Come i responsabili IT possono guidare la business transformation
“The Innovative CIO” scritto a sei mani da Andi Mann, George Watt e Peter Matthew è una guida pragmatica ed è pensato per aiutare i chief information officer (CIO) a diventare i leader dell’innovazione nelle loro organizzazioni. Il libro fornisce preziosi consigli per identificare le fonti d’innovazione e promuovere uno spirito innovativo all’interno dell’organizzazione e strumenti pratici per la valutazione, il monitoraggio e la vendita del valore dell’innovazione per il business. «I CIO di oggi devono comprendere la necessità di innovare rapidamente per contribuire a creare nuove opportunità di business, per trovare il modo più veloce, più facile e meno costoso per completare le attività e – in ultima analisi – per sbloccare il pieno potenziale della loro azienda». Abbiamo intervistato Andi Mann, uno degli autori del libro e vice president Strategic Solutions di CA Technologies.
Data Manager: Qual è il nuovo ruolo del CIO?
Andi Mann: Il CIO – o più probabilmente un VP con delega all’IT, piuttosto che un C-level – tradizionalmente riporta al COO o al CFO. In passato, questo tipo di CIO poteva fare proposte e abilitare nuovi business, ma in realtà prendeva ordini inerenti il provisioning di tecnologia. Quindi, il CIO è stato storicamente quello che noi chiamiamo nel libro, “un maggiordomo del business”: fornisce un servizio a richiesta ma non guida attivamente l’innovazione del business. Il ruolo del CIO è, però, in rapida evoluzione, oggi i CIO assumono un nuovo ruolo di leader nell’innovazione, che guida un’organizzazione tecnologica e che ha pari dignità con gli altri dipartimenti aziendali. Descriviamo questo nuovo ruolo nel libro “The Innovative CIO”, in cui i responsabili IT sono veri e propri partner nel formulare la strategia di business e guidano le aziende verso il successo. Essi dovrebbero essere altrettanto importanti come le funzioni vendite, marketing, produzione, finanza, risorse umane… Questa transizione sta avvenendo lentamente e ci aspettiamo che aumenti nei prossimi anni.
Un CIO deve essere un innovatore o un conservatore?
Il nuovo CIO deve assolutamente essere un innovatore. Innovazione e cambiamento introducono nuovi rischi e potenziali problemi, ciò implica che ogni CIO debba gestire anche il rischio, ma non può permettersi di essere troppo conservatore. Qualsiasi organizzazione che è troppo prudente e troppo avversa al rischio perderà rapidamente mercato e clienti e in definitiva fallirà. I CIO conservatori devono affrontare pressioni aggiuntive come – per esempio – la mancanza d’innovazione che può diventare una limitazione alla loro carriera. L’azienda può anche decidere, infatti, che il loro intero reparto IT sia troppo “indietro con i tempi” e decidere di utilizzare i servizi cloud. Soprattutto ora, con così tante opportunità, il CIO conservatore si trova su una strada verso il nulla, il CIO innovativo è la via del futuro.
Com’è possibile guidare la trasformazione del business?
Ne parlo approfonditamente nel libro, tuttavia, vi darò alcuni dei consigli importanti per allineare i vostri sforzi d’innovazione (e gli sforzi dei vostri team) con gli obiettivi aziendali e le strategie. Questo significa lavorare in modo cooperativo con i colleghi per allineare l’innovazione tecnologica agli obiettivi di business e alle strategie. Significa educarli alle tecnologie oggi disponibili e a quelle del futuro. Significa lavorare con i colleghi di business sul modo migliore per sfruttare le tecnologie, sia vecchie sia nuove. Con quest’approccio centrato sul business è possibile ottenere il sostegno per l’innovazione da altri utenti aziendali e sviluppare un forte orientamento al business legato alla strategia aziendale.
Qual è il costo dell’innovazione?
Forse, questo va da sé, ma l’innovazione intenzionale può essere molto costosa. Spesso ci vuole un notevole investimento: dal costo del personale al costo dei sistemi di sviluppo, i servizi cloud, lo spazio fisico per i server, le attrezzature necessarie e molto altro… Anche un programma di sviluppo avanzato soffrirà di una contrazione del budget IT. Tuttavia, la vera domanda non dovrebbe essere: «Quanto costa»? – ma – «Vale la pena investire»? Per la maggior parte delle aziende e dei responsabili IT, il costo del non fare innovazione è ancora più elevato. Il libro, “Innovate or Die!” mette in guardia da questo rischio.
E’ possibile misurare il ROI di un investimento in innovazione?
Sì, è sicuramente possibile misurare il ROI dell’innovazione. Una capacità innovativa può attirare più clienti e ampliare la base di reddito, può aprire nuovi mercati o migliorare la quota nei mercati esistenti, o può creare una nuova linea di business per l’intera azienda, o anche un intero nuovo mercato del prodotto. Considerate Google, Salesforce.com, Apple e molti altri innovatori che hanno creato un valore incredibile con nuovi prodotti e servizi innovativi. Tutto questo mostra il ritorno sugli investimenti in innovazione. Tuttavia, non è sempre facile. Spesso, l’innovazione non può essere immediatamente utile (per esempio, la colla sui Post-it della 3M, che ha impiegato dodici anni per arrivare dall’invenzione all’uso commerciale, ma quella è un’altra storia), o può fornire un piccolo vantaggio a più prodotti, allargando la base di reddito, ma rendendo ancora più difficile attribuire nuove entrate per un singolo prodotto.
Case history di successo o di fallimento?
Ci sono così tanti casi d’innovazione di successo. Dal volo umano nello spazio alla lotta alla malattia del verme della Guinea o la costruzione della prima rete neurale globale. Uno dei case history più famosi è quello di Apple con l’introduzione del modello di business iPod-iTunes. Tuttavia, dietro questo successo non c’è l’innovazione tecnologica in senso stretto – Apple essenzialmente ha copiato e raffinato prodotti già esistenti come il lettore MP3, e sistemi di desktop music manager. Quello che Apple ha fatto è stato innovare il modello di business (e, in misura minore, la progettazione fisica del player), per collegare l’esperienza di ascolto della musica con l’esperienza di gestione della musica e – soprattutto – la musica come esperienza di acquisto. Questa è stata la vera e propria innovazione che ha costituito il capolavoro del genio di Steve Jobs. E’ sempre interessante osservare i fallimenti nel settore dell’innovazione, da cui si può imparare tanto. Ad esempio, le aziende veramente innovative come Google non hanno paura del fallimento, ma vedono il fallimento come un’opportunità per imparare, affinare e migliorare. Google essenzialmente ha “fallito” con il social networking con Wave e Buzz, ma dai propri sbagli è nato poi Google+. Google ha chiuso molti altri esperimenti falliti, tra cui Google Knol, Google Checkout, Google Answers, Google Code Search, Google Desktop e molti altri. Allo stesso modo Apple non è “riuscita” con i computer palmari sulla piattaforma MessagePad/Newton, ma poi ha avuto grande successo con l’iPad. Anche i migliori innovatori falliscono – e questo non a caso!
Cosa accadrà nel settore IT nel prossimo futuro?
Ah, vorrei avere una sfera di cristallo per predire il futuro dell’IT, è così difficile essere precisi! Io credo che a livello di base continueremo a vedere la crescita di sistemi IT ibridi, il collegamento di fornitori interni ed esterni, il cloud e il non-cloud, cloud privato e cloud pubblico, mobile e desktop, modernità e sistemi legacy. Questo cambiamento nel ruolo dell’IT è fondamentale e inarrestabile, non possiamo solo sostituire le tecnologie vecchie con quelle emergenti. Questo sta cambiando anche il ruolo del CIO, che sta diventando sempre più il mix di ruoli diversi. Il CIO non sarà più il semplice “chief information officer”, diventerà anche chief innovation officer, chief improvement officer, il chief ITIL / ITSM officer. In alcune organizzazioni, stiamo già vedendo il CIO trasformarsi in un chief digital officer, o in chief knowledge officer. La chiave è che le esigenze aziendali cambiano, l’IT e i CIO devono diventare i migliori partner del business per fornire consulenza, implementazione e la guida alla nuova innovazione tecnologica.
Andi Mann STORY
Andi Mann è vice presidente di Strategic Solutions di CA Technologies. Con oltre 25 anni di esperienza in quattro continenti, Andi Mann ha profonda esperienza di software aziendale sul cloud, mainframe, midrange, server e sistemi desktop. Ha lavorato all’interno di reparti IT per i governi e le aziende, dalle piccole imprese alle multinazionali globali ed è tra gli analisti e consulenti più apprezzati nel mondo. I suoi lavori sono stati pubblicati sul New York Times, USA Today, CIO, ComputerWorld, InformationWeek, TechTarget. Andi Man è su Twitter come @AndiMann.