Editori piccoli e grandi, operatori di telecomunicazioni, siti di e-commerce, sviluppatori indipendenti. Intorno al nascente fenomeno degli elettrolibri ci sono stati molti movimenti. Quali sono, in termini concreti, le opportunità e gli spazi?
C’è una forte componente tecnologica nel futuro del (possibile) successo del fenomeno ebook. Una componente che non si articola e si esaurisce solo attraverso i “reader”, gli strumenti che finiranno in mano agli utenti per consentire l’accesso ai contenuti ex-cartacei. I vari Kindle o iPad sono solo un anello fondamentale di una catena che comprende anche formati, piattaforme di distribuzione, siti di e-commerce, infrastrutture di distribuzione e sistemi di gestione e protezione dei diritti d’autore. Un mare di software che qualcuno deve sviluppare, in buona parte su misura per il pubblico dei lettori-acquirenti italiani.
Malgrado le incognite che ancora permangono in relazione ai potenziali del futuro mercato dell’editoria elettronica e all’impatto che i cambiamenti potranno avere sull’economia del libro convenzionale (già abbastanza risicata dalle nostre parti), gli operatori del settore hanno già cominciato a muoversi. L’interdisciplinarità di questo nuovo comparto risulta già evidente dalla varietà nella tipologia di imprese e marchi coinvolti. Primi fra tutti i player puramente editoriali, che finora hanno vissuto il fenomeno del libro digitale solo nelle sue fasi redazionali e in una ottica di semplice gestione elettronica di passi come la distribuzione o la vendita al dettaglio di libri cartacei. In occasione della recente “Fiera del Libro” di Torino, prima dell’estate, l’annuncio più importante è stato quello della piattaforma Edigita, promossa dai gruppi editoriali Feltrinelli, Messaggerie Italiane con GeMS, RCS Libri, una ambiziosa piattaforma che punta a svolgere funzioni B2B come B2C. Parallelamente a Edigita, si sta muovendo in modo indipendente il gruppo editoriale Mondadori, che inizialmente aveva manifestato interesse nell’iniziativa di Feltrinelli e Messaggerie Italiane (quest’ultimo editore controlla anche Ibs.it, storico marchio tra le librerie online italiane).
Non solo editori
Accanto agli editori, sta schierando le sue truppe l’operatore Telecom Italia, conscio dell’importanza dell’infrastruttura di rete per il successo di un mercato di contenuti che con la digitalizzazione dell’inchiostro assume di colpo pesanti analogie con il mondo della musica e del video digitali. L’interesse di Telecom non riguarda tuttavia solo gli aspetti della distribuzione e della vendita, ma anche quello dei terminali. Il brand Olivetti guida gli aspetti dell’ingegnerizzazione e della vendita dei terminali utente. Nel corso di un evento a Milano nel maggio scorso, Patrizia Grieco, amministratore delegato di Olivetti, ha presentato insieme ai suoi collaboratori un prototipo in fase avanzata di Olipad 70, concorrente italiano di Apple iPad. Contestualmente, Telecom ha illustrato i piani della propria offerta rivolta agli editori di ebook, un portale di e-Commerce personalizzabile abbinato a un insieme di servizi per l’archiviazione e la gestione dei diritti delle copie digitali. L’ebook Store di Telecom ha fatto il suo debutto a Mantova, durante il “Festival della letteratura” a inizio settembre. La piattaforma gestisce tecnicamente il processo end-to-end dello storing e della successiva vendita al dettaglio del libro digitale, garantendo all’editore un ampio margine di manovra per quanto concerne le decisioni in materia di prezzi e diritti digitali associati ai contenuti venduti (numero di copie stampabili, possibilità di trasferire a terzi i titoli acquistati e così via). La libreria online di Telecom prevede anche una sezione destinata alla vendita dei reader, non necessariamente di marca Telecom o Olivetti.
In mezzo a quelli che possiamo considerare gli “incumbent”, nel nascente settore del libro non cartaceo, si apriranno tuttavia numerosi varchi che potranno essere occupati da player nuovi e più indipendenti. Chi si sta muovendo su questo terreno da diverso tempo è Antonio Tombolini, un pioniere italiano di Internet che non avrebbe bisogno di presentazioni se il tempo intercorso dalle sue prime idee visionarie non fosse così cospicuo. Era infatti il 1998 quando Tombolini diventava co-fondatore di Esperya, sito di e-Commerce dedicato alla produzione gastronomica regionale di qualità, successivamente ceduto a Kataweb. Dopo un periodo trascorso dietro a un progetto affine a Esperya, anticipatore dei moderni “gruppi di acquisto solidale”, Tombolini fonda Simplicissimus Bookfarm, un sito inizialmente dedicato all’importazione di dispositivi portatili, la prima generazione di e-reader. In occasione dell’ultima “Fiera del Libro”, Simplicissimus annuncia un accordo di partnership con il distributore eMotion. Attraverso questa partnership, gli aspetti della scelta e della commercializzazione dei lettori viene assunta da eMotion, mentre Simplicissimus si concentra sull’area dei servizi, che vanno dallo studio delle interfacce utente per gli e-reader e i loro sistemi operativi, alle piattaforme di distribuzione. Uno dei primi risultati importanti di questa attività è la piattaforma Stealth per la distribuzione elettronica di ebook, già utilizzata da Ibs.it e dalla libreria online Bol.it di Mondadori.
Oltre allo spazio ormai istituzionale della fiera torinese, operatori, editori e persone interessate al fenomeno ebook stanno dando vita a numerose iniziative di incontro e discussione. Per il prossimo mese di marzo è atteso per esempio il debutto di Ebook Lab Italia, primo evento fieristico di settore, promosso da Simplicissimus Bookfarm e dalla Fiera di Rimini. Tutto intorno, diversi convegni e “barcamp” promossi a livello locale anche dai piccoli editori più attenti alle opportunità legate al passaggio da carta a inchiostro digitale (il romano Bruno Editore, il riminese Guaraldi).
Le prospettive in Italia
È difficile immaginare quali siano in Italia le prospettive reali di questa nuova editoria e soprattutto il ruolo che sviluppatori e player indipendenti finiranno per avere in un mercato che, aldilà di ogni considerazione linguistica, non sfugge agli ormai consolidati canoni della globalizzazione. Quali potrebbero essere le chance di un marchio come Olivetti quando i concorrenti si chiamano Sony, Amazon, Samsung, Apple? Si verranno a creare più spazi nell’area dello sviluppo software, relativamente al riparo dalla potenza di fuoco dei grandi brand dell’elettronica di consumo? Qualunque possa essere il destino dell’editoria postcartacea – sempre che la carta debba realmente scomparire – le opportunità per i protagonisti piccoli e grandi dell’Ict non potranno mancare. Si tratta ancora una volta di provare a coglierle, soprattutto anticiparle. È un altro treno che sta partendo e molti dei suoi vagoni possono essere occupati dalla tecnologia e dalla creatività made in Italy, in misura forse superiore a quanto non fosse avvenuto, in passato, per i maggiori filoni dell’informatica aziendale e consumer. Vale la pena provarci.