Grazie a 18months, il cloud computing sbarca nelle sale cinematografiche. Una startup creata nell’incubatore d’impresa milanese Lib propone una innovativa piattaforma pay per use per la prenotazione e la vendita del posto al cinema. Pop corn incluso
Dalle tecnologie di Internet sono arrivati in questi anni colpi piuttosto duri all’economia dei mass media tradizionali, anche quelli già elettronici come la radio o la televisione. Ma in quelle stesse tecnologie è sicuramente possibile trovare nuove opportunità di integrazione e rilancio del “vecchio” attraverso il “nuovo”.
Prendiamo il caso di 18tickets, il primo prodotto di una giovane software house milanese ospitata all’interno del Lib, l’incubatore creato dalla agenzia di sviluppo Milano Metropoli di Sesto San Giovanni, nel cuore dell’area un tempo occupata da fabbriche e acciaierie, oggi in piena riconversione. 18tickets è un sistema di bigliettistica che si rivolge ai cinema di ogni tipo e dimensione, dal multicinema alla sala parrocchiale, ed è interamente basata su cloud. «La nostra è una applicazione completamente pay per use, senza nessun costo nascosto» – racconta a Vision, Alvise Biffi, amministratore delegato di 18months che commercializzerà il sistema. Nel giro di 24 ore, siamo in grado di dotare anche il cinema più periferico e artigianale di una tecnologia di bigliettistica e gestione assolutamente all’avanguardia». Gestione all’avanguardia, perché 18tickets non si limita a implementare un sistema di prenotazione e vendita dei biglietti via Internet, aperto agli utenti di personal computer, tablet e smartphone, ma dal punto di vista degli esercenti è anche una potente piattaforma in grado di offrire un completo supporto tecnologico di una sala di proiezione, che – oggi – include la cassa, la fase di controllo degli accessi, ma anche il bar, lo shop, il merchandising associato agli spettacoli in cartellone, la gestione del magazzino e degli addetti. «Tutti aspetti – spiega Biffi – che rappresentano una fonte di marginalità primaria per i proprietari delle sale, i quali – con queste lune – fanno più soldi con il pop corn che con i biglietti venduti. Ma che soprattutto assistono con crescente preoccupazione al “film horror” delle nuove generazioni, che snobbano il cinema per favorire lo streaming e le tante forme di socializzazione basate sul web».
APPLICAZIONE “ALL CLOUD”
Proprio dal web l’innovativa applicazione “all cloud” di Biffi e soci trae la propria ragion d’essere. Direttamente integrato con i maggiori social network, 18tickets diventa anche un facilitatore di community centrate intorno al tema, sempre affascinante, dei film di successo e delle pellicole più culturali. «Lato utente, uno dei vantaggi del sistema è quello di poter gestire facilmente l’acquisto dei biglietti per i gruppi di amici. Posso prenotare un certo numero di posti vicini e mandare gli inviti su Facebook dando appuntamento all’ora giusta. Chi accetta l’invito pagherà con lo stesso sistema e man mano che arrivano al cinema presentano il biglietto virtuale in Qr Code e accedono alle sale direttamente, senza più fare code alle casse». Facebook, ovviamente, può servire anche per raccogliere i “mi piace” e gli altri commenti sugli spettacoli visti, rafforzando il concetto di socialità di un mezzo che in questo modo riesce a rientrare nel mainstream della “Internet generation”. L’applicazione, che sarà resa disponibile all’inizio del 2013 dopo la fase di certificazione da parte dell’Agenzia delle Entrate, è solo il primo frutto del lavoro di 18months, che Biffi definisce più spin-off che startup: «È una società indipendente creata nel novembre del 2011, che mi vede come socio fondatore insieme a Stefano Zanero. Nel 2004 io e Stefano avevamo creato Secure Network, una azienda di sicurezza informatica anch’essa residente qui al Lib. Sulla base di questa esperienza, io – come organizzatore – e Stefano, che è un ricercatore del Politecnico di Milano – come advisor – abbiamo dato spazio alle idee di Maurizio Del Corno, partner tecnico di 18months insieme al quarto socio Alberto De Gaspari.» La scelta del nome si rifà ovviamente ai 18 mesi della cosiddetta “Legge di Moore”, il principio – fondato da uno dei padri di Intel – secondo cui la capacità computazionale di un microprocessore (in termini di densità di componenti logici) è destinata a raddoppiare nell’arco di step evolutivi della durata di un anno e mezzo circa. Una ipotesi che Gordon Moore formulò nel lontano 1965 e che si dimostrò essere incredibilmente accurata. Anche per 18months la speranza è di riuscire a sfornare molte altre applicazioni, tutte ispirate a un principio di fondo: far leva sul cloud per potenziare e migliorare l’esperienza d’uso dei servizi retail che coinvolgono grandi numeri di persone. Secondo Biffi, i prossimi bersagli del piccolo ma agguerrito team di programmatori di 18months potrebbero essere gli eventi sportivi, le esposizioni, i musei, tutti ambiti in cui l’arrivo delle tecnologie è frenato dai costi e dalle difficoltà. Con il cloud computing, la possibilità di offrire a clienti e visitatori servizi di prenotazione e vendita mutuati dalle esperienze ormai mature di settori come la grande distribuzione organizzata o le grandi reti di trasporti viene estesa anche alle realtà più piccole, creando un enorme spazio di opportunità per protagonisti come 18months.
CRESCITA ALL’ESTERO
Per 18tickets, ci sono anche ottimi margini di crescita nei mercati esterni all’Italia. «Siamo partiti da qui – spiega Biffi – anche per questioni normative. Una applicazione come questa si inserisce in un contesto fiscale specifico, ma il modello, con i dovuti adattamenti, può essere esplorato». Intanto, la squadra di ardimentosi imprenditori del software ha scelto Smau 2012 a Milano come palcoscenico per il suo debutto ufficiale, a un anno dalla costituzione della società, che per il momento è completamente autofinanziata e si avvale anche della leva sinergica rappresentata dalle competenze di Secure Network. Per gli esercenti dei cinema i vantaggi della tecnologia 18tickets sono evidenti. «Oltre all’integrazione con gli strumenti social del web – ricorda Biffi – c’è la possibilità di snellire molto le operazioni legate all’attività di cassa della sala, che può così focalizzarsi sul bar e sulla vendita di beni “accessori” alla visione dello spettacolo. Un altro vantaggio è la gestione completamente integrata del magazzino e del personale, cosa che facilita la pianificazione e riduce l’invenduto». In più, si possono stampare locandine, inventare ulteriori promozioni per promuovere il cinema o singoli spettacoli. Per accedere ai servizi di 18tickets lo spettatore non deve far altro che entrare nel sito personalizzato dall’esercente (o dalla stessa 18months) con qualsiasi dispositivo connesso e prenotare. Dal canto suo, l’operatore deve disporre di una cassa interfacciabile con un pc o dotata di porta USB. Grazie a un accordo con la società milanese Keypod, 18tickets trasforma questo “thin client” in un avanzato desktop per la gestione della bigliettistica. Un desktop programmabile a distanza. La startup fornisce anche in comodato d’uso gratuito, gli speciali lettori Datalogic, che gli addetti agli accessi utilizzeranno per acquisire i codici Qr Code dei biglietti elettronici. Insomma, una soluzione chiavi in mano, che non richiede nessun investimento in hardware o software e si paga solo in base ai biglietti effettivamente venduti. Una boccata d’ossigeno high-tech per un settore finora penalizzato da procedure difficili da automatizzare, ma onerose in termini di risorse umane e costi.