E-invoice e servizi bancari per l’impresa e la PA

Le tendenze, i principali risultati e l’evoluzione del CBI realizzato dal sistema bancario italiano che segna una grande innovazione nel rapporto banca-impresa in accoppiata con il recente trattamento della fattura elettronica

 
E-invoice e servizi bancari per l’impresa e la PALe imprese più innovative, utilizzando le tecnologie ICT come fattore di cambiamento, hanno cominciato a scambiarsi beni e servizi online, gettando le fondamenta di un nuovo scenario competitivo. Le piattaforme di online trading e di collaborazione, di acquisto e di vendita, si espandono in logica “win-win” con numerosi vantaggi: la gestione più efficace della supply and demand chain, l’aumento delle relazioni, l’offerta di prodotti e servizi integrati, la terziarizzazione delle attività non-core. Si stanno creando, così, autentiche “comunità economiche integrate online” o reti d’imprese, capaci di cooperare sinergicamente ed efficacemente, ciascuno con il proprio specifico ruolo, attraverso l’integrazione della logistica, dei rapporti con i fornitori e i clienti, dell’azione commerciale e della finanza. Questa tendenza sta cambiando, inevitabilmente e in maniera radicale, anche la relazione tra banca, impresa e pubblica amministrazione (PA) sia nel “business to business” (B2B) che nel “business to government” (B2G). Lo scambio elettronico tra impresa, banca e PA dei documenti del ciclo fatturazione-pagamento-riconciliazione, in combinazione con l’avvento della e-invoice europea (direttiva 2010/45/EU), è una delle tre priorità definite dall’Agenda Digitale Italiana. La fattura, in effetti, è il documento contabile che nei processi aziendali collega il ciclo amministrativo e contabile al ciclo finanziario (incassi, pagamenti, riconciliazioni e tesoreria) e la sua smaterializzazione diventa un passo fondamentale verso la digitalizzazione integrale dell’e-supply chain. L’aumento di produttività e la riduzione dei tempi di esecuzione dei processi legati al ciclo logistico e commerciale dovuti all’adozione della fattura elettronica possono costituire quindi un importantissimo fattore di competitività sia per le banche sia per le imprese.

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

Il servizio CBI

Il servizio CBI (Corporate Banking Interbancario) viene a trovarsi al centro della trasformazione e richiede il rapido adattamento delle strutture organizzative e informatiche. Liliana Fratini Passi è direttore generale del Consorzio CBI (www.cbi-org.eu) e si occupa della gestione dell’infrastruttura destinata al collegamento in ottica di interoperabilità a livello nazionale e internazionale per l’erogazione del servizio CBI. «Il valore del servizio di fatturazione elettronica CBI consiste proprio nel supportare l’integrazione completa dell’intera financial value chain, dalla tramitazione della fattura, alla generazione automatica dell’incasso/pagamento, alla relativa rendicontazione e riconciliazione automatica»  – spiega Fratini Passi. In effetti, le principali funzionalità CBI a supporto della financial value chain sono: l’invio/ricezione end-to-end della fattura elettronica, la richiesta di anticipo fatture, il bonifico a iniziativa del beneficiario, il bonifico XML SEPA e SEPA Direct Debit, l’esito e la rendicontazione strutturata.

Il circuito CBI, in coerenza con gli standard europei dell’European Payment Council (EPC), sta adottando lo standard UNIFI (ISO 20022) XML, sia nella tratta interbancaria sia nella tratta customer to bank, e gestisce, ove richiesta, la firma digitale tra le parti, garantendo le modalità di veicolazione dei servizi sottoscritti. Inoltre, si è adeguato alla SEPA (Single Euro Payments Area) l’Area unica per i pagamenti in euro, che offre già oggi ai residenti nella comunità europea la possibilità di effettuare pagamenti (SEPA credit transfer – SCT) e incassi (SEPA direct debit – SDD) a favore di controparti situate in qualsiasi paese dell’Eurozona. Il Consorzio CBI potrebbe – in prospettiva – offrire il servizio a tutte le organizzazioni della UE, decuplicando il mercato potenziale e facendo diventare il CBI un servizio europeo. L’opportunità è favorita anche dall’avvicinarsi della “SEPA end date”, pianificata per il primo agosto 2014, oltre la quale non saranno più ammessi gli strumenti nazionali. «Grazie all’innovazione dei servizi CBI – spiega ancora Fratini Passi – è possibile integrare e rendere efficienti i processi aziendali abilitando funzionalità di invio end-to-end delle fatture, attivazione della richiesta di pagamento e riconciliazione automatica tra informazioni commerciali e finanziarie».

I vantaggi in cifre

Il servizio di richiesta anticipo fatture e quello di bonifico a iniziativa del beneficiario, in particolare, sono stati registrati dal CBI nel “repository internazionale” ISO20022 e rappresentano pertanto dei benchmark per lo sviluppo dei medesimi da parte di altre comunità. «I vantaggi connessi alla fatturazione elettronica e all’integrazione del ciclo fatturazione-pagamento-riconciliazione sono rilevanti» – sottolinea ancora Fratini Passi. «I dati della Commissione europea (CE) e del Politecnico di Milano confermano che il costo medio per la gestione manuale di una fattura ammonta a una cifra compresa tra 30 e 80 euro, mentre il risparmio di costo ottenibile attraverso il processo elettronico varia dal 60% al 90%». Tali benefici sono confermati anche dall’Expert Group on e-invoicing della CE, i cui lavori, confluiti nel recente final report, affermano l’opportunità per le imprese di beneficiare di tempi di pagamento più brevi, di incorrere in minori errori e sostenere pertanto minori spese di stampa e di spedizione. A questo proposito, il direttore del Consorzio CBI ricorda che «l’adozione diffusa della fatturazione elettronica in Italia porterebbe a un beneficio potenziale, in termini di aumento di produttività, di 10 miliardi di euro – se le logiche della dematerializzazione fossero applicate alla sola fase di fatturazione – e di 60 miliardi di euro all’anno – se l’adozione fosse estesa all’intero ciclo ordine-pagamento». Si tratta di valori compresi tra l’1% e il 4% del PIL. L’adozione estesa della fatturazione elettronica avrebbe, inoltre, un impatto sulla PA molto significativo – prudenzialmente stimato in 3 miliardi di euro di benefici annui – e altrettanto significativa sarebbe la ricaduta potenziale sui fornitori della PA che potrebbero vedere ridotti i tempi di pagamento delle fatture.

Leggi anche:  Servizi finanziari: le sfide secondo CBI

Ottimizzare i processi

Il servizio CBI permette già oggi all’impresa di ottimizzare l’intera catena commerciale-finanziaria, affiancando ai servizi di incasso, di pagamento e informativi, ulteriori servizi di gestione documentale, garantendo quindi la piena interoperabilità tra i formati adottati dalle diverse comunità finanziarie internazionali. L’infrastruttura tecnico-normativa e gli standard di scambio CBI garantiscono l’interoperabilità tra imprese ed enti, nonché una costante spinta evolutiva verso l’innovazione nel mercato dei servizi di pagamento e di gestione documentale. «Il Consorzio CBI è da sempre pronto a investigare e monitorare il mercato dei servizi finanziari – dice Fratini Passi – con l’obiettivo di ridurre per i consorziati il costo del layer cooperativo, (architettura/rete) e dell’offerta dei servizi alle imprese con la definizione di standard, protocolli e livelli di servizio a supporto dell’interoperabilità finanziaria». 

B2G, e-invoice E PA

L’innovazione e-invoice sta investendo anche la PA. Lo spiega sinteticamente Attilio Serrone, amministratore delegato del Consorzio Triveneto, società del gruppo Bassilichi (www.constriv.it). «Come il direttore Fratini Passi sa bene, il Consorzio CBI ha avviato sin dal 2007 una collaborazione con l’Agenzia delle Entrate e SOGEI (www.sogei.it), partecipando ai lavori finalizzati all’utilizzo della fatturazione elettronica verso gli enti della PA». Lo scopo è stato quello di semplificare il procedimento di fatturazione e registrazione delle operazioni imponibili. La legge 24 dicembre 2007 n. 244 (legge finanziaria 2008) prevede che l’emissione, la trasmissione, la conservazione e l’archiviazione delle fatture emesse nei rapporti con le amministrazioni dello Stato avvenga esclusivamente in forma elettronica. Per dare piena attuazione a tale obbligo, il ministero dell’Economia e delle Finanze ha emanato un primo decreto nel corso del 2008, che ha individuato in SOGEI il gestore di un Sistema di interscambio (SDI), deputato alla veicolazione delle fatture elettroniche verso le PA. «Con il secondo decreto, emanato il 3 aprile 2013 (decreto interministeriale n. 55/2013), sono stati definiti poi il formato e il contenuto informativo delle fatture elettroniche destinate al SDI – spiega Serrone – e anche le regole tecniche relative alle modalità di emissione, trasmissione e ricevimento delle stesse attraverso il SDI». L’aspetto fondamentale del modello risiede nell’obbligatorietà di apporre sul documento informatico un riferimento temporale e di firmare il documento stesso elettronicamente tramite un certificato di firma elettronica qualificata o digitale. La firma deve essere inoltre apposta da chi emette il documento direttamente tramite un applicativo aziendale o dal front-end fornito dalla “banca proponente”. «Alla luce di ciò – conclude Serrone – la banca potrà e dovrà giocare, quindi, un ruolo da protagonista nel veicolare verso la propria clientela corporate questa nuova offerta di servizio, resa possibile dalle funzioni innovative abilitate dal CBI». Il Consorzio CBI, in effetti, ha reso disponibile dal 6 dicembre dello scorso anno la funzione “fattura PA”, che permetterà l’invio di fatture elettroniche per conto delle proprie aziende creditrici e la ricezione per conto delle PA debitrici. In accordo con il decreto 55/2013, ministeri, agenzie fiscali ed enti nazionali di previdenza – a partire dal 6 giugno di quest’anno, ma l’obbligo scatterà anche per le PA locali dal 6 giugno 2015 – non potranno più accettare fatture emesse o trasmesse in forma cartacea. Dal punto di vista operativo, il decreto dispone che le amministrazioni identifichino gli uffici per la ricezione delle fatture elettroniche attraverso l’Indice delle PA (IPA) che assegna all’ufficio competente il codice identificativo univoco necessario in fase di trasmissione e ricezione della fattura elettronica. Le nuove regole tecniche in materia di conservazione introducono nuovi importanti standard a cui adeguarsi e completano il quadro normativo e tecnico indispensabile per la concreta realizzazione. 

I nuovi servizi bancari

La modalità elettronica facilita sia l’archiviazione (e ricerca) sia lo scambio e la riconciliazione, rendendo potenzialmente automatica l’intera catena commerciale, logistica e finanziaria indispensabile per accompagnare il cambiamento digitale che dà origine ad altri servizi online più tipicamente finanziari (quali per esempio: l’anticipo su fattura, il pagamento e riconciliazione, l’archiviazione, la gestione delle dispute, i crediti documentari…). In questo nuovo contesto – probabilmente – la banca sarà chiamata a fornire un supporto “esperto” all’azienda e potrebbe essere coinvolta nella scelta e nella fornitura di strumenti per il trattamento dell’intero contesto amministrativo e contabile. Gli strumenti – già oggi – si integrano nella architettura CBI costituendo un plus rilevante nell’offerta di servizio e nella fidelizzazione della clientela, permettendo una forte riduzione dei costi amministrativi. In particolare, i processi presenti nel CBI, consentono alla banca forme di smobilizzo flessibili e sicure del capitale circolante, valorizzando servizi tradizionali come l’anticipo fattura e fornendo al mercato ulteriori funzioni quali la conservazione sostitutiva a norma della documentazione contabile. La banca può, quindi, offrire online una serie di servizi finanziari tipici come il leasing, il factoring, lettere di credito, servizi di gestione tesoreria, il cui valore aumenta proprio nel momento in cui vengono integrati e correlati alla gestione del ciclo logistico, commerciale e finanziario. In realtà, l’evoluzione completa lascia intravedere diverse opportunità in prospettiva e anche un importante scenario di competizione. Infatti, emerge per l’impresa la necessità di trovare un intermediario affidabile, in grado di assicurare la qualità delle informazioni, l’autenticità della controparte e la sicurezza del processo. Per garantire la funzionalità e la trasparenza, è indispensabile il ruolo del coordinatore e regolatore del mercato in grado di offrire garanzie di trasparenza, affidabilità e serietà. Nella ridefinizione dei propri modelli di business, l’istituzione finanziaria ha la possibilità di sfruttare al meglio la profonda conoscenza dei settori industriali che, talvolta, sono stati sviluppati grazie alle attività bancarie tradizionali. Inoltre, la struttura tipica del tessuto produttivo italiano, caratterizzato da molte piccole e medie imprese focalizzate su specifiche nicchie di mercato, implica proprio la necessità di una figura che coordini le relazioni, che goda di particolare fiducia e che sia in grado di gestire tutti gli aspetti del rapporto economico-logistico-finanziario.

Leggi anche:  Criptovalute, Bitcoin supera la soglia dei 100mila dollari

Il rapporto banca e impresa

Il rapporto tra banca e impresa dovrà essere sempre più ispirato al consolidamento delle attività di corporate lending, corporate finance e cash management. Pertanto, la capacità di creare valore per le imprese sarà funzionale alla capacità di trasferire valore alla banca. L’attuazione di ciò prefigura l’avvento di un modo nuovo di fare credito: questo non viene più concesso “prima”, attraverso la classica pratica di fido, ma nel momento esatto in cui serve e viene utilizzato, realizzando così una sorta di “finanziamento progressivo e real-time (o just in time), controllato e con garanzia nell’assunzione e gestione del rischio, che porta enormi vantaggi per tutti. «Alcuni istituti bancari hanno individuato in ARXivar una delle tecnologie più strategiche per i nuovi servizi» – commenta Alberto Carrai, direttore commerciale di Able Tech (www.arxivar.it). «In particolare, nella gamma dei servizi B2B offerti da alcuni nostri clienti, è stato inserito l’importante servizio “invoice & payment automation”. Tramite questo servizio, il cliente affida la trasmissione telematica del documento all’istituto che contestualmente si occuperà anche di tutto il processo di transazioni verso il destinatario, certificando l’invio e conservando il dossier in forma sostitutiva». Inoltre, grazie all’integrazione con IX (ARXivar Invoice Xchange), questo servizio è già compliant con gli obblighi normativi di trasmissione verso la PA, divenendo per l’istituto una soluzione che permette di abbassare il livello di “rischio” dell’operazione sia per la banca sia per il cliente. Strategicamente la banca non è più solo il fornitore di servizi finanziari ma diventa un partner cui affidare l’intero ciclo di invio, trasmissione, ricezione e conservazione delle proprie fatture, innescando un ciclo virtuoso, che permetterà all’azienda di ottenere in tempi più rapidi il proprio credito dalla banca e soprattutto permetterà di ridurre al minimo sprechi e inefficienze del processo di acquisto e rendicontazione delle spese.

Gli fa eco Roberto De Flumeri, presales manager BU CFO di Gruppo Formula (www.formula.it). «Molto probabilmente le imprese ridurranno il numero di banche cui si appoggiano in base alla qualità dei servizi offerti. Quindi, servizi aggiuntivi come l’anticipo fattura elettronico e il business process outsourcing (BPO) non sono un complemento dell’offerta ma il valore aggiunto da dare ai servizi di pagamento e riconciliazione automatica delle fatture». Ad oggi solo l’1% delle banche permette la richiesta e l’esito dell’anticipo fattura, il 6% è in grado di fornire rendicontazione XML e il 2% ha il ruolo di gateway nel marketplace. «Per contro – prosegue De Flumeri – le soluzioni di tesoreria e credito che proponiamo gestiscono già i camt53 e camt54, oltre alla web signature e, conoscendo il mondo delle imprese, non è sufficiente il solo XML, ma web-services, architetture SOA e piattaforme integrate con i sistemi di enterprise resource planning». In attesa di queste novità, Gruppo Formula ha già portato nelle soluzioni di gestione della tesoreria e di credit risk management, le tecnologie necessarie e gli standard per consentire la gestione di una vera e propria financial value chain. «Poco tempo fa – conclude De Flumeri – un nostro cliente che ha attivato un progetto di compliance SEPA ha anche attivato il servizio offerto da MyBank. Tale servizio ha molti plus: dai pagamenti, alla gestione degli e-mandate e può essere visto anche come nuovo processo aziendale di credit risk management. Altri clienti della soluzione Sage FRP Treasury che proponiamo, all’estero hanno già avviato progetti di riconciliazione elettronica, di BPO e di 3Skey».

Nuove opportunità di business

«Occorre proporre alle banche tecnologie e soluzioni che permettano di dematerializzare i processi operativi e di generare, al contempo, nuove opportunità di business» – afferma Pierpaolo Benintende, responsabile marketing & business development di InfoCert (www.infocert.it). Con le soluzioni InfoCert, gli istituti possono consentire di sottoscrivere il contratto di acquisto firmandolo direttamente in digitale oppure usare nuovi servizi connessi all’obbligo di fatturazione elettronica verso la PA. Con la piattaforma InfoCert, la banca può proporsi alle imprese-clienti quale intermediaria per l’attività di fatturazione. «Alla clientela, la banca garantisce non solo il corretto adempimento al nuovo obbligo normativo – continua Benintende –  ma permette di incrementare l’efficienza in termini di velocità d’esecuzione e contenimento dei costi». Inoltre, è nota la possibile integrazione nativa di servizi come firma digitale, PEC, fatturazione elettronica, conservazione a norma. «Le banche possono generare ulteriori benefici per i propri clienti corporate, mettendo loro a disposizione un trusted workspace dove far affluire i propri documenti, archiviarli, sottoscriverli o inviarli mediante posta certificata. Innalzando così il livello dei servizi e la qualità della relazione con i clienti» – conclude Benintende.

Leggi anche:  Più opportunità e meno barriere, i portafogli digitali uniscono il mondo

«L’e-invoicing velocizza i tempi di riconciliazione delle fatture, consente di tracciare i processi e di eliminare le attività manuali a basso valore aggiunto» – sottolinea Virgilio Arciero, head of OSB line of business di Ricoh Italia (www.ricoh.it). In effetti, secondo l’ultimo Rapporto ABI Lab 2014, al primo posto della top ten delle priorità di investimento è posta la dematerializzazione dei documenti che si accompagna spesso alla reingegnerizzazione/automazione dei processi interni. Ma in che modo gestire il passaggio dal cartaceo al digitale? «Secondo Ricoh – risponde Arciero – questo passaggio non può avvenire dall’oggi al domani, ma richiede diversi step strutturati per i quali risulta fondamentale considerare l’intero processo di fatturazione e di pagamento elettronico associato e non semplicemente l’output finale». Una possibilità interessante per le aziende è – per esempio – il servizio di e-invoicing di Ricoh, che consente di cogliere i benefici citati e libera l’azienda dalla gestione dell’infrastruttura tecnologica perché viene erogato su piattaforma cloud computing.

Conclusioni

Le banche e le imprese sembrano aver imboccato la strada giusta per superare una sfida importante sulla via della modernizzazione. L’obiettivo è di cementare interessi comuni, arricchendo il tradizionale rapporto tra banca e impresa con iniziative come quelle del CBI e della sua evoluzione verso la e-invoice e i nuovi servizi finanziari online.  È chiaro – però – che tutto ciò richiede uno sforzo notevole di innovazione e di coraggio nelle scelte strategiche, oltre a una visione lungimirante sui processi di business e sui partners con cui costituire alleanze. Nel nuovo scenario competitivo, il vantaggio fondamentale è costituito dalla capacità di utilizzare la tecnologia ICT e l’innovazione per sviluppare un più elevato valore aggiunto, ripensando i processi. In conclusione, si può dire che lo spazio per l’applicazione delle nuove tecnologie in quest’area è oggi molto più ampio di ieri.

Corporate Banking Interbancario

Il Corporate Banking Interbancario (www.cbi-org.eu), noto come CBI, è un servizio bancario telematico che consente a due soggetti economici (aziende o PA) di lavorare tra di loro, tramite i propri computer, avvalendosi dei servizi di tutte le banche con le quali intrattengono rapporti. Realizzato con il coordinamento dell’ABI, si propone di garantire alla clientela imprenditoriale adeguati livelli di servizio, anche attraverso il controllo del rispetto delle regole. In particolare, il CBI: centralizza i rapporti di un’impresa verso l’intero settore bancario, in un unico punto; fornisce una vasta gamma di funzioni finanziarie, informative e commerciali; utilizza sempre lo stesso standard di comunicazione; fornisce un servizio basato sulla cooperazione delle banche, senza ridurre gli spazi competitivi. I servizi CBI offerti dalle banche vengono veicolati tramite una infrastruttura governata dal Consorzio CBI. La rete CBI connette circa 670 istituti finanziari e oltre 920mila imprese private e della PA in ottica end-to-end, abilitando una serie di servizi innovativi compliant con gli standard internazionali, afferenti non solo all’area di gestione del pagamento/incasso (SEPA compliant), ma anche all’area di gestione documentale, di rendicontazione e riconciliazione.

Obbligo di fatturazione elettronica per i fornitori della PA?

La risposta semplice di SB Italia con inviofatturePA.it

Dal 6 giugno 2014, agenzie fiscali, enti di previdenza e ministeri non potranno più accettare fatture emesse o trasmesse in forma cartacea. E a seguire, entro il 2015, anche tutte le altre amministrazioni dovranno adeguarsi ai nuovi obblighi normativi. La disposizione impone a tutti i fornitori della pubblica amministrazione a emettere le fatture esclusivamente in formato digitale XML, unico accettato dal Sistema di Interscambio e garantito dalla firma elettronica qualificata. «Adeguarsi alla nuova normativa diventa semplice se ci si affida ai servizi di uno specialista» – spiega Massimo Missaglia, amministratore delegato di SB Italia (www.sbiitalia.com).

«Per questo, abbiamo lanciato inviofatturePA.it, un insieme di servizi basati sulla nostra piattaforma di document management Docsweb, già utilizzata da migliaia di utenti. I servizi inviofatturePA.it, che si integrano con tutti i sistemi informatici aziendali, risolvono in modo diversificato e specifico le diverse esigenze delle aziende che lavorano con la pubblica amministrazione: dal piccolo artigiano che emette poche fatture all’anno, fino alla grande azienda con flussi importanti e continui. SB Italia può gestire nei diversi casi tutto il processo, sollevando le aziende dalla complessità e dai costi di una gestione interna che può risultare onerosa e impegnativa. A fronte di un costo fisso per documento e/o di un canone annuo, l’azienda può disporre di un servizio efficiente che garantisce tempestività, compliance e risparmi significativi».