Corero Network Security, apre in Italia


L’azienda statunitense con sede a Hudson (Massachusetts, USA) nell’ottica di una decisa strategia di espansione a livello europeo, sbarca nel nostro Paese, forte di un portafoglio di più di duemila clienti in 22 nazioni

Sembrava dovessero passare di moda, perché non abbastanza redditizi. E invece, la loro popolarità in Rete è sempre molto alta, anche perché puntellati da nuove motivazioni: alle ragioni economiche si sono affiancate quelle politico-ideologiche, consentendo al fenomeno di crescere in quantità e qualità. Parliamo degli attacchi DDoS – Distributed Denial of Service, quelli per intenderci mirati a mettere fuori uso un sistema informatico, che fornisce un servizio, tipicamente l’hosting di un sito Web, spingendolo al limite delle prestazioni consentite. Non si fatica perciò a credere che questi attacchi siano – come sostiene Corero Network Security (www.corero.com), l’azienda specializzata nei sistemi di difesa DDoS e nelle soluzioni IPS di ultima generazione (Next Generation Intrusion Prevention System) – in costante aumento, sulla scorta di una ricerca condotta su un campione di direttori IT di 300 società medio-grandi in UK e USA. Dalla survey emerge, infatti, che un’azienda su tre (31%) ha subito uno o più attacchi DDoS, negli ultimi 12 mesi. «Le aziende sono preoccupate sia per la frequenza, sia per la potenza di questi attacchi» ci conferma Franco Caterino, di recente nominato country manager per l’Italia di Corero, con il compito di creare e sviluppare il mercato locale. «Bisogna considerare, che gli attacchi DDoS – spiega Caterino – non sono solo quelli che finiscono sui giornali. Per molte realtà in tutto il mondo si tratta di un problema con cui fare i conti quasi ogni giorno». Condotta in collaborazione con Vanson Bourne (www.vansonbourne.com/), società specializzata di consulenza marketing, la ricerca mette in luce un livello di preoccupazione più marcato tra le aziende USA, come riflesso della loro crescente esposizione agli attacchi DDoS, (38% quelle vittime di un attacco, più del doppio di quelle britanniche – 18%) con quasi due terzi (63%) dei direttori IT USA, che affermano di essere preoccupati dalla minaccia di attacchi DDoS, contro il 29% di quelli britannici. «Si tratta di una minaccia in crescita – afferma Caterino – con la differenza che rispetto al passato, a condurre questi attacchi non sono più gli “smanettoni” alle prime armi, che li consideravano una sorta di trampolino verso azioni più impegnative. Oggi, invece, servono competenze tecniche più raffinate e mezzi più ingenti. Ma questo non è un buon deterrente capace di frenarne la diffusione». La potenza d’urto che gli attacchi DDoS sono in grado di scatenare si è moltiplicata rispetto a qualche anno fa. «Gli attacchi DDoS volumetrici, vale a dire ad alta bandwidth nella fascia dei 10 Gbps per intenderci, sono in costante crescita» rileva Luca Profico, systems engineer e responsabile tecnico dell’azienda per l’Italia. Secondo alcune stime, oggi, almeno un data center su quattro è vittima di attacchi, in grado di superarne la capacità, in termini di banda disponibile. Ed è migliorata anche la precisione degli attacchi, ormai sempre più spesso, diretti al layer applicativo delle reti. «Registriamo azioni criminali che non si possono più definire bombardamenti a tappeto, ma veri e propri attacchi chirurgici mirati» – conferma Profico. Per fronteggiare queste minacce le aziende necessitano di tecnologia all’avanguardia: «Parliamo di soluzioni appliance-based, adattabili, capaci di rispondere preventivamente agli attacchi e in grado di proteggere le informazioni critiche e gli asset online» spiega Profico. «Il nostro biglietto da visita è un portafoglio di più di duemila clienti in 22 nazioni. In questo senso, i prodotti Corero sono altamente scalabili, trasparenti sulla rete e vantano la latenza più bassa e l’affidabilità più elevata del settore» conclude Caterino. L’inaugurazione della filiale italiana di Corero Network Security si incardina in una decisa strategia di espansione a livello europeo con l’apertura di nuove sedi in Francia, Spagna, Germania, oltre alla sede capofila in UK.

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