Quest’anno la società festeggia il centenario. Cento anni sempre ai vertici grazie alla sua capacità di cambiare
In un recente incontro con la stampa Nicola Ciniero, presidente e amministratore delegato di IBM Italia (www.ibm.com/it), parla di IBM a tutto campo: l’hardware, il software, i sistemi open, le acquisizioni, lo Smarter computing. Tutto quello che ha accompagnato la società e la sua continua evoluzione nei suoi cento anni di storia. «Quest’anno festeggiamo il centenario di IBM, non esiste nell’IT un’azienda con la medesima longevità. Questo anniversario coincide inoltre con 85 anni di presenza in Italia».
«Come è cambiata l’IBM in questi anni? E che direzione pensa di prendere per festeggiare anche i 200 anni – ha proseguito Ciniero -. Abbiamo avuto dei grandi scossoni all’inizio degli anni 90, ma siamo riusciti a cambiare». In quegli anni, infatti, la società di Armonk ha operato una significativa virata dall’hardware verso il software. Poi tre anni fa Sam Palmisano, Ceo di IBM, annuncia la nuova vision chiamata Smarter Planet. Volta a creare un mondo sempre più intelligente, digitale e interconnesso, grazie proprio alla tecnologia che, sempre disponibile e pervasiva e utilizzata pienamente e al meglio, diventa elemento abilitante per favorire la trasformazione. Una vision che in questo lasso di tempo ha preso concretezza «e oggi conta più di 600 applicazioni a livello mondiale». All’interno dello Smarter Planet c’è lo Smarter computing che permette alle imprese di rendere intelligente l’IT ottenendo un abbattimento di costi di gestione dell’IT stessa e diminuendo il time-to-market delle applicazioni.
Così oggi, secondo Ciniero, sono queste le aree in cui intende muoversi IBM: Smarter Planet, Business Analytics (i nuovi strumenti di analisi per gestire e sfruttare l’enorme mole di dati a disposizione delle imprese), Cloud computing e Next Generation Data Center (per fruire dei servizi IT sotto forma di servizi e con alti livelli di automazione).
In tutto questo «la nostra radice tecnologica continua a essere un aspetto basilare nell’offerta IBM, così come la componente hardware, anche se negli ultimi 5 anni la parte software e servizi è diventata preponderante. Il fatturato che era 75% hardware e 25% software si è quasi completamente ribaltato nelle proporzioni – ha affermato Ciniero -. E il nostro hardware si è trasformato da proprietario a open e oggi siamo l’azienda più open sul mercato: l’ultimo annuncio, per esempio, il sistema z, è ibrido, può far girare tutti i sistemi operativi».
«Oggi – ha aggiunto – IBM si pone verso i clienti come un abilitatore, capace di portarli verso il futuro, fornendo un’offerta completa dall’hardware al software, dai sistemi operativi ai tool di management, dai database agli ambienti di sviluppo».
«Per arrivare a questo investiamo in ricerca e sviluppo il 6% del nostro fatturato mondiale, pari a 6 miliardi di dollari, e vantiamo 18 anni di leadership con 5.896 brevetti pari a tre volte quelli di Intel, 10 volte quelli di Apple e 15 volte quelli di Oracle – ha precisato l’amministratore delegato di IBM Italia –. Ma abbiamo percorso anche la strada delle acquisizioni, oltre 110 aziende negli ultimi 10 anni», aggiungendo un tassello alla volta per realizzare l’offerta attuale.