Mobile World Congress 2014 – Il mobile diventa universale

I numeri parlano da soli: nel mondo ci sono cinque linee mobili (7 miliardi) ogni linea fissa e in molti mercati emergenti il mobile non ha alternative. Fatale che all’edizione 2014 del Mobile World Congress (record di 85mila visitatori e di 1.800 espositori), si sia parlato, naturalmente, dell’ultima “annata” degli smartphone: ma mai come quest’anno presente il tema dell’integrazione e della convergenza ICT

 

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Mobile World Congress 2014 - Il mobile diventa universale

 

Barcellona L’intervento più atteso (due ore di coda per entrare nell’auditorio della Fira) è stato quello di Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook con 1,3 miliardi di utenti attivi di cui quasi un miliardo sono mobili, che con la neo acquisita WhatsApp, promette di aprire alla telefonia VoIP.

A chiudere idealmente gli interventi è stata – però – la neo CEO di IBM, Ginni Rometty. Una presenza, quella di IBM, che al pari di altri “top gun” come HP ed EMC (presente il CEO Joe Tucci come Keynote speaker), ha una doppia ragione: non solo il mobile sta diventando la chiave privilegiata per accedere ai “forzieri” delle informazioni che stanno sui loro server, ma la nuova prospettiva delle reti mobili passa per il cloud e per piattaforme IT sempre più standard.

E di standard si è incominciato a parlare subito con Nokia, che ormai vuol dire Microsoft ma – e qui è la sorpresa – non esclusivamente Windows. Con Android di Google e Apple iOS che da soli occupano il 90 per cento dei sistemi operativi mobili, e un Windows Phone che tarda troppo a decollare, la nuova “Microsoft-Nokia” ha gettato la carta di una linea di smartphone, che ammicca a sviluppatori e utenti adottando un sistema operativo basato si su Android, ma con un’interfaccia facilmente scambiabile per quella dei Lumia, e di Windows Phone, e che indirizza non alle app di Google ma a quelle di Windows. Per ora, la serie “X” viene lanciata nei mercati emergenti, anche per testare la reazione. Lo smartphone low cost è stato del resto un piatto forte del MWC, dove pure la regina era il Samsung S5, presentato fuori salone a un pubblico di tremila invitati. Sempre dall’azienda coreana sono arrivati lo smartwatch Galaxy Gear 2 basato non su Android ma su Tizen, e il già annunciato tablet da 12 pollici: segno che l’avvicinamento verso il mondo pc da parte del tablet si fa più intenso. 

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L’altra faccia del MWC

Le reti sono l’altra faccia del MWC e quest’anno si è parlato non solo di capacità e velocità ma anche e soprattutto di nuove architetture. Il 4G è ancora nella sua fase di decollo e già si parla del 5G. Il commissario europeo per l’Agenda Digitale, Neelie Kroes, ormai a fine mandato, tra le difficoltà di affermare la sua proposta del mercato unico europeo delle Tlc mobili (quindi senza tariffe di roaming), ha confermato il contributo comunitario di 700 milioni di euro per la futura generazione attesa per il 2020.

Il problema, secondo gli operatori presenti a Barcellona, è comunque quello della quadratura del conto economico per sostenere lo sviluppo delle reti. Zuckerberg si è presentato fresco dell’acquisizione di WhatsApp, che – ha detto il Ceo, Jan Koum – ha in serbo un’altra cattiva notizia per gli operatori: «Il futuro lancio di un servizio di telefonia VoIP». Se nel 2013 i carrier hanno perso 32 miliardi di dollari di ricavi nella messaggistica, che succederà con la voce?

 

Virtualizzazione e cloud

Le novità arrivano sul fronte delle infrastrutture. Le parole d’ordine circolate sono state virtualizzazione e cloud. Alcatel-Lucent ha annunciato già accordi con Intel e con una serie di operatori, tra cui China Mobile e Telefonica. Anche Huawei, Ericsson e altri stanno facendo rotta su quella che promette di essere la strada dei prossimi anni, fortemente sostenuta dall’Istituto europeo per gli standard nelle telecomunicazioni (ETSI). L’obiettivo è quello di passare dalle piattaforme dedicate – e quindi più costose – ad hardware sempre più general purpose e comunque basate su standard comuni. Si inizia così a parlare di virtualizzazione della rete di trasporto a pacchetto (EPC), della rete d’accesso radio (RAN). Vent’anni fa, l’informatica scopriva i vantaggi di tecnologie comuni dai server allo storage. Per questo, anche i grandi nomi dell’IT guardano a loro volta con occhi nuovi a reti più “universali”, personalizzabili via software e destinate a diventare più flessibili e “on demand” passando per il cloud. 

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