La programmazione della spesa sanitaria deve collocarsi all’interno di un nuovo sistema di rapporti tra Stato ed Enti locali e deve fondarsi su principi di responsabilità, sostenibilità e razionalità.
Il monitoraggio della salute del cittadino attraverso soluzioni di reporting e analisi ci ha permesso di conoscere i trend delle patologie, la loro suddivisione tra croniche e acute, la consistenza delle strutture sanitarie, gli aspetti riguardanti la funzionalità delle strutture con particolare riguardo ai carichi di lavoro e alle esigenze della domanda di assistenza distribuita sul territorio.
Il compito dell’Osservatorio è di interfacciarsi con tutte le aziende sanitarie della Regione sia locali sia ospedaliere. I destinatari finali sono le strutture regionali che si occupano di programmazione e le aziende sanitarie. Le finalità operative del nostro Osservatorio si traducono nello sviluppo e utilizzo di strumenti e metodi epidemiologici per la valutazione dello stato di salute dei cittadini in relazione alle prestazioni e ai servizi erogati. Precedentemente, lavoravamo con poche banche dati incomplete, rilevazioni ad hoc e numeri contenuti. Oggi, ci confrontiamo con una mole crescente di dati che non è più possibile gestire manualmente. L’approccio analitico ha prodotto un cambiamento nei processi operativi di gestione dei dati grazie all’integrazione dei flussi informativi provenienti dalle strutture ospedaliere e dal registro delle cause di morte. Quest’anno, abbiamo raggiunto l’obiettivo di avere una banca dati integrata in grado di monitorare tutta la popolazione e i flussi sanitari correnti, dai farmaci alla specialistica ambulatoriale, creando la Banca dati degli assistibili della Sicilia.
I dati hanno confermato la buona programmazione sanitaria a livello regionale e l’analisi dei dati ha permesso di rilevare, in alcune aziende sanitarie regionali, consumi delle risorse più alti rispetto a quelli attesi e di creare una sorta di “mappa” sanitaria regionale. Siamo riusciti a raggruppare la popolazione per gruppi di patologia, distinguendo tra pazienti acuti (45%) e cronici (36%). Le province con un maggiore livello di attrazione di pazienti provenienti da altre aree dell’isola coincidono con le tre province metropolitane di Catania, Messina, Palermo. In controtendenza, tassi di ospedalizzazione elevati sono stati rilevati nelle province di Enna e Caltanissetta. Inoltre, l’analisi della mobilità intraregionale ed extraregionale ci ha permesso di correggere l’erogazione dei servizi sanitari. La mobilità sanitaria ha un impatto negativo sulla programmazione della spesa e l’analisi dei dati ci ha permesso di evidenziare una mobilità intorno all’80%, ma anche di rilevare una falsa mobilità determinata da pazienti che pur vivendo fuori regione, continuavano a mantenere la residenza in Sicilia. Tutti questi elementi rappresentano non solo numeri, ma sono i pilastri per programmare una distribuzione efficiente delle risorse economiche.
L’obiettivo che ci proponiamo è di individuare grandi gruppi di aggregazione per patologie per costituire dei trend di osservazione attraverso l’integrazione delle diverse fonti, fino ad avere un profilo dei pazienti a partire dall’utilizzo dei servizi.
Ignazio Tozzo
direttore generale dell’Osservatorio Epidemiologico
Regione Sicilia