Nella rivoluzione del cloud computing riemerge l’idea di centralizzazione e distribuzione della cultura mainframe
Mainframe, Unix, Linux, power, storage, big data, cloud computing… Attorno a un mosaico di prodotti e soluzioni, IBM (www.ibm.com/it) crea i presupposti per trasformare le architetture di data center e di sistema informativo in linea con gli obiettivi di business e di mercato cui sono oggi esposte le aziende.
«L’offerta globale, in termini hardware, software, di applicazioni e di servizio – afferma Enrico Cereda, vice president systems & technology group di IBM – è strettamente legata a tre dimensioni: il cloud, la gestione dei dati e la security. E’ attorno a queste tre direttrici che la “golden lady” dell’informatica, in arte Big Blue, ritiene debba essere posta la più grande attenzione. Obiettivo è rendere disponibili soluzioni che possano essere inserite in base a logiche architetturali ibride, tradizionali e cloud, private e pubbliche. «L’affermazione del cloud – osserva Cereda – è quanto di meglio potesse accadere per una società come IBM, poiché viene riproposta un’idea di centralizzazione, distribuzione ed erogazione di applicazioni e servizi che appartiene alla cultura del mainframe. Lo stesso concetto di virtualizzazione, oggi declinato e rivisitato in logica cloud, appartiene al mainframe». Quest’ultimo è un sistema che ha proseguito nella sua evoluzione conservando le caratteristiche di sicurezza, scalabilità e affidabilità e assicurando la flessibilità necessaria per essere inserito in ambienti di nuova generazione, Linux e cloud based, per esempio. Ogni singola piattaforma, sistema, middleware è ormai pensato per essere elemento abilitante del cloud o, comunque, per gestire un cambiamento architetturale in linea con obiettivi di riduzione dei costi, efficienza e produttività.
Lo scenario di mercato lascia immaginare che vi siano ampie opportunità di crescita per l’ICT. In base a una recente survey, che ha coinvolto mille e 700 ceo su scala worldwide, è stato evidenziato che il 71% considera l’ICT come vero driver d’innovazione, mentre i cio reputano il cloud una priorità d’investimento. Esiste una opportunità generalizzata di rinnovamento architetturale poiché solo il 20% ritiene di avere un livello di infrastruttura ad alta efficienza. Questa opportunità corrisponde alla politica di rinnovamento che IBM sta perseguendo da tempo e testimoniata dagli ultimi annunci. Tra questi l’introduzione del sistema zEnterprise EC12, mainframe high end equipaggiato con ultima generazione di processori Power 7 in grado di sprigionare una potenza superiore del 40% rispetto alla precedente serie. E poi, il sistema di storage DS8870 anch’esso con engine Power 7 che permette un consolidamento maggiore delle risorse e permette di indirizzare un’ampia gamma di carichi applicativi eterogenei, transazionali, batch e analitici. E infine, i PureData Systems, sistemi dedicati al trattamento e analisi di volumi di dati differenziati – transazionali, analitici e analitici operazionali – in grado di offrire un ambiente integrato di risorse HW e SW per incrementare la produttività dei cicli decisionali e la generazione di informazioni e conoscenza in tutte quelle realtà di business, dove si ha sempre più a che fare con grandi quantità di dati multistrutturati.