Il mercato vuole davvero un personaggio che si occupi di sicurezza? Uno in gamba, capace di valutare e di decidere rapidamente e al meglio o ci si accontenta di uno che risolva i problemi e non importa come, o si preferisce quello che di questioni non ne tiri fuori?
Qualche giorno fa un mio superiore mi ha lasciato capire che ho fatto il mio tempo. Potrebbe esser venuto il momento che la mia avventura al comando del GAT si chiuda nel rispetto delle logiche della mia organizzazione di appartenenza.
C’è chi lo chiama “naturale turn-over”, chi “lunga permanenza nell’incarico”. Sorridendo ho pensato a Gheddafi. Un periodaccio per i colonnelli da troppi anni alla guida di qualcosa, anche se in cuor mio pensavo di non esser stato così cattivo…
Proprio come il conturbante personaggio con turbante, sapendo di poter contare su un agguerrito manipolo di fedelissimi, ho pensato di non arrendermi.
Così ho cominciato a sperare che il “mio capo” si fosse sbagliato. Altrimenti – e mentre scrivo non ho ancora notizie del mio destino – si sarebbero sbagliati (almeno a mio avviso) quelli che hanno ritenuto opportuno o addirittura necessario un mio avvicendamento. Mentre immagino con dolore la traiettoria innaturale che toccherà in sorte al “mio” Nucleo Speciale, trovo difficoltà a pensare la mia uscita da un’orbita durata oltre 35 anni di vita con le stellette.
Il solo “odore” di un possibile outplacement ha subito scatenato i cani da caccia di qualche headhunter, qualche opportunità ha persino fatto brillare gli occhi ad amici e colleghi benevolenti e preoccupato i fedelissimi di qualche riga fa.
Il destino si compie mentre Data Manager va in stampa e al lettore toccherà attendere il numero successivo per conoscere la sorte di chi abitualmente riempie questa pagina.
Non mi spaventano le nuove sfide, ma un piccolo timore non riesco proprio a nasconderlo.
Il mercato vuole davvero un personaggio che si occupi di sicurezza? E ne vuole uno in gamba, capace di valutare e di decidere rapidamente e al meglio, in grado di trasformare la security da costo in investimento e addirittura in valore aggiunto sul prodotto o servizio da offrire al proprio target commerciale? Oppure ci si accontenta di uno che risolva i problemi e non importa come, o si preferisce quello che di questioni non ne tiri fuori, o magari qualcun altro che – ben pagato – non faccia il suo mestiere, ma si accontenti di ubbidire e magari non fare?
La riflessione prende spunto da quel che è accaduto in Giappone e soprattutto dalle scelte cui ha dato corso la Tepco, la Tokio Electric Power Company.
Per salvare gli impianti o quanto meno per ridurre i danni tecnici che sarebbero stati causati da uno spegnimento non ortodosso delle centrali, il management della società giapponese responsabile del disastro di Fukushima ha preferito optare per iniziative fallaci nella consapevolezza di sacrificare la vita di chi era in prossimità dei reattori, nelle aree circostanti e forse di una non meglio definita regione geografica potenzialmente destinata a una contaminazione radioattiva irreversibile.
E se nei processi decisionali di un’azienda la vita di migliaia di persone non vale proprio nulla, quanto può fregare il banale disagio di un cliente vittima di un qualsivoglia quotidiano inconveniente che poteva essere evitato con una più seria predisposizione di cautele tecniche o organizzative?
È la storia dei pescecani e dei delfini. Questi ultimi hanno sensibilità e intelligenza straordinarie, giocano e piacciono ai bambini. Purtroppo molte imprese sono gestite da adulti che si sono dimenticati di esser stati piccini, di aver voluto bene a qualche super-eroe e di aver sognato un mondo più giusto. Questi adulti preferiscono i pesci ai mammiferi e questo spiega l’abbondanza di pescecani nelle vasche aziendali.
Ma il pescecane non è il miglior amico dell’uomo. E nemmeno del subacqueo, a voler far contenti i più spiritosi.
Non mi scoraggio. Anzi, continuo a fare il mio mestiere con sempre maggiore determinazione.
Ricordo che quand’ero piccolo mi piaceva il telefilm “Flipper”. E così ogni tanto – visto che sono cresciuto solo fuori – penso che i delfini potrebbero tornare di moda…
ULTIM’ORA
Umberto Rapetto è stato confermato al comando del GAT Nucleo Speciale Frodi Telematiche, che guida dal settembre 2004 (dopo esser stato per oltre due anni il “capo” del Gruppo Anticrimine Tecnologico GdF).