Cargo e, dal 2004 al 2007, quale direttore dei sistemi informativi di Trenitalia. Ha iniziato il suo percorso professionale nei primi anni Ottanta, dopo la laurea con lode in Economia all’Università di Roma, nell’ufficio di Ricerca operativa dell’Alitalia e nella compagnia aerea ha percorso le diverse tappe della carriera It, concludendo nel 2001 la sua esperienza nel settore del trasporto aereo con un incarico internazionale svolto come It vice president della allora organizzazione congiunta Alitalia-KLM.