La lezione di Fulvio Bracco. Lezioni di famiglia e valori d’impresa

La lezione di Fulvio Bracco

Ricordare la figura di Fulvio Bracco per capire che per crescere bisogna ripartire dall’industria manifatturiera e da una nuova politica industriale. «Un capitano d’azienda con l’Italia nel cuore».

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Così Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria, parla di Fulvio Bracco, in occasione della presentazione del volume che ne ha celebrato il ricordo e insieme l’ottantaciquesimo anniversario della nascita del Gruppo Bracco.

«Un libro di memorie che si legge come un diario di avventura». Ogni imprenditore è un uomo di avventura. E’ quello che emerge dalla vita di Fulvio Bracco che ha dato vita alla storia di una famiglia e di una impresa che rappresenta uno dei successi industriali italiani nel mondo.
Tecnicamente il volume appartiene al genere autobiografico scritto a quattro mani, da Fulvio Bracco nell’ultimo scorcio della sua vita con l’aiuto di un’amica giornalista. 

Ma quello che Fulvio Bracco (scomparso all’età di 98 anni, nel 2007) ci ha lasciato somiglia di più a un’istantanea dell’Italia. «In un momento di grande difficoltà per l’Europa intera – ha detto Diana Bracco, presidente della Fondazione Bracco – la sua testimonianza è di grande attualità». Racconta Giorgio Squinzi: «Ho conosciuto Fulvio quindici anni fa, quando fui eletto presidente di Federchimica.

La vita di Fulvio è straordinaria e la sua impresa continua il suo sviluppo sotto la guida di sua figlia Diana, che porta avanti i valori del lavoro, dell’innovazione tecnologica, della ricerca, dell’internazionalizzazione. Si tratta di un modello in cui mi riconosco come imprenditore. Molti scrivono che il capitalismo familiare di matrice italiana blocca la crescita del Paese, io sono convinto che i valori dell’impresa familiare tengono in piedi il Paese, nonostante i duri colpi della crisi».

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