IT 2020, visioni per un futuro molto prossimo

Internet delle Cose, cloud computing, interfacce utente, big data analytics, service engineering, security, realtà virtuale, mobilità evoluta, dispositivi wearable, stampa 3D. Come evolverà l’Information Technology e quale sarà l’impatto sui CIO?

 

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Gian Paolo Balboni (Telecom Italia) e Orazio Viele (Gruppo Engineering)

Bisogna chiudere gli occhi e “immaginare il futuro” per guardare dove gli altri non vedono. È fondamentale avere la visione di quello che sarà per pianificare in tempo azioni e progetti. L’IT è senz’altro uno dei motori principali del cambiamento attuale nelle aziende. Le attese dei clienti verso le innovazioni tecnologiche – in tutti i settori – sono crescenti e quindi acquisire un vantaggio competitivo in quest’ambito, può avere effetti importanti sul business, così come può averne il ritardo nell’innovazione. Le sfide tecnologiche s’intrecciano con le necessità di cambiamento organizzativo.

Tra oggi e il 2020, cambierà il modo in cui le aziende utilizzeranno le nuove tecnologie. Sempre più persone saranno a loro agio con la tecnologia e i responsabili IT dovranno adattarsi per soddisfare le esigenze aziendali in continua evoluzione.

A livello mondiale, gli analisti di Forrester predicono una crescita sostenuta di software, consulenza IT e servizi di system integration con crescita in doppia cifra a partire dal 2015. Già oggi, c’è molta enfasi attorno all’Internet delle Cose (IoT), e l’hype continuerà nei prossimi anni.

Errol Rasit, direttore della Ricerca di Gartner prevede che i CIO dovranno tenerne conto nella pianificazione dei loro data center in termini di capacità.

Nel 2020, molte cose di cui oggi si parla soltanto, saranno realtà largamente diffuse: consegne effettuate con droni, realtà virtuale, auto elettriche senza conducente, dispositivi wearable, la stampa 3D sarà disponibile sia a casa sia in ufficio. Forse, ci vorrà ancora qualche anno – invece – per far sì che i bambini possano costruirsi i propri giochi elettronici. Il cloud computing decollerà con molte più applicazioni e un’esplosione di fornitori di software come servizio (SaaS). L’aumento del malware mobile porterà ad altri investimenti nella sicurezza dei dispositivi mobili, in particolare il crescente utilizzo di pagamenti mobili, dove mobile banking e le applicazioni di vendita al dettaglio sono collegati ai dati della carta di credito personale, porterà a un aumento notevole delle minacce.

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Si profila all’orizzonte un periodo di rapidi cambiamenti, che comporteranno grandi novità per le aziende, le organizzazioni IT e il modo in cui le persone vivono e utilizzano le tecnologie. Questi cambiamenti interesseranno milioni di persone e un mercato di enormi proporzioni, rivoluzionando i tradizionali approcci alle attività di business e all’utilizzo delle tecnologie IT. Come reagiranno le imprese alle sfide che l’evoluzione tecnologica implica? Come si combineranno le innovazioni nell’offerta con la disponibilità di nuovi device? Quali competenze saranno sviluppate? Quale sarà il profilo e il “peso” organizzativo dei CIO?

Con l’economia in ripresa, quali saranno le più grandi aree d’investimento IT nel 2020 e come le diverse industrie spenderanno i loro budget IT? Queste sono solo alcune delle domande alle quali bisogna rispondere se si vuole arrivare preparati all’appuntamento con il futuro.  

Un panel di dieci prestigiosi manager del settore IT composto da Gian Paolo Balboni (Telecom Italia), Daniela Carbone (Asstra), Ain Zara Consorti (Dedagroup), Bruno Demuru (Saras Group), Lucio Gallina (Robert Bosch Italia), Michele Ieradi (Esri Italia), Imma Orilio (ASL Napoli 2), Fabio Pacelli (Gesac – Aeroporto di Napoli), Orazio Viele (Gruppo Engineering), Roberto Zanna (Realco – Sigma) ha lavorato per tre mesi, in forma seminariale, alla predisposizione di uno scenario di previsione sull’Information Technology in Italia, per l’orizzonte del 2020.

Lo studio, condotto tramite una variante del metodo Delphi ideata da S3.Studium (www.s3studium.it/), ha tracciato un affresco organico sulle macrotendenze tecnologiche che investiranno il nostro Paese, sulle trasformazioni nei modelli di business e di organizzazione, sull’evoluzione del ruolo dei CIO, sul mercato del lavoro del settore. Il progetto è stato diretto da Stefano Palumbo. In attesa della pubblicazione dei risultati dello studio, possiamo anticipare qualche macrotendenza. «Nel 2020, il desktop come lo conosciamo oggi sparirà e i device mobili (smartphone, tablet ma anche weareable device) diverranno gli strumenti di elezione per accedere ai “services” offerti da infrastrutture di erogazione accessibili tramite reti a banda larghissima» – afferma Orazio Viele, direttore Ricerca e Innovazione del Gruppo Engineering. I servizi saranno fruibili attraverso interfacce sempre più immersive (si pensi alla realtà aumentata) per accedere quasi “fisicamente” in ambienti configurabili secondo le preferenze e le capacità dell’utente. All’utilizzatore finale non interesserà da dove arriva un certo servizio, ma soltanto che sia utilizzabile quando si vuole, da dove si vuole e che si possa adattare alle sue esigenze. La ricerca IT s’indirizzerà su alcuni filoni: user experience (interfacce utente evolute), big data, service engineering (ingegneria dei servizi) e soprattutto security. In generale, ritengo che avremo più tecnologia di quella che saremo in grado di sfruttare e quindi la sfida sarà: governare la complessità».

Secondo Gian Paolo Balboni, head of Strategic Trends in Telecom Italia, la penetrazione dell’Ict in contesti finora quasi mai toccati dall’automazione porterà alla crescita di importanza delle tecnologie e pratiche di sicurezza, che dovranno diffondersi in modo capillare a tutti i livelli della filiera IT, fino a coinvolgere il consumatore finale anche innestandosi su dispositivi meno tradizionali, quali quelli forniti dal mercato consumer. «Esisterà quindi un importante spazio di business che potrà essere ricoperto da aziende specializzate sui vari aspetti della sicurezza, che opereranno probabilmente in logica world wide, mentre le grandi aziende si dovranno dotare di conoscenze interne almeno per governare adeguatamente il processo di acquisto dei servizi di sicurezza. Un ulteriore importante fenomeno trainato dalla diffusione capillare di dispositivi Ict dedicati ad applicazioni non tradizionali sarà l’esplosione dei big data. La produzione automatica d’informazioni da parte dei dispositivi connessi riguarderà quasi ogni ambito della vita quotidiana, e abiliterà non solo lo sviluppo dei business verticali di filiera, quella per cui i dispositivi stessi sono stati progettati, ma anche nuovi – e imprevedibili – settori di applicazione. Ciò avrà un impatto diretto sulla richiesta di servizi di memorizzazione, gestione ed elaborazione su insiemi di dati personali delle singole persone, la cosiddetta “digital shadow”. Anche in questo caso, il fenomeno potrà portare a uno sviluppo virtuoso, se si combineranno adeguatamente vendor capaci di fornire servizi orizzontali di piattaforma con vendor specialistici, in grado di entrare nel singolo settore applicativo con la giusta value proposition. Interoperabilità delle applicazioni e trasportabilità dei dati saranno due dei principali fattori abilitanti ai quali anche gli attori dell’ecosistema big data dovranno attenersi, per favorire lo sviluppo complessivo del business nel settore». 

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Cambierà nel 2020 anche il ruolo del CIO. Molte aziende ritengono che l’IT rappresenti un’infrastruttura di servizi che abilita il funzionamento dell’impresa e il cambiamento, permeando processi, azioni e comportamenti. Il confronto tra IT e divisioni di business sarà sempre maggiore, così come i confronti e i benchmark tra le aziende dello stesso comparto sui temi dell’IT.

Il CIO moderno diventerà una figura chiave per la sua capacità di relazione e interazione con gli altri C-level dell’organizzazione. Il ruolo del CIO assumerà un significato diverso con un’allocazione del suo tempo in direzione di un minore impegno in attività di gestione dei servizi IT in favore della gestione dei processi di business dell’impresa e di collaborazione con clienti esterni e partner.

Le principali sfide organizzative per la direzione ICT saranno la riduzione dei costi di sistemi che sono diventati nel tempo obsoleti e quindi costosi da mantenere. Ma nella maggior parte dei casi questi progetti saranno un’occasione per rivedere l’organizzazione dei processi e quindi migliorare i processi di business. Inoltre, la consumerizzazione dei nuovi device e le forme “consumer” d’interazione con la rete introdurranno nelle aziende un nuovo modo di lavorare e fare business.

 

Giampaolo Balboni STORY

Lavora in Telecom Italia dal 1977. È stato per dieci anni professore a contratto per le aree computer networks e telecomunicazioni al Politecnico di Torino. Dal 2007, è responsabile dell’area Trends, prima in TILab e ora in Strategy, dove analizza i fenomeni di innovazione, con particolare attenzione a open innovation e startup.

 

Orazio Viele STORY

Direttore generale Tecnica, Ricerca e Innovazione del Gruppo Engineering e amministratore unico di Engiweb Security, azienda del Gruppo che si occupa di soluzioni di Identity Management. È anche direttore generale di Engiweb.com, azienda del gruppo Engineering specializzata nello sviluppo di soluzioni per il web.

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