Nell’era dell’intelligenza distribuita ovunque, dalla periferia al centro della rete, le organizzazioni flessibili possono contare su data center agili in grado di gestire, distribuire e ottimizzare i dati in modo efficace
Il tema dell’Internet of Everything (IoE) è sempre più al centro di ogni strategia IT. Il valore della rete non è più solo il dispositivo in sé ma vive nelle opportunità generate dai collegamenti di persone, processi, dati e oggetti. Il tessuto di interconnessioni estende queste opportunità alle imprese e al loro ecosistema fatto di partner, clienti, dipendenti, per nuove modalità di profitto. Si tratta di una visione per la quale è fondamentale – però – verificare e adattare le infrastrutture tecnologiche e il loro ruolo nelle aziende a un nuovo modello, a partire dai data center. Non bisogna pensare – infatti – che il vertiginoso aumento di dati causato dall’impatto dell’IoE sommergerà i data center, cogliendo impreparati i loro amministratori, che altro non potranno fare che investire in nuova tecnologia con maggiori costi operativi e gestioni sempre più complesse. Ciò si verificherà solo se non si cambierà prospettiva, forti dell’esperienza che stiamo maturando proprio grazie a questa prima fase. Grazie all’Internet of Everything stiamo – infatti – consentendo a dispositivi e persone di interagire con applicazioni e servizi fino a creare un processo fluido e dinamico, in cui tutto è in movimento proprio a partire da app, dati e utenti. Il software è ubicato nella rete e l’elaborazione si manifesta a quel livello, anziché nel data center. Chi è chiamato a gestirne le infrastrutture deve – però – mettere a disposizione del business un sistema all’altezza, in un percorso che passa inevitabilmente dall’evoluzione della componente hardware verso un modello più agile. Tutto ciò si riflette sull’agilità dell’azienda stessa di adattarsi al mercato, a patto che possa contare su una struttura di data center scalabile e flessibile e ad alta trasparenza, tale da consentirne un controllo efficace.
L’azienda agile
Gli amministratori IT hanno sempre più a che fare con componenti virtuali e fisiche a supporto delle applicazioni e dei servizi richiesti dall’operatività: due strati che devono agire come un unico sistema integrato, gestibile efficacemente. Non è difficile farsi sfuggire di mano la parte virtuale, anzi è sufficiente che le risorse fisiche su cui poggiano subiscano un calo di prestazioni. In questa fase di cambiamento, di pianificazione dei servizi e di definizione degli standard di business continuity e di sicurezza, è richiesto un approccio sistemico. Per mettere a punto una piattaforma affidabile occorre saper integrare elementi eterogenei tra cui l’infrastruttura, i workflow e i processi. In questo quadro, si conciliano IoE e data center. Le informazioni vivono nei data center, lungo la rete, nelle applicazioni e nei dispositivi. E anche i dati relativi ai servizi forniti seguono lo stesso processo. Ma è la rete, e non il data center, ad esserne l’elemento pervasivo. Lo si evince da come l’intelligenza si spinge ai confini della rete per distribuire – per esempio – l’elaborazione dei dati fino a sensori o attuatori ubicati su dispositivi. Il ruolo del data center deve essere quindi focalizzato sulla gestione delle applicazioni core, sull’analisi dei big data e tutti i sistemi business critical.
L’IT si trasforma
L’IoE sta dettando i tempi per la trasformazione dell’IT. Per essere pronti e finalizzare gli sforzi nel rendere davvero agili le imprese, tutti i tasselli del cambiamento devono essere a posto. Per sostenere le componenti dei servizi occorre una piattaforma infrastrutturale in grado di gestire, distribuire e ottimizzare i dati in modo efficace. L’IT deve rispondere a esigenze differenti, a nuovi utilizzatori di applicazioni e ai loro dispositivi per garantire accessi sicuri, oltre a consentire un elevato grado di automazione e una visione centralizzata su tutte le componenti. Il data center sarà così l’anima di un’infrastruttura agile, ma in un modo del tutto diverso: più intorno all’IT anziché solo al suo interno, pronto a sfruttare tutto il potenziale dell’Internet of Everything.
Alberto Degradi
Infrastructure architecture leader Borderless Network e Data Center di Cisco Italia