Dalla PMI, alla grande organizzazione, dalle realtà locali alle multinazionali, le soluzioni cloud per la disintermediazione dell’HCM migliorano i processi, riducono la complessità e favoriscono l’innovazion
Quanto costa la gestione delle risorse umane? A questa domanda dovrebbero rispondere i direttori del personale di tutte le aziende che utilizzano un sistema completamente interno (in-house) per l’HR. Oltre a loro – però – la stessa domanda dovrebbero farsela anche gli AD, i CFO e i CIO, in quanto non è così facile individuare tutti i costi nascosti che fanno capo a questa attività. ADP (www.it-adp.com), società internazionale specializzata nei servizi per l’amministrazione e la gestione del personale, ha sviluppato una metodologia per determinare il “total cost of ownership” (TCO) dello “human capital management” (HCM), con l’obiettivo di supportare gli utenti nell’individuare le opportunità per migliorare i processi e ridurre i costi, favorendo la disintermediazione dei rapporti gestionali tra l’azienda e i propri collaboratori.
I costi nascosti dell’HCM
«Molto spesso, quando ho l’opportunità di incontrare qualche nuovo prospect – ha raccontato a Data Manager Antonia Figini, general manager di ADP Italia – io stessa pongo questa domanda al mio interlocutore. Infatti, le analisi che noi facciamo rilevano che i costi nascosti, rispetto a quelli visibili, possono costituire ben oltre il 50% dell’intero processo HR, se condotto direttamente all’interno dell’azienda».
Nei momenti di crisi, è indispensabile ripensare il proprio modo di lavorare, per essere pronti a ridisegnare i processi aziendali in un’ottica di efficienza e flessibilità: condizioni fondamentali per poter rispondere alle mutevoli condizioni del mercato e cogliere nuove opportunità.
«Se si prendono in esame sia i costi sia il valore aggiunto strategico – ha spiegato Antonia Figini – si scopre che i servizi di outsourcing cloud+ da noi offerti rendono le aziende più flessibili, garantendo continuità nella fornitura delle prestazioni richieste, e contemporaneamente consentono di ottimizzare tre aree critiche: risorse economiche, personale e processi».
La disintermediazione dell’HCM
«L’affidabilità delle nostre soluzioni outsourcing in modalità cloud, disponibili 24 ore su 24 e certificate dai KPI del servizio inviati ai clienti nel report mensile – ha continuato Antonia Figini – è garantita dall’uso di data center con livello tier 3+, che per quanto riguarda il continente eurasiatico hanno l’insediamento principale a Parigi e un sofisticato sistema di disaster recovery basato su quello di Barcellona».
Se il fornitore di servizi è affidabile, la sicurezza è maggiore. Inoltre, la soluzione cloud+ per la disintermediazione dell’HCM proposta da ADP è adattabile ad aziende di qualsiasi dimensione, dalla PMI, alla grande organizzazione, dalle realtà locali alle multinazionali, grazie anche al semplice modello a consumo. Estremamente flessibile e in linea con le esigenze reali dell’azienda, la soluzione ADP è basata su una piattaforma con differenti livelli di servizio e su numerosi servizi di consulenza specializzati. Accanto a questi si aggiunge la semplicità amministrativa, che permette anche alle organizzazioni internazionali più grandi di poter stipulare un unico contratto e di ottenere una fatturazione centralizzata, se richiesto.
Governare la complessità
I costi nascosti – però – non si limitano a quelli relativi alle infrastrutture IT, alle licenze per le procedure applicative oppure agli oneri derivanti dal personale tecnico, che possono essere ottimizzati con una semplice operazione di facility management. «Specialmente in Italia, la gestione del personale, se fatta internamente – ha affermato Antonia Figini – deve tenere in considerazione anche i costi relativi alla complessità normativa e contrattualistica per il lavoro. Basti pensare alla complessità dei cedolini». ADP ha condotto uno studio statistico a livello mondiale, durato oltre 3 mesi e che ha coinvolto molti paesi. Sono stati presi in esame centinaia di indicatori ai quali sono stati dati pesi e valori condivisi da tutte le country. I risultati europei mostrano un coefficiente di complessità veramente alto per l’Italia, pari a 4,1 rispetto ad esempio all’1,9 dell’UK oppure al 2,8 della Germania.