di Corrado Sciolla, amministratore delegato di BT Italia, presidente di BT France
Negli ultimi mesi stiamo assistendo a un ampio processo di trasformazione tecnologica che cambierà il panorama dell’ICT. Cloud computing, virtual data, social networking, mobility sono tutti elementi di quel mix tecnologico che sta alla base della nuova sfida dell’ICT.
A questi si intrecciano poi il sempre più diffuso fenomeno della “consumerizzazione” che abbatte le barriere tra mondo business e consumer e quello, seppur in fase ancora embrionale, dell’Internet of Things, che delinea un mondo in cui miliardi di oggetti diventeranno “smart” acquisendo la capacità di interazione con l’ambiente circostante e di elaborazione dati.
Questa nuova miccia tecnologica potrà però innescarsi solo grazie alla presenza di una infrastruttura di rete intelligente, che ritengo sia il nucleo in grado di guidare ogni trasformazione.
In un report di Ovum intitolato “La rete intelligente e il futuro del Cio”, si prevede che entro il 2015 il numero di smartphone in uso supererà i 600 milioni. Ci sono altri report che stimano che entro il 2013 saranno connessi alla rete circa un miliardo di device.
Inoltre con la possibilità data ai dipendenti di utilizzare i propri device in ufficio – già il 62% delle aziende in Italia lo consentono – la pressione sulla rete è destinata a crescere. Se poi consideriamo anche il crescente traffico video da mobile e da fisso, ciò che emerge è uno scenario di grande complessità tecnologica e con significativi rischi di sicurezza a tutto campo, in cui le aziende e i Cio non potranno fare a meno di avvalersi di una rete superperformante, ipercapillare, sicura e intelligente.
Con una rete che incorpora l’intelligenza, le imprese saranno in grado di: determinare in ogni istante la tipologia di traffico sulla rete così da poter usare in modo adeguato la banda disponibile e prioritizzare le informazioni e le applicazioni più importanti; determinare quanto sia sicura di fronte ad attacchi informatici; diventare più sostenibili con particolare attenzione alla compatibilità ambientale; migliorare i loro processi di business ed essere pronte ad affrontare le nuove sfide; trasformare il proprio business, senza compromessi sull’affidabilità, sulla disponibilità e flessibilità.
Solo una rete con un elevato quoziente di intelligenza avrà la flessibilità necessaria per adattarsi alle nuove esigenze del cliente attraverso un dimensionamento dinamico, che esclude l’intervento umano.
Come ha ribadito Ovum in un report pubblicato nel dicembre 2011, “una rete intelligente è il sistema nervoso per la gestione delle applicazioni, in quanto pone sotto il controllo dell’utente configurazione, monitoraggio e riconfigurazione”.
Una risposta a queste esigenze è fornita dalla nuova suite di applicazioni BT che offre un servizio di monitoraggio Web delle prestazioni, consentendo ai clienti di avere una visione completa dell’efficienza della Web experience a livello di utente finale e di migliorare le loro business operations online. In parallelo, inoltre, permette ai propri clienti di monitorare ciò che è in esecuzione sulla loro rete e di risolvere problemi legati alla performance IT con tempestività e con limitati costi di gestione.
Oltre a ciò si stanno sempre più affermando sul mercato nuovi tool che offrono la possibilità ai chief information officer di calcolare e di accrescere l’intelligenza della loro rete, effettuando un benchmark delle prestazioni e trovando il modo migliore per ottimizzare le proprie soluzioni di rete così da allinearle alla propria strategia di business.
Largo quindi a reti intelligenti, presupposto per la trasformazione tecnologica prossima ventura.