Colleghiamo il domani! Evoluzione delle reti enterprise

Tutto viaggia in Rete: informazioni, transazioni, voce, dati, insomma il business non può più fare a meno di essa. Gestire la Rete nel modo migliore, soprattutto se parliamo di aziende, diventa quindi una vera e propria necessità. Ed è allora fondamentale dotarsi delle competenze giuste in modo da seguire i nuovi percorsi tecnologici e garantirne le flessibilità

 

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Colleghiamo il domani! Evoluzione delle reti enterpriseConoscere le funzioni, le peculiarità e padroneggiare le tecniche di routing, oppure ottimizzarle per la propria Rete – in particolare verso la ridondanza, il bilanciamento del traffico, la simmetria e la stabilità – sono fattori che possono fare la differenza. Così come affrontare in modo professionale le problematiche delle LAN enterprise, spina dorsale delle intranet aziendali sempre più interconnesse con le realtà esterne. Non dimentichiamoci – soprattutto – quanto sia diventata importante in termini economici quella che è definita Internet economy. Secondo i dati dello studio della Boston Consulting Group (www.bcg.com), il valore della economia generata dalla Rete nei Paesi più industrializzati raggiungerà 4mila e duecento miliardi di dollari nel 2016 – in altre parole – se la Rete fosse una nazione sarebbe al quinto posto nell’economia mondiale. Guardando allora alla Rete da un punto di vista interno alle aziende, proviamo a fare un punto sullo stato dell’arte, facendo un giro di domande con alcuni operatori del mercato.

 

Quali sono i motivi principali che dovrebbero spingere per investire in questo settore?

UNA ROAD MAP DI TRASFORMAZIONE

Paolo Mutinelli, head of BT advise di BT Italia (www.italia.bt.com) parte dall’esperienza di successo maturata da BT attraverso la collaborazione con i più grandi gruppi multinazionali durante le scorse Olimpiadi 2012 di Londra, quando terabyte di dati sono stati trasmessi con continuità assoluta sul globo. «Ciò ha evidenziato come la realizzazione di una rete di telecomunicazione efficace e flessibile abbia bisogno di un’ampia gamma di competenze che vanno oltre le tradizionali conoscenze e certificazioni che un carrier può mostrare. Affrontare l’evoluzione della Rete – con un partner che supporta il cliente a partire dalla fase di identificazione della relazione tra esigenze di business e infrastruttura abilitante – permette di raffinare la progettazione focalizzando gli sforzi ove sia dimostrabile un tangibile ritorno degli investimenti. Con la “next generation BT” vogliamo consolidare questo approccio per aiutare i clienti a definire una road map di trasformazione, che attraverso l’implementazione e l’esercizio di una rete sicura, ridondata, real time e altamente performante, traguardi il raggiungimento degli obiettivi di business del cliente».

«Il mondo intorno a noi sta cambiando rapidamente» – afferma Paolo Delgrosso, infrastructure leader di Cisco Italia (www.cisco.com/web/IT) – «in particolare nel modo di accedere e usufruire delle informazioni. Il cambiamento riguarda anche il modo in cui lavoriamo, con l’esigenza di essere sempre raggiungibili e la necessità di lavorare in mobilità e di accedere alle informazioni attraverso diversi dispositivi. Questi cambiamenti stanno influenzando lo spazio di lavoro dell’utente e conseguentemente le reti. Uno dei principali trend cui stiamo assistendo riguarda la gestione da parte dei chief information officer del fenomeno BYOD (bring your own device). La sicurezza – quindi – sarà uno dei fattori più critici, con la possibilità di gestire policy e identity per avere una gestione sicura degli apparati. Cisco ha recentemente annunciato proprio per questa tematica l’Identity Services Engine (ISE), il motore centralizzato per la gestione delle policy (identificazione ad accesso), che consente di risolvere la sfida di qualsiasi dispositivo, permettendo di definire una policy globale di accesso, in relazione ai tipi di dispositivi, sia wireless, sia cablati nell’ottica AnyWhere, AnyTime e AnyBody. L’approccio di Cisco per affrontare il fenomeno BYOD – oggi e in futuro – va oltre la semplice connessione, fornendo alle aziende soluzioni complete affinché superino il semplice collegamento alla rete aziendale dei dispositivi di proprietà dell’utente, introducendo un approccio globale basato sull’architettura Borderless Network che unifica le policy e semplifica la gestione per fornire un’esperienza utente senza compromessi, in qualsiasi ambiente di lavoro. Il secondo aspetto porta la nostra attenzione all’interno del data center, dove le prestazioni delle reti sono sempre più performanti. I 10 GB ormai sono un dato di fatto, all’aumento della velocità non corrisponde – però – solo un minor numero di server, ma soprattutto un aumento delle necessità di gestione, fino al desktop Wi-Fi».

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LA CONVERGENZA DELLA RETE

Massimo Palermo, networking country manager di Hewlett-Packard Italiana (www.hp.com/it), cita innanzitutto i dati dell’osservatorio della Commissione europea che dicono che – già oggi – ogni cittadino europeo possiede in media due dispositivi con accesso a Internet e nel 2015 i device connessi saranno 25 miliardi. «In un futuro non troppo lontano, la maggior parte dei dispositivi che fanno parte della vita quotidiana degli utenti saranno ubiqui e always on. Dai ragazzi – nativi digitali sempre connessi – agli utenti più anziani – che si avvalgono della Rete per soddisfare necessità specifiche che suppliscono a una ridotta capacità di mobilità fisica – fino alle aziende – che utilizzano il world wide web come strumento di business – la Rete rappresenta una unica grande piattaforma connettiva che abilita tutti i livelli di comunicazione, condivisione, sistemi di pagamento, ricerca e monitoraggio. La Rete rappresenta uno snodo pervasivo ed essenziale nella nostra vita. Il 2013 confermerà ancora di più questo trend. Per supportare questi cambiamenti socio-economici sono necessarie reti sempre più intelligenti, che non vanno ridisegnate a fronte della distribuzione di un nuovo servizio o di una nuova applicazione. Questo è il futuro molto prossimo che ci aspetta e la storia ci insegna che quando le abitudini dei consumatori cambiano, gli investimenti si muovono di conseguenza».

L’opinione di Marcello Montanaro, integrated communication services offering manager di IBM Italia (www.ibm.com/it) – è che la Rete sia pervasiva e che soltanto pochi anni fa, sarebbe stato difficile, se non impossibile, utilizzare realmente la Rete per servizi distribuiti come ad esempio il cloud computing. «Oggi invece, la combinazione di reti aziendali, reti domestiche, wireless 3G/4G, Wi-Fi pubblico, permette agli utenti di connettersi praticamente il 100% del loro tempo e in questo scenario, purtroppo, molti IT manager non hanno chiaro come poter rendere sicure e gestire le risorse che non sono più sotto il loro controllo e nemmeno presso le sedi aziendali. Spostare il controllo e la sicurezza nella Rete permetterebbe di indirizzare questa sfida poiché la Rete è l’unica risorsa IT trasversale a tutte le altre».

Massimo Peselli, country leader Italia di Verizon (www.verizon.com), conclude questo primo giro di domande rispondendoci che con la convergenza di big data, servizi cloud e mobilità, è tutta una questione di volume e virtualizzazione. «Poiché i dati sono sempre più sviluppati, memorizzati e accessibili online, le reti devono evolversi e devono farlo in modo veloce ed efficiente. Le basi del networking come sicurezza, banda larga, storage e power processing rimangono le stesse, ma l’investimento su questi elementi chiave deve essere proporzionato alla domanda dei clienti e alle risorse di capitale. Naturalmente, grandi operatori quali Verizon non prendono decisioni come queste con leggerezza. Dal 2006 al 2010, Verizon ha investito più di 110 miliardi di dollari in spese in conto capitale e investimenti – più di ogni altra società di telecomunicazioni o cable company in America – per mantenere, aggiornare ed espandere la propria infrastruttura tecnologica. I rapidi progressi nella tecnologia, resi possibili da investimenti e implementazioni globali in IP, fibra e banda larga wireless continuano a trasformare la natura del settore e accrescono le funzionalità per i clienti».

Quali tecnologie innovative si stanno affacciando sul mercato?

PIU’ POTERE ALLE RETI

«BT analizza e segue i trend di mercato cercando di anticiparli – spiega Paolo Mutinelli di BT Italia – per offrire ai clienti gli strumenti necessari a valorizzare le nuove tecnologie. Non solo. Affrontiamo l’introduzione delle nuove tecnologie con un percorso che inizia dall’analisi consulenziale delle esigenze per poi valutare sul campo, con un sistema di pre-produzione, l’opportunità di adozione su larga scala del servizio. Tra le nuove tendenze di mercato cui stiamo lavorando, mi piace evidenziare: la trasformazione del workplace da fisico a virtuale, l’espansione della collaboration a tutti i canali di comunicazione, l’introduzione di nuovi device in azienda e l’adattabilità della Rete alle applicazioni critiche per il business del cliente. Si tratta delle tematiche che le nuove tecnologie di mobility, virtualizzazione, cloud e collaboration offrono e per le quali possiamo mostrare un beneficio chiaro in termini di riduzione costi e miglioramento della produttività».

Paolo Delgrosso di Cisco Italia parte dall’assunto che un altro principale driver, che sta dietro all’esigenza delle aziende di indirizzare le sfide infrastrutturali, è l’aumento dei dati ottenuti, creati e ricevuti. «Poiché sempre più aziende guardano ai social media e ai big data per creare e sviluppare collaborazioni nuove o esistenti, la potenza di elaborazione richiesta per utilizzare con successo questi dati è aumentata in modo esponenziale, insieme alla necessità di un’infrastruttura informatica agile e flessibile. La tecnologia ha fatto grandi passi e i nuovi switch sono addirittura in grado di effettuare anche simulazioni per testare la video experience degli utenti e i parametri di sicurezza sempre più integrati ed efficaci. Il prossimo passo è il power management, già largamente impiegato all’estero e guardato con interesse anche nel nostro Paese, per misurare, monitorare, controllare e prevedere il consumo energetico su dispositivi IT – e non IT – dalla Rete, al fine di garantire risparmio nei consumi, minor impatto ambientale e migliore gestione. Un progresso che non si esaurisce nell’accensione o nello spegnimento degli apparati, ma arriva alla gestione vera e propria dei consumi, con funzionalità di forecasting e addirittura in un prossimo futuro in grado di portare anche “le lampadine su IP”».

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Per Massimo Palermo di Hewlett-Packard Italiana, i prossimi anni segneranno sempre più la riduzione degli utenti connessi solo sporadicamente e la crescita di quelli always on. «Reti a prestazioni sempre più elevate, abilitate da tecnologie come 4G e LTE e dispositivi che offrono una connettività senza interruzioni saranno l’elemento chiave e assisteremo progressivamente al passaggio verso reti più dinamiche, connessioni IP pervasive e reti custom alimentate da chip, sensori che inviano dati e video, network basati su architetture aperte e soluzioni multivendor che serviranno le aziende, i consumatori e la società in generale. In questo contesto, giocheranno un ruolo cruciale le software defined networking (SDN) e le tecnologie connesse. Queste cambieranno il modo in cui le aziende e i fornitori di servizi distribuiscono applicazioni e servizi. Anziché modificare e regolare l’infrastruttura continuamente, affinché un’applicazione o un servizio siano eseguiti correttamente, in questo modo – per esempio – un’organizzazione potrà creare un framework che permetta alle applicazioni di richiedere e ottenere automaticamente l’infrastruttura di cui hanno bisogno. Le reti finora sono state troppo statiche e rigide: questa potrebbe, invece, essere l’alba di una nuova era. La nuova prospettiva offerta dalla tecnologia SDN permette inoltre di supportare pienamente i datacenter distribuiti, le strategie di enterprise mobility, creando ambienti cloud nei quali i dipendenti potranno usare le applicazioni aziendali per svolgere più efficacemente il proprio lavoro. Il 2013 segnerà l’inizio della realizzazione di tanti progetti basati su questa nuova tecnologia su cui HP investe da qualche tempo, precorrendo sensibilmente i tempi rispetto ai competitor e acquisendo così una posizione di leadership».

Secondo Marcello Montanaro di IBM Italia, le organizzazioni IT devono tenere il passo con le richieste crescenti di interconnessione e sono quindi alla ricerca di innovazioni tecnologiche specifiche. «Spesso l’IT cerca di rispondere a queste esigenze semplicemente aumentando la larghezza di banda o installando appliance di ottimizzazione e sicurezza, ma l’innovazione passa invece per la virtualizzazione della Rete con cui fornire le tradizionali funzionalità della WAN direttamente dal cloud e secondo un modello a consumo. Questo è possibile attraverso una overlay network architecture, che realizza una Rete unica mondiale, con una gestione end-to-end, con SLA effettivi, con larghezza di banda superiore, più affidabile e con costi molto inferiori a quelli dei carrier tradizionali. Questa architettura consente un ulteriore consolidamento, fino alla possibile eliminazione di tutte le appliance sui branch-server, sostituiti dagli stessi servizi in modalità on demand. Si tratta di un approccio nuovo che facilita la centralizzazione delle reti e riduce la complessità dell’IT per l’accesso a Internet e per funzioni di backup remoto».

OPEN NETWORKING

«Non è un segreto che la tecnologia che ha conquistato il settore è il software defined networking» risponde infine Massimo Peselli di Verizon. «Verizon è una delle sei aziende che ha inizialmente lanciato la Open Networking Foundation, una delle prime organizzazioni a focalizzarsi pubblicamente sul SDN. Sebbene il SDN sia nella sua fase formativa, ha il potenziale di cambiare il nostro modo di configurare i network. Grazie al disaccoppiamento di topologia, traffico e dipendenze tra livelli si può abilitare un networking multi-layer dinamico. Sappiamo che la tecnologia funziona, ma quali sono le problematiche e i benefici? Gli uffici centrali evolvono essenzialmente nei data center con il SDN, approfittando dei vantaggi di flessibilità dei costi, della scalabilità e del servizio offerti dalle tecnologie di cloud computing. E quando si tratta di lanciare nuovi servizi, il SDN offre ancora una volta la flessibilità e la velocità che può, in ultima analisi, permetterci di proporre nuovi prodotti o servizi più rapidamente. Il SDN mantiene anche la promessa per una serie di possibili scenari con banda larga flessibile, flusso di traffico e routing nei quali la pre-programmazione di queste caratteristiche potrebbe portare non solo un risparmio sui costi, ma anche un incremento dell’affidabilità. Tuttavia, non si tratta solo di adattarsi alle nuove tecnologie, ma anche di un cambiamento nella cultura e negli skill e ciò non avviene dall’oggi al domani. Il cambiamento è l’unica costante nel settore delle comunicazioni e continueremo a progredire in linea con lo sviluppo di nuove tecnologie».

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CONCLUSIONI

Nel 2012 appena trascorso è stata realizzata la connessione in rete più veloce del mondo. E’ bello ricordare che questo record è stato ottenuto in Italia, precisamente a Pisa presso l’Istituto di Tecnologie della Comunicazione dell’Informazione e della Percezione (TeCIP) della Scuola Superiore Sant’Anna, in collaborazione con il Laboratorio Nazionale di Reti Fotoniche del CNIT (consorzio nazionale interuniversitario per le telecomunicazioni) e con il supporto di Ericsson. Per la prima volta nella storia si è raggiunta la fantastica velocità di un terabit al secondo, in una connessione Internet a fibra ottica, il che equivale – per fare un paio di esempi – a sostenere cinquecentomila collegamenti ADSL a venti Mbit/s, oppure, a scaricare in un solo secondo trecento film ad alta definizione. Siamo ancora in una fase sperimentale, ma come sempre accade, queste iniziative di frontiera spingono lo sviluppo di future applicazioni industriali e – non a caso – si sono già avuti test in campo su apparati in grado di funzionare a velocità di oltre quattrocento Gbit/s per canale. Molto più vicino a noi nello spazio e nel tempo, stiamo assistendo proprio in questo periodo al lancio delle nuove tecnologie di accesso di quarta generazione su rete mobile (LTE) o all’attenzione che si sta ponendo in tema di futuro dell’accesso di rete fissa, sempre più convergente verso le tecnologie ottiche, anche se ciò significa importanti investimenti. L’accesso alla Rete, sempre più veloce e pervasivo, permetterà l’utilizzo di applicazioni e di modalità di collaborazione sempre più sofisticate. Gli spread in termini di performance, e quindi di possibilità, tra quelle che definiamo reti aziendali rispetto al mondo esterno, saranno sempre meno marcati e semmai occorrerà aumentare e migliorare le capacità di gestione complessive, oltre che quelle delicate in termini di sicurezza e riservatezza, garantendo il raggiungimento di quello che sembrerebbe un vero ossimoro: massima flessibilità nella maggiore complessità. E sopra la Rete ci sarà sempre di più: c’è chi afferma che da qui a pochi anni assisteremo a una nuova rivoluzione che avrà come base le apps e il cloud computing, che sono stati tra le maggiori novità tecnologiche di questi ultimi tempi. C’è chi dice che questi nuovi paradigmi si affiancheranno alla costante evoluzione del web, che continuerà a essere il modello dominante, c’è chi immagina che lo scenario muterà in modo particolare attraverso quella che si chiama Internet delle cose, dove gli oggetti parleranno tra loro in modo da semplificarci sempre di più la vita. Scopriremo via via solo vivendo come effettivamente evolverà il tutto, ma una cosa è certa: alla base di tutto c’è e ci sarà sempre di più la connettività – e cioè – la Rete. Quindi qualsiasi business, anche quelli apparentemente più lontani dalla tecnologia, non potranno fare a meno di essa. Già all’inizio di questo servizio, si diceva quanta importanza ha – e ancor più avrà – l’Internet economy nei bilanci dei conti del mondo industrializzato. Focalizzando l’attenzione al nostro Paese – e soprattutto al momento recessivo che stiamo vivendo – non ritenete che sia fondamentale non perdere di vista il fatto che si prevede che nel 2015, il 4% del nostro PIL sarà generato da Internet? E se riuscissimo a fare anche di più, quanto sviluppo – e conseguentemente quanti posti di lavoro – riusciremmo a creare? Meditiamo, gente. Meditiamo