I sistemi informativi aziendali vedono cambiare la relazione tra IT e business. In azienda, le divisioni IT sono in bilico tra commoditization e vantaggio competitivo, tra spinta alla conservazione e trasformazione. Secondo un recente studio di Gartner, entro il 2017 i CMO controlleranno più spesa IT dei CIO. Quale sarà allora il futuro dei CIO? Abbiamo girato la domanda a Paolo Pasini, head information system management unit di SDA Bocconi che di recente ha curato il libro “Information Technology in azienda: modelli di management” (Edizioni Egea). «Il problema di fondo – spiega Pasini – è che la direzione aziendale non crea le condizioni per la corretta adozione dell’IT in azienda, giudicandone a priori costi e benefici. I CIO devono immaginare nuove modalità di allineamento non sequenziale ma reciproco con l’azienda stessa, attraverso strumenti e metodi capaci di creare valore. In questa prospettiva, il libro non si propone un confronto di stili di management dell’IT, ma è una sorta di “cumulata” di modelli e strumenti a 360 gradi, tutti utili e complementari l’uno l’altro, che possono aiutare a dare una visione nuova a tutto il management aziendale, non solo quello IT». Unico nel panorama italiano, il lavoro curato da Pasini mette insieme l’attività di ricerca e di formazione di un gruppo di persone che da decenni si occupa di IT management nelle imprese italiane con un background e una prospettiva da business school. Ma quando si parla di modelli per l’allineamento «reciproco» tra azienda e sistemi informativi, la parola chiave è “incontro” o “scontro”? «Il problema – dice Pasini – è proprio evitare lo “scontro” o peggio ancora l’indifferenza del management aziendale, che sottovaluta il ruolo dell’IT nella generazione delle performance aziendali, riducendolo a semplice grana tecnica o costo necessario da sopportare». L’allineamento reciproco serve invece a creare una prospettiva nuova: «L’IT fa il primo passo e si dota di strumenti e metodi per stare il più vicino possibile al business, ma anche il business sfrutta questi strumenti e metodi e trova il modo per comprendere e soddisfare al meglio il proprio fabbisogno di IT senza invasioni di campo, ma con una forte sinergia e complementarietà di ruoli e competenze». ll libro è consigliato a tutti i CIO, gli IT manager e gli IT executive che vogliono fare una sorta di “auto-assessment” dello stato di salute e di maturity dell’IT management nella loro azienda, per poi intraprendere – se è il caso – un processo di miglioramento dei punti di debolezza più evidenti. Ma è una lettura utile anche per tutti i manager di azienda che hanno voglia di capire un po’ di più come avvicinarsi alle problematiche di management dell’IT, sia per assumersi nuove responsabilità (lo spostamento di deleghe e responsabilità IT è un trend molto forte osservato nell’ultimo decennio a livello internazionale), sia per contribuire a migliorare le relazioni con l’IT della propria azienda.