Il battito cardiaco della rete…


Le architetture di Backbone Core Network sono sicuramente il cuore della rete. Ma per chi deve investire in nuove infrastrutture di rete aziendali o per chi ha dietro l’angolo un rinnovamento delle stesse non è facile capire dove andare

 

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Si discute molto sulla futura rete d’accesso in fibra ottica, oppure sulle nuove frontiere di quarta generazione del mobile. In pratica pare che oggi il pubblico in generale – ma anche molti degli addetti ai lavori – si focalizzino più sui progressi tecnologici agli estremi della rete, piuttosto che sul suo centro. Ma la parte nascosta dell’iceberg c’è ed è ben viva e continua a essere il battito cardiaco della rete stessa. Questo vale anche sulle infrastrutture di rete private, dove i backbone delle dorsali di network enterprise raggiungono tranquillamente aggregati da 10 Gbps, attraverso dispositivi oramai maturi. Così fornire connettività da 1 Gbps ai singoli utenti di una intranet aziendale non è più così fantascientifico, come poteva sembrare pochi anni fa. L’evoluzione delle dorsali di trasporto a fibra ottica si spinge però ormai verso il traguardo dei 100 Gbps. Per chi deve investire in nuove infrastrutture di rete aziendali o per chi ha dietro l’angolo un rinnovamento delle stesse non è facile capire dove andare. Proviamo a capirne di più con l’aiuto di alcuni operatori del mercato.

 

Quali sono i motivi principali che spingono per investire in questo settore?

 

Inizia il giro di risposte Gianpaolo Miele, head of BT Italia network design plan & implementation (https://italia.bt.com) – dicendoci che «la prossima introduzione di architetture Ngan (Next Generation Access Network, ndr) impone sul backbone la predisposizione di soluzioni in grado di veicolare decine di Mbps per sede d’utente e di supportare tempi di latenza e relativa varianza, consistenti con servizi in cui streaming, dati e voce (VoIP) convergano in un armonico bouquet».

Per Giorgio Pignataro, direttore operazioni del mercato service provider, media e broadcaster di Cisco Italy (www.cisco.com/it), ci troviamo di fronte alla prospettiva di un traffico globale di Internet che quadruplicherà entro il 2015. «Ovvero quando il numero di dispositivi collegati in rete, includendo fisso, mobile e connessioni machine-to-machine – sottolinea – supererà la soglia dei 15 miliardi, il doppio della popolazione mondiale, pari a un valore totale del traffico Internet a livello mondiale di 966 exabyte l’anno (dato rilevato da Cisco Visual Networking Index Forecast 2010-2015). Si tratta di un momento cruciale nel settore delle comunicazioni a banda larga. Per continuare a essere competitivi e soddisfare le esigenze dei clienti consumer e business, i service provider devono fornire esperienze di connettività di prossima generazione a supporto dei nuovi dispositivi e delle nuove applicazioni».

Christophe Verdenne, managing director Southern Europe, Easynet Global Services (www.easynet.com/it), parte dall’assunto che la rete sia ormai la base fondamentale di un’organizzazione. «Ciò a seguito dell’introduzione di innovativi approcci all’IT come il Cloud computing, all’utilizzo sempre più diffuso di social media e di dispositivi portatili connessi, oltre alla fruizione di contenuti video tramite Internet. Sarà il Cloud – precisa – a guidare un’accelerazione degli investimenti in virtualizzazione, Cloud pubbliche ed Enterprise Cloud in outsourcing. Easynet da sempre presta la massima attenzione alle esigenze dei clienti e ai driver di business che creano queste dinamiche, per offrire un servizio migliore rispetto alla concorrenza che protegga gli investimenti e offra una service experience all’avanguardia. Abbiamo recentemente introdotto un nuovo programma di accordi sui livelli di servizio per i clienti Mpls (Sla 3.0), che mira a semplificare in modo significativo gli Sla per fare in modo che i clienti abbiano una visione completamente chiara sul reale impatto di eventuali problematiche che possono insorgere».

Paola Rigoldi, enterprise server, storage & networking marketing manager HP Italiana (www.hp.com), ci dice che oggi lo sviluppo di nuove tecnologie e applicazioni come l’IP Tv, lo streaming video, il Cloud computing, la virtualizzazione dei server e la remotizzazione dello storage, l’High Performance Computing (Hpc) con processori multicore, lo standard wireless 802.11n e le nuove utenze e applicazioni mobili hanno comportato un aumento della richiesta di banda. «Per poter rispondere a questa crescente domanda – evidenzia – è necessario investire nel settore delle architetture di backbone core network che offrono numerosi vantaggi, tra cui l’elevata affidabilità in termini di connettività e la capacità di svolgere le funzionalità essenziali della rete».

Il parere di Camillo Ascione, responsabile Cisco-Oem products & solutions product unit di Italtel (www.italtel.com), è che la rete IP, con i suoi nuovi backbone e i super core, stia diventando la tecnologia prevalente per il trasporto del video. «Dopo la voce – prosegue -, il video sarà la prossima killer application per le reti: la nuova V2oIP (Voice video over IP). La diffusione crescente di smartphone e tablet favorisce la massiccia adozione di applicativi Web 2.0 e social network ad alto contenuto multimediale (video e foto sharing, videocomunicazione via Web) e aumenta esponenzialmente il traffico sulla rete».

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«Secondo i risultati di alcune ricerche, nel prossimo quinquennio – risponde Riccardo Rodriguez, executive vice president/partner di Gruppo S.E.S.A. (www.sesaspa.it) – il traffico di dati proveniente dalla rete radiomobile aumenterà fino a 26 volte potendo raggiungere i 6.3 exabyte al mese a un tasso di crescita annuale di 75 exabyte entro il 2015, spinto da un incremento di dispositivi mobili alimentato dal nuovo paradigma del machine-to-machine e dalla banda offerta dall’Lte. Parliamo quindi dell’incremento in traffico più massiccio che si sia mai verificato. È logico quindi che dietro a sistemi di accesso mobile capaci di recepire una mole di traffico così significativa ci sia un backbone di trasporto adeguato, da qui la necessità per gli operatori di pianificare adeguati investimenti sul trasporto per non creare imbarazzanti colli di bottiglia».

Conclude questo primo giro di risposte Roberto Cepparotti, Tellabs sales director South Europe and Telecom Italia Global (www.tellabs.com), sostenendo la necessità degli operatori di essere competitivi lasciando ai propri clienti la possibilità di innovarsi senza rappresentare un elemento di costo insormontabile. «Tellabs ha analizzato le esigenze dei propri clienti per capire innanzitutto qual è la natura dei servizi da erogare sulle reti ottiche. È andata quindi oltre la sola analisi del trasporto, realizzando la piattaforma 7100 che affianca alle tecnologie ottiche più avanzate alcune componenti di servizio quali Eth e Sdh».

 

Quali si pensa possano essere le killer application per utilizzare questa “autostrada a sei corsie”?

Secondo Gianpaolo Miele di BT Italia, i servizi che stanno determinando il successo di Internet sono quelli che consentono di mantenere relazioni e contatti agnostici alla geografia e all’ubicazione degli utenti. «Il prossimo passo garantito dall’implementazione della Ngan – continua – consisterà nel portare a piena maturazione tale sviluppo con applicazioni che possano emulare l’esperienza di prossimità fisica (per esempio l’Hd telepresence) e la cooperazione di contenuti bandwidth consuming nell’ambito di una comunità di utenti. Tale passaggio, per assumere valore, dovrà applicarsi anche a comunità quali quelle intra-aziendali (modificandone processi, struttura, organizzazione, logistica) e nel rapporto tra utenti e fornitori di servizi/beni. In tale scenario il valore consisterà nel passaggio da un’organizzazione delle relazioni basate sullo spostamento fisico delle persone a un modello in cui lo spostamento fisico non sarà più richiesto. Ciò significherà spostare valore (soldi compresi) dal trasporto fisico al trasporto virtuale, con ampi margini di risparmio ed efficienza rispetto alla condizione attuale e con un fondamentale contributo alla ridefinizione di una società eco-compatibile».

Per Giorgio Pignataro di Cisco Italy la crescita è guidata principalmente dalla fruizione di contenuti video. «Entro il 2015, ogni secondo transiteranno su Internet un milione di minuti di contenuti video per una durata pari a 694 giorni – enfatizza -; anche in Italia, così come in tutta Europa, vi è una crescente richiesta di servizi video che utilizzano grandi quantità di dati. Ma c’è un altro trend da tenere d’occhio: i player in gioco stanno cambiando. Non sono più solo le telco istituzionali, nate con un focus sul business voce/dati, ma che oggi stanno guardando con crescente attenzione al futuro, rappresentato dal video e dalla collaboration, ci sono gli operatori mobili, gli over the top, come Google o Facebook, e anche i broadcasters, che cercano di sfruttare le infrastrutture dei carrier per conquistarsi uno spazio nelle comunicazioni di nuova generazione».

Christophe Verdenne di Easynet Global Services si focalizza sul Cloud che sta cambiando le modalità di business verso i clienti. «Si tratta di una tecnologia che offre loro livelli di efficienza e flessibilità che fino a ieri erano impensabili – sottolinea – e sappiamo per esperienza che questo potenziale può essere realizzato solo quando le imprese dispongono di una piattaforma di hosting robusta e sicura, oltre a una rete intrinsecamente affidabile. A tale proposito, Easynet ha recentemente pubblicato i risultati di uno studio realizzato in collaborazione con Vanson Bourne (“Fullfilling the Cloud”, il white paper è disponibile su http://Cloud.easynet.com/) secondo cui nonostante il 49% dei Cio abbia intenzione di aumentare gli investimenti in tecnologie Cloud nel corso del prossimo anno, un numero ancor più elevato sta rischiando di non poter mettere a frutto il pieno potenziale del Cloud computing per mancanza di una visione strategica delle capacità della propria rete. Inoltre, solo un intervistato su cinque ritiene che la propria rete aziendale sia un elemento fondamentale nel passaggio verso il Cloud. La buona notizia è che il 43% si rende conto che la propria rete avrebbe bisogno di essere aggiornata, ma il dato preoccupante è che il rimanente 57% è convinto che la rete della propria azienda possa essere in grado di affrontare la trasformazione al Cloud senza alcun investimento».

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Paola Rigoldi di HP italiana sostiene che sotto la spinta delle nuove applicazioni elencate in precedenza, il Gigabit alla periferia sia ormai una realtà. «Non solo per le infrastrutture cablate, ma anche per quelle wireless – specifica -. HP, per esempio, ha recentemente annunciato una nuova generazione di Access Point, basati su standard 802.11n, che garantisce performance “near Gigabit” per supportare le esigenze di banda degli utenti wireless e fornire loro prestazioni equiparabili a quelle delle infrastrutture di rete cablate. L’impatto non è solo sulla periferia delle infrastrutture di rete, ma anche, necessariamente, sul core del network, dove convergono le richieste di banda di tutte le nuove applicazioni e che quindi deve essere adeguato per supportare l’aumentato carico».

Camillo Ascione di Italtel ricorda che le reti che erano state disegnate con una banda relativamente bassa e con un’alta latenza non sono adeguate per supportare i requisiti dei servizi video di prossima generazione in alta definizione. «Per farlo, devono implementare meccanismi e protocolli come IP/Mpls per garantire la qualità del servizio (QoS) richiesta e prestazioni adeguate di resilienza, disponibilità e scalabilità. I backbone IP stanno diventando la miglior tecnologia convergente capace di soddisfare i requisiti dei servizi video premium e sono in grado di garantire gli stringenti service level agreement necessari per il trasporto dei servizi video in alta definizione».

Per Riccardo Rodriguez del Gruppo S.E.S.A. sono da pensare come killer application tutte quelle di tipo machine-to-machine affiancate da grandi capacità di calcolo virtualizzate in Cloud. «Sia quelle machine-to-human (M2H), destinate per esempio ad applicazioni di carattere medicale e sociale – sottolinea – sia quelle machine-to-enterprise (M2E) destinate invece all’ottimizzazione e al controllo di processi aziendali importanti quali l’Erp e il Crm per esempio. Per fare un esempio concreto, se tutti i mezzi che si muovono sulla nostra rete stradale potessero essere individuati univocamente da un indirizzo IPV6 e connessi in mobilità, si potrebbero realizzare dei sistemi di controllo e gestione del traffico all’avanguardia diminuendo drasticamente o quasi azzerando il numero di incidenti e la conseguente mortalità, con un impatto benefico sui costi della sanità e del primo soccorso».

Roberto Cepparotti di Tellabs risponde dicendoci che «una delle applicazioni che ha facilitato l’introduzione della Soluzione Tellabs è stata la connessione offerta dagli operatori ai clienti Enterprise. Connessioni disponibili in poche ore, a costi altamente competitivi per velocità fino a 10G. La disponibilità sul backbone degli operatori di tecnologie in grado di ottimizzare l’uso della fibra (Roadm con 88 canali contemporanei per link) riduce i costi di trasporto permettendo di offrire ai clienti interconnessioni veloci con elevata disponibilità di servizio a prezzi competitivi. Oltre a ciò, la semplificazione della rete e l’opportunità per gli operatori di ridurre i server e i router distribuiti, permette di contenere i costi non solo degli apparati che compongono la rete stessa, ma anche degli elementi esterni».

 

Ha senso, in un momento di forte contrazione dei costi, fare scelte così innovative?

«Certo, le industries che non adegueranno i propri processi all’implementazione della Ngan rischieranno di essere sopraffatte dalla concorrenza», risponde telegraficamente Gianpaolo Miele (BT Italia).

«In uno scenario economico dove le sfide si moltiplicano – sostiene Giorgio Pignataro (Cisco) -gli operatori possono guadagnare dalle loro infrastrutture, guardando ai tre segmenti più promettenti del mercato: le soluzioni per collaborare e interagire nel mondo del lavoro, quelle per la connected life (basate su mobilità e video) e il Cloud computing, che sta trasformando il modo di accedere ai servizi ICT con nuove formule di pagamento “on the go” che rispondono meglio alle esigenze delle aziende dopo la crisi. Anche prodotti innovativi aiutano gli operatori a far quadrare i conti permettendogli di valorizzare l’asset più importante: la rete».

«Molti Cio si trovano ad affrontare il terzo o quarto anno consecutivo in cui devono cercare di fare di più con meno – ci risponde Christophe Verdenne (Easynet) -, mentre il Cloud offre un modo per ridurre le spese di capitale IT. Easynet suggerisce ai Cio di analizzare a fondo gli Sla stipulati con i propri fornitori, per assicurarsi che l’azienda ottenga il massimo ritorno dagli investimenti. Nel rapporto con il vendor prescelto, i Cio dovranno prevedere incontri di revisione frequenti, una visione approfondita della propria azienda e contatti con i ruoli di responsabilità chiave presso il fornitore».

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Per Paola Rigoldi (HP) è fondamentale, per le aziende che intendono implementare una nuova infrastruttura di rete o rinnovare quella esistente, prendere in seria considerazione le potenzialità offerte dai nuovi standard Ieee 802.3ba. «Questo per arrivare al traguardo dei 100Gbps per la connettività dei Network core, preservando al tempo stesso la compatibilità con le installazioni basate sui precedenti standard Ethernet e gli attuali investimenti effettuati. Questo aspetto assume una notevole importanza in un contesto come quello attuale, caratterizzato da una generale contrazione dei budget a disposizione dei responsabili IT. Tra le tecnologie abilitanti, gli switch HP supportano la funzionalità Irf (Intelligent resilient framework) per la virtualizzazione di switch fisici, un ulteriore elemento che aiuta a semplificare l’infrastruttura della rete. HP quindi continua a investire in questo ambito e nella realizzazione di prodotti conformi agli standard, per consentire alle aziende di soddisfare istantaneamente le esigenze in costante evoluzione».

«Per gli operatori, innovare i backbone e valorizzare la qualità della rete è una scelta necessaria per valorizzare la qualità dei servizi trasportati e differenziarsi così dai fornitori di servizi, gli over the top – afferma Camillo Ascione (Italtel) -; gli operatori, infatti, hanno compreso come il valore aggiunto sia sempre più nei servizi attraverso la rete e non nel trasporto di bit».

Per Riccardo Rodriguez (S.E.S.A.) ha sicuramente senso investire in questa direzione: «Deve essere un driver per gli operatori radiomobili i quali dovranno dotarsi anche delle infrastrutture di calcolo e delle server farm per erogare ai propri clienti servizi in mobilità ad altissimo valore aggiunto».

«Assolutamente si – afferma Roberto Cepparotti (Tellabs) concludendo il dibattito – la tecnologia è già disponibile e gli operatori che hanno già adottato la Soluzione Tellabs per l’Ottimizzazione delle Reti Ottiche sono riusciti a risparmiare più del 60% sia per quanto riguarda i Capex che gli Opex».

 

Conclusioni

Essere manager di rete oggi è compito difficile. Non è più solo una questione di competenze e di conoscenza tecnica come un tempo. L’ICT è ormai strumento fondamentale per qualunque business e occorrono grande attenzione ed equilibrio per garantire efficaci ritorni di investimento. Soprattutto bisogna aver molto chiari gli obiettivi. Come ci insegna con un bell’aforisma Seneca: nessun vento è favorevole al marinaio che non sa verso quale porto dirigersi!…Meditate, gente, meditate 🙂

La sempre crescente domanda di accessi Internet mobile determina per gli operatori un oggettivo problema di sovraccarico di dati sulle reti 3G. Ciò comporta per gli stessi operatori scelte molto impegnative dal punto di vista dello sviluppo delle infrastrutture, che coinvolgono sia la parte di accesso che il backbone.

Questo tipo di interventi sarà verosimilmente necessario nel prossimo futuro ma, nella realtà, sta diventando sempre più popolare a livello mondiale il tema dell’utilizzo del Wi-Fi come strumento per garantire l’off-load del traffico 3G sugli hot spot Wi-Fi che, tipicamente, non hanno problemi di disponibilità di banda. In questo contesto si inserisce l’ultimo prodotto sviluppato da Guglielmo (www.guglielmo.biz), in collaborazione con l’Università di Parma, per garantire all’utente la massima qualità di collegamento possibile. L’azienda emiliana, specializzata nello sviluppo di sistemi di accesso wireless, ha creato e brevettato il client BabelTEN, in grado di gestire in modo completamente automatico il “vertical handover”, cioè il passaggio dell’utente da qualsiasi rete 3G a Wi-Fi e viceversa, superando con un algoritmo proprietario le tipiche criticità che presenta questo tipo di applicazione.

«La sfida di questo algoritmo è mantenere stabile la connessione durante gli spostamenti fra una rete e l’altra, senza che l’utente si accorga di essere passato da Wi-Fi a 3G e viceversa, continuando a navigare normalmente e utilizzando qualsiasi tipo di servizio cui sia abilitato ad accedere», afferma Giovanni Guerri, presidente e Ceo di Guglielmo.

Prima a livello mondiale nel realizzare questo tipo di soluzione, dal nome esplicito ed evocativo, Guglielmo apre nuovi orizzonti in termini di efficienza legata ai servizi Internet mobile.

Un’innovazione a disposizione degli operatori 3G che rende universale e realmente applicabile il concetto di “always connected”, con una particolare attenzione alla facilità di utilizzo da parte dell’utente finale.

BabelTEN, un’altra eccellenza della ricerca italiana, al servizio degli operatori mobili.