Nuovo nome e nuova strategia tutta imperniata sul cloud computing, ma senza dimenticare i punti di forza tradizionali nel mainframe che l’hanno fatta grande: l’appuntamento del CA World 2010 non ha certo tradito le attese
Las Vegas – Annunciando il cambio di nome in CA Technologies (www.ca.com), il Ceo Bill McCracken si è lasciato andare a una battuta forse scontata: «Eravamo stanchi di cercare CA su Google e veder comparire solo “California”» che, come noto, si abbrevia in CA. Ma la platea dei 7.000 presenti a Las Vegas a metà maggio ha sottolineato il nuovo corso con un sincero applauso. Anche perché il nuovo nome esteso sottolinea il ritrovamento di un’identità più riconoscibile, che l’acronimo CA, forse troppo breve, aveva un po’ fatto smarrire rispetto allo storico “Computer Associates”. L’intento principale del cambio di brand è quello di sottolineare l’impegno verso una gestione dell’It e dei servizi in modo sempre più a misura di cliente, grazie soprattutto alla spinta decisa verso il cloud computing, vera chiave di volta del nuovo corso di CA Technologies. Infatti, McCracken, nel suo keynote che ha aperto i lavori dell’evento, ha anche spiegato come l’attuale nome costituisca «un tributo al nostro passato e un’indicazione per il nostro futuro, che ci vedrà leader nell’offerta di soluzioni in grado di rivoluzionare il modo in cui l’It alimenta l’agilità del business». Il cambio di nome è stato da subito accompagnato da un nuovo logo e da un rinnovato sito Internet, studiati per essere la vetrina dell’ampia offerta del vendor, ormai pesantemente rivolta verso i paradigmi del cloud.
Le ragioni del cloud
La parola “rivoluzione” è echeggiata più volte durante la riunione dei clienti e partner del più importante produttore indipendente di software per la gestione dell’It, sempre associata al cloud computing, che è stato il fil rouge di tutta la manifestazione. “Agilità, flessibilità e risparmio”: così CA Technologies sintetizza il cloud computing, intendendolo lo strumento per aiutare le aziende a superare le difficoltà legate anche al contesto economico, perché con il cloud si può fare di più e con meno costi. Ma senza sottovalutare le questioni legate alla sicurezza che, fortunatamente, non vengono sottovalutate dai clienti, come ha dimostrato una ricerca commissionata proprio da CA Technologies, secondo cui gli utenti finali debbono essere responsabili di garantire la sicurezza di un ambiente cloud per il 62% degli intervistati europei e per il 75% di quelli americani. L’indagine “Security for Cloud Computing Users”, realizzata dal Ponemon Institute a marzo 2010 con interviste in otto Paesi tra cui l’Italia, ha anche rivelato come le aziende europee investono nel cloud per avere minori costi (67%), maggiore efficienza (62%), tempi di implementazione più rapidi (58%) e maggiore flessibilità (31%).
Una svolta epocale
Nelle parole del Ceo Bill McCraken, «virtualizzazione e cloud computing consentiranno sempre più alle aziende di adattarsi rapidamente al mutare delle esigenze dei mercati e dei clienti, e il nostro compito come CA Technologies è quello di aiutare i nostri utenti a conseguire tutti i vantaggi competitivi di questa svolta epocale». Ed è anche per questo che la società ha in atto «un energico programma di investimenti per conquistare la leadership nei mercati chiave alla base della nostra strategia di crescita – identity & access management, It management-as-a-Service, virtualization management e cloud computing – pur continuando a presidiare la propria posizione di supremazia nel mercato dei mainframe». Ma ci ha pensato Ajei Gopal, executive vice president di CA Technologies, ad articolare ulteriormente questa vision, spiegando come il cloud trasformerà il modo di gestire e proteggere le tecnologie informatiche: «La funzione It cessa di essere il fornitore monolitico di servizi tecnologici destinati al business e diventa responsabile di una supply chain dinamica formata da risorse interne ed esterne, che eroga servizi sia al business sia ai suoi clienti interni ed esterni. Quando ciò accade, tutta la retorica sull’allineamento dell’It al business diviene irrilevante, perché a questo punto per molte imprese l’It è il business. In questo sta il cambio di paradigma».
Il business in Italia
Anche Mauro Solimene, country manager di CA Technologies per il nostro Paese, sottolinea la decisa virata verso il cloud, facendo notare come il CA World 2010 sia «un evento imperniato su un unico messaggio coerente: il cloud. In questo senso è un CA Word di snodo: se infatti guardiamo alle acquisizioni, fino a dieci anni fa CA aveva una strategia volta quasi solo ad aumentare la massa critica e guadagnare quote di mercato, ma poi, dopo un periodo di stasi, ha cambiato ritmo, iniziando ad acquisire solo aziende che disponevano di tecnologie complementari alla propria offerta, con lo scopo dichiarato di rafforzare la proposta in ambito cloud». Le recenti acquisizioni, come Nimsoft, 3Tera oppure Oblicore sono esempi chiarissimi di questo nuovo orientamento strategico. «Anche perché – prosegue Solimene – il cloud computing è una visione a medio e lungo periodo: pensare in termini cloud, astraendosi dal server fisico non significa che le soluzioni che l’azienda ha già in casa debbano essere buttate. Al contrario, molte di queste sono pronte per soddisfare le esigenze del cloud, soprattutto in termini di virtualizzazione e sicurezza».
Forse anche per questo nuovo focus sul tema del momento, Mauro Solimene si mostra decisamente ottimista sulle prospettive di CA in Italia. «Abbiamo iniziato da poco il nuovo anno fiscale, che per noi va da aprile in poi, ma contiamo di avere una crescita a due cifre», spiega. Ma non solo: anche il 2009 si era dimostrato un anno tutto sommato positivo, considerato che «a livello europeo, l’Italia ha fatto registrare la crescita percentuale più consistente nel fatturato, e soprattutto con un andamento regolare nei diversi trimestri». Tra le ragioni dei buoni risultati, Solimene cita il nuovo modello di presenza sul mercato, che ha visto CA raddoppiare i clienti seguiti direttamente dall’azienda, passati da 70 a 130, con riflessi positivi sulla soddisfazione degli utenti. «C’è un’offerta enterprise che ha cicli di vendita di sei-dodici mesi – rivela Solimene -: si tratta di proposte complesse, per le quali il canale classico può rivelarsi uno strumento poco adatto, in quanto talvolta si concentra maggiormente sul volume e fa percepire meno il valore tipico dell’ambito enterprise». È anche per questo che CA Technologies si sta orientando sempre più verso una strategia di alleanze, con partner in grado di valorizzare al meglio la nuova offerta della società.