La società, pur mantenendo la tradizionale anima tecnologica, si caratterizza sempre di più per un’offerta orientata ai servizi. Network integration, unified communication, virtualizzazione e cloud computing i focus principali
Gli ultimi risultati finanziari worldwide di Dimension Data (www.dimensiondata.com/it) relativi al semestre chiuso il 31 marzo «sono molto buoni e lo sono da diversi semestri consecutivi – sottolinea il direttore generale della country italiana, Roberto Del Corno, che Data Manager ha recentemente incontrato – e anche quelli locali sono allineati all’andamento a livello mondiale».
La società, a fine marzo, ha infatti chiuso l’ultimo semestre con un fatturato di circa 2,2 miliardi di dollari con una crescita dell’11,1% rispetto al medesimo periodo dell’esercizio precedente.
«La percentuale dei ricavi nei servizi – fa notare Del Corno – è cresciuta dal 42 al 44% ed è un trend in continua crescita. Questo è un segnale importante della riuscita della strategia che Dimension Data porta avanti da tempo, cioè quella di trasformarsi da un’azienda “product driven” a una “service driven”; forte impulso in questo senso è dato dai servizi gestiti, dalla pura manutenzione fino all’outsourcing. L’azienda, inoltre, è in una fase di trasformazione verso i servizi di consulenza, pur mantenendo intatta la sua anima tecnologica e le partnership con i maggiori vendor del mercato».
A riprova di questo, il responsabile della filiale italiana ricorda, con giustificata soddisfazione, che «lo scorso anno Dimension Data è entrata dalla porta principale nel Magic Quadrant di Gartner, e ci siamo confermati quest’anno tra le aziende “challenger” per l’area dei Communications Outsourcing and Professional Services».
Del Corno si sofferma ancora sui risultati economici sottolineando che è stato raggiunto, in anticipo di sei mesi l’obiettivo di avere il 5% di margine operativo. «L’obiettivo dei prossimi cinque anni è ancora più ambizioso – ha detto -, vogliamo arrivare al 7%, con una crescita significativa di market share globale e contiamo di superare il 50% di apporto al fatturato con la componente servizi».
«Stiamo già posizionandoci presso alcuni clienti come dei consulenti di It, come coloro che aiutano le imprese a costruire una soluzione, più che a fornire la soluzione che il cliente chiede. Ci stiamo muovendo su tre direttrici: la network integration, poiché sull’infrastruttura di rete dovranno essere costruiti tutti i servizi; l’unified communication, che sta dando dei frutti molto importanti, è la linea di sviluppo principale; infine la virtualizzazione e il cloud computing».
Dimension Data in Italia sta proponendo anche servizi di Infrastructure-as-a-Service, «rivendita al cliente di un servizio costruito su un mix di prodotti di professional service e managed service, erogati tramite nostre infrastrutture presenti in Italia o all’estero».
Ma il mercato italiano come risponderà quest’anno? «Noi vediamo un miglioramento – risponde Del Corno -. Rispetto a un anno, un anno e mezzo fa notiamo una richiesta dei clienti più effervescente».
«Lo stimolo che porta le aziende a essere più effervescenti – spiega Enrico Brunero, line of business manager, data centre and storage solutions – è la consapevolezza che devono portare cambiamenti all’interno dell’infrastruttura o per ridurre i costi o per un recupero di efficienza o ancora per abilitare nuovi servizi».
«Nostre proposte come l’analisi della rete (cerchiamo di vedere lo stato della rete del cliente, cosa è adatto o meno per costruire servizi nuovi, con un approccio consulenziale) diventano sostanziali perché inevitabilmente parlare di evoluzione del data center fa comunque riferimento a un utilizzo più efficiente dell’infrastruttura It sia quando è di proprietà dell’azienda, sia utilizzando tecnologie di service provider o un mix delle due cose. Tutto ciò ha un inevitabile effetto, bisogna razionalizzare e modernizzare l’infrastruttura di rete su cui il data center si appoggia, questo è il primo passo. Poi si analizzano server e storage, per portare l’infrastruttura a più alti livelli di utilizzo e migliorarne l’adattabilità ai cambiamenti imposti dalle dinamiche di business, riducendo al contempo i costi di gestione, i consumi energetici e gli spazi. Il tutto perché il comparto It deve erogare servizi con service level più alti rispetto al passato», conclude Brunero.