Si apre una nuova stagione, segnata dalle attese per l’impatto della tablet revolution. L’annuncio di Surface da parte di Microsoft ha fatto molto più che porre l’attenzione di un prodotto. Un quarto di secolo dopo il “downsizing” imposto da Pc e server è in ballo il futuro di un mondo sin qui plasmato da Pc e Windows
“Settembre, andiamo. E’ tempo di migrare”, scriveva – più di cento anni fa – Il Poeta. Questa volta, al di là dei richiami bucolici di D’Annunzio, l’arrivo dell’autunno ha tutte le probabilità di segnare una svolta nel mondo dell’Information Technology. Le crisi economiche, è vero, non facilitano i cambi di cavallo, ma l’allineamento astrale è impressionante: provate a considerare i fatti. Fatti che si chiamano Cloud, Windows 8 e RT nelle varie salse, virtualizzazione, tablet e smartphone, broadband fisso e mobile e altro ancora.
L’arrivo di un nuovo sistema operativo in casa Microsoft è sempre (ok, “quasi”) coinciso con una compressione e – quindi – espansione della “molla” del mercato dei Pc. Windows 8 promette di essere assai più che il consueto “nuovo Windows”, come lo erano stati tutti quelli dopo NT, quelli più buoni (Windows 7 appartiene a questi) e quelli meno buoni. Al di là di tutto, con il suo drastico cambiamento di look and feel e l’impatto sulle applicazioni, contribuirà a far capire se il Pc avrà ancora un radioso futuro o se sarà detronizzato da parenti più “smart”. Più o meno, come il Pc fece – un quarto di secolo fa – insieme con il fratellone server. Ve la ricordate l’epoca del “downsizing” che tanto preoccupava gli IT manager?
UN ECOSISTEMA ATTORNO A WINDOWS È REALIZZABILE? – Sarà, in ogni caso, la stagione del tablet. Microsoft, per non perdere altro prezioso tempo e superare le titubanze di Pc-manufacturer, che sul tablet sin qui non hanno sicuramente brillato, ha rotto gli indugi presentando il suo Surface (con poche specifiche tecniche dichiarate al momento in cui scriviamo queste note). Il suo maggiore cliente di Windows, cioè, il numero uno dei Pc, Hewlett-Packard, comunque ha già fatto sapere che introdurrà dei tablet Windows 8 “standard”, per piattaforma x86, ma non per la piattaforma ARM, ovvero Windows RT (chiamata anche WOA: Windows On Arm). Per inciso, quella della britannica ARM è la stessa piattaforma hardware dell’iPad, ma, in generale, occorrerebbe dare un premio a Microsoft per la confusione che ha contribuito a generare tra Windows 8, Windows RT, Win RT, Windows 8 Phone.
La partita potrebbe essere davvero decisiva e riguarda il futuro di Windows. Per Microsoft, il tablet non è solo un “pilastro”, ovvero, un segmento di mercato. E’ un “ponte”, perché rappresenta la possibilità di sfondare finalmente anche negli smartphone, visto che Windows Mobile non ha sin qui raccolto gli entusiasmi che soprattutto Nokia si aspettava. Per la casa finlandese è un momento critico e il suo CEO Stephen Elop (ex manager di punta di Microsoft) lo sa. Del resto, non si annunciano diecimila tagli – dopo altre migliaia un paio di trimestri prima – proprio quando hai annunciato un nuovo corso (Symbian “out”, Windows “in”) – a meno che – vedi la finestra chiudersi inesorabilmente.
L’ULTIMO GIRO PER NOKIA – Nokia, che ha già detto di non voler mettere altri soldi nella sua filiale nelle infrastrutture, la NSN, ha visto in questi mesi volatilizzare la sua forza in Symbian, senza sviluppare una posizione decente con Windows Mobile. Il tablet Microsoft potrebbe essere l’ultima carta, ma resta più di un problema: Apple/iOS e Google/Android sono dei solidi ecosistemi, con centinaia di migliaia di “Apps” pronte all’uso, in larga misura utilizzabili anche su smartphone e tablet. Per Microsoft la situazione è diversa e se non decolla il tablet, è difficile che lo smartphone prenda il volo. Le altre domande sono: quanto, grazie alle API di Win RT, le applicazioni sviluppate per Windows 8 saranno effettivamente trasferibili a tablet e smartphone? E quanto dell’esistente – per quanto scarso mondo applicativo per Windows 7 Phone – potrà essere recuperato su Windows 8 Phone? Non sono passati molti anni da quando quello splendido ambiente, scomparso come Atlantide e non resuscitato da HP, che era il Palm OS poteva vantare 24mila applicazioni.
DOVE VANNO LE APPLICAZIONI LEGACY? – Tutti questi aspetti potrebbero sembrare chiacchiera da salotto, buona per i blog se, a partire da quest’autunno, molte delle aziende di grandi dimensioni non fossero impegnate a decidere su quale piattaforma orientarsi. C’è chi sta pensando di sostituire il Pc con il tablet (soprattutto chi deve promuovere il Cloud, come gli operatori di TLC), c’è chi pensa a una convivenza, ma è evidente che molto dipenderà anche dalla possibilità di portare le applicazioni legacy sulle nuove piattaforme. Gartner ha esteso al 2020 il suo scenario, per giungere a dire che Win RT sarà il futuro, anche in chiave di investimenti applicativi, ma molte delle scelte saranno compiute molto prima e la domanda è: Microsoft saprà tranquillizzare i suoi clienti? Se non saprà farlo, a essere in pericolo, sarà non solo la sua – oggi scarsa – presenza su tablet e smartphone. Che succederà sugli altri versanti? I dispositivi mobili stanno cambiando comunque lo scenario. I maggiori produttori di Pc sembrano, in questo momento, giocare le loro carte sugli ultrabook, ma sull’esito di questa manovra sono leciti dei dubbi. Ancora due anni fa, sembrava un passo obbligato mettere a listino i mini-notebook, ovvero, i netbook, cui oggi nessuno presta più attenzione. Anche perché se un netbook costa da 250 a 300 euro, con 200 euro in più, il consumatore si porta a casa un notebook più performante. Probabilmente, questi ultra-light – che si caratterizzano non solo per la loro struttura supersottile, ma anche e soprattutto per l’uso di dischi allo stato solido (talvolta in accoppiata con un hard disk convenzionale) – finiranno con lo scendere sensibilmente di prezzo (forse dopo la metà del prossimo anno), parallelamente alla maturazione della tecnologia SSD e vireranno verso il mondo del tablet, approfittando naturalmente di Windows 8. Soprattutto, per garantire la compatibilità con le applicazioni legacy.
La novità, comunque, è che sta cambiando la modalità di accesso alla rete e questa trasformazione coinvolge anche le aziende. Una recente indagine dell’Osservatorio del Politecnico di Milano mostra come il numero di aziende che vedono al loro interno l’uso di un tablet, almeno a certi livelli, sia ormai decisamente importante. Il fenomeno BYOD (Bring Your Own Device) a sua volta è tutt’altro che trascurabile.
QUANTI SISTEMI OPERATIVI? – Ci sarà spazio per tutti? La risposta è no. Questi pochi mesi saranno decisivi per capire se ci sarà spazio per altri sistemi operativi, oltre a quelli di Apple e di Google. Microsoft sa di dover recuperare parecchia strada e potrebbe ritenere che la sua carta sia quella dell’Enterprise, identificando quindi non Apple, ma Google come il suo concorrente diretto. La sfida di Microsoft è ambiziosa: un “nastro” di user experience, che propone un look and feel unificato dallo smartphone, al tablet al Pc, con cui tentare di compensare la debolezza sul mercato delle Apps. Difficile che riesca a scalzare le posizioni di Apple: qualche carta in più potrebbe averla nei confronti di Android. Se non ci riuscisse in tempi ragionevolmente brevi, sarebbero guai grossi soprattutto per Nokia. A maggior ragione, se Amazon – dopo il buon successo di Kindle – dovesse scendere in campo nel mercato smartphone. Sullo sfondo, la partita ha un nome: quante saranno le piattaforme per accedere al Cloud? Nei Pc – Mac permettendo – ce n’è stata una sola. Quante ce ne saranno nella nuova dimensione del mobile Web?