Il futuro non è più quello di una volta, però…

Anni fa, si prevedevano futuri sconvolgenti, disastrosi oppure molto positivi. Ora, alcuni si chiedono: «Le nostre idee sul domani che fine hanno fatto»?

 

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Roberto Vacca - Chief inspiration OfficerImmaginavamo automobili volanti e – invece – ci hanno dato 140 caratteri. Certo: non avevamo previsto Twitter. Scambiarci messaggini di 140 caratteri – però – non promette un avvenire molto radioso. Che aspettarci ora? Dal 1999 al 2006, Ray Kurzweil annunciò prima l’avvento delle macchine spirituali e poi la “singolarità”, il momento in cui i computer avrebbero preso coscienza della propria intelligenza tanto da cambiare proprio tutto. Previde così le prestazioni future di un pc da mille euro. Nel 2009, immaginò mille miliardi di operazioni al secondo; computer incorporati negli oggetti comuni (è successo), telefoni che traducono da una lingua a un’altra. Nel 2019, i computer – invece – raggiungeranno l’intelligenza umana. Nel 2029, i computer avranno il potenziale di mille esseri umani, saranno capaci di leggere ogni libro mai scritto e chiederanno i diritti civili. Nel 2045, la genomica ci renderà immortali. Nel 2099, umani e computer saranno indistinguibili: dopo morti continueremo a vivere nel software. Le invenzioni saranno fatte da macchine intelligenti e non da uomini. E mentre proviamo a  immaginare tutto questo, leggiamo dalle pagine dei giornali che la singolarità è morta e che Ray Kurzweil è stato assunto da Google come ingegnere capo. Non potrà più essere il futurologo che descrive progressi epocali, ma dovrà inventare cose nuove e realizzarle. È bene equipaggiato per farlo: ha inventato la lettura ottica di caratteri e i computer che riconoscono il parlato e leggono libri a voce alta. Nei laboratori di Google si troverà come a casa sua e che cosa inventeranno insieme? Potranno perfezionare le automobili che si guidano da sole? Sarebbe più utile un’invenzione che tolga dalle strade i veicoli fermi, rendendole percorribili ad alta velocità. Acceleriamo verso l’alta tecnologia, ma è forse meglio mirare alla buona organizzazione. Si parla di computer che capiscono la nostra voce e i nostri gesti: saremo capaci di produrli, ma torneremmo all’analogico coi suoi difetti di vaghezza. Le tendenze attuali configurano un futuro in cui non digiti sulla tastiera, ma sfiori immagini su di uno schermo. Non leggi un testo, ma cerchi di seguire un audio-video e, intanto, lo commenti in tempo reale con altre persone. Ottieni servizi “mobile” anche mentre viaggi. Parole d’ordine “ovunque”, “a qualsiasi ora”, “estemporaneo”. Si tratta di mode, non di progressi veri. È vero che arrivano tecnologie nuove e inaspettate: copiatrici in 3D, i viaggi spaziali offerti da privati, nano-macchine e nano-strumenti. Poi teleporteremo particelle e oggetti e anche persone. Estrarremo gasolio dalle alghe e trasformeremo l’energia solare in elettricità col rendimento del 60%: fine della crisi energetica. Produrremo beni e servizi in modo automatico. Saranno bei risparmi, ma non ci cambieranno la vita. Le invenzioni migliori saranno quelle che ci migliorano – ci rendono più razionali, altruisti, intelligenti, sensibili, capaci di prevedere le conseguenze delle nostre azioni, di osservare meglio, di inventare teorie, nuovi stili di vita e forme d’arte. Speriamo che in avvenire nuovi geni trovino procedure per scatenare epidemie di idee, di immagini, di strumenti mentali, di intuizioni, tanto da innalzare i livelli della civiltà intera. Parliamo di inventare cose meravigliose, ma non siamo equipaggiati per capirle. Prepariamoci: i nostri figli e nipoti ci stupiranno.

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ROBERTO VACCA

Classe 1927, laureato in ingegneria. A 24 anni costruiva grandi linee elettriche. Lavorò al primo computer scientifico in Italia dal 1955. Ha insegnato Calcolatori Elettronici, Ingegneria dei Sistemi, Gestione Globale della Qualità. Life Member Institute of Electrical and Electronics Engineers. Membro del Club di Roma (dimissionario nel 1982). Direttore generale e tecnico di un’azienda che costruiva sistemi elettronici di controllo (1962-1975). Dal 1975, consulente in: previsione tecnologica e ingegneria dei sistemi (trasporti, comunicazioni, energia). Divulga scienza e tecnica in radio, tv, giornali e riviste. Fra i suoi libri: Consigli a un giovane manager – Einaudi 1999, Patatrac, Crisi perché? Fino a quando –  Garzanti 2009, Salvare il prossimo decennio – Garzanti 2011, La pillola del giorno prima – Transeuropa 2012.