Innovare, stupire e vincere. Anche in un contesto di crisi, la multinazionale Alten – in Italia dal 2004 – continua a crescere per volumi di fatturato, head-count e numero di clienti. Merito della qualità delle sue soluzioni e delle competenze delle risorse umane con una forte impronta ingegneristica, che fanno la differenza
In un periodo come quello che stiamo attraversando, un’azienda di consulenza in ambito ICT e ingegneria che riesce a inanellare percentuali di crescita e Ebit a due cifre fa notizia da sola. Se poi questo avviene all’interno di una realtà europea, che ha saputo fare leva sulla creatività e le competenze coltivate in Italia, la notizia potrebbe aprire il telegiornale. Eppure, quello del Gruppo francese Alten (www.alten.com) non è un brand che in Italia possa al momento contare sulla visibilità mediatica di tanti altri bravi protagonisti della scena italiana del software enterprise. Con un pizzico di malizia si potrebbe ipotizzare che la ragione di questa relativa mancanza di notorietà sia la stessa che determina il successo di Alten: la forte componente ingegneristica dei progetti realizzati e la composizione del portafoglio di servizi. Un portafoglio che, non a caso, include la capacità di progettare oggetti ingegneristicamente avanzati o «software intensive» come li definisce Gualtiero Bazzana, amministratore delegato di Alten Italia – bresciano laureato in scienze dell’informazione che ha costruito la propria carriera, iniziata a fine anni Ottanta in Etnoteam e proseguita con la creazione e lo sviluppo di Onion, acquisita nel 2009 da Alten.
Alten Italia offre al mercato una value proposition ampia e multi-focalizzata. In Italia, il settore di maggior peso è quello bancario, dove può vantare relazioni con tutti i maggiori nomi sul mercato. Ma anche trasporti, Tlc, industria, aerospace & defence, media, energy, utilities, pharma e medical devices sono ambiti molto importanti. La carta di identità del cliente tipo è tuttavia sempre assimilabile alla grande o media impresa privata, le cui necessità vengono soddisfatte a livello applicativo, nella progettazione, il testing e la validazione del servizio o del prodotto. Dall’Internet banking, al software embedded senza il quale un elicottero non riuscirebbe neppure a decollare.
Che cosa offre Alten, in concreto? «In una parola, siamo specializzati in servizi di technical assistance su diversi settori verticali di utenza Ict e R&D» – risponde Bazzana – «ma il vero fiore all’occhiello sono le cosiddette cross-sector solutions, dove siamo in grado di mettere a frutto le nostre migliori competenze per la realizzazione di progetti di qualsiasi complessità, dimensione e con un rapporto di convenienza sempre adeguato».
Cross sector story
Alten è stata fondata in Francia un quarto di secolo fa, nel 1988. Dieci anni dopo, arriva la quotazione in Borsa e l’azienda da allora prosegue un costante cammino di crescita ed espansione. Oggi, la troviamo presente direttamente in sedici nazioni con un headcount complessivo di tutto rispetto: 16mila dipendenti. Di tutto rispetto – soprattutto con l’aria che tira attualmente – è anche il fatturato, che nel 2012 ha raggiunto la soglia del miliardo e duecento milioni di euro. In Italia, Alten apre la sua filiale nel 2004, proseguendo la propria evoluzione fatta di crescita organica e di acquisizioni. Nel 2009, viene perfezionato l’acquisto della società di consulenza e sviluppo che Bazzana aveva fondato a Brescia con altri soci. La fusione porterà in Alten Italia circa duecento nuovi specialisti e lo stesso Bazzana diventa un paio di anni più tardi, oltre che country manager, responsabile a livello internazionzale delle soluzioni cross-sector, o secondo la designazione ufficiale, “head of international solutions”. Con questa operazione, Alten può disporre in Italia di un totale di circa 530 collaboratori e una previsione di 35 milioni di euro di fatturato nel 2013. Alle quattro sedi operative – Milano, Torino, Brescia e Bologna – si è recentemente aggiunta Napoli. Non solo. Sarà proprio l’Italia a pilotare il processo di apertura e management della nuova filiale di Alten in Svizzera, nazione dove sono già previste tre sedi. Alten Svizzera andrà a estendere la copertura europea che è già molto buona. «Negli ultimi anni, è stata particolarmente forte nelle nazioni dell’Est, la Polonia e la Romania» – racconta Bazzana. «La redditività del Gruppo consente di alimentare la politica di nuove acquisizioni, anche in Italia, e proprio per questo motivo vogliamo puntare su un rafforzamento della brand awareness, per presentarci come uno dei gruppi di consulenza e ingegnerizzazione leader a livello internazionale».
Vocazione ingegneristica
Il punto su cui Bazzana insiste più volentieri durante la sua presentazione è proprio il felice connubio che Alten riesce a realizzare tra attività ICT e progettazione di stampo ingegneristico: due lati della stessa medaglia, in un’economia in cui capacità di calcolo e software riescono a innervare praticamente tutto. L’informatica enterprise ha finora dominato sugli aspetti gestionali, contabili, amministrativi, logistici, commerciali, di gestione delle risorse umane. Questi aspetti – fondati su piattaforme It molto complesse e articolate – sono decisivi per assicurare alle aziende l’efficienza e la stabilità di cui hanno bisogno, ma sono anche caratterizzati dalla forte standardizzazione di procedure spesso regolate da normative di legge, che valgono per tutti, con meno spazio per la personalizzazione e con il problema dell’allineamento tra IT e i processi di business veri e propri. «La peculiarità di Alten è dovuta alla capacità di coniugare l’IT a interventi di tipo ingegneristico» – sottolinea ancora Bazzana. «Intendo, per esempio, tutto il campo del software embedded, il firmware, l’hardware di controllo, fino alla progettazione, per esempio, di un sistema elettronico. Il maggiore cliente a livello di Gruppo è – a titolo esemplificativo – Airbus, leader mondiale nel settore aeronautico. Aggiungerei che la nostra vocazione ingegneristica emerge anche per la parte IT, visto il presidio offerto nel campo delle IT operations e del service management, cioè in tutta l’area di applicazione del framework ITIL». Bazzana si riferisce quindi all’informatica come servizio a supporto delle operazioni di business che riguardano più gli aspetti della definizione, della creazione del prodotto e della corretta erogazione dei servizi.
Un altro elemento forte, per Alten, è la capacità di declinare le proprie competenze in ambiti estremamente differenziati. A livello internazionale sono state definite dieci aree di intervento – la difesa e l’aerospazio, il trasporto (ferroviario e navale), il settore automobilistico, le telecomunicazioni e multimedia, l’energia, le life sciences, l’industria e la finanza.
Il fatturato corporate risulta molto ben ripartito tra questi segmenti verticali. «In Italia – spiega Bazzana – ritroviamo la stessa varietà anche se si possono riconoscere tre macrosettori che da soli generano circa il 65% del fatturato». Oltre al già citato segmento finanziario, primeggiano le relazioni con la clientela del mondo dei trasporti, delle Tlc e reti, con una significativa presenza di Alten Italia anche nel settore farmaceutico e degli apparati medicali, in tutti i settori dell’industria, nell’elettronica e multimedialità nonché nel settore dell’energia e delle utility. Abbastanza vistoso, per un’azienda di questo tipo, è il numero relativamente ristretto di clienti nel settore della pubblica amministrazione, sia locale, sia centrale. In questa scelta, forse, possiamo leggere il forte imprinting ingegneristico di un’azienda che si distingue in questo, rispetto ai grandi system integrator frequentemente impegnati sul fronte del public sector.
Centri di eccellenza
«Ai nostri clienti offriamo assistenza tecnica su tutte le tecnologie, ma in Alten si possono identificare diversi “fiori all’occhiello” più specifici» – prosegue Bazzana. «Abbiamo innanzitutto il segmento di offerta delle soluzioni cross-sector, che converte i nostri diversificati livelli di competenza in servizi anche molto complessi, su grande scala, per clienti di ogni settore». A connotare ulteriormente l’offerta è un approccio basato su un concetto di «centro di eccellenza» – spiega ancora Bazzana. «Interveniamo, in altre parole, con servizi rivolti ad aree specifiche come il testing, la governance e il cosiddetto IT service support management, in altre parole l’ambito riferito al mondo Itil». Per le tre aree sopra citate i “centri di eccellenza” di Alten Italia sono responsabili dell’offerta a livello di Gruppo, consentendo al personale della sede italiana di avere una possibilità di carriera a livello internazionale. «Si aggiungono poi le aree di soluzioni come la business intelligence, le mobile app, le applicazioni web based B2B e un’area che storicamente si occupa di applicazioni Erp e Crm. I centri di eccellenza – proprio perché sono indipendenti dal contesto di mercato verso cui si articolano – operano come vere e proprie fabbriche tecnologiche, con personale certificato e in partnership con i principali leader tecnologici nei diversi settori». Nella lista dei centri di eccellenza identificati da Alten si trovano per esempio, oltre all’unità preposta al testing del software, le specializzazioni in ambito governance, app mobili e web, business intelligence.
Accanto alle soluzioni cross-sector si distinguono tre pilastri di soluzioni più verticali: banking, “techno solutions” (per le unità di ricerca e sviluppo di aziende che realizzano prodotti software intensive) e telecomunicazioni. «La divisione Techno riesce – per esempio – a far fronte alle necessità che riguardano la ricerca e sviluppo in settori fortemente tecnologici, che richiedono capacità specialistiche in materia di project management, analisi di processo, software embedded e real-time, progettazione meccanica ed elettrica, validazione di sistemi software e hardware, progettazione di firmware, analisi del rischio, documentazione tecnica». In particolare, Bazzana rileva l’importanza dei due centri di eccellenza Techno attivi presso la filiale italiana. Uno è impegnato nell’area Scada (supervisory control and data acquisition) in cui gli esperti di Alten si occupano di sviluppo e implementazione di sistemi automatizzati e di controllo centralizzato. L’altro centro di eccellenza è focalizzato in modo molto specifico sul software embedded.
Finance e TLC
Le competenze rivolte al settore bancario si suddividono in quattro macroaree: governance, corporate, retail e branch system. «Nel primo caso lavoriamo sull’automazione della governance e in ambiti come il planning and control e l’audit and claim» – precisa il responsabile italiano. «Per i suoi clienti bancari, Alten risolve tantissime altre esigenze come risk management, Internet banking, gestione del credito – oppure – le problematiche riferite agli sportelli automatici, i contact center e tutte le attività di filiale come il trade, i sistemi di pagamento, i mutui, la multicanalità».
L’area verticale delle telecomunicazioni può far leva sull’esperienza a livello architetturale e operativo, che Alten ha maturato con tutti i principali operatori telefonici fissi e mobili europei, ma anche con i fornitori di apparati e i service provider, nello sviluppo e nella gestione di reti cellulari, operation support, reti fisse, reti intelligenti. Non a caso, per questa tipologia di clienti sono stati messi a punto dei veri e propri pacchetti di offerta applicativa che Alten chiama “acceleratori” e che rappresentano un altro degli elementi di forte caratterizzazione di questo Gruppo. «Tra gli acceleratori proposti a clienti come Vodafone – spiega Bazzana – ci sono gli strumenti per il monitoraggio, l’analisi e la reportistica di diversi Kpi importanti sia per la governance dell’ICT, sia per architetture di rete, l’analisi e la previsione di indicatori commerciali come il churn rate dei clienti, la qualifica e il rating dei fornitori, l’assicurazione qualità».
Il know how che accelera
Il concetto di acceleratore in Alten prende, in un certo senso, il posto delle soluzioni verticali più o meno “pacchettizzate” attraverso cui molte aziende di software veicolano sul mercato le proprie competenze. «In questo senso – afferma Bazzana – Alten non dispone di un catalogo di prodotti “a scaffale”. Nel corso del tempo, abbiamo tuttavia maturato un’esperienza notevole e possiamo far fronte alle richieste più ricorrenti della clientela con quelli che potremmo definire semilavorati del software – gli acceleratori per l’appunto – che consentono di non partire ogni volta da zero, quando si tratta di implementare soluzioni custom a problematiche già note».
Tra i semilavorati più apprezzati c’è un’applicazione di business intelligence, un cruscotto aziendale, che aiuta a prendere decisioni manageriali in funzione di una serie di indicatori e misure. Lo stesso approccio è utilizzato dagli sviluppatori Alten per configurare intranet e portali aziendali, o per una soluzione di qualifica e valutazione dei fornitori. Gli acceleratori sono proposti ai clienti dal team delle soluzioni orizzontali, ma anche nei casi di servizi erogati dagli specialisti verticali.
Vocazione per il testing
La realizzazione di soluzioni complesse in modalità cross sector o per le tre linee verticali già menzionate, non esauriscono le molteplici iniziative che Alten Italia è in grado di orientare a una clientela sempre più vasta e qualificata. Degni di essere citati sono i tre centri sviluppo: uno per le tecnologie Microsoft, uno specializzato sul linguaggio Java e l’altro – la cosiddetta “test factory” – che dall’Italia estende una competenza geografica su scala mondiale ed è considerato come centro di eccellenza per tutto il Gruppo Alten. In realtà, la problematica del testing del software è una delle vocazioni di punta dell’azienda e si articola, non solo attraverso la test factory, ma anche attraverso un centro di competenza dotato di un portafoglio di servizi estremamente completo. Nell’attuale contesto competitivo, i tempi di sviluppo e di messa in produzione delle procedure software si accorciano notevolmente e una strategia di testing rigorosa e al tempo stesso efficace diventa indispensabile per garantire il rispetto dei tempi di entrata in servizio, dei costi preventivati e naturalmente della soddisfazione degli utenti finali, sia a livello di servizi e applicazioni software, sia di prodotti ad alto contenuto tecnologico. «Alten – precisa Bazzana – è in grado di soddisfare ogni esigenza, in materia di test governance (test process assessment, definizione delle procedure, test risk management, analisi), di ambienti e strumenti di testing e di specifiche competenze verticali nella verifica di software destinato a clienti bancari, agli operatori di Tlc, agli utenti di piattaforme e ambienti come Sap, Siebel, Bmc».
La test factory è organizzata per offrire servizi allineati sui “livelli” di testing (analisi statica e dinamica, module, integration, system, user acceptance, non regressione) e la tipologia (funzionale, di prestazioni, usabilità, sicurezza, compatibilità). In base alle proprie necessità, il cliente può chiedere ad Alten un affiancamento nelle attività di definizione di una strategia di testing, pianificazione e controllo, progettazione, esecuzione, reportistica e analisi. Ispirandosi in un certo senso al concetto di acceleratore di soluzioni, anche in questo ambito Alten ha messo a punto delle soluzioni verticali di testing pensate per i diversi settori. Troviamo per esempio delle specifiche metodologie di testing per gli applicativi web, i sistemi embedded delle aziende ingegneristiche e manifatturiere, la compliance dei terminali mobili, il settore farmaceutico e della strumentazione elettromedicale.
Cultura del software e formazione
Sul versante del testing, la mission di Alten come azienda riguarda anche il tema della formazione e in tal senso è in piena sintonia con la cultura personale di Gualtiero Bazzana. Il country manager italiano del Gruppo ricopre anche il ruolo di presidente del “chapter” italiano e responsabile marketing mondiale dell’International Software Testing Qualifications Board (Istqb), un’organizzazione no-profit nata in Belgio nel 2002 e diventata leader mondiale nel campo della certificazione della figura professionale del “software tester”. «Per un’azienda che come Alten fa leva soprattutto sulla competenza dei propri ingegneri, le attività di training sono una componente fondamentale dell’offerta. Il testing è una delle tre aree in cui ci focalizziamo con i nostri programmi di istruzione e certificazione. Questi programmi possono essere seguiti da tutti, incluse le aziende con le quali siamo in competizione sul mercato. Le altre due “materie di insegnamento” sono l’ingegneria dei requisiti e tutta la parte di IT service management, ancora una volta inserite nel contesto Itil, essendo Education Partner di BMC Software in Italia».
I futuri tester certificati sono formati da Alten in base ai tre livelli progressivi – da foundation ad advanced – definiti dall’Istqb. «In tutto il mondo, sono già 300mila gli esperti di testing certificati da questo organismo. La certificazione è formalmente richiesta nei bandi ufficiali che riguardano i servizi che devono essere espletati da questi professionisti. La certificazione Istqb è un requisito fondamentale» – spiega Bazzana, che ha anche “firmato” l’ideazione e la regia dell’edizione del Software Testing Forum (la cui terza edizione si è tenuta a Milano nel giugno scorso con oltre 500 partecipanti), manifestazione dedicata alle tecnologie, alle soluzioni e alle esperienze mirate al raggiungimento dei massimi livelli di qualità di prodotti e servizi “software intensive” tramite nuovi approcci organizzativi, metodologici e tecnologici.
La tematica dei requisiti che un prodotto software deve rispettare è fortemente collegata alla problematica del testing. Tra i due aspetti c’è una relazione di causa effetto molto stretta, considerando che le procedure di testing servono proprio a misurare la conformità del software rispetto agli obiettivi del committente. «Un’azienda che decide di sviluppare un determinato servizio – chiarisce Bazzana – tende a conservare il pieno controllo sulla definizione della strategia e dei requisiti. All’esterno sono appaltati lo sviluppo e una prima fase di testing. Poi, il committente riprende in mano l’accettazione della soluzione, la messa in esercizio e la successiva gestione. In tutte le tre fasi, occorrono specifiche competenze e Alten eroga non solo servizi professionali ma anche la formazione che può servire in previsione dei relativi processi di certificazione delle competenze».
L’ingegneria dei requisiti
Per quanto riguarda l’ingegneria dei requisiti, Alten Italia punta a confermare la storia di successo scritta nel campo del testing, aderendo ai criteri definiti da un altro organismo certificatore, denominato Requirements Engineering Qualification Board (Reqb), che ha sede centrale in Germania. Un primo corso frequentato da una ventina di allievi è partito proprio all’inizio di giugno. Che cosa si intende esattamente per “ingegneria” dei requisiti? «L’esperto certificato in materia – risponde Bazzana – deve innanzitutto procedere alla stesura dei requisiti e delle esigenze dell’utente in modo che questi siano implementabili. In seguito, è necessario gestire la tracciabilità dei requisiti iniziali lungo tutto il ciclo di sviluppo ed effettuazione del testing, calcolando non solo la stima dello sforzo complessivo, dei tempi, dei costi del progetto, ma anche la gestione dei rischi e delle priorità». In altre parole, l’ingegnere del requisito deve essere in grado di anticipare eventuali problemi di sviluppo e mettere in ordine tutte le cose da fare.
Coltivare talenti
Una buona quota di risorse di Alten è destinata inoltre alla selezione e formazione interna. «La nostra – afferma Bazzana – è un’azienda particolarmente dinamica e giovane, anche sul piano occupazionale. L’età media del personale è di 32 anni e continuiamo ad assumere giovani motivati e preparati. La percentuale di laureati tra i nuovi assunti è vicinissima al 100%, anche la media delle votazioni di laurea è molto elevata. La qualità di questo team è sicuramente uno dei fattori del nostro successo sul mercato».
Alten coltiva questo asset impegnando ogni possibile risorsa. Alla sola selezione del personale è dedicato un ufficio di sette addetti. I programmi di training e certificazione delle competenze sono stringenti. Ai giovani tecnici, il Gruppo è in grado di offrire eccellenti opportunità di crescita professionale, sia per la diversificazione delle attività svolte, sia per il carattere internazionale di un Gruppo ormai presente in sedici diverse nazioni.
La leggendaria scuola calcistica del Barcellona, chiamata “Cantera” (un termine che letteralmente significa “cava”, ma che può essere più correttamente assimilato al concetto di “vivaio”) hanno ispirato una iniziativa molto recente, che si chiama proprio Progetto Cantera. «Sarà una scuola interna – spiega Bazzana – riservata a un gruppo ristretto di giovani con laurea quinquennale, motivatissimi, bravi anche nella lingua inglese, competenti in materie come l’ingegneria informatica e gestionale. Dovranno studiare e lavorare per sei mesi, seguendo lezioni teoriche e i casi dei clienti. Al termine, potranno decidere se continuare a lavorare in Italia o se trasferirsi in una delle cinque nazioni che partecipano al programma, in Europa o negli Stati Uniti. Il primo obiettivo è di far acquisire a questi giovani la forma mentis dell’ingegnere del software, andando a completare una formazione scolastica che è valida, ma non è sempre sufficiente».
Innovazione e crescita
Con questa miscela di dinamismo, motivazione, competenza, preparazione, Alten rappresenta una storia di successo all’interno di un panorama di crisi e l’esempio di come innovazione e crescita possano andare di pari passo. Un’evoluzione che nel caso di Alten vale per tutti gli indicatori, finanziari, geografici, di referenze. «Lo scorso anno abbiamo aggiunto al portafoglio trenta nuovi clienti e i trend fino al primo semestre 2013 confermano importanti tassi di crescita sul mercato» – dichiara Bazzana, sottolineando con un po’ di orgoglio aziendale che è più facile contare i grandi brand che non fanno affidamento sui servizi del Gruppo, attraverso la sua filiale italiana, invece del contrario. Nel finance, si ritrovano tutte le maggiori insegne bancarie (Unicredit, Intesa San Paolo, Banca Popolare di Milano, Deutsche Bank, Mediolanum, Banco Popolare, BNP, ING, Direct Line, Allianz, Ergo, Reale Mutua, London Stock Exchange per citarne alcune) e le loro società di servizio. Nell’energy e utility troviamo nomi come Snam, Saipem, A2A, Edipower, Repower. Nelle telecomunicazioni e media ci sono Vodafone e Mediaset, ma anche Orange, Tre, Telecom Italia, Ericsson, ADBB, Skylogic, RAI e Wolters Kluwer. Nei trasporti troviamo Volkswagen, Alstom, Bombardier, General Motors, Magneti Marelli, Italdesign e Thales e AgustaWestland nell’aerospaziale. ABB, Electrolux, Whirlpool, Beretta, Alfa Laval, Oerlikon, Camozzi, Datalogic Flextronics nell’industria. Conad, Leroy Merlin, Lavazza, Gambro, Petronas in altri settori. Si tratta solo di alcuni esempi estratti da un palmares che poche aziende informatiche potrebbero imitare sul piano della scala e dell’autorevolezza delle realizzazioni e che Alten può sfruttare come ulteriore strumento di marketing, per fare cross e up-selling sui clienti acquisiti e stimolare nuove partnership. Un altro ingrediente prezioso è l’inedita flessibilità sulla quale Alten sembra aver improntato il proprio modello di delivery. In funzione dei risultati da ottenere, degli obiettivi di esternalizzazione perseguiti dal cliente, delle risorse da impegnare, Alten mette sul piatto una contrattualistica basata per esempio su rigidi criteri di Sla o – viceversa – propone una soluzione a costo fisso “per progetto”, andando a dimensionare le tipologie, i volumi di risorse da impegnare nei progetti di assistenza tecnica e offrendo diverse formule di outsourcing near e off-shore. Fondamentale per il successo ottenuto in questi anni è la squadra di business manager che sviluppano le offerte e il mercato e di cui Bazzana sottolinea la motivazione, competenza, professionalità ed entusiasmo.
Su tutto dominano – infine – i temi dell’ingegnerizzazione e della qualità di progetti software e ingegneristici concepiti per funzionare bene, per risolvere in modo fattivo e sostenibile i problemi concreti delle aziende. Può sembrare materia di vecchia scuola e – invece – è ancora l’unico modo per innovare, stupire e vincere.