Finance revolution

Cambiano i modelli di marketing, di monitoraggio, compliance e gestione dei rischi. Le soluzioni di BI si stanno diffondendo nel settore bancario. Sono usate in diversi ambiti, dagli impieghi più classici, a quelli legati al web. Diamo voce ad alcuni protagonisti del settore. I casi di BancoPosta, Unicredit, Creval e Navy Federal Credit Union

Finance revolutionDa alcuni anni nel mercato bancario è in atto un profondo cambiamento: attività globali sempre più complesse, crescita della domanda di servizi innovativi per soddisfare le esigenze dei clienti, nuove e più stringenti normative imposte dagli enti regolatori, gestione del rischio, nuove richieste legate alla presenza sul web, come la web reputation o la sentiment analysis. Gli strumenti di BI, grazie a una combinazione di tecnologie e di soluzioni specifiche che soddisfano le diverse esigenze strategiche e operative, sono utilizzati dagli istituti finanziari per sostenere e facilitare questo cambiamento, e assicurare nel contempo la propria stabilità finanziaria. Spiega Francesco Maselli, direttore tecnico di Software AG Italia (www.softwareag.com/it): «Il settore Finance vive scenari che diventano di giorno in giorno sempre più complessi. Le recenti crisi hanno acuito le tradizionali problematiche di business, regolamentazioni, gestione dei rischi, processi di consolidamento, efficienza/controllo dei costi, competitività, andando a minare anche le fondamenta del sistema finanziario come il rapporto fiduciario e la liquidità. Alcune realtà tuttavia hanno affrontato di petto tale radicale mutamento dell’ecosistema di business, strutturandosi sia a livello organizzativo, sia informativo per poter non soltanto gestire tali cambiamenti, ma anche acquisire nuove differenziazioni competitive e opportunità nei confronti dei clienti.

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

Il fattor comune di tali azioni sta nella modellazione dei processi aziendali, in un modello virtuoso che unisce gli aspetti strategici, quelli operativi, quelli attuativi, quelli di gestione del rischio e ottemperanza alle normative. Per esempio, BancoPosta (www.poste.it/bancoposta) gestisce gli aspetti di compliance secondo un perimetro normativo focalizzato sulle aree a maggior impatto sul cliente (esempio, la prestazione dei servizi di investimento), che assicura elevati standard di correttezza e trasparenza. Ciò assicura intelligence avanzata nell’ambito della compliance che diventa fattore abilitante per nuove agilità e vantaggi competitivi sia in termini di strategie e prodotti, che di modalità di erogazione dei servizi, che di relazione con la clientela».

 

LA GESTIONE DEL RISCHIO

La crisi finanziaria ha spinto le banche a cospicui investimenti nel risk management: il controllo dei rischi è necessario per una efficace gestione del proprio business, per rispondere ai nuovi e più vincolanti requisiti normativi e per offrire garanzie più alte ai risparmiatori. Gli istituti hanno la necessità di poter valutare in modo corretto con modelli evoluti e personalizzati la reale esposizione al rischio, in modo da poter definire e calibrare le proprie strategie. Con gli strumenti di BI, le banche possono conoscere, misurare e gestire i diversi rischi connessi con la loro attività, non solo in normali condizioni di mercato, ma anche in situazioni di particolare tensione, cioè nel contesto dei cosiddetti “stress test”. Grazie ad ambienti di analisi econometrica, le soluzioni di BI permettono la definizione e la gestione di scenari di stress test dei fattori di rischio. Tali scenari possono poi essere forniti ai motori di calcolo dedicati alla valutazione dei singoli rischi, o essere utilizzati in un’ottica aggregata per una più rapida valutazione degli impatti sull’esposizione a rischio complessiva dell’istituto. Le analisi possono essere eseguite direttamente dal management in tempi molto ridotti, e questo permette di coprire le esigenze normative, gestire meglio la propria esposizione al rischio ed essere, quindi, più preparate a prendere decisioni reagendo rapidamente per proteggere lo stato di salute dell’azienda.

 

LA DIFFUSIONE DELLE SOLUZIONI

Oltre alle soluzioni per il risk management, nel settore bancario, la BI si sta declinando in numerosi ambiti. «Nella nostra percezione – spiega Luca Bregaglio, sales executive information management di System Evolution (www.systemevolution.it) – un numero crescente di referenti nel mondo bancario si approccia alla BI con maggior consapevolezza; si lavora a una nuova generazione di applicazioni, non più confinate al mero reporting. La crescita del volume di informazioni disponibili rende fondamentale la conoscenza di tecniche e strumenti per il trattamento dei big data e per l’analisi in memory, mentre l’attenzione alla user experience e al time to market del prodotto finale sono sempre più fattori di successo di un progetto BI. L’accessibilità delle applicazioni basate su questi principi e la loro capacità di supportare la comprensione di fenomeni complessi contribuiscono ad accrescere la base degli utenti». «D’altra parte – continua Bregaglio – l’attenzione al contenimento dei costi è sempre maggiore. Dal nostro punto di vista di operatori con una lunga esperienza in ambito bancario e assicurativo è quindi chiaro che le banche investono in progetti e tecnologie di information management se riescono a riconoscervi chiari elementi di valore per il proprio business; cercano nel mercato interlocutori in grado di assisterli e garantire i risultati attesi con un mix di competenze tecniche, di processo e di business forse più complesso da realizzare rispetto al passato. I temi che vediamo di crescente interesse e oggetto di maggior sviluppo e investimento nel settore bancario nell’ambito dell’information management sono quelli che beneficiano dell’impiego di tecniche e di strumenti analitici e predittivi, a supporto di processi di business quali: CRM, in particolare per la gestione di campagne e per fornire informazioni alla struttura di vendita, performance management, sia per l’area commerciale, sia più in generale a livello strategico, risk management in tutte le sue declinazioni, monitoraggio dei crediti. Riscontriamo inoltre una maggiore consapevolezza dell’importanza e del valore di un approccio strutturato all’information governance».

Leggi anche:  Velocità e qualità del software. Tutta la verità sulle pull request, quando hanno senso e quando no

 

RAZIONALIZZARE I DATABASE

Sabrina Rosati, executive vice president, professional services di Tagetik (www.tagetik.com/it) è dell’idea che «molti gruppi bancari e assicurativi stanno affrontando in questo momento complessi progetti di razionalizzazione delle basi dati su cui sviluppare reportistica e analisi. Uno degli interessi maggiori che Tagetik sta rilevando riguarda la “Profitability Analysis” finalizzata alla produzione del conto economico per cliente/prodotto e su diversi livelli di aggregazione di entrambi gli elementi. Affrontiamo questi progetti utilizzando la nostra soluzione Tagetik APM, realizzata per gestire processi analitici che coinvolgono grandi volumi di dati e necessitano di parametrizzazione di regole di calcolo (anche complesse) e workflow di processo strutturati. I data mart creati con Tagetik APM possono essere interrogati con qualunque “tool” di BI per le “Self-service Analysis” – oppure – è possibile creare report finemente formattati, distribuiti via SharePoint e da utilizzare come “Institutional Reporting”. Su queste tematiche abbiamo recentemente terminato due interessanti progetti in una importante banca italiana, molto attiva nell’attività di “broker online”, che ha implementato Tagetik APM per misurare la “Corporate Profitability” al massimo livello di dettaglio, costruendo un profilo “Profit & Loss” mensile per ognuna delle dimensioni di analisi richieste: il canale distributivo, il prodotto, l’area di prodotto, il cliente, il segmento clientela, il promotore finanziario e la filiale. Progetto analogo è stato recentemente terminato in una banca egiziana che ha utilizzato Tagetik APM per calcolare la “Profitability Analysis” partendo dai movimenti contabili giornalieri. Il reporting può essere navigato fino al livello di cliente, prodotto, business unit, valuta, conto e branch».

 

I BUSINESS ANALYTICS FANNO LA DIFFERENZA

Per Mirella Cerutti, sales director finance di SAS Italia (www.sas.com/italy) l’integrazione dei dati provenienti da sistemi diversi e la velocità di elaborazione sono valori importanti. «Abbiamo diversi progetti in corso focalizzati sull’integrazione di dati provenienti da sistemi diversi. Non è raro, infatti, il caso in cui una stessa banca abbia due indirizzi diversi per un utente che ha traslocato, uno per il mutuo e uno per conto corrente. Monitorare, per mezzo di report analitici e cruscotti direzionali sintetici, l’evoluzione delle posizioni critiche, l’andamento dei flussi di cassa e gli effetti degli interventi messi in atto per la rinegoziazione e il recupero diventa cruciale». Non solo. «In questo ambito – spiega Mirella Cerutti – i business analytics fanno la differenza, perché consentono di ottimizzare l’allocazione delle risorse e l’offerta dei servizi e, al contempo, suggeriscono tra le alternative disponibili la più efficace e redditizia, simulandone gli effetti e le conseguenze sui costi. Il tema della rischiosità delle posizioni in portafoglio sta esercitando un forte impatto sul business in tutti i suoi aspetti, a cominciare dal costo del credito per arrivare ai ricavi e agli stessi corsi azionari».

Leggi anche:  Chatbot intelligenti in Java, come liberare il pieno potenziale dell’AI generativa

Le banche si trovano nella necessità non solo di valutare il tasso di rischiosità nel suo complesso, ma anche di prevederne la dinamica. «Diventa cruciale poter monitorare, per mezzo di report analitici e cruscotti direzionali sintetici, l’evoluzione delle posizioni critiche, l’andamento dei flussi di cassa e gli effetti degli interventi messi in atto per la rinegoziazione e il recupero. Inoltre – continua Mirella Cerutti – i big data mettono a dura prova le infrastrutture esistenti, che si rivelano incapaci di gestire i processi analitici con rapidità ed efficacia. Da un lato, l’IT si trova a fronteggiare richieste sempre più numerose e pressanti di dati, di analisi ad hoc e di report. Dall’altro, i decisori e gli utenti business sono sempre più insoddisfatti perché non riescono a ottenere con la necessaria tempestività le risposte giuste alle loro domande. Ed esigono di poter accedere alle informazioni ovunque essi si trovino, tramite dispositivi mobile. La nostra offerta in ambito High-Performance Analytics e Visual Analytics vuole proprio rispondere a questa esigenza sfruttando la tecnologia in-memory. L’immediatezza di un’interfaccia semplice e intuitiva permette anche ai manager di esplorare i big data in modalità grafica, eseguire analisi di correlazione su miliardi di righe in pochi secondi, scoprire trend e relazioni nascoste e distribuire i risultati delle analisi via web o su mobile».

 

ANALISI DEI DATI DI MERCATO IN UNICREDIT

Il sistema utilizzato da tutte le banche del mondo per effettuare regolamenti internazionali è il sistema SWIFT (acronimo di Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication). In UniCredit, il monitoraggio e la distribuzione interna dei dati SWIFT estratti dall’applicativo Value Analyser necessitavano di una modalità più agevole sia dal punto di vista dell’accessibilità, sia da quello della successiva capacità di analisi. Spiega Enrica Daolio, business intelligence project manager di UniCredit (www.unicreditgroup.eu): «Avevamo bisogno di un sistema che offrisse tempi di risposta e capacità di analisi adeguati alle mutate condizioni del mercato, sempre più dinamico e competitivo». Sono stati coinvolti SWIFT per la fornitura della Base Dati, UBIS (UniCredit Business Integrated Solutions), quale partner IT del Gruppo e MicroStrategy (www.microstrategy.it) per la realizzazione della infrastruttura e l’analisi della nuova soluzione di business intelligence. La presentazione al top management è un successo: «Partiti con il progetto a maggio» – racconta Daolio – «siamo stati in grado di realizzare una dimostrazione con dati reali all’inizio di settembre. Il risultato è andato oltre le nostre aspettative. Il top management ha approvato l’introduzione della BI e auspicato un’accelerazione dei tempi di sviluppo delle fasi successive. E’ nato così BI4Sales, uno strumento talmente stupefacente da sembrare quasi magico». La BI ha consentito, quindi, la realizzazione di un potente e flessibile tool di analisi dei dati di mercato, immediatamente messo a disposizione del top management e di tutti i ventidue network in cui è presente il gruppo. Conclusa la prima fase del progetto, con dashboard dinamiche e report interattivi accessibili via web, UniCredit, incoraggiata anche dai costi sostenibili, realizza la seconda fase con un progetto pilota che vede l’utilizzo di dashboard su iPad e l’adozione delle tecnologie cloud. «La BI – conclude Daolio – ha aumentato la nostra capacità di monitorare i trend del business e le performance del portafoglio clienti, migliorandone la conoscenza».

Leggi anche:  Qlik, dai dati alle decisioni. L’AI a supporto delle aziende data-driven

 

L’ANALISI DELLE FILIALI DI CREVAL

Il Gruppo CREVAL, per meglio indirizzare le attività di internal auditing, ha deciso due anni fa di adottare soluzioni di BI anche in questo contesto, dopo averle già adottate per l’analisi delle informazioni di diversi ambiti, quali HR, soci, crediti e performance commerciali (cross selling, retention rate, acquisition rate, analisi patrimoniale ed economica dei clienti). Il nuovo approccio, basato su BOARD (www.board.com), consente di impostare le attività con elevata flessibilità (per esempio, cambiando i filtri e le soglie degli elementi che costituiscono l’indicatore, al fine di valutarne la copertura) e ottenere le informazioni nel formato ritenuto più funzionale dall’utente interno. Non più query specifiche e autonome per singolo fenomeno e per singolo istituto, ma sulla base di best practice di ciascuna realtà bancaria si è standardizzato e uniformato sia il criterio di estrazione dei dati dal sistema informativo, sia i criteri e le modalità operative di analisi delle informazioni inerenti i controlli, anche definendo benchmark di Gruppo. Secondo Andrea Maderna, sales director di BOARD Italia, «grazie alla BI, CREVAL dispone, oggi, di un sistema di analisi dell’operatività delle singole filiali, in grado di razionalizzare il lavoro delle unità di controllo dei singoli istituti bancari e di reperire in modo più efficace il set informativo necessario alle attività di verifica».

 

NAVY FEDERAL CREDIT UNION
L’ANALISI DELLA CLIENTELA 

Navy Federal Credit Union, con headquarter a Vienna, in Virginia, è la più grande cooperativa di credito al mondo che offre prodotti finanziari tra cui CDS, mutui e carte di credito. Nell’ottica di costruire e mantenere rapporti più forti e duraturi con i propri clienti, di fornire informazioni su investimenti finanziari che rispondano alle loro esigenze, di offrire agli agenti accesso ai dati di clienti, prodotti, servizi e ottimizzare l’offerta  – l’organizzazione ha deciso di implementare Infor Epiphany Interaction Advisor. L’applicazione di Infor (www.it.infor.com), che consente di prevedere le preferenze e il comportamento dei clienti in base alla loro attività in tempo reale e alle loro scelte pregresse, ha consentito di aumentare la produttività del call center attraverso l’accesso immediato ai dati e la capacità di offrire prodotti e servizi che rispondono alle richieste dei membri. Ricevendo informazioni da agenti in qualità di “trusted advisor”, la customer satisfaction è migliorata del 5%. Inoltre, sono aumentati il portafoglio prestiti, del 10%, e la profittabilità per i clienti. L’implementazione dell’applicazione ha permesso di tracciare e misurare il successo dei dipendenti, incrementando la loro produttività e soddisfazione. Spiega Annie Sebastian, manager, member growth strategy, Navy Federal Credit Union: «Abbiamo registrato un aumento del 10% nei guadagni del nostro portafoglio prestiti e una crescita sostanziale nella profittabilità del cliente. Si tratta di un risultato sorprendente in un periodo economico poco favorevole».

 

ENTERPRISE GLOBAL BANKING SYSTEM PLATONE

«L’innovazione, la competitività e le nuove sfide del mercato obbligano le banche a compiere adeguamenti in tempi brevi delle applicazioni relative alle evoluzioni normative, tecnologiche e di business. Proprio per questo Enterprise (www.ent4bank.it), attenta e aggiornata sulle evoluzioni del mercato, ha ideato e realizzato una nuova piattaforma: EGBS-Platone. Il sistema Enterprise Global Banking System Platone è un sistema informativo bancario completo. E’ stato concepito in modalità multibanca e multilingua per permettere sia una operatività 24/7, sia una flessibilità di installazione e di gestione, oltre che una scalabilità della soluzione e adattabilità ai vari modelli organizzativi. EGBS Platone si caratterizza per essere completo. Ha, infatti, al proprio interno, oltre alle diverse funzionalità bancarie (quali sportello di agenzia, mutui, crediti personali, sistemi di pagamento, bancomat e carte di credito, titoli, contabilità generale…), anche le rendicontazioni alla clientela e le applicazioni finalizzate alle segnalazioni agli organi centrali e le altre componenti di sintesi quali, ad esempio, il capital gain».