La corretta gestione di merci e prodotti finiti rappresenta un elemento fondamentale in un mercato che chiede di ridurre i tempi di consegna ed eliminare qualunque errore
Zero errori ed elevata velocità di consegna. Sono questi, in estrema sintesi, gli obiettivi di qualunque attività di logistica. Obiettivi che, negli ultimi tempi, si propongono di raggiungere soprattutto i magazzini automatizzati, in grado di sfruttare le più moderne tecnologie hardware e software per ottimizzare i cicli di gestione delle merci. Simili infrastrutture, però, stanno modificando radicalmente il concetto di logistica. Al punto che, come spiega Luisa Ferrari, responsabile presales di Gruppo Formula (www.formula.it), «l’introduzione di magazzini automatici va a ridurre i costi logistici, permette flessibilità e consente un maggior servizio, ma ci possono essere referenze con caratteristiche fisiche non compatibili oppure il cui livello di movimentazione non è compatibile o conveniente. I magazzini automatizzati devono far parte della gestione logistica a 360° grazie all’integrazione con sistemi ERP avanzati».
Un’opinione condivisa da Attilio Salvaro, responsabile commerciale di Sanmarco Informatica (www.sanmarcoinformatica.it), che sottolinea come «l’elemento centrale su cui organizzare la logistica è l’ottimizzazione dell’attività degli operatori, per limitare le possibilità di errore e per velocizzare i processi di logistica. I magazzini automatici aiutano molto in questo senso, sfruttando anche tecnologie come i terminalini con funzionalità voice».
Proprio la capacità di riconoscere la voce, secondo Agostino Bertoldi, vicepresidente Sud Europa della divisione Enterprise e Mobility di Nuance (italy.nuance.com), rappresenta una delle svolte tecnologiche: «La gestione automatizzata dei magazzini ha portato la logistica a essere operativa 24 ore su 24, sia nelle attività fisiche sia nel fornire informazioni a partner e clienti. Una nuova modalità cui contribuisce anche il riconoscimento vocale, in grado di analizzare e riconoscere anche la semantica, semplificando così l’interazione, a tutto vantaggio dell’efficacia e dell’efficienza».
Del resto, come spiega Andrea Costi, technical & site manager di Intermec Technologies (www.intermec.it) «qualsiasi tecnologia innovativa, capace di rendere i meccanismi più automatici, porta sempre a modifiche sia strutturali, sia nei processi. Detto questo, per quanto autonomo un sistema possa essere, ogni oggetto andrà pur sempre identificato, marcato e tracciato per garantire una corretta logistica – a maggior ragione – quando la movimentazione deve avvenire attraverso meccanismi servoassistiti. Se è vero che i processi cambiano, un’etichetta (o ancora meglio un tag Rfid) sarà comunque sempre presente per garantire che l’oggetto in questione sia quello giusto e compia il percorso corretto, coinvolgendo sempre tecnologie di identificazione tradizionali come stampanti di etichette o smart label e lettori di barcode o Rfid. Alla fine, il vecchio detto rimane sempre attuale: it all begins with a label…».
Anche se, come ricorda Fabrizio Battaglia, team manager di Microsoft Dynamics AX presso Würth Phoenix (www.wuerth-phoenix.com), «l’introduzione dell’automazione nei magazzini sta cambiando l’approccio delle imprese alla logistica – infatti – queste ultime iniziano a vedere in essa il duplice vantaggio competitivo, sia in termini di performance di servizio al cliente, di maggiore efficienza del ciclo di prelievo e di gestione della merce, sia in termini di riduzione costi – ad esempio – minor spazio occupato, minori risorse impiegate e minori errori di gestione».
CHI FA DA SÉ…
A fronte di una rivoluzione di questa portata, i software di gestione rivestono un ruolo fondamentale e, conseguentemente, si riapre il dibattito tra la scelta di adottare soluzioni di mercato o sviluppare una propria piattaforma.
Una scelta, quest’ultima, che Renato Bellotto, direttore business line Industria di Exprivia (www.exprivia.it) si sente di sconsigliare: «È quasi sempre raccomandabile l’adozione di una piattaforma di mercato. Questo approccio consente sia un maggiore controllo dei costi di progetto che tempi di messa in opera più rapidi. L’adozione di una piattaforma di mercato conferisce maggiore sicurezza all’investimento, non solo in termini finanziari ma anche di longevità. Un altro aspetto determinante è legato al TCO. L’adozione di una piattaforma di mercato consente una valutazione più precisa dei costi da sostenere negli anni a venire. Un approccio proprietario è giustificabile solo in presenza di particolari vincoli quali, ma non solo, specifiche regolamentazioni di mercato o automazione spinta».
Della stessa opinione è Francesco Stolfo, partner e business development manager di ToolsGroup, (www.toolsgroup.it): «Parlo dal punto di vista funzionale, in qualità di fornitore di soluzioni avanzate di Inventory Optimization. Lo stato dell’arte, vista la completezza delle soluzioni offerte dal mercato, è sicuramente a favore delle soluzioni esterne. Il vantaggio maggiore che se ne ottiene è l’accumulo del “know how” che il fornitore della soluzione ha potuto raccogliere nelle esperienze maturate con numerosi progetti. In genere, la soluzione custom made aderisce in apparenza perfettamente a quanto richiesto all’azienda oggi, ma non “beneficia” di esperienze esterne. Inoltre, l’ambiente di sviluppo delle soluzioni di mercato permette, in genere, di customizzare parte dei processi secondo le richieste dell’azienda».
Una parziale apertura è invece quella di Ferrari (Gruppo Formula): «La scelta corretta consiste nell’analizzare tutte le aree funzionali focalizzandosi, per le aziende manifatturiere, anche sull’integrazione con i flussi da e per i reparti di produzione al fine di scegliere la soluzione più idonea. Offriamo nativamente una gestione WMS con Geode, modulo di logistica avanzata che permette un’estrema flessibilità e adattabilità dei processi logistici da ottimizzare».
FAI LA TUA SCELTA
Indipendentemente dalla scelta di sviluppare autonomamente una propria soluzione o, al contrario, di rivolgersi al mercato, i criteri di scelta non possono prescindere dal “livello di servizio” che – secondo Stolfo (ToolsGroup) – «nello stesso tempo è l’obiettivo finale da raggiungere e il principale parametro di regolazione dei sistemi. Soprattutto per quanto riguarda le soluzioni di Inventory Optimization e Replenishment Planning».
In ogni caso, come sintetizza Ferrari (Gruppo Formula), il software destinato alle attività gestionali deve supportare una corretta «analisi delle politiche di messa a dimora, ottimizzazione del picking e assegnazione delle missioni ai carrellisti in funzione di vari scenari di utilizzo».
L’analisi di Francesco Matteo Soncini Sessa, associate partner di Reply (www.reply.it), va oltre, ricordando che «la logistica è, per sua natura, distribuita e vede coinvolte più aziende. Nella scelta di un software è quindi fondamentale valutare la sua interazione cross-aziendale. Questo significa, in pratica, che la piattaforma deve essere accessibile ad aziende diverse e, soprattutto, caratterizzata da moduli installabili sui terminali utilizzati dagli operatori in campo. Occorre quindi valutarne la reale integrazione con gli altri sistemi esistenti e, soprattutto, la possibilità di accesso da remoto, ovviamente con le necessarie garanzie di sicurezza».
«Senza dimenticare – avverte Bertoldi (Nuance) – che qualunque scelta deve essere preceduta da un’attenta analisi delle proprie reali esigenze e delle proprie modalità operative, per poi affidarsi a un’azienda in possesso di una reale competenza specifica».
In ogni caso – come sintetizza Salvaro (Sanmarco Informatica) – «la formazione è fondamentale. Ad esempio, avviare un impianto di logistica basato sull’ausilio vocale è estremamente intuitivo. Il lavoro più oneroso è rendere snello il flusso dell’operatività manuale».
QUI CI VUOLE UN ERP
Considerando l’importanza assunta dai sistemi gestionali nell’attività di un’azienda, nessuna scelta può prescindere dalla necessità di integrarsi con l’ERP o – addirittura – di utilizzarne un modulo dedicato. Anche se Ferrari (Gruppo Formula) ammonisce: «Le funzionalità utili alla logistica avanzata non sempre trovano una risposta nelle funzionalità di base degli ERP. Riteniamo che un software specifico e nativo, come Sage ERP X3 distribuito da Formula, possa dare risposte migliori».
Anche Bellotto (Exprivia) preferisce puntualizzare adeguatamente questo punto: «La logistica è sostanzialmente gestita dai sistemi ERP. A mio giudizio approvvigionamenti, livelli di scorta, vendite, trasporti e distribuzione sono tutte tessere del puzzle della logistica e sono spesso argomenti ben gestiti dai sistemi ERP più diffusi. In genere, la necessità di un software specifico si verifica proprio in ambito magazzino, dove per la gestione operativa di grandi centri di distribuzione vengono a volte impiegati software specifici realizzati da produttori diversi da quelli dei sistemi ERP».
Un’opinione condivisa anche da Stolfo (ToolsGroup): «Visto che le tecnologie per l’integrazione tra le soluzioni sono ormai molto avanzate, oggi, la scelta si basa quasi esclusivamente sui vantaggi operativi. I sistemi ERP hanno già “embedded” delle soluzioni integrate per il WMS o per il Replenishment e Inventory Planning. In genere, però, queste soluzioni rischiano di essere più “deboli” rispetto a prodotti specifici proprio a causa del minor potenziale di modellazione dei vincoli e nel know how dei fornitori di software specifico. Sono il contesto e la complessità del sistema logistico che, in genere, fanno propendere per una soluzione interna o esterna all’ERP».
Dello stesso parere è anche Battaglia (Würth Phoenix): «La scelta di una soluzione gestionale specifica per il settore apre innumerevoli prospettive, determinando flessibilità, rapidità e connettività dei processi logistici oltre a tutte le attività aziendali. Per coprire al meglio tali esigenze è consigliabile puntare su soluzioni software dedicate, ma allo stesso tempo integrate con tutti i cicli di business, scegliendo un partner con un’ampia esperienza di settore. La soluzione Würthphoenix Trade+ è basata su una nota piattaforma ERP come Microsoft Dynamics AX e si presenta come pacchetto ERP completamente integrato per la logistica, ideato e sviluppato proprio da esperti di settore».
QUI COMANDA LA VOCE
La sempre maggiore diffusione dei sistemi automatizzati permette di velocizzare le operazioni e ridurre gli errori ma, secondo i detrattori, esiste il rischio che affidarsi a un sistema virtuale porti a perdere il “contatto” reale con le merci a magazzino. «La verità è esattamente il contrario – spiega Bertoldi (Nuance) – soprattutto quando si utilizzano tecnologie di riconoscimento vocale. Le persone, infatti, hanno le mani libere e, quindi, possono essere concentrate esclusivamente sulla propria attività, prevenendo anche pericoli e incidenti. Forse, in passato, queste soluzioni erano potenziali fonti di errori, ma oggi la correttezza del riconoscimento ha raggiunto il 99,99% nei sistemi aperti. Un valore che arriva addirittura al 100% quando l’operatore, dopo l’addestramento, utilizza un database chiuso. Il tutto senza dimenticare che gli strumenti più moderni possono analizzare anche la semantica e, quindi, comprendere il senso di quanto sta dicendo l’operatore, arrivando addirittura a interagire con lui. Tutto questo offre l’ulteriore vantaggio di far diminuire i costi e, soprattutto, di avere un controllo sempre più preciso e privo di errori anche in ambienti rumorosi».
Anche Soncini Sessa (Reply) ricorda che, «esclusi i piccoli magazzini, in cui la logistica è affidata alle “sensazioni” del singolo responsabile, con tutti i limiti connessi, oggi non si può prescindere da sistemi software in grado di supportare l’attività. Nei trasporti, in particolare, il tracking in tempo reale rappresenta il vero valore aggiunto, che ha fatto la fortuna di alcune aziende, e può essere gestito solo da soluzioni automatizzate. Un sistema realmente efficace, infatti, è l’unico modo per massimizzare l’efficienza della logistica e consentire ai responsabili di conoscere la situazione reale. Gli operatori sul campo, incaricati della movimentazione, devono infatti essere concentrati solo sulla propria attività, guidata da soluzioni software in grado di ottimizzarne il lavoro».
UN SUPPORTO ALLA BUSINESS INTELLIGENCE
Tra le nuove tecnologie, non ancora adeguatamente sfruttate nell’ambito della logistica, spicca soprattutto la Business Intelligence. Anche se, secondo Costi (Intermec Technologies), «è in grado di fornire risultati di qualità solo quando anche i dati di base sono di qualità. Per tale ragione, la tecnologia Rfid permette ai sistemi di Business Intelligence di effettuare analisi molto più dettagliate sui beni movimentati e sulle loro evoluzioni, superando tutti i limiti dei tradizionali codici a barre».
Ma la vera svolta sarà offerta, secondo alcuni osservatori, dal Cloud computing, anche se Salvaro (Sanmarco Informatica) ha qualche perplessità: «Le PMI non scelgono il Cloud computing per applicazioni nell’ambito della logistica. Lo si sceglie per qualche dipartimentale o, nella migliore delle ipotesi, per l’intero ERP e, in questo caso, in cascata può arrivare anche nella logistica. Ma nel nostro Paese non c’è ancora l’infrastruttura di connettività garantita, così come mancano la cultura e l’esperienza necessarie».
Più ottimista è invece Soncini Sessa (Reply): «La logistica per la sua natura distribuita coinvolge diverse aziende. Per questa ragione, a livello funzionale, il Cloud computing rappresenta la sintesi ideale delle diverse esigenze. Non dobbiamo però dimenticare che, in molti casi, la logistica richiede un’elevata personalizzazione. Per tale ragione una simile opportunità tecnologica si rivela ottimale nella distribuzione di prodotti già imballati, dove le singole esigenze sono analoghe, e quando sono coinvolte numerose aziende, che condividono una piattaforma comune. Il Cloud computing, inoltre, rappresenta la base ideale per l’impiego di soluzioni a consumo, in quanto consente di abilitare l’accesso a una piattaforma per un periodo predeterminato. Un’azienda sfrutta così i vantaggi di una soluzione di alto livello, ma pagando solo l’effettivo impiego e disponendo di un’elevata flessibilità nelle fasi di espansione o per esigenze legate alla stagionalità».
Guardando al futuro della logistica, però, nuove e “vecchie” tecnologie hanno ancora molto da dire, come ricorda Bellotto (Exprivia): «L’impiego di codici a barre è una tecnologia matura, che consente un’efficace attività di identificazione a costi contenuti. È inoltre innegabile che l’identificazione mediante tag Rfid rappresenti il probabile futuro di molti segmenti di mercato».
Anche secondo Costi (Intermec Technologies) «l’Rfid e il codice a barre rimangono tecnologie ottime e complementari, a seconda degli ambiti di utilizzo. Un’etichetta con codice a barre è spesso sufficiente e molto economica, specie con i nuovi codici bidimensionali. Al contrario – laddove sia necessario creare un processo maggiormente automatizzato, si vogliano leggere più tag contemporaneamente, si desideri leggere un codice nascosto, oppure, il codice debba resistere ad agenti deterioranti – ecco che un tag Rfid può essere la soluzione giusta».
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Sergio Rondena, country manager di Datalogic ADC Italia