Logistica e cloud computing Nuove frontiere

Informatizzazione e supply chain: un binomio vincente che ha portato molti vantaggi nel corso degli anni, ma la costante spinta all’efficienza sta trovando nuova linfa nei paradigmi di cloud computing

di Luca de Piano

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Logistica e cloud computing Nuove frontiereLa ricerca di nuove efficienze ha da sempre coinvolto l’area della supply chain e della logistica, in cui i recuperi di flessibilità sono stati anche spettacolari, grazie all’utilizzo di varie piattaforme ad hoc, che hanno fatto la fortuna di molti vendor specializzati. Come è noto, negli ultimi tempi, lo scenario di mercato è notevolmente mutato: la crescente globalizzazione e le persistenti difficoltà economiche pongono le aziende di fronte alla necessità di dotarsi di strumenti sempre più sofisticati in grado di apportare livelli sempre nuovi di efficienza e flessibilità. La questione cruciale è individuare modalità che possano mettere le aziende in una condizione di maggiore competitività. Il cloud computing consente di individuare possibili sinergie, anche oltre i confini, in particolare nell’ecosistema delle piccole e medie imprese, con l’obiettivo di definire nuovi modelli in una dimensione cooperativa internazionale.

Per fortuna, non mancano esempi virtuosi di modalità operative di tipo cloud applicate alla logistica e alla supply chain, soprattutto nell’ambito del controllo e della pianificazione. Non solo. Vi sono alcuni progetti pilota che guardano soprattutto al mondo delle piccole e medie imprese (PMI), come il progetto europeo Logical, che sta per “transnational LOGistics Improvement through Cloud computing and innovAtive cooperative business modeLs” (www.project-logical.eu). Finanziato con quasi tre milioni di euro – e volto a progettare, sviluppare e implementare strumenti di cloud computing nella logistica per le imprese, in particolare quelle di piccola e media dimensione, nell’ambito dell’accessibilità e dei trasporti – il progetto vede per l’Italia la partecipazione della Provincia di Bologna e dell’Interporto sempre di Bologna, assieme a 13 partner provenienti da sei diversi paesi, soprattutto dell’Europa centrale. Il progetto, iniziato nel 2011 e di durata prevista fino al 2014, si pone diversi obiettivi: delineare specifiche e dettagliate soluzioni ICT per migliorare l’interoperabilità e la cooperazione fra piccole imprese, grandi centri logistici e gli attori globali del settore; realizzare la versione beta di uno strumento innovativo di cloud computing; di attivare sperimentazioni pilota; elaborare modelli di contratti di servizio; definire i programmi per l’integrazione inter-modale e il collegamento tra i nodi logistici coinvolti; e infine lanciare sul mercato il programma LOGICAL Cloud, consistente in una piattaforma virtuale che ha lo scopo di facilitare la collaborazione fra le aziende di trasporto, per esempio, sotto forma di raggruppamento di merci.

 

Vantaggi potenziali

I vantaggi potenziali del cloud applicato alla logistica sono numerosi, come ha evidenziato bene Walter Garizio, manager di Sideup Reply (www.sideupreply.eu). «Il cloud computing è alla base del processo di innovazione in quanto attiva una serie di benefici, che si concretizzano in termini economici e in termini di continuità del servizio, ma soprattutto in termini di business, garantendo collaborazione e portabilità. La logistica non è più solo efficienza di magazzino, ma è sempre più caratterizzata da mobilità, flessibilità, collaborazione e controllo lungo tutta la catena. I sistemi informativi, in questo scenario, devono essere sempre più efficaci e al servizio del business nella riprogettazione dei processi, aumentando il controllo e riducendo i tempi di reazione. Il cloud computing costituisce la tecnologia abilitante di questo processo di cambiamento».

Luisa Ferrari, responsabile presales Sage ERP X3 di Gruppo Formula (www.formula.it), avverte che sebbene di cloud computing si parli molto e – spesso in termini entusiastici – bisognerebbe considerare i benefici che le aziende possono avere in concreto. «Per quanto riguarda logistica e supply chain – spiega Luisa Ferrari – soprattutto in uno scenario, dove la collaborazione internazionale è sempre più diffusa, andare verso il private cloud consentirà nuove dinamiche aziendali e nuovi modelli di business che guideranno il sistema di offerta. Realtà aziendali con sedi all’estero troveranno naturale avere strumenti real-time a supporto per rendere più omogenei, compliant e integrati i loro modelli di business, togliendo molte sovrapposizioni, ridondanze e inefficienze». In questo senso, le sperimentazioni in atto col progetto europeo (LOGICAL) rappresentano un passo nella giusta direzione. Inoltre, secondo Luisa Ferrari, la trasformazione più sfidante riguarderà i processi dell’intera supply chain, che si riconfigura non solo per ridurre ridondanze e costi operativi, ma per diventare più snella, omogenea e dinamica. «Lo scenario cui pensare – dice Luisa Ferrari – è quello di modelli innovativi. Pensiamo già oggi come le opportunità di e-procurement e di e-business possono permettere di accedere a nuovi network e a nuovi business con benefici soprattutto per le piccole e medie imprese. I temi della condivisione delle informazioni si legano a nuovi strumenti di visibilità, comunicazione e collaborazione real-time. Da non dimenticare, anche le opportunità di unire le risorse cloud e i sistemi esistenti. In Italia, purtroppo vi è una carenza infrastrutturale ancora da colmare, ma qualche progresso interessante inizia a vedersi».

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Ottimismo e rischi da non sottovalutare

L’ottimismo verso il cloud non deve – però – tradursi in una sorta di anarchia, quella che vede numerose aziende sviluppare progetti cloud all’insaputa del reparto IT dell’azienda stessa. Il fenomeno, più diffuso di quanto si pensi, è stato evidenziato da ultimo in una ricerca europea condotta nella primavera 2013 da Vanson Bourne per conto di VMware (www.vmware.it). Sono state intervistate tremila figure aziendali di business e mille e 500 persone dell’IT. A livello europeo, il 45% degli uomini di business ha ammesso di aver adottato soluzioni cloud senza aver informato l’IT. Questa percentuale è salita al 66% per l’Italia. Come dire che due aziende italiane su tre – tra quelle interpellate – hanno adottato soluzioni cloud all’insaputa dell’IT. Infatti, il 37% dei responsabili IT europei e il 43% di quelli italiani sospettano l’uso di servizi cloud per così dire non “autorizzati”. Ma c’è un risvolto positivo: il 72% a livello europeo e il 78% a livello nazionale ritengono che tali servizi apportino benefici in azienda.

 

Investimenti ridotti

Francesco Stolfo, partner e direttore commerciale di ToolsGroup (www.toolsgroup.it), riporta l’attenzione sul tema dell’ottimizzazione logistica, che è sempre in primo piano in un mercato alla ricerca della massima competitività sui costi. «Rispetto al passato – afferma Stolfo – è ormai maturata l’idea che occorra avvalersi di partner qualificati e di tecnologie sempre più mirate. In quest’ottica – oltre alla terziarizzazione dei trasporti e delle attività di warehousing – si punta anche a terziarizzare le attività di controllo e pianificazione, che un tempo erano risorse interne perché considerate di tipo core. E il cloud computing è la tecnologia ideale per fornire servizi ad alto valore proprio nel campo del controllo e della pianificazione». Per fare alcuni esempi – spiega Stolfo – «i servizi forniti in modalità cloud consentono di ridurre gli investimenti di infrastruttura hardware e software, di avviamento di nuovi sistemi, di licensing di nuovi strumenti e di formazione di personale specializzato». Non solo. «Per quello che riguarda l’uso di strumenti di ottimizzazione in cloud – che vanno a operare modificando decisioni in merito a quanto acquistare, stoccare e distribuire – occorre, prima di tutto, una completa fiducia nei confronti dell’operatore che fornisce i servizi. ToolsGroup sta offrendo servizi cloud per la pianificazione di prodotti commercializzati attraverso il canale modern trade, calcolando per conto dei produttori le quantità da distribuire day-by-day, con vantaggi evidenti in termini di performance» – conclude Stolfo.

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Soluzioni verticali

Giorgio Bonaccorso, responsabile BU Outsourcing di GCI (www.gci.it), evidenzia invece la possibilità data dal cloud di fornire soluzioni verticali estremamente potenti per specifiche aree di attività, ma senza gli importanti investimenti finanziari che sino a poco tempo fa erano indispensabili per accedere a soluzioni enterprise. «General Computer, nell’ambito della logistica e della supply chain – dichiara Bonaccorso – si pone verso i propri clienti nella veste di cloud integrator, supportandoli nell’integrazione delle soluzioni applicative all’interno della propria nuvola, privata o ibrida, al fine di massimizzare i vantaggi e consentire la focalizzazione sul proprio core business». Tra le categorie di aziende in grado di trarre maggiori vantaggi dall’utilizzo del cloud anche nella logistica, Bonaccorso fa notare che in questi ultimi mesi si è affermato sempre più il modello di distribuzione ibrido che consente al cliente di accedere on demand a maggiori risorse anche per brevi periodi e con costi legati al reale utilizzo del servizio. «Questo approccio – spiega Bonaccorso – si sposa benissimo con le esigenze del mercato attuale che vede la necessità di mantenere bassi costi di esercizio senza pregiudicare la possibilità di cogliere opportunità. In questo modo, le piccole e medie aziende si trovano in condizione di poter accedere, in tempo reale, a potenzialità che sarebbero impensabili senza ricorrere al cloud».

 

Le best practice

Luisa Ferrari di Formula introduce il tema delle best practice, spiegando come adottare la filosofia del cloud computing per risolvere questioni di policy, sicurezza e controllo e per rendere più omogenei, compliant e integrati i processi tra le aziende di filiera o le company di un gruppo. L’adozione di questa filosofia – fa notare Luisa Ferrari – «potrà aiutare a far crescere le PMI per adeguarsi a una maggior digitalizzazione delle informazioni e a lavorare attraverso un network più efficiente. L’ambito di service integrati legati alla logistica saranno quelli che per primi otterranno dei benefici».

Sulla stessa linea, anche Manfred Dorfmann, business unit manager di Microsoft Dynamics AX presso Würth Phoenix (www.wuerth-phoenix.com). «Prendere una decisione in questo ambito – spiega Dorfmann – comporta l’analisi di diversi aspetti quali – per esempio – la valutazione delle funzionalità disponibili, la possibilità di integrazione con altri sistemi, il possibile limite per l’offerta cloud, la conoscenza del fornitore e delle sue regole di gestione del servizio cloud in termini di sicurezza dei dati, aggiornamenti e continuità del business – e non ultima – la visione strategica dell’azienda in termini di crescita e di investimento IT». Il caso di un’azienda appartenente a un gruppo internazionale che ha valutato una soluzione cloud – per poi scegliere con Microsoft Dynamics AX l’offerta on-premise – è Stahlgruber Italia, gruppo tedesco tra i maggiori fornitori di accessori auto e pezzi di ricambio a livello europeo. «Gli aspetti che hanno determinato la scelta on-premise – spiega Dorfmann – sono stati le funzionalità limitate del cloud, l’integrazione con altri sistemi e il valore fornito da Würth Phoenix Trade+ come soluzione verticale per i processi logistici». Ma i vantaggi del cloud – prosegue Dorfmann – «possono riguardare in generale tutte quelle aziende di dimensioni relativamente contenute, che molto spesso non possiedono personale IT specializzato in loco e con un’infrastruttura informatica dalla complessità moderata e che possono affidare a fornitori competenti la gestione della sicurezza dati e della gestione IT, focalizzandosi sull’utilizzo dei servizi IT senza doversi preoccupare di mantenere i sistemi informatici all’interno della propria organizzazione».

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Identikit finale

Walter Garizio di Sideup Reply schematizza il tipo di azienda che può raccogliere i maggiori benefici dal cloud. «I requisiti fondamentali sono due» – dice Garizio. «Il primo è di tipo strategico, in base al quale i servizi IT devono essere allineati alle esigenze di business. Il secondo è di tipo umano: i decisori devono avere una spiccata predisposizione a valutare un’alternativa in grado di rompere gli schemi attuali attraverso un modello le cui fondamenta sono consolidate ma ancora affette da qualche freno». A proposito del cloud, il 15% delle aziende (fonte Nextvalue 2013) in ambito supply chain management, dichiara di non averlo ancora preso in considerazione. «Il cloud – avverte Garizio – non deve essere visto come una panacea e se non viene gestito correttamente – attraverso un progetto che valuti esigenze, attori, processi a 360 gradi – rischia di non produrre risultati». Non a caso, la proposta Sideup Reply prevede un progetto di attivazione sia in termini di processo sia in termini di integrazione con altri sistemi interni già presenti. «Declinando i vantaggi del cloud all’interno della supply chain execution e usando come fonte i nostri clienti – dice Garizio – uno dei maggiori benefici è la totale assenza di attività sistemistica da dedicare all’applicazione e all’infrastruttura specifica, consentendo massima focalizzazione sulle esigenze business, che portano il massimo valore all’azienda. Inoltre, è apprezzata l’estrema flessibilità, garantita dalla possibilità di variare l’utilizzo in funzione delle diverse esigenze – per esempio – quelle legate alle stagionalità». Insomma, avere la “testa fra le nuvole” vuol dire anche avere visibilità e controllo su tutta la catena logistica distributiva.

 

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L’acquisizione automatica dei dati tramite la lettura dei codice a barre è il modo più sicuro ed economico per aumentare l’efficienza nelle operazioni di tracciabilità e rintracciabilità dei prodotti durante tutta la supply chain. Da oltre 40 anni, Datalogic (www.datalogic.com) lavora con le più importanti aziende del settore dei trasporti e logistica, garantendo il rapido ritorno degli investimenti e un’efficace razionalizzazione dei costi aziendali. Datalogic offre una gamma completa di soluzioni appositamente studiate per soddisfare le esigenze tipiche del mercato T&L. La tecnologia di lettura bar code imaging all’avanguardia è una delle caratteristiche distintive dei prodotti Datalogic: dagli scanner industriali ai mobile computer, fino ai terminali veicolari. La suite di software disponibili permette la facile integrazione con le applicazioni ERP/WMS più diffuse – tra cui Oracle, SAP, Baan, JD Edwards, Navision, Siebel, MFG-Pro, BPCS e PeopleSoft. Infine, la nuova tecnologia di comunicazione WWAN UMTS/HSPA+ presente sui PDA Datalogic di ultima generazione garantisce alle aziende che hanno una soluzione cloud una trasmissione dei dati veloce e sicura. Requisito importante e necessario per ottimizzare le operazioni all’interno di un magazzino.