Green e Cloud le armi di Fujitsu

Il nuovo amministratore delegato ribadisce la vocazione green della società, che ora sposa anche la modalità Cloud, e sottolinea la completezza dell’offerta

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Federico Francini, 48 anni, ultima esperienza in Oracle, da novembre 2011 è amministratore delegato di Fujitsu in Italia (www.fujitsu.com/it). Lo incontriamo nella sede milanese (Vimodrone) per farci raccontare le strategie per il 2012.

Data Manager: Lei è arrivato in Fujitsu in un momento difficile per il mercato, le hanno dato un budget raggiungibile o… esagerato?

Francini: Sono vent’anni che opero in questo settore: il budget non si discute e va rispettato. In un mercato difficile, caratterizzato da decrescite, bisogna perseguire gli obiettivi nei segmenti dove si ha un market share più basso, che costituiscono aree di recupero. Avere un mercato che cala non significa che non ci siano anche importanti investimenti da parte di alcune aziende, starà a noi fare in modo che quella spesa vada a favore di Fujitsu. In situazioni di decrescita, non è improbabile che ci sia qualche attore del mercato che cresce. Per esempio, il trend positivo che stiamo realizzando sui server ne è la dimostrazione. Gli ultimi dati forniti da Gartner per l’Italia riguardano i primi 9 mesi 2011: in termini di unità abbiamo un market share superiore al 13% (siamo secondi) e abbiamo un market share in crescita anche per le revenue. Un andamento in controtendenza rispetto al mercato che è in costante contrazione. Per quanto riguarda il segmento Pc noi indirizziamo esclusivamente il mercato professionale e in questo ambito abbiamo un market share superiore al 15% in unità vendute (fonte Gartner per l’Italia anno 2011).

Fujitsu nel 2012 comunque crescerà, ma con questo mercato una crescita anche a un digit è una sfida.

Come rispondete alle necessità dell’industria? Il Cloud è una risposta?

Noi abbiamo iniziato a parlare di Cloud quando abbiamo avuto qualcosa di concreto da proporre, contrariamente a molti che ne parlavano senza avere infrastrutture adeguate a sostenere una tale offerta. Diradandosi la nebbia della grande nuvola si stanno delineando quelli che possono essere gli attori principali.

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La richiesta di Cloud c’è perché è uno dei delivery model possibili; è sicuramente una richiesta e una necessità delle imprese e per noi diventa imprescindibile per fornire quella flessibilità, elasticità e dinamicità di cui oggi il mercato dei nostri clienti ha bisogno.

Il Cloud è un’evoluzione della vostra strategia di Dynamics Infrastructure?

La Dynamic Infrastructure è il messaggio portante di tutta la strategia Fujitsu e si articola su più dimensioni. Il Cloud è una di quelle dimensioni. In particolare lo scorso novembre al Fujitsu Forum è stato fatto un annuncio di ampia portata in questo ambito che riguardava due aspetti: uno è il lancio di un Business Solutions Store, un marketplace dedicato agli Isv (vendor e software vendor possono portare le loro applicazioni nel nostro store e possono erogare le loro applicazioni o servizi ai loro clienti finali insieme a Fujitsu – che fornirà il servizio Cloud dall’user management al billing e con tutte le modalità tipiche della fornitura di un servizio).

Il secondo riguarda la realizzazione da parte di Fujitsu di una business solution, una applicazione di Crm sviluppata ex novo, in una modalità totalmente nativa per il Cloud basata su open source, sulla base delle necessità evidenziate dai clienti a livello world wide.

C’è poi la conferma di un’altra dimensione della Dynamic Infrastructure che è quella del portafoglio hardware che oggi è il più ampio sul mercato (lo diciamo con un certo orgoglio), il nostro hardware va dal supercomputer fino al tablet professionale (Windows e Android); tutti i prodotti all’interno di questo range sono coperti dall’offerta Fujitsu.

Nell’offerta spiccano delle soluzioni modulari per il data center con componenti software che consentono lo sfruttamento completo delle risorse hardware. Abbiamo macchine adatte al mission critical, soluzioni di High performance computing, appliance per SAP Hana – vogliamo cavalcare questo mercato insieme a SAP in modo incisivo -. Ovviamente copriamo anche la parte storage con la linea Eternus e alcuni prodotti NetApp. Per integrare l’offerta data center abbiamo contratti Oem con Brocade e Cisco.

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Come vedete il mercato italiano a breve?

Il mercato italiano sta soffrendo. Il comparto IT sta vivendo un momento particolare perché tradizionalmente una crisi sul mercato privato trova un andamento anticiclico sul versante pubblico, mentre oggi non è così. I driver del mercato IT tradizionalmente sono le grandi iniziative applicative o di business dei clienti che si lanciano su nuovi progetti, ma oggi l’IT è visto come uno strumento per la ricerca di efficienza e riduzione dei costi.

Si cercano fornitori che non comportino lock-in, poi difficili da “estirpare”, che operino sul mercato con particolare attenzione al cliente, con un approccio anche “umile”, che non spinge l’innovazione fine a se stessa, ma guarda le reali necessità delle imprese, ricercando soluzioni adeguate al mercato e al momento. Credo che oggi la nostra strategia – che si fonda su un’infrastruttura dinamica, imperniata sul Cloud, con un’offerta hardware e di servizi che copre queste esigenze, con uno stretto rapporto con SAP e una continuità nell’attenzione alle problematiche green – contenga gli elementi fondamentali per farci apprezzare dal mercato.

La domanda è quella di aziende in attesa di un rilancio e che si preparano a coglierlo, un rilancio che deve essere sostenuto anche dalla PA; ora con l’Agenda Digitale si fa un primo passo.

Qual è il settore più attivo nel mercato italiano?

Il settore delle utility che, pur non rappresentando quello a più alto spending, sta evidenziando crescite nell’investimento IT; anche gli enti locali si distinguono, pur con crescite modeste, mentre la media industria sta valutando l’offerta Cloud per le nuove implementazioni.

C’è richiesta di integrazione del tablet nelle funzioni aziendali?

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Richiesta del tablet c’è, anche se è meno apparente rispetto al mondo consumer. Il successo di questo mercato dipende anche dalla disponibilità delle applicazioni dedicate al mondo professionale e noi siamo confidenti che questo fabbisogno sarà soddisfatto puntualmente; inoltre le piattaforme Windows e Android rappresentano una garanzia per le applicazioni business-to-business. Oggi un tablet può essere configurato per applicazioni che risiedono su data center – come i nostri thin client o zero client – e in questo ambito Fujitsu ha soluzioni dedicate molto specifiche. La virtualizzazione del desktop è uno dei nostri cavalli di battaglia ed è anche un’esigenza di mercato. Il nostro tablet è attualmente utilizzato da una società di logistica che ha realizzato una applicazione che le permette maggiore mobilità e flessibilità, oltre a una facilità d’uso senza precedenti, anche rispetto ai tradizionali portatili. Ci sono dei settori più avvezzi al mobile computing.

L’aspetto green dei prodotti continua a essere un punto di riferimento per Fujitsu?

Siamo conosciuti come un’azienda che punta molto sul green da tantissimi anni con un approccio a 360 gradi che va dai consumi allo smaltimento dei prodotti.

Fujitsu investe circa il 5% del fatturato globale in R&D per l’innovazione e nuove tecnologie che non prescindono da un approccio green, e il mercato premia questo tipo di investimenti: ci sono anche molte gare che prevedono alcuni capitoli su questo aspetto, siamo stati i primi a lanciare prodotti a zero Watt, cioè quando sono in stand by non consumano nulla, con rumorosità bassissima, senza considerare che la nostra visione green contempla anche la vita dei sistemi che hanno un tasso di guasti bassissimo rispetto alla concorrenza. E questo aspetto le aziende lo apprezzano.