TOP TEN CIO’S PRIORITIES

 

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I recenti rapporti globali e nazionali hanno individuato trend di investimento e priorità nelle sfide organizzative per i Cio nel 2012. I Cio “leggono” le classifiche e le interpretano insieme agli analisti

Le sfide per le imprese e per i Cio non finiscono mai, soprattutto in un periodo di difficoltà economica diffusa come l’attuale. L’ICT però resta un elemento cruciale per qualsivoglia azienda e per avviare, o preparare, un rilancio del business. Così i Cio sono chiamati a un compito non facile: sfruttare al meglio il budget messo loro a disposizione dai vertici aziendali (talvolta ridotto rispetto all’anno passato) per assecondare, sostenere e anche indirizzare la strategia dell’impresa.

Diverse società di ricerca, università e associazioni di Cio hanno realizzato indagini per capire dove si rivolgeranno le principali attenzioni dei responsabili ICT delle imprese nel 2012, stilando “classifiche” sulle loro priorità per l’anno. In questo dossier ne analizziamo alcune con un occhio particolare sulla realtà italiana.

Gartner: niente taglio ai costi, ma slancio dirompente

Analytics e Business Intelligence al top – Sullo scenario globale Gartner rileva come Analytics e Business Intelligence siano le top priority tecnologiche risultanti dall’IT Executives annual survey. Gartner vede in seconda posizione globale il mobile.

Il rapporto stima come piatto l’andamento globale degli IT budget con rilevazione di variazioni a carattere geografico locale. Per esempio in Nord America i budget IT diminuiranno dello 0,6% sul 2011, mentre se ne stima una crescita del 12,7% in America Latina. La regione Asia/Pacifico prevede una crescita del 3,4% quest’anno mentre per l’Europa si prevede un calo dello 0,7%. In particolare Gartner prevede i tagli maggiori nelle organizzazioni di dimensione maggiore.

Analizzando la lista completa delle priorità tecnologiche dei Cio, Gartner mostra che esse sono variate in modo interessante rispetto a quelle dell’anno precedente. Qui di seguito la classifica globale Gartner delle priorità tecnologiche dei Cio (accanto a ciascuna posizione si vede quella occupata l’anno precedente).

  1. Analytics and Business Intelligence (anno precedente era al 5)
  2. Mobile technologies (era al 3)
  3. Cloud computing, including SaaS (era all’1)
  4. Collaboration/workflow technologies (era all’8)
  5. Legacy modernization
  6. IT management (era al 4)
  7. Crm
  8. Erp applications
  9. Security
  10. Virtualization (era al 2)

Tagliare i costi? Non solo! – Il rapporto Gartner ha poi classificato anche le business priority dei Cio: dallo scorso anno non ha rilevato alcun cambiamento nelle prime tre posizioni della classifica: “aumentare la crescita d’impresa” al primo posto, “attrarre e mantenere nuovi clienti” al secondo, seguito da “ridurre i costi” come obiettivo in terza posizione.

Gli analisti Gartner hanno sottolineato che le attuali condizioni economiche possono tentare i Cio a forzare l’IT in modalità di mera riduzione costi, ma il top management si aspetta che sia proprio la tecnologia – IT incluso – ad affrontare le sfide durissime della congiuntura, mediante uno slancio amplificato alle strategie aziendali e alle operazioni di business.

In sintesi questo il segnale: ci si deve concentrare sulla creazione di “compelling experiences” per clienti e cittadini in modo da guidare la crescita del business.

La tecnologia amplifica le opportunità di crescita mediante la creazione di nuovi prodotti e servizi, di nuovi canali marketing e vendite che estendano il raggio d’azione delle imprese su nuovi scenari geografici.

Dal momento che business process trasformati a mezzo di tecnologie abilitanti danno valore in termini di informazione più significativa, controllo e potere decisionale, le organizzazioni hanno necessità di rispondere con user experience più coinvolgenti che eroghino asserzioni di chiaro significato e rilevanti per il contesto di business stesso.

Comprendere l’impatto dirompente della tecnologia – Le priorità tecnologiche dei Cio quest’anno si concentrano nell’esplorazione di come la tecnologia IT stia creando nuovi canali di servizi e nuove opportunità di crescita. Le aziende in questa fase sono orientate allo studio di come una migliore applicazione delle informazioni e del loro contesto a nuovi servizi a clienti e cittadini ne aumenti l’esperienza d’uso e ne semplifichi i canali di contatto.

Aumento di produttività e abbattimento dei costi, guadagnare in efficienza, consolidamento e ristrutturazione sono requisiti costanti, ma in questo 2012 saranno top priority urgenti. La richiesta di tecnologia è in crescita e i Cio hanno già ridotto le spese in precedenza; adesso la sfida si gioca sulla variazione delle strutture di costo per spingere ancora oltre l’incremento di produttività. Questo richiede un focus determinato e vigoroso sull’ottimizzazione dei costi su scala enterprise e sulla security, sul rapido rescaling operativo e sul miglioramento dei processi di business. Questo argomento rivela come le organizzazioni basate su best practice risolvano queste problematiche tipiche del “back office” e quali soluzioni esse usino.

In tema di strategic leadership, organization and sourcing i top Cio capiscono e comunicano l’impatto dirompente della tecnologia all’interno delle loro aziende, sviluppano le loro persone, concepiscono e acquisiscono soluzioni per mezzo di un ecosistema di partner, fornitori e service provider. Il marketplace tecnologico è sempre più dinamico all’interno di modelli di business sempre nuovi, con innovazioni e concorrenti a ridefinire continuamente il concetto di relazione di fornitura vincente. Questo argomento aiuta a scoprire le direzioni di leadership, le strategie personali, le soluzioni organizzative e best practice di gestione, i vendor che fanno la differenza di performance a livello mondiale.

Per quanto attiene il binomio “innovation and technology” invece, le nuove capability tecnologiche creano opportunità e nuovi modelli di business. Saper sfruttare al meglio le nuove combinazioni di queste abilità determina il nostro futuro. La vera sfida è cogliere insight ed esempi che arrivano anche alzando lo sguardo al di fuori della propria realtà operativa in modo da pianificare al meglio il futuro – adesso.

TechTarget: tattiche europee per allocare i budget IT

Dalla ricerca “IT priorities for 2012 di TechTarget”, condotta sui Cio europei, emerge una tendenza alla stagnazione dei budget IT. Solo la spesa in conformità è prevista decisamente in crescita. Ecco che, allora, gli analisti hanno letto alcuni suggerimenti concreti dalla ricerca.

Le aziende europee vi hanno identificato la virtualizzazione, il consolidamento, il Cloud computing e la conformità come priorità IT nel corso di quest’anno.

Dalla stessa analisi emerge anche una tendenza alla stagnazione dei budget informatici, cosa questa che forza i Cio a elaborare una solida strategia di lungo termine per riuscire a portare a compimento i progetti.

Tecnologie di virtualizzazione e Cloud privati risultano le tattiche privilegiate per il risparmio – L’indagine ha rilevato che quasi un professionista su tre vuole ampliare i confini dell’IT aziendale per supportare la crescita del business. Un altro quadrante intende investire in alcune aree chiave della propria infrastruttura e la restante parte vuole migliorare l’automazione delle attività d’impresa.

Tra le iniziative IT, il consolidamento resta in testa alla classifica, seguito dal Cloud computing e dalla conformità. Per quanto riguarda i progetti infrastrutturali, i professionisti pongono l’accento sulla virtualizzazione dei server, con più della metà degli intervistati che la cita come una priorità assoluta di quest’anno. Molto gettonate anche disaster recovery e business continuity.

Le risposte sono emerse come piuttosto frammentate per quanto attiene invece al tema dell’assegnazione dei budget IT per il 2012, mentre, per quanto concerne i risparmi, tecnologie di virtualizzazione e Cloud privati risultano le tattiche privilegiate. Così, per le organizzazioni che desiderano ridurre le spese, queste due aree risultano perfettamente in sintonia con l’attitudine a fare di più con meno. Mentre si potrebbe essere tentati di sedersi e non fare niente, in un clima come questo di scarsa redditività economica, un atteggiamento di questo tipo semplicemente rimanda i problemi attuali agli esercizi futuri. Pertanto le aziende che riconoscono la necessità di investire per sopravvivere vedono nella virtualizzazione e nel Cloud privato le migliori vie da seguire. Molte di queste iniziative possono essere effettuate utilizzando nuove tecnologie con forte Roi: si ritiene in particolare che iniziative come la virtualizzazione dei server, il consolidamento e il Cloud computing renderanno le infrastrutture aziendali dotate di sistemi più efficaci e reattivi, con un investimento contenuto. In Italia per esempio la Snam ha di recente sottolineato come nell’area infrastrutturale sia stato intrapreso un percorso di consolidamento dei data center che vedrà nel prossimo biennio la razionalizzazione delle location attuali con l’introduzione di logiche di virtualizzazione, di green data center e lo sfruttamento di private Cloud per gli ambienti di sviluppo e test.

Questa tendenza porta anche a una crescente esigenza di introdurre in azienda strumenti di gestione del parco IT, per garantire che i responsabili informatici siano pienamente consapevoli di ciò che sta accadendo in tutti i sistemi che ricadono sotto la loro giurisdizione. Questione fondamentale diventa in quest’ottica lo stabilire il quadro generale e la direzione strategica, in modo che il consolidamento consenta un maggior risparmio in licenze software. Per esempio, con tutta probabilità continuerà a essere presente in azienda un mix di piattaforme fisiche e virtuali che richiede protezione dei dati e sicurezza. Ecco perché consiglio di verificare sempre che non ci siano licenze inutili in azienda, attraverso un inventario completo dei sistemi IT.

Rilevato un ruolo trainante nei progetti di compliance – Tra le iniziative analizzate da TechTarget, la conformità alle normative sembra essere l’unica area nella quale è previsto un aumento deciso degli investimenti IT. La compliance non si risolve certamente in una riduzione dei costi esercizio, ma può essere considerata una forma di assicurazione e, con la quantità crescente di obblighi ai quali sono sottoposte le organizzazioni, la conformità è diventata una vera e propria necessità piuttosto che un’area da evitare. I progetti di conformità potranno, quindi, aiutare gli amministratori IT a garantire che i sistemi siano operativi agli standard richiesti dai regolamenti aziendali e da quelli esterni. I requisiti per la conformità porteranno in primo piano le best practice in tutte le aree di business.

Quali priorità tattiche di attuazione se ne evincono? – Dalla ricerca TechTarget escono una serie di indicazioni sul piano tattico davvero degne di nota, di cui le principali sono ricordate qui di seguito.

• All’introduzione di cambiamenti, assicurarsi che tutte le ricadute dell’adozione di nuovi sistemi e nuove tecnologie siano state prese in considerazione.

• Essere preparati per l’ignoto, per garantire che le spese non previste dal budget e le sorprese sulla qualità e i livelli di servizio sperimentati siano affrontabili e risolvibili.

• Creare piani per il futuro, con guadagni incrementali all’interno di una dotazione finanziaria contenuta. Fate questo in collaborazione con le linee di business. In particolare se la virtualizzazione è progettata e implementata correttamente, il risparmio sarà enorme. Se fatta a torto, i costi d’impresa saranno – al contrario – alti.

Proprio in tema di virtualizzazione emergono alcuni elementi principali di best practice mirata:

– esecuzione di un controllo IT completo, per identificare ciò che esiste in casa a livello di applicazioni e hardware;

– razionalizzazione del numero di applicazioni: ridurre al minimo le licenze contribuirà a ridurre i costi di licenza e costi di manutenzione del software;

– consolidamento delle macchine virtuali su piattaforme virtualizzate, per abbassare la quantità di apparati necessari;

– implementazione di una completa gestione del ciclo di vita IT (Itlm), con un approccio omnicomprensivo che copra tutte le aree, dall’acquisto all’implementazione, dal monitoraggio alla manutenzione, per arrivare fino allo smaltimento;

– abbassamento degli ammortamenti IT fino all’80% con la virtualizzazione completa all’interno di un’architettura Cloud;

– incoraggiamento all’utilizzo di soluzioni su Cloud pubblici e co-location: le strategie di outsourcing possono ridurre efficacemente i carichi di lavoro del data center e fornire sostegno aggiuntivo alle attività principali dell’impresa e – non trascurabile – a un prezzo prestabilito.

 

L’Italia nel contesto globale secondo SIM

L’IT Trends Survey è uno studio fra i Cio di tutto il mondo condotto annualmente dalla Society for Information Management (SIM) la quale vanta oltre 5.000 membri nei soli Stati Uniti e i cui ricercatori lavorano al fianco di alcune importanti organizzazioni esterne che hanno membri e rilievo mondiale, con possibilità di raffrontare dati provenienti da molti Paesi e aree geografiche differenti.

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Una crisi sui generis connotata da un cauto ottimismo – Globalmente uno dei due autori del Survey 2012 – Jerry Luftman (Distinguished Professor & Associate Dean of IS Programs with the Stevens Institute of Technology) – parlando alla conferenza annuale CIOnet in Olanda, il cui tema era “The Perfect Storm” ha spiegato che in questa congiuntura «i Cio ora sono cautamente ottimisti».

La convinzione è motivata dal fatto che quest’anno ci troviamo sì nel mezzo di una situazione economica difficile, ma ne verremo fuori un bel giorno. È perciò interessante osservare i metodi diversi con cui le aziende si stanno preparando per quel giorno. Analizzati una decina di periodi di rallentamento nell’economia, pare chiaro come – nelle recessioni passate – molte aziende avrebbero spesso eseguito tagli all’IT senza preoccuparsi adeguatamente delle conseguenze di tale scelta. Semplicemente si sarebbero limitate a spendere meno in tecnologia. In questa recessione, invece, si vede un comportamento marcatamente diverso e per i Cio si intravedono addirittura sviluppi positivi.

Le organizzazioni stanno adesso guardando in modo specifico ai modi in cui l’IT può essere utilizzato per ridurre i costi. L’IT e il business lavorano ora insieme alla ricerca di opportunità utili al conseguimento di vantaggi strategici. I risultati della ricerca di quest’anno dimostrano – in modo abbastanza sorprendente – che i budget e gli investimenti iniziano ad avvicinarsi ai medesimi livelli del periodo pre-recessione.

L’immagine della “perfect storm” – Sebbene non si sia certamente ancora fuori dalla crisi, i segnali che stiamo ricevendo da più parti testimoniano che siamo sulla strada giusta. Se paragoniamo infatti il budget corrente dei Cio con le previsioni per il prossimo anno, siamo allora in grado di dire che i Cio nel loro complesso risultano essere cautamente ottimisti. Nello stesso tempo i Cio si dimostrano nondimeno realisti nel comprendere bene di non essere ancora al sicuro; a parte ogni altro fattore ci sono timori seri quali quello di un’imminente recessione con “double-dip”. A questo proposito Luftman reputa azzeccatissimo il titolo “The perfect storm” per l’edizione annuale della conferenza CIOnet tenutasi in Olanda: dimostra che «vedete già il legno, non solo gli alberi». Cloud, mobile, virtualizzazione, business model variabili sono tutte nuove tecnologie che stanno introducendo innovazioni fondamentali. Con tutti questi sviluppi la Business Intelligence è stata di gran lunga la principale tecnologia su cui le imprese hanno investito durante il decennio trascorso. Ancora proprio in questi giorni così tanti eventi si stanno verificando simultaneamente che pare davvero logico parlare di tempesta perfetta. Nello stesso tempo questa tempesta perfetta è un’opportunità di portata straordinaria per l’IT. In Italia in una recente dichiarazione di Poste Italiane si legge – proprio a conferma di questa visione – che “gli investimenti in infrastrutture tecnologiche necessari per la realizzazione dei progetti previsti hanno, in una situazione di congiuntura sfavorevole come quella attuale, un benefico effetto anticiclico sull’economia reale e consentono quindi di perseguire anche un importante obiettivo a livello sociale e di Sistema Paese”.

Cio e skill personali – Dal momento che la buona notizia per l’IT è proprio il simultaneo accadimento di tanti diversi eventi, il trend primario è senza ombra di dubbio quello del business IT alignment. In Italia TNT Post ha negli ultimi giorni testimoniato come da loro i concetti-pilastro siano quattro. Il primo è che l’ICT riporti direttamente al vertice dell’azienda; il secondo prevede un Ceo che abbia una forte sensibilità informatica, in modo tale da capire i temi tecnologici e confrontarsi costruttivamente con il Cio in termini di business; il terzo pilastro richiede una casa madre – nel caso specifico si cita quella olandese di TNT Post (Post NL) – che creda nell’innovazione e nel Paese Italia, garantendo quindi continuità di investimento. Infine, il quarto pilastro è rappresentato dal coraggio di cambiare: questo nel caso TNT Post si declina nell’avere a bordo le persone giuste e motivate, ossia nel disporre di una ICT snella, che non vive nella propria zona di comfort senza evolvere, e formata non solo dal punto di vista tecnico, ma anche manageriale. In un tale contesto anche a un esperto di architettura è richiesta sensibilità di business e capacità manageriali. Questo obiettivo richiede coinvolgimento di executive dotati di skill anche molto differenti da quelli tradizionali in passato. Un IT professional di successo non è sicuramente più soltanto un tecnico sopraffino. Deve sapere di business, attitudine al management e – ultimo, ma non in fatto di importanza – ottime capacità relazionali e di gestione personale.

In Italia è stato negli ultimi anni citato l’esperimento del Gruppo Amadori dove sono state avviate numerose iniziative di trasformazione che mirano al recupero di efficienza, al fare di più con meno, e allo sviluppo di business. Nel farlo si è cercato di introdurre qualche piccola novità inerente le persone: per esempio, all’interno di ogni singola iniziativa progettuale è stato inserito un tesista proveniente da facoltà universitarie pertinenti. È innegabile, sottolineano in Amadori, che parte del digital divide deriva da fattori anagrafici. Inoltre, grazie al sostegno della divisione HR, il 2012 sarà il primo anno in cui all’interno dell’azienda si svolgeranno corsi orientati interamente al tema della cultura digitale. Per cui, per esempio, nel marketing si affronterà il tema delle relazioni digitali all’interno del Crm, mentre nell’HR ci si interrogherà sulla possibilità di costruire un profilo sociale per tutti i dipendenti, e nelle vendite emergeranno i temi della cooperazione e negoziazione con i nuovi media.

In seguito ai tanti quesiti ricevuti proprio sul come migliorare e rendere questi skill ancora più efficaci, Luftman ha ideato una nuova iniziativa insieme a un team di organizzatori: «Lavorando insieme a un pool di università disseminate in tutto il mondo, ci stiamo concentrando sulle aziende in modo da promuoverne i Cio all’interno dell’organizzazione. Li assistiamo nello sviluppo di tutte quelle competenze non prettamente tecniche e tecnologiche di cui necessitano. Personalmente sono solito viaggiare molto e noto che in giro per il mondo gli skill tecnici dei Cio sono abbastanza uniformi e paragonabili in livello. Dove si notano le maggiori differenze è invece proprio negli skill a carattere non tecnico/tecnologico. Bene, stiamo provando a fare qualcosa per ridurre questi gap proprio avvalendoci della collaborazione con le migliori università. Fra l’altro queste iniziative si basano su un approccio personale con incontri diretti non Web-based».

Sul Cloud: alcune riserve – Luftman cita il Cloud computing come uno fra i principali sviluppi tecnologici, eppure ne evidenzia alcune riserve. «Quello che di gran lunga conta di più e di cui paradossalmente – a mio parere – si sente troppo poco parlare sono le applicazioni che girano sull’infrastruttura, sia o meno sul Cloud».

Questo è davvero essenziale per il modo in cui l’IT collabora con il partner sul lato business al fine di cambiarne il business stesso e come lo fa. Questo è molto più che infrastruttura; è l’insight grazie al quale sviluppi come il Cloud computing offrono possibilità di introdurre e potenziare nuovi servizi per i clienti. L’infrastruttura deve essere quella giusta, ma non è il problema primario. Il business IT alignment è una collaborazione fra il Cio e i partner business per scoprire in modo congiunto il valore delle opportunità che l’IT offre al livello strategico.

Le Top-5 – Per il 2012 l’IT Trends Survey rileva nelle sue due classifiche “top-5” relative rispettivamente ai “Top IT Management Concerns” e alle “Top Application and Technology Investments” i seguenti andamenti elencati con focus sull’Europa e raffronto con Stati Uniti e Italia. Citato come lampante nel survey il caso particolare del Cloud computing che non compare nella top-5 di investimento europea mentre in Usa è al secondo posto. Dell’Italia si cita come trend principale il fatto che nel 2011 siamo risultati nel gruppo di nazioni europee “più in crisi” e questo ci rende tendenzialmente Paese più “cost oriented”. 

Europa Top IT Management Concerns

1. Business agility and speed to market (2. negli Stati Uniti, 1. in Italia)

1. IT and business alignment (1. negli Stati Uniti, 4. in Italia)

3. Business productivity and cost reduction (4. negli Stati Uniti, 3. in Italia)

4. IT reliability and efficiency (6. negli Stati Uniti, 6. in Italia)

5. Business process management and reengineering (3. negli Stati Uniti, 2. in Italia)

Europa Top Application and Technology Investments

1. Business Intelligence (1. negli Stati Uniti, 1. in Italia)

2. Enterprise resource planning (Erp) systems (3. negli Stati Uniti, 3. in Italia)

3. Customer Relationship Management (Crm) (8. negli Stati Uniti, 2. in Italia)

4. Collaborative and workflow Tools (5. negli Stati Uniti, 14. in Italia)

5. Business Process Management (Bpm) systems (3. negli Stati Uniti, 5. in Italia)

Top IT Management Concerns: le priorità in Italia

Business agility & speed to market (1. in Italia) L’agilità di business con la velocità sul mercato sono in prima posizione da noi (argomento strettamente collegato all’allineamento IT-business) e così in Europa mentre occupano la seconda posizione di classifica negli Stati Uniti.

Agilità di business e velocità sul mercato sono elementi essenziali per la sopravvivenza di un’impresa in una congiuntura economica incerta e volatile come l’attuale e la loro scalata in classifica ne è la prova. Esempi palesi di “business agility and speed to market” sono naturalmente Apple (iPad) e Google (Chrome). Nelle organizzazioni non globali è aspetto critico a maggior ragione. Sia l’esito europeo che quello statunitense degli ultimi due anni lo dimostrano in quanto tale priority è passata da una media classifica al primo management concern in Europa. Si osserva come questa priority insieme a quella relativa a business productivity and cost reduction siano la base su cui si semina un competitive advantage di lungo termine e perciò si prevede che queste priority siano destinate a migliorare la loro posizione. In Italia recenti studi evidenziano in particolare come nel Demand Management la tematica della proattività sia estremamente importante e debba diventare una sfida per l’ICT. La strada da percorrere è ancora lunga, occorre avere la consapevolezza che non bisogna essere solo architetti dell’informazione, ma anche del processo; se lo si conosce, si può condividere col business non solo velocità, ma anche coerenza di obiettivi ed efficacia.

Business process management & reengineering (2. in Italia) Business process management (Bpm) and Business process reengineering (Bpr) compaiono nella classifica dei primi 10 concern in tutti i continenti (in particolare questa voce si posiziona al quarto posto in Europa e al terzo negli Usa). Dagli anni 90 le grandi organizzazioni hanno adottato tool Bpr per l’analisi, il progetto e l’automazione di workflow e processi interni all’azienda e – come risultato – Bpm e Bpr sono comparse pressoché ogni anno all’interno delle top-10 “concern” in Europa. Sullo scenario globale Bpm/Bpr lentamente erano scivolate al 18° posto nel 2008 per rientrare nella top-5 nel 2009. Il fattore Bpr è per definizione centrato e orientato al processo. Più di recente il Bpm è emerso come approccio più olistico con il focus sulla integrazione completa di tutti gli aspetti di un’organizzazione. Se da un lato è diventato sempre più importante trarre vantaggio dalle iniziative Bpr, dall’altro il Bpm è utilizzato per ottimizzare il management end-to-end dell’intera azienda (fattore centrato e orientato all’impresa). Siccome durante la crisi economica le aziende si concentrano sull’acquisizione di soluzioni IT per la riduzione dei costi mediante il potenziamento dei processi di business e man mano che la ripresa dalla recessione si profila le organizzazioni grandi e piccole si trovano a competere su un marketplace globalmente collegato, ci si aspetta che il Business process management e la reingegnerizzazione restino globalmente in una posizione alta nella classifica dei management concern. In Italia per esempio la Pirelli ha di recente citato – nell’ambito della propria strategia di “Digital innovation” – il fattore “ICT fortemente committed a supportare l’ampliamento del business in nuovi mercati con produzione locale”. L’alta posizione dell’Erp come importante aspetto applicativo e tecnologico (discusso nella apposita sezione della ricerca) fornisce un ulteriore supporto alle considerazioni appena svolte.

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Business productivity & cost reduction (3. in Italia) Anche questo della business productivity and cost reduction è un top concern comune in ogni nazione intervistata (al secondo posto in Europa). Ha di recente guadagnato impulso con una prima posizione globale nel 2010, ha dominato la classifica globale ancora lo scorso anno ed è attualmente al quarto posto negli Stati Uniti.

La riduzione dei costi IT e l’importanza del miglioramento della produttività business è in linea con la conferma di come il trend seguente nella recessione attuale la renda unica, in questo: invece di tagliare semplicemente i budget IT, i leader IT sembrano rispondere alla presente recessione focalizzandosi sull’IT come fattore abilitante/driver della business productivity per tutto il business. Anche se nella ricerca SIM non si riporta un dettaglio specifico dei risultati ottenuti dai singoli Paesi, si nota con grande interesse come questo fattore si possa osservare ovunque. In Europa business productivity e cost reduction si posizionano al secondo posto, ma la IT cost reduction è anche nella top 5 dei management concerns. Avere sia IT cost reduction and business productivity che la cost reduction nella top 5 dei management concern può creare conflitti nella gestione se questa non è efficacemente concertata. Una tendenza virtuosa di recente esposta in Italia da Consip è quella di riservare attenzione prioritaria al migliore utilizzo delle risorse economiche disponibili e la necessità di massimizzare concretamente il rapporto costi/benefici di un progetto informatico in modo da garantire l’impiego dei risparmi conseguiti o dei maggiori ricavi ottenuti, per il finanziamento di progetti innovativi.

IT and Business alignment (4. in Italia) L’allineamento fra IT e business continua a essere elusivo e globalmente compare ovunque nella top 10 dei management concerns; primo sia in Usa che in Europa. L’importanza di questo alignment è spesso vista in Roi. La maturità dell’allineamento IT-business può essere misurata e dove tale maturità è maggiore si hanno i migliori ritorni in investimento IT.

Dimostrando una correlazione significativa e positiva fra alignment e risultato operativo le aziende europee e statunitensi procedono a orientare il lavoro ai massimi livelli di allineamento IT-business. Malgrado questo sforzo, l’IT-business alignment compare ormai da 30 anni nella top-10 IT management concern. Guardando tale classifica non si hanno perciò scuse al non voler raggiungere sempre più elevati livelli di allineamento e supportare così la percezione che tale allineamento vada considerato come processo costante e continuo. I leader IT in diverse aree geografiche vedono l’IT come un driver integrale/fattore abilitante dell’efficenza/efficacia in altre aree di business e perciò con focus su iniziative che aumentano la maturità di allineamento fra IT e business. Dal momento che tale alignment è stato riconosciuto per oltre 30 anni come problema persistente da risolvere, risulta chiaro che sia proprio pervasivo e persistente. In Italia H3G ha di recente illustrato la seguente missione per la propria divisione dedicata al Demand management: l’intimità con il business è sempre più forte, ed è richiesta una capacità di analisi e modellazione dei processi che si stanno rapidamente trasformando con l’introduzione degli ultimi ritrovati tecnologici e delle nuove tipologie di servizio. Inoltre le soluzioni di business sono fortemente influenzate da una valutazione corale degli investimenti (come mai in passato) che possono ora utilizzare paradigmi impensabili fino a qualche anno fa dal Global outsourcing al Cloud computing.

IT reliability and efficiency (6. in Italia) La crescente complessità dei sistemi IT, insieme con la necessità di considerare i costi, hanno portato affidabilità, disponibilità ed efficienza alla ribalta. L’efficienza e l’affidabilità IT è fattore terzo classificato in Europa e sesto negli Stati Uniti. La IT reliability and efficiency si riferisce all’accuratezza e all’affidabilità di dati e information service erogati dall’IT per cui la posizione relativamente alta di questo fattore priority in Europa si basa su due differenti motivazioni. In primo luogo: per avere un IT affidabile ed efficiente, dati memorizzati e informazioni devono essere tempestivi e gli IT leader europei sono spesso molto attenti alla qualità e accuratezza di data/information all’interno delle proprie aziende. Di recente in Italia il Gruppo Fiera di Milano ha sottolineato come l’impostazione della direzione IT sia principalmente orientata alla ricerca di efficienza ed efficacia nel soddisfare le esigenze informative, consentendo di liberare le risorse necessarie per i nuovi progetti e creare valore per i propri clienti interni e quindi per l’azienda. In secondo luogo: le organizzazioni europee si preparano ora per i sempre più rapidi cambiamenti IT a seguito della crescita di utilizzo dei tablet e delle strategie come la recente “Bring your own device” (Byod). Basandosi sulle piattaforme attuali e implementate applicazioni integrate, l’IT reliability and efficiency spesso non è pronta a supportare un ambiente stabile per nuovi sviluppi basati su Byod o altre novità. Un’altra causa della posizione mostrata dalle classifiche e sempre basata su fattori di sviluppo tecnologico è il crescente diffondersi di statements in IT reliability and efficiency quali la SAS70 e la ISEA3402 (Cloud security alliance, 2009).

Top Applications and Technology Investments: le priorità in Italia

Business Intelligence (1. in Italia)Le società europee hanno eletto la BI come top application and technology development come era stato negli Stati Uniti dove essa era stata prima nel 2009 e 2010, seconda nel 2006, 2007 e 2008.

Siccome la Business Intelligence implica data mining per identificare viste di valore, questa alta posizione di classifica cross-geografica suggerisce come gli IT leader considerino le loro aziende ricche di dati, ma povere di insight. In una ricerca italiana Ermenegildo Zegna Group sottolinea proprio che anche quando i dati sono a disposizione, essi vanno resi accessibili e analizzabili: necessario perciò adottare metodologie quantitative per l’interpretazione dei fenomeni di business. La corretta attenzione a leggere il passato attraverso gli usuali strumenti di reportistica viene superata dall’esigenza di prevedere e pianificare. E questa è una bella sfida, anche perché nelle aziende che hanno la consapevolezza del valore dell’lCT per il business, i manager sono clienti interni sempre più demanding. Un’altra ragione per la quale la Business Intelligence compare al primo posto è il crescente ruolo di best practice quali il Cobit (Control Objectives IT).

Customer relationship management (2. in Italia)Il Customer relationship management (Crm) era sesto in Europa nel 2010, ma terzo nel 2011. La scalata in classifica può leggersi come una risposta che le aziende danno all’esigenza in questo economic downturn di investire in relazioni di intimità con il cliente. In relazione a tale risposta si vedono anche fattori IT management concern quali business agility & speed to market così come business productivity & cost reduction. In Italia Banca di Sondrio ha citato di recente il seguente obiettivo: utilizzare il patrimonio più importante che la Banca possiede, quello dell’informazione, per fornire elementi che aiutino a prendere decisioni strategiche, attraverso un processo chiaro e un maggior presidio dei rischi. Ciò si traduce in una gestione più sana e prudente, con una visione dell’attività che pone il cliente al centro, in un’ottica Crm. Sempre in ambito nazionale La Rinascente ha rilevato la centralità dell’esigenza di rivedere la relazione con il cliente, esigenza che ha forti impatti anche sul marketing e la comunicazione per cui, in questo senso, il Crm rappresenta uno strumento prezioso di relazione.

L’investimento applicativo in Crm viene spesso correlato all’Erp sia quale modulo dell’Erp o a esso interfacciato. Un altro fattore IT application & technology nella top 5 è quello dei sistemi Business process management che gestiscono il workflow fra sistemi come Crm, Erp e Business Intelligence.

Enterprise resource planning systems (3. in Italia) I sistemi Enterprise resource planning (Erp) si collocano al secondo posto in Europa e al terzo negli Stati Uniti. Il pensiero di avere un sistema integrato esiste da tanto tempo e resta alto nella classifica degli investimenti IT application & technology.

Malgrado l’elevato tasso di implementazioni in Europa, l’Erp resta ugualmente fra i top di classifica. Questo è principalmente dovuto agli upgrade e al fatto di aver realizzato in quelle grandi imprese dove esistono più istanze Erp che questo è molto più costoso e meno efficace che averne un’unica istanza. Il trend Erp alla luce della crescita anticipata dei sistemi di Cloud computing (il Cloud è ottavo in Europa e secondo negli Stati Uniti) sarà davvero degno di interesse da osservare. Le soluzioni Cloud computing sono tipicamente meno client based e a oggi molto più orientate al “best of breed”. Un esempio di soluzione Cloud di successo, citata nella ricerca, è quello di Salesforce.com.

Mobile & wireless applications (3. in Italia) Detiene anche un quinto posto nella classifica IT application and technology. L’anno scorso è abbastanza facile da dire che la Apple ha dato un enorme impulso sul mercato europeo con l’introduzione dell’iPad, seguita da Google (Android) e dietro da Microsoft/Nokia.

I risultati di questa “rivoluzione” sono che le aziende europee hanno iniziato a introdurre strategie e policy “Bring-Your-Own-Device” migrando molte applicazioni su Apple/iOS o su Google-Android App. Grazie a tale sviluppo anche altri trend quali quello della security hanno iniziato una fase nuova. Molto interessante è il rilievo del fatto che la Apple (ChangeWave research, 2011) deve il suo impatto predominante nelle applicazioni mobile&wireless alla piattaforma che usa (iOS). Gli analisti si aspettano che questo passaggio a piattaforme di Apple (iOS) e Google (Android) avrà un forte impatto anche sulle architetture di business così come sulle applicazioni e tecnologie che saranno usate nelle aziende. Un altro aspetto importante è l’implicazione verso investimenti applicativi e tecnologici precedentemente discussi per i quali interfacce ad applicazioni mobile&wireless saranno cruciali per supportare utenti aziendali e mantenerne la capacità di fare business a livello competitivo. In Italia il Gruppo Fiera Milano parla dei recenti progetti Mobile Applications per la fruizione da parte dei visitatori di servizi nell’ambito delle manifestazioni fieristiche, che permettano una migliore esperienza nonché la valorizzazione del momento espositivo e della relazione di business nella Community rendendo più efficace e proficua la partecipazione di visitatori ed espositori.

Business process management systems (5. in Italia) – La reingegnerizzazione dei business process e il continuo miglioramento dei medesimi è un’area che riceve attenzione fin dal 1900.

Nella costante sfida per tenere i business process sotto controllo, monitorati e gestiti, i sistemi Bpm restano sempre un trend IT basilare. I sistemi Bpm tendono a lavorare con una holistic view che si basa su azienda, informazione e processi. In Europa questa tecnologia è quinta in classifica da due anni (2010, 2011). Negli Stati Uniti questo trend si posiziona al terzo posto. Il Bpm è spesso visto come il costrutto che mette in relazione altre tecnologie quali Erp e Crm gestendone sia i business flows mediante business rules che come tecnologia di interfaccia che usa l’integrazione applicativa dell’azienda. Il Bpm è anche uno sviluppo legato all’IT management concern business process management / reengineering che si posiziona quinto nell’apposita classifica sia in Europa che in Usa.

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Collaborative & workflow tools (14. in Italia) – Balza all’occhio il basso peso dato in Italia – con il 14mo posto – ai collaborative & workflow tools: connotazione del nostro focus interno all’azienda anziché esteso oltre i confini dell’organizzazione di appartenenza. Su quest’ultimo punto non mancano però casi di eccellenza anche in Italia dove – come di recente testimoniato per esempio dall’A2A in una ricerca nazionale – si dà priorità a favorire l’integrazione tra le persone, vera leva del cambiamento, utilizzando le tecnologie ICT più recenti nel campo della “collaboration” con l’obiettivo di favorire l’interazione tra realtà storicamente differenti e geograficamente distribuite sul territorio.

I tool Collaborative and workflow si classificano globalmente nella ricerca SIM come uno fra i trend top application and technology developments poiché gli IT manager cercano di ricondurre tool social media di grande successo in workflow. D’altra parte questi tool sono pressoché dei newcomer in quest’area e le barriere linguistiche hanno tradizionalmente limitato l’adozione di massa di tool quali Facebook, Google+, LinkedIn e Twitter.

 

L’Italia per l’Osservatorio Gestione Strategica dell’ICT

Per l’Italia, nel nuovo Rapporto “Le priorità 2012 per le Direzioni ICT” l’Osservatorio Gestione Strategica dell’ICT sulle priorità di investimento e innovazione organizzativa per il 2012 ha appena pubblicato in febbraio i risultati di una ricerca da cui scaturisce un quadro con budget – nel complesso – allineati a quelli del biennio precedente: in leggera crescita utility, banche e assicurazioni, in calo l’industria e i servizi.

Il 2011 è stato caratterizzato, nel nostro Paese in primis, dall’acuirsi dei fenomeni di tensione economica. In questo quadro le imprese e la Pubblica Amministrazione sono alla ricerca di fattori che consentano il fin troppo agognato e quanto mai necessario rilancio della competitività della nostra economia. Anche l’ICT, possibile leva per il rilancio, fa fatica a trovare un proprio ruolo nell’incertezza che spinge le imprese a ridurre prudenzialmente al minimo gli investimenti.

In questo contesto l’Osservatorio Gestione Strategica dell’ICT, nell’ambito della Management Academy for ICT Executives, ha realizzato una Ricerca estensiva attraverso una Survey rivolta a un panel rilevante di direttori di sistemi informativi con l’obiettivo di identificare l’agenda dei Cio per il 2012.

Che cosa può quindi fare l’ICT nelle imprese in questo difficile momento congiunturale e cosa possono fare in primo luogo i Cio? Dall’analisi condotta emerge un quadro particolarmente interessante e significativo. All’interno della spesa ci sarà la necessità di rivedere e di focalizzare quelli che sono gli investimenti con una crescente consapevolezza delle necessità da parte delle direzioni dei sistemi informativi di “auto-finanziare” l’innovazione, quindi investire innanzitutto nella razionalizzazione dei costi interni dell’ICT, per esempio attraverso la ristrutturazione dei data center piuttosto che attraverso il Cloud computing e l’utilizzo di altri progetti di razionalizzazione infrastrutturale, che ancora assorbe troppa quota parte dei budget di direzione. Dall’altra parte emerge la necessità di lavorare sulla razionalizzazione anche dei processi di business con iniziative come la Dematerializzazione o la Unified Communication & Collaboration che prospettano ritorni a breve e facilmente tangibili dal business. Infine le risorse liberate e rese disponibili dall’Information Technology andranno utilizzate su quegli investimenti che danno un’efficacia visibile al business in tempi rapidi, tra questi una particolare attenzione verrà data alla Business Intelligence e agli Analytics per dare maggiore significatività e utilità decisionale ai dati disponibili e lo sviluppo di nuovi canali di relazione digitali e di nuovi ambienti di collaborazione all’interno dell’impresa. Per fare tutto questo le direzioni dei sistemi informativi dovranno anche cambiare al loro interno, far cambiare pelle alle proprie persone, modificare le proprie competenze. Questo sarà possibile se si punterà a migliorare la reattività di risposta riducendo l’inerzia nel rispondere al cambiamento richiesto dal business, rivedendo gli organici interni a fronte di un ricorso al mercato nelle forme che siano più innovative e flessibili. Allo stesso tempo occorrerà aumentare la proattività, la capacità di dare una direzione all’evoluzione dei sistemi informativi sia attraverso lo sviluppo di conoscenze più approfondite del business sia attraverso una competenza architetturale di alto livello, nell’ottica di proporre al business innovazioni facilmente perseguibili nel breve periodo. Complessivamente l’indagine ha mostrato come i Cio siano consapevoli di dover fare di più (e più in fretta) con risorse che non possono aumentare, ma devono essere recuperate e poi reinvestite in innovazioni che abbiano un impatto veloce e subito visibile sul business. Allo stesso tempo i Cio sono consapevoli che per far questo devono far cambiare pelle alle proprie persone, colmando quel divario che ancora le separa, in termini di competenze e velocità, dalle esigenze del business.

La prima domanda posta è relativa al budget ICT a disposizione e al suo trend. I dati in possesso, elaborati nelle ultimissime settimane del 2011, quindi con stime di budget 2012 attendibili e che incorporano l’evoluzione della situazione economica dell’ultimo periodo del 2011, parlano di un 2012 in cui il mercato non cresce attestandosi ai livelli, certo non esaltanti, degli ultimi due anni.

A seconda di quelle che erano le aspettative, questo dato può essere visto come un bicchiere mezzo pieno, poiché non si intravede un tracollo degli investimenti, o mezzo vuoto, poiché non si prospetta un recupero degli investimenti lasciati indietro nell’ultimo biennio.

La seconda domanda posta investiga le aree di investimento per il 2012. Innanzitutto la Business Intelligence e Analytics, che vengono considerati da quasi un Cio su due una delle priorità di investimento per il 2012. Vengono poi lo sviluppo e il rinnovamento del data center, il Cloud computing, la digitalizzazione e dematerializzazione dei documenti, i nuovi device mobili, la Unified Communication and Collaboration, le mobile apps, lo sviluppo di canali digitali e Social Crm e infine le nuove architetture di information management e storage.

Gli analisti ipotizzano qui una sorta di sforzo di “autofinanziamento” dell’ICT in cui il Cio, consapevole della difficoltà di chiedere risorse al business in questa fase economica, cerca innanzitutto di recuperarne attraverso una razionalizzazione dei suoi costi interni – possibile grazie a investimenti come il private Cloud e la razionalizzazione dei data center e in secondo luogo contribuendo alla riduzione dei costi dei processi di business attraverso investimenti come la digitalizzazione e dematerializzazione e la Unified Communication and Collaboration che danno ritorni misurabili e di breve periodo. Le risorse liberabili (e appropriabili) vengono reinvestite in applicazioni leggere, in grado di garantire ritorni, veloci e riconoscibili, di efficacia e soddisfazione del business, quali la valorizzazione dei dati a supporto delle decisioni con i sistemi di BI e Analytics e l’investimento in architetture di information management, e lo sviluppo di nuove relazioni digitali, interne ed esterne, attraverso l’introduzione di nuovi device, mobile apps, social software e nuovi canali digitali.

L’ultima domanda posta è in che modo la direzione ICT dovrà cambiare per poter aumentare la propria efficacia. Al primo posto, quasi un Cio su due vede il tema dell’investimento sui ruoli e i processi di Demand Management, in secondo luogo le competenze per la gestione dell’Enterprise Architecture, al terzo posto lo sviluppo dei modelli per la governance internazionale dell’ICT.

I Cio, consapevoli dell’esigenza di non vedersi marginalizzati e scavalcati dal business in questa difficile fase di evoluzione, si pongono come obiettivo di costruire una direzione ICT che pensi e agisca alla velocità delle esigenze del business. Occorre quindi aumentare la reattività diminuendo i tempi di reazione e i vincoli e costi di cambiamento, non solo con uno snellimento dell’organico e un più flessibile ricorso al mercato, ma al contempo incrementando la proattività, aumentando la capacità di cogliere e anticipare bisogni e opportunità, di costruire e animare nuovi spazi di esperienza e relazione per i clienti interni ed esterni. Altresì necessario è al contempo dotarsi di una capacità di governare l’evoluzione dell’architettura, indispensabile per non perdere il controllo dell’evoluzione del sistema informativo a fronte del ricorso di paradigmi quali per esempio il Cloud computing e la consumerizzazione.

Un mercato che non conosce flessioni e PTC continua a registrare un trend di crescita superiore alla media 

di Raffaela Citterio

Engineering (hardware e software), supply chain & manufacturing e customer service possono essere considerati come 3 componenti fondamentali di una moderna azienda manifatturiera.  Ciascun componente ha le sue peculiarità e proprie esigenze. L’engineering necessita di un approccio sistemistico al prodotto, di un efficientamento dei processi di sviluppo, di una gestione efficace delle varianti, di una gestione di ambienti di progettazione multiCAD e – non ultima – della gestione del software. Per quanto riguarda la supply chain si può parlare invece di ottimizzazione di catene di fornitura sempre più complesse, di collaborazione efficiente nella catena del valore e di gestione della parte produttiva e dell’acquisizione dei materiali. Infine, sempre più importante è la gestione delle informazioni relative al customer service, perché per molte aziende il servizio è un’area di business strategica, a cui si affianca il tema delle garanzie e della gestione delle difettosità.

Abbiamo chiesto a Stefano Rinaldi, sector vice president & general manager di PTC (www.ptc.com), una delle aziende di maggiori dimensioni e in più rapida crescita a livello mondiale nel settore del Plm (Product Lifecycle Management), in che modo è possibile integrare in maniera trasparente tali componenti. «Tutti impattano a livello strategico e comprendono attività operative, abilitate da sistemi e tecnologie differenti – ha risposto Rinaldi -. Le soluzioni che consentono a un’azienda di ottimizzare e armonizzare i processi legati allo sviluppo del “prodotto digitale”, in grado di fornire le leve strategiche atte a supportare al meglio innovazione e competitività, sono rappresentate oggi dai sistemi Plm. Il Plm non incide sul ciclo attivo o sul ciclo passivo e non gestisce la produzione o le scorte a magazzino, poiché queste sono tipiche attività operative, governate in genere dagli Erp. Il Plm deve aiutare le aziende a prendere le decisioni giuste al momento giusto sulla base di informazioni sempre aggiornate. Da sistema atto a gestire i dati di engineering o poco più, insomma, il Plm si è evoluto sino ad assumere la dignità di una applicazione enterprise in grado di dare un contributo fondamentale al processo di globalizzazione che sempre più sta diventando uno dei fattori critici di successo delle moderne aziende estese».

Un mercato che cresce

Non a caso il mercato del Plm non conosce flessioni, come conferma il successo di PTC, che continua a registrare un trend di crescita persino superiore alle stime di mercato fornite dagli analisti. Un risultato che deriva, da un lato, dalla continua innovazione tecnologica dell’azienda, che ha creduto per prima nella tecnologia Web, facendone uno dei tratti distintivi della propria proposizione, dall’altro dai continui investimenti nelle competenze della propria struttura e dall’espansione dell’offerta verso nuove aree ad alto valore aggiunto, quale per esempio il Service Lifecycle Management. Cosa può fare, dunque, un’azienda come PTC per indirizzare correttamente le priorità del top management delle aziende manifatturiere? «La chiave di volta del successo è rappresentata da una oculata definizione della strategia con cui introdurre le nuove tecnologie in azienda – dice Rinaldi -; al management occorre spiegare che non è possibile slegare l’implementazione della tecnologia da un’ottimizzazione di processo. Per supportare davvero le aziende nel raggiungimento dei loro obiettivi, insomma, è necessario combinare l’implementazione di tecnologie d’avanguardia, con una forte competenza sui processi e un reale orientamento al cliente basato sulla condivisione degli obiettivi strategici. Ecco perché abbiamo predisposto una metodologia che, partendo da un‘analisi delle opportunità di valore, consente di definire assieme al cliente, stanti i suoi vincoli a contorno, sia la strategia di introduzione della tecnologia (roadmap) sia il modello ottimale di governo del programma di trasformazione che ne consegue. Questo ci consente di operare con piena omogeneità d’intenti e con totale allineamento metodologico lungo tutto il percorso di cambiamento abilitato dalla tecnologia».